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(Teleborsa) - "La BCE riporterà l'inflazione verso il 2% tra la fine del 2024 e la fine del 2025: questo è un impegno, non solo una previsione. Quindi non si tratta di arrendersi ora. Sebbene abbiamo completato la maggior parte del nostro viaggio di aumento dei tassi, forse abbiamo ancora un po' di strada da fare. Dopodiché, dobbiamo mantenere la rotta per tutto il tempo necessario". Lo ha affermato Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE), in un'intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Sul possibile contrasto tra l'ulteriore aumento dei tassi e i rischi di stabilità finanziaria, ha detto: "Per la grande maggioranza delle banche europee, i tassi di interesse più elevati sono vantaggiosi. A differenza di SVB, hanno una base di deposito diversificata e non investono massicciamente in obbligazioni. Di conseguenza, non sono influenzati negativamente dall'aumento dei tassi. Se invece fosse necessario intervenire sulla stabilità finanziaria, ciò avverrebbe principalmente attraverso strumenti temporanei di liquidità, che non contrasterebbero con l'aumento dei tassi di interesse necessario a garantire la stabilità dei prezzi".

per quanto riguarda la regolamentazione delle banche, per prevenire le crisi delle scorse settimane, Villeroy ha affermato: "Abbiamo già fatto enormi progressi! Possiamo sempre migliorare la regolamentazione e la vigilanza, ma, nel complesso, il quadro di Basilea III e la vigilanza armonizzata all'interno dell'Unione bancaria lavorano fortemente in tandem in Europa. Noi europei abbiamo imparato la lezione dalla crisi finanziaria del 2008/2009. Abbiamo visto negli Stati Uniti cosa potrebbe accadere se la vigilanza rimanesse eccessivamente regionale e se Basilea III non fosse applicato a sufficienza".



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Emissione News: 2023-03-31 17:06:12
 
UBS-CS: "enorme paura per posto lavoro, dirigenti senza risposte"
Oggi 15:31 - RSF
ZURIGO (awp/ats) - Grandissima paura per il proprio impiego, in una situazione che vede i dirigenti non dare alcuna risposta per far fronte all'insicurezza: viene descritta così la situazione dei dipendenti di Credit Suisse e UBS da Michael von Felten, presidente dell'Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB).

A dominare sono "rabbia, tristezza e delusione", afferma Von Felten in un'intervista pubblicata oggi dal bimensile Beobachter. "Sono 40'000 i dipendenti che lavorano ogni giorno per CS e UBS in Svizzera. Ora si chiedono, da un giorno all'altro: il mio lavoro esisterà ancora in futuro?".

All'esterno vi è però un muro di silenzio. "Una delle prime istruzioni interne ai dipendenti è stata: non parlate con i media. Questo fa parte della cultura delle banche. D'altra parte, per settimane abbiamo assistito a un attacco agli istituti da parte della stampa, con notizie che suggerivano come ogni dipendente guadagnasse centinaia di migliaia di franchi. Questo suscita diffidenza".

Per il personale è difficile lavorare come prima, prosegue il presidente dell'ASIB. "La stragrande maggioranza dei dipendenti dei due istituti è fedele alla propria banca. E ai rispettivi clienti. La paura e l'incertezza su ciò che accadrà sono però massacranti. Certo, molte cose non sono chiare, ma i dipendenti vorrebbero almeno risposte oneste".

La cultura della comunicazione dei vertici non è più al passo con i tempi, sostiene l'intervistato. "Le banche lottano contro la perdita di fiducia, ma la fiducia è in gran parte inizialmente incarnata dai dipendenti. Costruire la fiducia significa anche far sì che gli stessi collaboratori si fidino del loro istituto. Ma loro vengono a conoscenza degli ultimi sviluppi dai media".

"Sono rimasto scioccato dalla conferenza stampa sull'acquisizione", prosegue von Felten, riferendosi a quanto successo domenica 19 marzo. "Due consiglieri federali, due presidenti del consiglio di amministrazione, la presidente della Finma e il direttore della Banca nazionale hanno risposto alle domande per un'ora e mezza. Innanzitutto, sorprendente: il personale è menzionato solo in due frasi secondarie. In secondo luogo, queste persone non sono state in grado di dire: non lo sappiamo ancora, dobbiamo chiarirlo. Questo non è un buon modo di comunicare".

