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Pag.1-9 IL Sole 24 Ore di oggi.
 
Commento di metà giornata .Future azionari variati stamane con le scadenze tra tre mesi. Ora borse azionarie in ripresa con obbligazionario in calo ..il supporto dovrebbe essere non molto lontano. Di contro la resistenza del FIB che ci sta tutta a 24100 verso le chiusure della settimana ..stregata.
 
Teleborsa) - Era dal febbraio 2020 che non c'era qualcosa che preoccupava i mercati globali più del Covid-19. Questa settimana l'inflazione è però diventata uno spettro più temibile della pandemia. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio di Bank of America (BofA) tra i gestori di fondi globali, ricerca periodica molto considerata nell'alta finanza.

Il 37% degli investitori consultati ritiene che il rischio maggiore per le borse sia un'inflazione superiore alle aspettative, il 35% pensa sia il "tantrum" nel mercato obbligazionario, mentre i timori legati alla pandemia (e nello specifico alla campagna vaccinale) sono scivolati al terzo posto, seguiti da una bolla a Wall Street.

Secondo il sondaggio, il 93% dei gestori di fondi prevede una maggiore inflazione nei prossimi 12 mesi, un aumento del 7% rispetto al sondaggio del mese precedente e un massimo storico. Inoltre, il 48% degli intervistati (tra il 5 l'11 marzo) si aspetta che l'economia globale offra una ripresa a forma di V, rispetto al solo 10% dell'indagine di maggio 2020. Analizzando i risultati del sondaggio, Michael Hartnett, capo stratega degli investimenti di Bank of America Securities, ha descritto il sentiment degli investitori come "decisamente rialzista".

Non c'è solo il sondaggio di BofA a segnalare i timori per un'inflazione troppo in crescita. L'analista di Deutsche Bank Jim Reid ha recentemente notato che le ricerche per "inflazione" su Google sono al loro punto più alto in 13 anni di monitoraggio. Questi cambiamenti sui mercato si stanno manifestando anche nella composizione dei portafogli globali, che stanno migrando da titoli che hanno beneficiato della pandemia a classici asset in crescita durante un periodo di economia forte.

Il consensus è ora che i settori ciclici sovra-performeranno gli altri, un cambiamento di 180° gradi rispetto alla situazione allo scoppio della pandemia, secondo il sondaggio di BofA. Questa rotazione ha avvantaggiato i settori value e ciclici, come i titoli industriali, energetici e finanziari, mentre settori difensivi come i beni di prima necessità, l'assistenza sanitaria e i servizi di pubblica utilità registrano performance sotto la media. Il settore tecnologico è il quarto peggiore quest'anno, poiché l'attenzione (e quindi i soldi) si è spostata dai nomi sulla cresta dell'onda durante il 2020, come Peloton e Zoom, a società meno "cool" ma che hanno maggiori probabilità di beneficiare di una ripresa, come Caterpillar, American Airlines o Goldman Sachs.


Questo genere di titoli non sono i soli che possono stemperare i rischi per un aumento repentino dei prezzi. "I titoli azionari rappresentano storicamente una buona protezione contro l’inflazione, in particolar modo quando l’inflazione non determina un'immediata risposta di irrigidimento da parte della FED - spiega Brian Nick, Chief Investment Strategist di Nuveen . I real asset quali terreni agricoli, il patrimonio boschivo o immobiliare possono avere buone performance, perché garantiscono agli investitori un rendimento che aumenta con il livello generale dei prezzi". "Anche i titoli a tasso variabile, compresi i prestiti, possono aiutare gli investitori attenti ai rendimenti a gestire tassi di interesse in aumento", aggiunge.

Intanto c'è chi vede la possibilità che sui mercati si verifichi qualcosa di simile rispetto al taper tantrum del 2013, quando la prospettiva del ritiro dello stimolo da parte della FED a seguito della crisi finanziaria globale provocò una forte svendita delle obbligazioni. "Episodi precedenti hanno dimostrato che ciò che inizia come una correzione benigna potrebbe evolversi in uno scatto d'ira con conseguenze più ampie", ha detto all'FT Innes McFee, chief global economist presso Oxford Economics.
19 marzo 2021
 
Perché la Fed ha preferito spostare in avanti il momento della verità

Antonio Anniballe, gestore del team Multi Asset Italia di GAM SGR, spiega che Powell ha “comprato tempo” rassicurando su tassi e inflazione, per valutare se e quando cambiare i toni. Potrebbe farlo da maggio in poi......

