Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato (4 lettori)

stefanofabb

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Pag.2 Milano Finanza di oggi.
 

leosoier

Forumer storico
Il mitico "ciuchino" il btp 4% 37 sotto la parità. Il titolo più amato anni fa dai partecipanti a questo forum. Cippini cippetti e cipponi... analisi tecniche raffinate. Bei ricordi...

Oggi è molto scambiato in prima posiz 33 milioni, contro i 26mln del 2051, il 2072 sopravvalutato sta a 3.3ml. Era arrivato a 64 cent nel nov 2011, quando Berlusca non voleva "staccarsi" dalla cadrega.
 

stefanofabb

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(Alliance News) - Le vendite all'ingrosso in Canada sono diminuite dello 0,6% su base mensile a luglio, come previsto, dopo due mesi consecutivi di vendite record. I dati sono stati resi noti venerdì dallo Statistics Canada. Il calo nel sotto-settore dei beni personali ha guidato le perdite di luglio, seguito dai sotto-settori materiali da costruzione e forniture e dai sotto-settori autoveicoli e parti e accessori. Le vendite sono diminuite in cinque dei sette sotto-settori, che rappresentano il 63% delle vendite all'ingrosso. Di Maurizio Carta; [email protected] Copyright 2022 Alliance News IS Italian Service Limited. Tutti i diritti riservati.

Emissione News: 2022-09-16 15:07:23
 

stefanofabb

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(Alliance News) - Secondo la Canada Mortgage and Housing Corporation, che ha reso noti i dati venerdì, gli inizi di costruzioni alloggi in Canada sono diminuiti del 3,0% rispetto a un mese prima a 267.443 unità ad agosto, ancora al di sopra delle aspettative del mercato di 265.000 unità. Gli avviamenti urbani sono diminuiti del 3,0% a 246.771 unità, gli avviamenti urbani multi-unità sono scesi del 4,0% a 187.602 unità, mentre gli avviamenti urbani unifamiliari sono aumentati dell'1,0% a 59.169 unità. Di Maurizio Carta; [email protected] Copyright 2022 Alliance News IS Italian Service Limited. Tutti i diritti riservati.

