Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato (8 lettori)

camaleonte

Forumer storico
"
Più salario, meno orario. Ma in Cina, mica qui"

Più salario, meno orario. Ma in Cina, mica qui | Contropiano

"
La Cina, dal canto suo, sta facendo vedere di voler diventare nel giro di pochi anni la nuova locomotiva dei consumi mondiali. Dopo aver varato, alla fine dello scorso anno, un taglio drastico alle tasse sui salari dei lavoratori (praticamente azzerate), oltre a un piano di incentivi fiscali da 600 miliardi dollari e infrastrutturali per altri 125, sta mettendo a punto un gigantesco taglio all’orario di lavoro settimanale per I dipendenti pubblici (a parità di salario, naturalmente).

Perché? Come si può leggere nel progetto della provincia dello Hebei (uella che comprende Pechino, con una popolazione di 72 milioni di persone, 12 in più dell’Italia): «Bisogna accelerare la disaggregazione degli ostacoli sistemici più diretti e marcati che restringono i consumi locali e spingere le aree per la crescita di nuovi consumi».

Tra questi “ostacoli” l’orario di lavoro troppo lungo (e orami inutile, visto che l’informatizzazione del lavoro impiegatizio procede anche più velocemente di quello operaio) è uno dei principali, perché riduce il tempo libero a un periodo troppo breve, dedicato più al riposo che ai consumi. Lavorando invece solo quattro giornie mezzo su sette si ceea il circuito positivo che può far crescere i consumi e sostenere la crescita tramite il mercato interno.

Inutile dire che la Ue, andando con ostinazione in direzione opposta (salari più bassi, nessun limite all’orario di lavoro reale, compressione dei consumi interni, crescita oerientata dalle esportazioni), si sta suicidando da sola. Per la gioia di Cina e Usa, e creando l’odio popolare che – prima o poi – la travolgerà."
 

camaleonte

Forumer storico
"Semplicemente Savona ha spiegato che se una nazione è in attivo di saldo di partite correnti può tranquillamente indebitarsi perché non assorbe risparmio dalle altre nazioni. Invece voi come delle capre vi siete fissati sul singolo punto che bisognava raggiungere il 60% di debito/pil senza leggere tutto il resto con il mirabile risultato di aver creato un disastro finanziario, economico, sociale, politico, diplomatico, tecnologico (per mancati investimenti in ricerca) e dio non voglia anche militare. Ora non sapete come uscirne e dite che il rapporto D/P è irragionevole: siete voi ad essere stati meno ragionevoli di un mulo andando a perdere tempo appresso ad una cretina di Berlino con una laurea in fisica. Con rispetto per la fisica, ma l'economia è un'altra cosa."

E ora per l'ex vice di Mario Draghi "il rapporto debito/Pil al 60% non è ragionevole"
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
Conti pubblici: macigno da oltre 1.000 miliardi di debito da rinnovare nei prossimi 5 anni
Ammonta a oltre 302 miliardi di euro il totale del debito
pubblico da rinnovare entro il 2019 e arrivano a quota 1.043
miliardi le "scadenze" di titoli di Stato della legislatura.
Lo rimarca il Centro studi di Unimpresa. Si tratta di 107
miliardi di bot, di 159 miliardi di btp, di 12 miliardi di cct
e di 23 miliardi di ctz. In totale, i titoli di Stato in
circolazione valgono 1.910 miliardi, dei quali 1.2625 miliardi
sono btp, 129 miliardi cct, 107 miliardi bot e 47 miliardi ctz.
Nel 2020 il debito da rinnovare è di 196 miliardi, nel 2021 di
188 miliardi, nel 2022 di 172 miliardi e nel 2023 di 183
miliardi: nell'arco temporale della legislatura (2019-2023)
arrivano dunque a scadenza 1.043 miliardi. "Il quadro politico
incerto getta un'ombra sulle scadenze del debito pubblico,
quando andranno rinnovate emissioni da decine di miliardi, gli
investitori potrebbero pretendere il riconoscimento di
interessi più alti proprio a copertura delle incertezze"
commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.
Milano, Finanza.com
 

Nemo trader

Forumer storico
4. Vertice di politica monetaria della Banca Centrale Europea

La Banca Centrale Europea annuncerà la decisione sui tassi di interesse giovedì alle 12:45 GMT, (7:45AM ET); si prevede che i tassi resteranno invariati al minimo storico.

La decisione sarà seguita 45 minuti dopo dalla conferenza stampa del Presidente Mario Draghi. Le sue dichiarazioni sono attese per capire se e quando la banca abbia intenzione di aumentare i tassi di interesse.

Dopo aver terminato il programma di acquisti durante il vertice di dicembre, i mercati prevedono un aumento dei tassi nel terzo trimestre del 2019.
 

Users who are viewing this thread

Alto