Come da attese, nella riunione del Fomc di metà marzo la Fed ha inviato messaggi rassicuranti ai mercati e, nonostante un aumento molto pronunciato delle stime di crescita, ha sostanzialmente confermato l’impegno monetario a sostegno dell’economia almeno per i prossimi due anni. Il meeting è caduto in un frangente decisivo del quadro pandemico e dei mercati, con ancora molti interrogativi sulle tempistiche di ritorno alla piena normalità economica. Questo ha reso il compito della Fed decisamente impegnativo, vale a dire rassicurare i mercati che non ci saranno passi indietro di politica monetaria a dispetto di dati migliorati sensibilmente e di un percorso di uscita dalla crisi sempre più chiaro.

GLI STIMOLI FISCALI HANNO COMPLICATO LE COSE
Un commento a cura di Antonio Anniballe, gestore del team Multi Asset Italia di GAM SGR, sottolinea che ad aumentare ulteriormente le difficoltà sono stati i due piani fiscali approvati in sequenza dal presidente uscente Trump e da Biden, per un totale di 2.800 miliardi di dollari, una massa ingente di danaro capillarmente distribuita a un’economia già in ripresa sostenuta. Questo fattore, rileva Anniballe, aumenta i rischi di surriscaldamento di medio termine, rischiando di creare un’indesiderata crescita dell’inflazione.

LA FED PER ORA CONTINUA A TOLLERARE
E proprio questa è stata la conclusione dei mercati negli ultimi mesi, che hanno spinto infatti al rialzo sia i tassi che le attese d’inflazione. La Fed ha scelto di tollerare il movimento, secondo Anniballe, perché in fondo è guidato da un deciso progresso delle prospettive economiche. Ma ha anche preferito non aggiungere ulteriore benzina sul fuoco, puntando ad essere “credibilmente irresponsabile”, come teorizzato dal premio Nobel Krugman in un celebre scritto del 1998 sul ruolo delle Banche Centrali citato dall’esperto di GAM.

RASSICURAZIONI SU BANCHE E TASSI
Powell ha scelto toni rassicuranti: sulla proroga della misura che non conteggia l’esposizione ai Treasury nel calcolo della leva delle banche, attesa dal mercato, ha anticipato che ci sarà un annuncio nei prossimi giorni. La misura dovrebbe essere confermata e questo secondo Anniballe dovrebbe scongiurare vendite forzate di Treasury che farebbero salire ancora i tassi in un mercato già squilibrato dall’aumento di offerta da parte del Tesoro. Altra rassicurazione è venuta dal “dot plot”, le attese dei governatori sul percorso del tasso ufficiale nei prossimi anni, perché la maggior parte ha indicato che il primo rialzo non ci sarà neanche nel 2023.

MA IL MERCATO SCONTA 3 RIALZI NEL 2023
Secondo Anniballe è improbabile che sarà così, o almeno questo ritiene il mercato, perché la curva forward USA prezza tre rialzi nel 2023. Ma per il momento la decisione è stata di prendere tempo, in attesa che il mercato del lavoro migliori, che l’economia statunitense sia meglio attrezzata per digerire ulteriori pressioni al rialzo sui tassi e in attesa di definire eventuali misure per calmierare gli effetti di dichiarazioni più restrittive.

DA MAGGIO IN POI POSSIBILI NOVITÀ
In fondo, conclude l’esperto di GAM, questo dovrebbe permettere anche ai mercati di guadagnare tempo e di valutare con la dovuta calma gli effetti delle recenti misure fiscali. L’appuntamento importante a questo punto è spostato alla riunione di giugno, in cui la Fed potrebbe decidere per un cambio di tono, nel caso fosse confortata da dati economici e pandemici. Da maggio in poi, prevede Anniballe, è quindi probabile che i mercati torneranno a soppesare ogni singola dichiarazione dei governatori e a posizionarsi di conseguenza.
 

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