Emissione News: 2022-09-16 14:51:05
 

stefanofabb

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(Alliance News) - Lo spread con la Germania che resta sotto quota 230 e Piazza Affari che segue con apprensione l'inflazione Usa, come le altre principali piazze, sono i segnali di un voto italiano che non è al momento visto come un'ordalia. Anche se si è ormai da una settimana nel silenzio di legge per i sondaggi, cancellerie e mercati danno comunque per probabile una vittoria del centrodestra e una grossa affermazione di Fratelli d'Italia. A confermare in controluce i boatos, ci si mettono le beghe interne del Pd, chiamato a difendere almeno quota 20%. Nel partito guidato da Enrico Letta, neppure tanto sottovoce, è già partita la corsa alla successione in caso di risultato sotto tale soglia. I nomi che si fanno sono quelli del centrista Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna, e di Antonio Decaro, classe 1970, sindaco di Bari e dal profilo più di sinistra. Decaro è un nome interessante perché è anche il presidente dell'Anci, la potente lobby dei sindaci italiani che ha rapporti a tutti i livelli con le varie istituzioni. Se un buon risultato del Pd, abbinato a numeri deludenti per la Lega, potrebbe spingere a un inedito governo di "salvezza nazionale" con Fdi e Pd insieme, va detto però che gli scenari della vigilia - si vota domenica 25 - sono tutti di un governo di centrodestra a tre gambe, ovvero con Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. Un governo che dovrà misurarsi con almeno un paio di temi europei. Il primo, se vogliamo più semplice perché molto politicizzato e ideologico, riguarda l'atteggiamento nei confronti dell'Ungheria di Viktor Orban, definita dall'Unione europea "un regime ibrido di autocrazia elettorale". Gli eurodeputati di Salvini e Meloni hanno difeso il presidente ungherese e la posizione dei due partiti continua a stressare proprio il tema del fatto che sia liberamente eletto e che il corpo elettorale sia sovrano. Forza Italia invece ne approfitta per smarcarsi con Silvio Berlusconi che si pone come garante: "Saremo fuori dal governo se sarà antieuropeista". Al di là della vicenda Orban, è interessante notare il ruolo moderato che ritaglia per sé Forza Italia, non a caso iscritta in Europa al Partito popolare europeo. Il secondo tema riguarda i fondi del Pnrr e del Recovery Fund, che la Meloni vorrebbe avere il diritto di ridiscutere una volta arrivata al governo. Il ragionamento dei suoi consiglieri è che tanto ci sono una serie di variabili, come le nuove politiche energetiche dovute alla guerra e l'esplodere dell'inflazione, che renderebbero comunque necessaria una rivisitazione globale dei piani varati dal governo Draghi "in un contesto diverso". Ebbene, a questo progetto si è già, immediatamente, opposto un severo censore dei conti italiani come il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Per il politico lettone, se è vero che possono essere rivisiti alcuni dettagli tecnici, "le tempistiche di attuazione sono piuttosto strette e iniziare a ridiscutere tutto può far rallentare l'attuazione dei piani, con il conseguente rischio di non riuscire a utilizzare tutti i fondi". Insomma, per Dombrovskis, l'Italia rischierebbe di perdere un bel po' di miliardi ed è meglio che "si concentri sull'attuazione dei piani". Molta attenzione, da Bruxelles, ci sarà anche sulle politiche di bilancio italiane. Per gli analisti di Fitch, la politica fiscale del prossimo governo italiano dovrà adattarsi a tassi di interesse più elevati e alla crisi energetica, se si vuole ridurre il debito pubblico. "Un futuro governo di centro-destra mirerà probabilmente ad attuare una "strategia di crescita" mirata a una crescita e un'occupazione più elevate", osservano da Fitch, "causando possibilmente deficit di bilancio a breve termine più elevati". Secondo lo studio delle dinamiche del debito di Fitch, se i rendimenti obbligazionari rimarranno vicini al 4%, saranno necessari sforzi di risanamento fiscale da parte dei futuri governi italiani per ridurre il rapporto tra il debito pubblico e il Pil. Di Francesco Bonazzi; [email protected] Copyright 2022 Alliance News IS Italian Service Limited. Tutti i diritti riservati.

Emissione News: 2022-09-16 15:40:21
 

Ray Strapazzo

"IL DEBITO BUONO CI SALVERA'" (Mario Draghi)
Da FinanzaOnline
Elezioni politiche 2022: “Paura più grande in Europa è che Meloni inneschi un mix devastante di populismo e più debito per l’Italia

Edoardo Secchi, presidente fondatore di Italy-France Group, imprenditore, investitore e consigliere economico, intervistato da FinanzaOnline mette in guardia i risparmiatori


In Europa, in Francia in particolare, “c’è molta tensione per le imminenti elezioni politiche del prossimo 25 settembre. La fine del governo Draghi è stata una grande sconfitta non solo per l’Italia, ma per l’Europa tutta. E di per sé il vero male oscuro non è Giorgia Meloni, ma tutto l’insieme di slogan, annunci in pompa magna, promesse irrealizzabili, che arrivano da una certa politica impregnata ormai di populismo”. Così Edoardo Secchi, presidente fondatore di Italy-France Group, imprenditore, investitore, consigliere economico, intervistato da FOL. Secchi parla dell’ “inquietudine” che in questi giorni, in attesa del giorno X dell’Italia, dunque del voto, sta pervadendo tutta l’Europa, alle prese tra l’altro con una delle crisi peggiori della sua storia.

