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Draghi: pronti a modificare quantità, composizione e durata del Qe se necessario
di Vittorio Da Rold23 settembre 2015
Lo stato di salute dei paesi emergenti (Cina in primis) dopo essere stati al centro dell’analisi della Federal Reserve e del rinvio del rialzo dei tassi è stato il tema di fondo anche della Bce nelle parole del suo presidente Mario Draghi, nel corso dell'audizione davanti alla Commissione economica del Parlamento europeo. «Penso che le difficoltà dei paesi emergenti continueranno per qualche tempo», ha spiegato Draghi aggiungendo come conseguenza logica di essere pronto ad «aggiustare la quantità, la composizione e la durata degli acquisti di bond (quantitative easing,
ndr) se necessario». Inoltre il banchiere centrale ha avvisato i parlamentari che «occorrerà più tempo del previsto per la ripresa dell’inflazione vicino 2%», il target a cui la Bce è ancorata. In questo quadro la politica monetaria della Bce resta quindi «accomodante». Alla Eurotower «non esiteremo ad agire» se i rischi che gravano sulle prospettive di inflazione dovessero concretizzarsi in un andamento più debole del previsto, ha avvertito il presidente Draghi. «Se dovesse essere necessario, interverremo su durata e composizione del nostro programma di acquisti» di titoli, che dispone «della sufficiente flessibilità».
Draghi, ha aggiunto per cautela che «non si sa ancora se la crescita debole dei paesi emergenti sarà temporanea», lasciando aperta la porta all’ipotesi di una debolezza di maggiore durata. In ogni caso «monitoriamo da vicino i rischi per la stabilità finanziaria, ma non li vediamo materializzare per il momento», ha aggiunto Draghi all'Europarlamento, riferendosi agli effetti potenziali di un contesto di tassi di interesse bassi.
Secondo la Bce occorre che i governi si muovano rapidamente per completare l'unione bancaria «attraverso un salvagente finanziario comune (backstop - ndr) per il fondo unico di risoluzione e attraverso un regime di garanzia dei depositi comune».
La crisi in Grecia
Giungere all'accordo sul terzo piano di aiuti alla Grecia «è stato molto difficile» e, se il programma «verrà completamente applicato», ciò «metterà la Grecia nella posizione di crescere ancora e raccogliere appieno tutti i benefici di partecipare alla nostra moneta comune», ha proseguito il presidente della Bce. Rispondendo alla domanda di un eurodeputato ellenico, Draghi ha inoltre sottolineato che «la Bce non resterà nella troika per sempre» ma che ciò dipende anche dalle azioni del governo di Atene».