"La paura per il proprio posto di lavoro è enorme. Sui media si leggono voci di litigi tra i dirigenti. Inoltre, la competizione tra i due istituti è profondamente radicata nella mente delle persone. Presso Credit Suisse vi sono taluni che dicono: non lavorerò mai per UBS". Questo ha a che fare con la lealtà e con le differenze culturali tra le due società.

L'ASIB chiede un congelamento dei licenziamenti fino alla fine del 2023, una maggiore protezione contro i licenziamenti per gli over 55 e misure di sostegno come la consulenza sull'impiego e la formazione continua.

Consiglierebbe ancora con la coscienza pulita - chiede il giornalista della testata zurighese - una carriera in banca a chi fa un tirocinio di impiegato di commercio? "Sì. Nonostante le turbolenze, l'apprendistato in banca rimane una formazione valida e interessante", risponde l'intervistato.
 
Il segnale di inflazione preferito dalla Fed rallenta ma la crescita dei salari sale; Il tasso di risparmio raggiunge il massimo di 1 anno
 
Lagarde (Bce): inflazione di fondo "significativamente troppo alta"
Oggi 17:59 - RSF
FRANCOFORTE, 31 marzo (Reuters) - L'inflazione di fondo nella zona euro è ancora "significativamente troppo alta".

Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde.
 
"Recessione in vista" - Il sentimento dei consumatori di UMich cala per la prima volta in 4 mesi
 
il dato fondamentale oggi non è numerico ma che la lagarde non ha fatto grossi danni :cin:
ho visto dai postati che l'inflazione core UE non accenna a diminuire ma la cara Cri prevede di ricondurre l'inflazione ai desiderata malgrado vi sia mezzo, ceteris paribus, una guerra non solo combattuta sui fronti, ma anche commerciale
non bastassero gli assatanati yankiees ci si mettono pure i giapponesi
Huawei sconta la stretta Usa su hi-tech: utili del 2022 a -69% - Economia
e, ne sono certo, non finirà certo qui, quindi sanzione su sanzione pagheremo la recessione e manterremo in piedi le finanze degli u.s.a. noi europei
mi sembra giusto: i democratici devono pure presentarsi con qualche carta buona in mano il prossimo anno
le imprese europee, tra l'incudine dei prezzi alti dovuti ai colli di bottiglia dal lato dell'offerta e le richieste, legittime, di vedere adeguati i salari reali da parte dei lavoratori, stanno correndo ai ripari. Chi può, come stellantis, un tempo italiana ora francese, importa lavoratori slovacchi e apre fabbriche in Algeria.
Di bello c'è che per mantenere il decoro gli assets, come si era già detto, devono rimanere alti, azioni e bond, per dare una parvenza al carrozzone: e pazienza se si perde qualche pezzo
 
Teleborsa
20:46:08
(Teleborsa) - "Abbiamo alzato i tassi di 350 punti base in un tempo molto breve, semplicemente perché dovevamo coprire molto terreno per ridurre l'inflazione. Sta iniziando a funzionare, abbiamo appena ricevuto nuovi numeri" e sia nell'area euro che in l'Italia "l'inflazione totale è calata". Questo lo scenario tracciato dalla presidente della Bce, Christine Lagarde durante un dibattito all'Osservatorio permanente giovani editori, a Firenze. "Ovviamente - ha proseguito Lagarde - dobbiamo fare un'analisi molto sofisticata di questi numeri e cerchiamo di suddividere quanto sia durevoli e quanto soggetto a variazioni e volatilità. Per capire davvero quali siano le forze alla base degli aumenti dei prezzi e cercare di misurare quanto terreno dobbiamo coprire".

L'inflazione di fondo, depurata da energia e alimentari, per la presidente della Bce, "è ancora significativamente troppo alta. Quindi - ha aggiunto - abbiamo ancora del terreno da fare ma sappiamo anche che ci sta molta incertezza. Le tensioni finanziarie che abbiamo osservato creano una sorta di nube e dobbiamo usare tutte le nostre capacità di analisi per capire che impatto tutto questo possa avere, naturalmente per calibrare i tassi in modo da far abbassare i prezzi. Ci baseremo sugli sviluppi dei dati ma l'obiettivo è chiaro vogliamo un calo durevole dell'inflazione verso l'obiettivo del 2%: questo è quello che dobbiamo fare e lo faremo qualunque cosa sia necessario".