Il messaggio è chiaro
Mandando a casa Draghi, l’Italia ha fatto passi all’indietro giganteschi, proprio poco dopo essere stata finalmente promossa dal mondo delle istituzioni, dai mercati che, piaccia o meno, esistono, e che per loro natura sono destinati a sbandare ogni volta che si presenta un elemento incertezza, difficile da incastonare in una categoria predittiva ben precisa. E se l’Italia di Draghi faceva rima con diligenza, rispetto delle regole, capacità di iniziativa, visione, questa Italia che si sta avviando all’appuntamento del voto è una Italia sfiduciata, sfarinata, alla mercé dei populisti e dunque degli speculatori finanziari”.

‘I sovranisti fanno il gioco degli speculatori’
La politica sovranista fa il gioco della speculazione?
“Certo – fa notare Secchisono proprio i populisti alla Meloni, Salvini, e M5S che, nel conquistare il potere, finiscono per fare il gioco degli squali della finanza contro cui dicono di volersi battere. Governare vuol dire prevedere. E queste persone sono incapaci di prevedere gli scenari e le minacce future. Non hanno alcuna esperienza e sono totalmente incompetenti in economia. Nessuno dei tre partiti leader populisti ha un percorso significativo, né sul piano professionale né tantomeno sul piano governativo. Tutto questo mina la credibilità della nazione e offre una grande opportunità agli speculatori.”.

Intervistato da FinanzaOnline Edoardo Secchi continua…
“Su Giorgia Meloni, che promette ‘Non saremo una colonia francese’, che parla come se i francesi avessero comprato l’Italia, vorrei fare una precisazione. Intanto, perché non lo dice agli Stati Uniti o alla Germania che si sono comprati numerose imprese in Italia ? Perché allora non se la prende con gli imprenditori italiani che hanno ceduto le proprie aziende ? Tutto questo odio nei confronti dei francesi è patologico, non trova supporto in nessun tipo di argomentazione ragionevole. Cos’è che vuole fare, Giorgia Meloni, nazionalizzare tutto in Italia?”.(emblematiche le dichiarazioni di Fdi su Mps)

Giorgia Meloni stessa sa benissimo che questa è pura demagogia. Non siamo in Corea del Nord, né in Cina: sono gli italiani in primis che decidono di ‘vendere’ le proprie imprese, e a seconda del settore ci sono gruppi più strategici di altri. L’accanimento di Meloni contro la Francia è ingiustificato. Se pensa di fare la sovranista, si ricordi che, delle tre economie più importanti dell’Europa, l’Italia è quella più debole: ha una crescita tra le più basse d’Europa, il livello dei salari è tra i più bassi, ha un elevato debito pubblico, un livello di burocrazia da scoraggiare qualsiasi iniziativa imprenditoriale e infine un livello di innovazione tra i più bassi d’Europa. Insomma: un’ eventuale Italia di Meloni che non cambiasse atteggiamento si troverebbe in una posizione molto difficile, in quanto rischierebbe di rimanere sola, senza alleati in Europa: in sintesi del tutto spacciata”.

L’Europa guarda dunque con paura malcelata alle elezioni politiche del 2022. Il timore più grande è che l’Italia ripiombi in un mix devastante di populismi e di indebitamento. Non sono certo segnali di stabilità quegli annunci che auspicano, come nel caso del leader della Lega, lo scostamento di bilancio o che (ri)vedono l’Italia pronta ad affilare le armi contro l’Unione europea, del tipo ‘in Ue è finita la pacchia’: minaccia sbandierata solo qualche giorno fa da Giorgia Meloni”.


E “quando ti sei indebitato fino al collo, sei il primo paese per evasione fiscale e non riesci a portare avanti alcuna riforma fondamentale pro-crescita, hai poco da alzare la cresta“, continua Secchi, che spiega come, in sostanza, la sfacciataggine di certi partiti faccia paura ovviamente a tutti: a chi condivide la casa dell’Ue con l’Italia, come alla Francia di Macron; e ai mercati, che in Draghi avevano trovato un valido paladino degli asset italiani.

