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Perfino in Islanda? Mah...!

(ANSA) - ROMA, 7 MAR - Il governo dell'Islanda ha dichiarato lo "stato d'emergenza" per il coronavirus dopo che il numero di casi nel Paese è salito a 45 su una popolazione di poco più di 300.000 abitanti. La maggior parte delle persone contagiate in Islanda rientravano dalla settimana bianca in Austria e Italia, ha fatto sapere la Protezione Civile locale.
 
Ormai s’è capito, lo stock del debito a fine anno, se tutto va bene, crescerà di altri 90/100 mld mentre il rapporto D/P, con probabilità, oltrepasserà non di poco il 140%. E’ vero, siamo tutti nella stessa barca, sovranisti compresi, ma sostenere tale fardello, per un paese in declino da decenni con un debito esorbitante e in crescita, sarà un’impresa ciclopica. Difficile immaginare a questo punto, che gli Eurobond (ovvero la diluizione degli interessi sul debito tra i vari paesi) sarebbero emessi in tempo utile per porre in salvo l’Unione, sono troppi i veti dei paesi cosiddetti virtuosi. Forse, poco prima che la situazione raggiunga la ‘massa critica’, solo allora, ad un passo dalla sua deflagrazione, l’Unione prenderebbe questa sofferta decisione.

Tanto per non dimenticare, il grave e colpevole ritardo delle grandi potenze che non fermarono per tempo il noto sterminatore mentre realizzava un massiccio e illegittimo riarmo militare, favorì il determinarsi del più devastante massacro nella storia dell’umanità: 60 milioni di morti e danni materiali equivalenti agli attuali 100.000 mld di euro.
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Germania: bilancia commerciale peggiora ma meno del previsto, esportazioni ferme
La bilancia commerciale della Germania peggiora a inizio anno
ma meno del previsto, evidenziando un surplus commerciale di
18,5 miliardi di euro, contro i 19 miliardi di dicembre (dato
rivisto da 19,2 miliardi precedenti). Gli analisti si
aspettavano un calo a 15,4 miliardi. Le esportazioni sono
rimaste ferme (0%) mentre le importazioni sono cresciute dello
0,5%. Milano, Finanza.com Buon giorno
 
marketinsight.it - GERMANIA - A GENNAIO PRODUZIONE INDUSTRIALE A +3% M/M E -1,3% A/A
L'Ufficio di Statistica Destatis ha rilevato a gennaio un
incremento della produzione industriale del 3,0% su base mensile
(consensus +1,7%), dopo il -2,2% di dicembre (rivisto da -3,5%).
Su base annua la produzione industriale scende invece del 1,3%,
dopo il -5,3% del mese precedente (rivisto da -6,8%). Gli
analisti avevano stimato[...]


Leggi la notizia sul sito marketinsight.it
 
Buongiorno, vabbè... ma oggi che si fa?
Qualcuno approfitta o è meglio stare a guardare?
Sono piuttosto incerto...
 
Mi hanno bonificato i soldi versati Venerdì prima delle 13.Oggi li ho nel conto trading..medio e raddoppio le mie posizioni azionarie.Poi chiudo il book,buon giorno.

Grande Stefano, sei freddo come il marmo.
Io ho la mia Eni che gronda sangue...ma non ho idea dove vada ricercato il minimo. Sto aspettando di mediare sull'ondata di panico in Europa (germania francia inghilterra) e USA nel momento in cui si renderanno conto degli effetti concreti sul sistema sanitario.
Magari mi sbaglio ma penso che il budget senza limiti Europeo possa frenare la speculazione sul debito italiano (adesso rend netto sul lunghissimo 2,18) e si possa fare un po di accumulo prima della comunicazione ufficiale delle misure straordinarie (12 marzo?).
Resto stupito e fiducioso guardando l'indice cinese che ha recuperato tutto, un po più sfiduciato guardando la condotta della popolazione italiana ...ma mi attendo un inasprimento della riduzione delle interazioni e della mobilità (che includerà anche le attività lavorative) e del regime sanzionatorio per il rispetto delle regole più stringenti. Mi pare non ci si debba inventare niente...applicheremo le stesse regole dei cinesi con l'aiuto delle forze dell'ordine e come sempre gli stakeholder dello stato italiano sapranno farsi valere.

Le epidemie sono sempre state superate e continuo a pensare che sia una questione di tempo, ma lieto di conoscere la vostra view
ciao
 
Immobiliare in Italia sempre meno mutui, -11,3% a livello nazionale
Cala l’erogazione dei nuovi mutui in Italia come confermano
recenti rilevazioni dell’Osservatorio Experian che ha
analizzato i dati relativi al secondo semestre del 2019,
confrontandoli con il secondo semestre del 2018. Nel dettaglio
la diminuzione è generalizzata e pari al -11,3% a livello
nazionale. Tutte le fasce di età calano in modo significativo
con l’eccezione della Generazione Z (19-23 anni). Dalla
Generazione X in avanti, il calo è addirittura superiore al
20%. Anche su base geografica la decrescita è generale, con
tutte le regioni a registrare un segno negativo nell’erogazione
di nuovi mutui. Nel secondo semestre 2019 e rispetto al secondo
semestre 2018, è in calo l’erogazione dei mutui immobiliari per
quattro delle cinque classi generazionali analizzate • -27,43
% per i Senior (fino al 1945) • -29,05% per i Baby Boomer
(1945-1960) • -23,24% per la Generazione X (1960-1980) • -8,11
per la Generazione Y o Millennial (1981-1995). Unico segno
positivo per la Generazione Z (dal 1996), con un +12,57%. Tutte
le classi generazionali, afferma l’Osservatorio, sono in
negativo rispetto alla scorsa rilevazione, relativa al primo
semestre 2019 con la Lombardia che si conferma la regione
regina in termini di mutui erogati, e rappresenta il 23,22% del
totale. Tutte le regioni registrano cali significativi, con
picchi negativi nelle Marche (- 32,22%), in Umbria (-29,53%) e
in Trentino (-31,48%). La media dell’importo erogato cresce del
14,2%, ed è pari a 142.000 euro circa. “I dati del nostro
osservatorio sottolineano un trend particolarmente degno di
nota: quello della diminuzione di nuovi mutui erogati, anche in
presenza di un aumento nel numero delle compravendite
immobiliari” sottolinea Carlo Gabardo, Head of Analytics di
Experian. “Una spiegazione plausibile di questa circostanza
sembra essere una parziale trasformazione delle ricchezze
finanziarie detenute, in attività reali, attualmente in corso
nei portafogli delle famiglie italiane. Questo fenomeno,
osservato anche dalla CONSOB nel suo ultimo rapporto sulle
scelte di investimento delle famiglie italiane, a sua volta, si
spiegherebbe con i bassi rendimenti delle attività finanziarie
non azionarie e la tradizionale avversione al rischio del
risparmiatore italiano medio, che in presenza di bassi
rendimenti finanziari, cercherebbe riparo in quello che è
percepito come essere il bene-rifugio per eccellenza, il
mattone.” Milano, Finanza.com
 

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