Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato "volume VI" (Gennaio 2014-Dicembre 2014) (1 Viewer)

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camaleonte

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La German Finance Agency (GFA) ha collocato oggi 3,189 miliardi di euro di Bobl (Bundesobligation) a cinque anni per 2,47 miliardi di euro. Il rendimento medio di assegnazione si è attestato allo 0,14%, in lieve rialzo rispetto allo 0,12% dell’asta dello scorso mese. Il tasso di copertura è invece passato da 1,3 a 1,6.
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sagitta

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Buona sera a tutti.

Visto che è da mesi che si parla del QE della Bce ed in questi gg sembra davvero imminente volevo capire l'effetto che avrebbe sui mercati paragonandolo a quello fatto dalla Fed nel nov. 2008.

Estrapolato da qui: https://www.finriskalert.it/?p=1128

2. IL QE E IL MERCATO MONETARIO
Negli anni antecedenti la crisi, la Federal Reserve deteneva attività tra 700 e 800 miliardi di dollari, per la quasi totalità titoli di stato a breve e a lungo termine. Le politiche monetarie messe in atto negli ultimi anni hanno dilatato significativamente il suo portafoglio, che attualmente è valutabile in oltre 4.300 miliardi di dollari. I Treasuries a breve termine sono quasi del tutto scomparsi, mentre quelli a lungo termine sono aumentati in misura significativa. Nel bilancio della Fed trovano posto anche 1500 miliardi di MBS (Fawley e Neely, 2013; Fed, 2014c).
Gli acquisti hanno avuto come obiettivo principale quello di aumentare i prezzi dei titoli e di diminuirne i rendimenti. Oltre che indurre gli operatori a modificare i propri portafogli, le mosse della Fed hanno fornito liquidità e migliorato il funzionamento dei mercati. Questi obiettivi sembrano aver avuto un ruolo importante soprattutto nella prima fase di QE. L’effetto è stato significativo in particolar modo per i Treasuries a lungo termine (Fed, 2013, Gagnon et al., 2011).
A differenza delle successive espansioni monetarie, il QE 1 è stata una mossa inaspettata da parte dei mercati. Il suo effetto è stato significativo, all’atto dell’annuncio nel novembre 2008 si è registrata una diminuzione dei tassi di interesse compresa tra i 2 punti base per i Treasuries a 2 anni e gli oltre 40 punti base per le MBS e le obbligazioni delle imprese private con supporto governativo. La diminuzione dei rendimenti dei Treasuries decennali che ha fatto seguito alle dichiarazioni del comitato della Fed del marzo 2009 è stata pari a 47 punti base, un dato che rappresenta il calo più significativo dal 1987 ad oggi. La variazione dei tassi associata alle otto dichiarazioni effettuate dalla Fed tra il novembre 2008 e il novembre 2009 è assai significativa: i rendimenti dei Treasuries a 2 e 10 anni, delle obbligazioni delle imprese a 10 anni e delle MBS sono diminuiti rispettivamente di 34, 91, 156 e 113 punti base. Il QE 1 ha agito soprattutto sul term premium e quindi sui rendimenti a lungo termine (Gagnon et al., 2011; Rogers et al., 2014 ).
Il QE 2 non ha beneficiato dell’effetto sorpresa del QE 1. Al momento del suo annuncio gli analisti avevano già presente la possibilità che la banca centrale mettesse in campo un nuovo round di acquisto di obbligazioni. Non a caso tra l’agosto e l’ottobre 2010 il rendimento dei titoli pubblici decennali era calato di 25 punti base, giungendo al 2,41%, il valore minimo dal gennaio 2009. Al momento dell’annuncio del QE 2 (novembre 2010), i rendimenti erano risaliti ai livelli di agosto e nei due mesi successivi sono aumentati di 63 punti base. Anche il QE 3 era in qualche modo già stato scontato dagli operatori: nella settimana successiva al suo annuncio, i rendimenti sui titoli pubblici a 10 anni hanno conosciuto un aumento di tredici punti base (Fawley e Neely, 2013: US Treasury, 2014).
I risultati positivi del QE sui mercati monetari e finanziari sono largamente riconosciuti: due mesi dopo ogni nuovo round di acquisti, i tassi di interesse a lungo termine sono calati dello 0,15%; nello stesso arco temporale, le azioni si sono apprezzate in misura significativa. In contrasto con i risultati esposti in precedenza, gli acquisti di QE 2 e QE 3 sembrano aver avuto più efficacia di quelli compiuti nel QE 1 (Meinusch e Tillmann, 2014).
Effetti positivi sono stati riscontrati anche per i MBS. La quota di MBS detenuta dalla Fed rispetto al totale del mercato è cresciuta in misura significativa tra il 2000 e il 2013: a giugno dello scorso anno la quota era pari al 24%. Alcune analisi stimano che tale quota abbia portato ad una diminuzione dei rendimenti delle MBS dell’ordine di 55 punti base. Gli acquisti per 10 miliardi a settimana compiuti dalla Fed sino a pochi mesi avrebbero contribuito a far calare il loro rendimento di 0,5 punti base sempre a settimana. (Hancock e Passmore, 2014).
Attorno al reale effetto delle operazioni di QE non vi è comunque una valutazione unanime. Da più parti si osserva che se il QE avesse davvero contribuito alla riduzione dei rendimenti sui titoli, il differenziale di rendimento tra i titoli dei paesi che non hanno messo in cantiere operazioni di QE e gli Stati Uniti dovrebbe essere aumentato. Paragonando i rendimenti di USA, Germania, Regno Unito e Francia si nota come lo spread sia effettivamente cresciuto nei giorni di intensa applicazione del QE (tra novembre 2008 e gennaio 2009) ma l’effetto sia stato poi rapidamente assorbito: dal picco di gennaio 2009, nel corso dell’anno lo spread è tornato ai livelli precedenti il QE1 (Thornton, 2014).