Per Lagarde non vi è nessun compromesso tra la stabilità dei prezzi e quella finanziaria. "Ho detto molto chiaramente che non vedo compromessi tra stabilità dei prezzi, che è il nostro obiettivo primario, e la stabilità finanziaria che - ha detto la presidente della Bce - è una condizione fondamentale per la stabilità dei prezzi. Sono separate e al tempo stesso si supportano a vicenda. Alla Bce abbiamo un armamentario, abbiamo degli strumenti per intervenire sulla stabilità dei prezzi, al momento prevalentemente i tassi, ma non solo perché vogliamo assicurare che la nostra politica monetaria venga trasmessa a tutto il sistema in maniera morbida, e useremo questi strumenti se questo non si verificasse. E nell'altro caso abbiamo abbondanti liquidità e accesso a liquidità molto ampie, anche molto più ampie rispetto alla Fed in termini di collaterale".

La presidente della Bce ha illustrato il passaggio dell'Ue da una lunga fase di illusioni alla resilienza. "Siamo passati - ha spiegato Lagarde - da un lungo periodo di tassi bassi, inflazione bassa, forse troppo bassa, forniture garantite, quello era il 'prima', siamo passati da questo periodo di illusioni a un periodo che direi di resilienza. Avevamo l'illusione della pace ed è esplosa la guerra. Avevamo l'illusione della buona salute e del controllo sul nostro destino, e poi la peggiore pandemia di tutti i tempi ci ha colpiti. Avevamo l'illusione dell'energia a basso costo e improvvisamente i prezzi dell'energia sono schizzati al rialzo. Quindi siamo passati da questo periodo di crisi permanente, con uno shock dopo l'altro senza precedenti alla resilienza. Non penso che dobbiamo essere negativi perché quando guardo a quello che siamo riusciti a fare è piuttosto fenomenale. Guardate all'energia: a febbraio 2022 tutti dicevano che ci sarebbe stato razionamento, una situazione terribile, che la chimica sarebbe rimasta bloccate, le fabbriche ferme. Invece in pochi mesi siamo riusciti a gestire, a trovare fonti alternative con gli americani, i norvegesi, il Medio Oriente. E quando ci siamo detti che era il nostro interesse collettivo risparmiare il 15% di energia abbiamo risparmiato il 20%. Quindi dovunque guardi siamo passati da una bella illusione in cui ci trovavamo a questa fase di resilienza, dove abbiamo dimostrato collettivamente forza - ha rimarcato Lagarde - capacità di innovare e volontà di preservare l'Europa".

Nessun allarmismo da parte di Lagarde sul fronte della crisi bancaria. "Non metterei nella stessa categoria Credit Suisse e Deutsche Bank e non li assocerei in nessun modo - ha affermato la presidente della Bce -. Nell'Unione europea è molto improbabile che si verifichi un caso simile a quello della Silicon Valley Bank, perché le banche sono sottoposte a una vigilanza più ampia e stringente. E sono molte di più le banche vigilate. Negli Stati Uniti ci stanno 14 banche controllate e verificate e che dovevano attuare i requisiti patrimoniali e di liquidità: 14 - ha ripetuto Lagarde -. In Europa sono molte di più, se dovessi dirvi sono 200 le banche e verifichiamo che abbiano i requisiti patrimoniali e di liquidità. C'è una è una grossa differenza. Le regole di Basilea III su questi requisiti prudenziali sono state inventate dopo la grande crisi per assicurare che non si sarebbe verificata di nuovo. E qui in Europa le applichiamo con molto rigore. Negli Stati Uniti hanno deciso nel 2018 che il requisito di liquidità non sarebbe stato obbligatorio. Il sistema qui è robusto e le banche hanno forti requisiti di capitale, hanno forti livelli di copertura di liquidità. Sono molto vigilate e qualcosa come quello che è accaduto a Svb è molto improbabile, per le ragioni che vi ho appena detto. E perché non abbiamo lo stessa concentrazione che Svb aveva in un settore mosto esclusivo di Venture Capital e di tanti depositi non garantiti e che hanno deciso in tempi molto brevi di portare via. Quindi - ha concluso Lagarde - direi che il nostro sistema è robusto e molto diverso da quello che avevamo nel 2008, quando c'è stata la grande crisi, e lo monitoriamo molto da vicino".




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