Italia: alla fine torna sempre paura default
“L’opinione mainstream europea sa che, dopo le solite scenate del politico di turno, l’Italia viene sempre rimessa in riga, perché poi alla fine torna sempre sovrana (è il caso di dirlo
) la paura del default, ed ecco che il paese viene commissariato, arriva il governo tecnico”. E “non va bene certo neanche questo, perché l’Italia finisce puntualmente per apparire alla stregua di un paese marchiato da una anomalia democratica, e questo perché da un lato la politica non riesce mai a creare una grande classe dirigente all’altezza del paese; dall’altro i cittadini italiani vengono puntualmente messi sotto scacco dai media, sanno poco e niente di quello che davvero accade, e vengono manipolati facilmente”.

Il finale è sempre lo stesso
“L’Italia si ripresenta nelle solite vesti di un paese dove abbondano incapacità e incompetenza, un paese sfarinato che non ha alcuna visione, che non è in grado di fare una cosa fatta bene, sempre vittima di guerre fratricide interne tra partiti, che finisce per dare ragione al cliché di paese inaffidabile. A tal proposito, quando Letta dice che se vince la destra diventeremo paese di serie B, forse è il caso di fare una precisazione: la verità è che l’Italia è sempre stata trattata da paese di serie B negli ultimi trent’anni perché sono mancate grandi figure, e lo stesso PD non è capace di presentare alcun tipo di offerta politica, soprattutto rispondente alle esigenze del paese, visto che si è fatto scippare prima dai 5 Stelle, poi dalla Lega, poi dal proprio elettorato”.

“In questo quadro desolante – conclude Edoardo Secchi – emerge una caratteristica dell’Italia quasi sorprendente: il fatto che l’elite economica e culturale italiana non riesca a trovare alcuna rappresentanza nell’attuale offerta politica. In Francia, la domanda è la seguente: ma l’elite italiana, economica e culturale chi vota? Qual è il partito capace davvero di rappresentarla in Parlamento? Esiste? L’impressione è che l’Italia sia una triste piramide rovesciata, governata da un becero populismo, orfana di una qualsiasi base solida, e proprio per l’assenza di un vero partito capace di esprimere gli interessi reali del paese”.
fonte
 

bancor

Forumer storico
Ho l'impressione che tra poco il forum - tenuto in piedi eroicamente da anni da Stefano con Camaleonte e pochi altri - si ripopolerà col ritorno dei TDS a rendimenti più in linea con la loro rischiosità; comunque interessanti per i risparmiatori in funzione di parcheggio o cassetto e non solo di trading. Ci stanno anche aiutando i nostri politici in corsa per le elezioni con la loro inadeguatezza, che alimenta i timori dei mercati sul rischio Italia. Torneremo ai rendimenti d'oro del 2011/2013. Forse no. Però ci andremo vicini
 

bancor

Forumer storico
‘I sovranisti fanno il gioco degli speculatori’
La politica sovranista fa il gioco della speculazione?
“Certo – fa notare Secchisono proprio i populisti alla Meloni, Salvini, e M5S che, nel conquistare il potere, finiscono per fare il gioco degli squali della finanza contro cui dicono di volersi battere. Governare vuol dire prevedere. E queste persone sono incapaci di prevedere gli scenari e le minacce future. Non hanno alcuna esperienza e sono totalmente incompetenti in economia. Nessuno dei tre partiti leader populisti ha un percorso significativo, né sul piano professionale né tantomeno sul piano governativo. Tutto questo mina la credibilità della nazione e offre una grande opportunità agli speculatori.”.
.....
Sono proprio questi il problema e anche l'opportunità. Senza approfondire volumi e scambi, da diverse sedute si nota un lento scivolamento dei TDS nonostante gli interventi della BCE
 

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