Buonasera a tutti, signori.
Sono uno dei rari pazzi, meglio strapazzi

che, contravvenendo alla ferrea regola n. 1 del risparmiatore avveduto (diversificazione), ha investito il proprio portafoglio non al 50% e nemmeno all’80%
ma al 95% in titoli di Stato nostrani, e ciò fin dagli inizi del 2012.
Ovviamente non è stata una puntata al casinò ma un ragionamento semplice, direi meglio sempliciotto che mi portato alle seguenti altrettanto semplici conclusioni.
Da anni, in merito alla situazione italiana ci si riempie la bocca di parole come default, haircut, ristrutturazione del debito pubblico. Ma in gran parte rimangono le vane speranze dei catastrofisti che non hanno saputo (o potuto) cogliere l’opportunità creata dal crollo dei rendimenti e conseguenti rivalutazioni dei corsi.
Riassumo brevemente: Italia significa Unione Europea, senza l’Italia l’Europa finirebbe di esistere con un epilogo di proporzioni talmente devastanti che la bancarotta argentina o di LB al confronto, sarebbero inezie. Ovviamente si farà il possibile e l'impossibile affichè ciò non accada.
E’ molto più probabile invece che il rendimento a 10y, in virtù delle prossime robuste iniezioni ad opera della Bce, scenda verso i 200 punti, o forse meno, e che il debito continui ad essere sostenibile per la semplice ragione che altre azzardate soluzioni rischierebbero di farci precipitare indietro di mezzo secolo. I politici sanno bene che per le riforme il tempo è scaduto e che bisogna sbrigarsi.
P.S. Dati di chiusura di venerdì 15/8 quando da noi la Borsa era chiusa:
Italia 2,60% -0,010 -0,34% spread 164,1