...una cosa però non mi è ben chiara...dopo il raggiungimento dei target sopracitati e che probabilmente vedremo, cosa dovrebbe succedere? Un baratro terribile o un sostanziale galleggiamento su tali livelli per un discreto periodo?
grazie

Visto che i nostri rendim continuano a scendere battendo ogni record solo sull'ipotesi del QE della Bce (sempre che non sia già in atto :eek:), e visto che sono fuori dai Tds perdendo ottime possibilità di gain, vorrei quantomeno capire quel che successe negli Usa quando la Fed nel novembre 2008 fece il primo QE.

Inserisco il grafico mensile del decennale americano. Nell'ovale le 2 candele rosse sono in concomitanza del primo QE della Fed, poi dopo pochi mesi si completa il rimbalzo del rendimento fino a toccare il rendim. pre-QE...
 

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camaleonte

Forumer storico
Visto che i nostri rendim continuano a scendere battendo ogni record solo sull'ipotesi del QE della Bce (sempre che non sia già in atto :eek:), e visto che sono fuori dai Tds perdendo ottime possibilità di gain, vorrei quantomeno capire quel che successe negli Usa quando la Fed nel novembre 2008 fece il primo QE.

Inserisco il grafico mensile del decennale americano. Nell'ovale le 2 candele rosse sono in concomitanza del primo QE della Fed, poi dopo pochi mesi si completa il rimbalzo del rendimento fino a toccare il rendim. pre-QE...


Prova a sovrapporre il grafico dello stesso periodo mensile del DJ...
 

sagitta

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Altra curiosità è il prezzo del Brent che a nov. 2008 era in picchiata e praticamente ai livelli attuali.
 

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camaleonte

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Ciao Cama! Si sovrappongono alla perfezione... siamo in bolla e a questo punto mi domando anche quanto realmente l'economia Usa sia in ripresa!


Quella che conta è la liquidità: ha fatto salire il mercato azionario, fece indebolire il $, scendere i rendimenti dopo aver scoperto che di inflazione neanche l'ombra e ha aumentato le diseguaglianze, arricchendo pochi e impoverendo molti...
 

sagitta

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Bravi!!:clap:Bravi!! :clap:Bravi!!!:clap: Quando non si e' in grado di avere proprie idee :(:mad: in alternativa al tasso 0 sul c.c. :rolleyes::-R:-F la cosa piu' semplice e nello stesso tempo idiota :specchio::wall: e' cercare le risposte nel passato:futuro::nonno:,lo stesso accadde nel 2010..2011 :clap:quando si guardava al default imminente della Grecia :vomito::depresso: per giustificare le quotazioni con tassi da 3 mesi a 30 anni al 6%:ola:

Ciao Baroni, mai creduto a questo.. quelli sono i soliti mezzucci usati da chi purtroppo la storia degli ultimi 250 anni l'ha riempita e continua a riempirla di bruttissimi episodi a discapito del popolo.
 

sagitta

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Quella che conta è la liquidità: ha fatto salire il mercato azionario, fece indebolire il $, scendere i rendimenti dopo aver scoperto che di inflazione neanche l'ombra e ha aumentato le diseguaglianze, arricchendo pochi e impoverendo molti...


In effetti se attraverso l'acquisto dei tit di stato la liquidità derivante non era investita nell'economia reale come si poteva creare inflazione?

Ma tornando al mio quesito e cioè cosa attendersi dai rendimenti nel prossimo futuro, dalla sovrapposiz dei grafici mi sembrerebbe di capire che ci potrebbe essere volatilità e non un rendimento schiacciato costante.

Che ne pensi?
 
Stato
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