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L’Occidente replica il protezionismo fiscale e la deflazione salariale, la Cina va verso la reflazione salariale e la costruzione del salario sociale globale di classe e di servizi pubblici di base, quelli che l’Occidente sta smantellando.
La contraddizione nel mercato mondiale esploderà. La Cina se ne terrà fuori: conta sulla propria domanda. Già nel 2016 c’è stata una diminuzione dell’export cinese del 7,7%, nonostante ciò quel Paese è cresciuto del 6,7%. Tutta domanda interna: quel che non ha più l’Occidente. Dilma Roussef, premier brasiliano, nel 2010, in un vertice internazionale, venuta a sapere delle misure adottate dalla Ue per affrontare la crisi, ebbe modo di dichiarare: “gli europei sono impazziti”.
L'Occidente continua a farsi la guerra tra paesi e paesi con il protezionismo fiscale e con l'economia di carta, con la guerra ai salariati e la distruzione della propria domanda che continua da decenni. Rimangono i miliardari ma ci fai poco con essi, nell'epoca della produzione di massa. Ci fai poco con i dazi, specie se questi servono unicamente a finanziare l'abbattimento delle aliquote fiscali alle multinazionali e alle imprese. Nel XXI° secolo vince chi ha la domanda, l'Occidente l'ha distrutta e le leggi del capitale ora presentano il conto. Scherzi della Storia."
Dalla de-globalizzazione esce vincente la Cina | Contropiano
Dalla de-globalizzazione esce vincente la Cina