stefanofabb
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15:32:00 Goldman Sachs vede deficit Italia balzare al 10%, debito-Pil al 160%. Su misure anti-COVID \\'più probabile ricorso a MES che coronabond\\'
"L'outlook fiscale dell'area euro ha subito un forte
deterioramento". E' quanto scrive in una nota Goldman Sachs,
prevedendo che il rapporto deficit-Pil potrebbe salire in
Italia e in Spagna fino al 10%. "Considerato il forte
rallentamento e le misure fiscali che sono state adottate, ci
aspettiamo ora un forte aumento di deficit e debiti - si legge
nella nota di Goldman Sachs . Sebbene l'incertezza sia
elevata, il deficit governativo salirà probabilmente al 10% del
Pil sia in Italia che in Spagna, al 7% in Francia". In questa
situazione, gli economisti del colosso bancario Usa stimano che
il rapporto debito-Pil dell'Italia potrebbe balzare fino al
160%, e al 120% nel caso di Spagna e Francia. "Questo
deterioramento dell'outlook fiscale - si legge ancora nella
nota - ha aumentato i timori sulla sostenibilità fiscale dei
paesi del Sud Europa". In un momento in cui è¨ più che
attuale il dibattito sulla necessità di contrastare l'impatto
economico negativo del coronavirus, Goldman Sachs scrive che le
priprie simulazioni "mettono in luce l'importanza di un
meccanismo efficiente di condivisione del rischio fiscale".
Tale meccanismo, infatti, "fornirebbe un aiuto a quei paesi
(come l'Italia), alle prese con bilanci deboli". Goldman
Sachs ricorda che "i governi dell'area euro stanno
considerando alcune opzioni di condivisione del rischio che
potrebbero dare un supporto ai paesi più deboli da un punto di
vista fiscale. Una prima opzione è quella di emettere in via
congiunta un bond, che potrebbero essere utilizzato per
finanziare i costi associati alla crisi scatenata dal
coronavirus. La seconda considera la possibilità che l'ESM o
MES in Italia, ovvero il Meccanismo europeo di stabilità ,
eroghi una linea di credito dietro la richiesta di condizioni
flessibili. In questo modo si potrebbe attivare lo strumento
OMT (Outright Monetary Transactions) della Bce, che
comporterebbe in via potenziale un acquisto illimitato di
titoli di debito". Goldman Sachs ritiene più probabile la
seconda opzione rispetto alla prima, in quanto "gli ostacoli
di natura politica per l'emissione congiunta di bond appaiono
ancora elevati, visto che verrebbe considerata alla stregua di
una mutualizzazione del debito da parte dei paesi nordici".
"Di conseguenza, ci aspettiamo che i paesi dell'area euro
raggiungano un accordo su una linea di credito da parte del MES
(noto anche come Fondo salva stati), a fronte di una condizioni
limitate, insieme al ricorso all'OMT. Nel frattempo,
prevediamo che il Programma di acquisti di emergenza pandemici
della Bce (PEEP) contribuiscano alla sostenibilità del debito,
contenendo i rendimenti dei bond dei paesi sudeuropei". Da
segnalare che l'ipotesi coronabond caldeggiata in particolare
dal premier Giuseppe Conte è stata ulteriormente affossata oggi
con la pubblicazione, sul Financial Times, dell'opinione del
direttore dello stesso MES, Klaus Regling. Secondo Regling
l'emissione dei bond incontrerebbe un ostacolo nel fattore
tempo, in quanto sarebbero necessari tra uno e tre anni per
creare una nuova istituzione europea capace di di emettere i
cosiddetti Coronabond: Un altolà ai coronabond è arrivato
nelle ultime ore anche con le dichiarazioni del portavoce del
ministero delle finanze tedesco, Dennis Kolberg che, in
conferenza stampa a Berlino, che ha ribadito che il meccanismo
europeo di stabilità (Mes) dispone di "strumenti" adeguati
per agire contro la crisi economica provocata dal coronavirus.
