Il vicepremier Luigi Di Maio è, per usare un eufemismo, sul piede di guerra, contro Bruxelles ma anche contro il ministro dell’economia Giovanni Tria. Tanto che, in una riunione con i ministri del M5S, ha affermato che se il Def non conterrà le misure auspicate dai pentastellati – reddito e pensione di cittadinanza in primis – il Movimento non lo voterà. Punto. E che poi, ai microfoni del programma Circo Massimo su Radio Capital, è ritornato sull’annosa questione del deficit-Pil, già ripresa negli ultimi giorni, soprattutto dopo la notizia che la Francia di Emmanuel Macron ha deciso di alzare il deficit dal 2,6% al 2,8% nel 2019, per finanziare i tagli alle tasse previsti nella manovra parigina.
Il fatto che alla Francia venga concesso l’aumento del deficit, mentre all’Italia venga imposto il diktat non solo di non sforare il 3%, ma anche quello del 2%, irrita ancora di più Di Maio che, in vista delle elezioni europee del prossimo anno, non ci sta davvero più a fare il bravo studente che segue gli ordini del maestro.
Finanza on line