In poche parole, la Germania ha detto per l'ennesima volta no
all'opzione degli eurobond. Milano, Finanza.com
Fonte: FINANZAONLINE
"L'outlook fiscale dell'area euro ha subito un forte
deterioramento". E' quanto scrive in una nota Goldman Sachs,
prevedendo che il rapporto deficit-Pil potrebbe salire in
Italia e in Spagna fino al 10%. "Considerato il forte
rallentamento e le misure fiscali che sono state adottate, ci
aspettiamo ora un forte aumento di deficit e debiti - si legge
nella nota di Goldman Sachs . Sebbene l'incertezza sia
elevata, il deficit governativo salirà probabilmente al 10% del
Pil sia in Italia che in Spagna, al 7% in Francia". In questa
situazione, gli economisti del colosso bancario Usa stimano che
il rapporto debito-Pil dell'Italia potrebbe balzare fino al
160%, e al 120% nel caso di Spagna e Francia. "Questo
deterioramento dell'outlook fiscale - si legge ancora nella
nota - ha aumentato i timori sulla sostenibilità fiscale dei
paesi del Sud Europa". In un momento in cui è¨ più che
attuale il dibattito sulla necessità di contrastare l'impatto
economico negativo del coronavirus, Goldman Sachs scrive che le
priprie simulazioni "mettono in luce l'importanza di un
meccanismo efficiente di condivisione del rischio fiscale".
Tale meccanismo, infatti, "fornirebbe un aiuto a quei paesi
(come l'Italia), alle prese con bilanci deboli". Goldman
Sachs ricorda che "i governi dell'area euro stanno
considerando alcune opzioni di condivisione del rischio che
potrebbero dare un supporto ai paesi più deboli da un punto di
vista fiscale. Una prima opzione è quella di emettere in via
congiunta un bond, che potrebbero essere utilizzato per
finanziare i costi associati alla crisi scatenata dal
coronavirus. La seconda considera la possibilità che l'ESM o
MES in Italia, ovvero il Meccanismo europeo di stabilità ,
eroghi una linea di credito dietro la richiesta di condizioni
flessibili. In questo modo si potrebbe attivare lo strumento
OMT (Outright Monetary Transactions) della Bce, che
comporterebbe in via potenziale un acquisto illimitato di
titoli di debito". Goldman Sachs ritiene più probabile la
seconda opzione rispetto alla prima, in quanto "gli ostacoli
di natura politica per l'emissione congiunta di bond appaiono
ancora elevati, visto che verrebbe considerata alla stregua di
una mutualizzazione del debito da parte dei paesi nordici".
"Di conseguenza, ci aspettiamo che i paesi dell'area euro
raggiungano un accordo su una linea di credito da parte del MES
(noto anche come Fondo salva stati), a fronte di una condizioni
limitate, insieme al ricorso all'OMT. Nel frattempo,
prevediamo che il Programma di acquisti di emergenza pandemici
della Bce (PEEP) contribuiscano alla sostenibilità del debito,
contenendo i rendimenti dei bond dei paesi sudeuropei". Da
segnalare che l'ipotesi coronabond caldeggiata in particolare
dal premier Giuseppe Conte è stata ulteriormente affossata oggi
con la pubblicazione, sul Financial Times, dell'opinione del
direttore dello stesso MES, Klaus Regling. Secondo Regling
l'emissione dei bond incontrerebbe un ostacolo nel fattore
tempo, in quanto sarebbero necessari tra uno e tre anni per
creare una nuova istituzione europea capace di di emettere i
cosiddetti Coronabond: Un altolà ai coronabond è arrivato
nelle ultime ore anche con le dichiarazioni del portavoce del
ministero delle finanze tedesco, Dennis Kolberg che, in
conferenza stampa a Berlino, che ha ribadito che il meccanismo
europeo di stabilità (Mes) dispone di "strumenti" adeguati
per agire contro la crisi economica provocata dal coronavirus.
In poche parole, la Germania ha detto per l'ennesima volta no
all'opzione degli eurobond. Milano, Finanza.com
Fonte: FINANZAONLINE