Fermare deleveraging??
di Gianfranco Venuti*
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 03 mar
-Nell'Eurozona i recenti dati macroeconomici mostrano una
crescita timida e il ciclo del credito che fatica a
riavviarsi. Il timore e' che i consumatori rivedano al
ribasso le loro attese di reddito e di inflazione e rimandino
i consumi. Si correrebbe cosi' il rischio di avviare una
spirale rallentamento-deflazione che la Bce teme e non vuole.
L'analisi di queste variabili porta a ritenere probabile, il
prossimo 10 marzo, quantomeno un'azione di allentamento della
Bce o un'estensione del QE europeo. Ma il mercato si attende
di piu'. Una Bce pronta ad agire, e soprattutto a non
deludere, e' indispensabile per fermare il deleveraging.
Il problema non sono tuttavia le autorita' monetarie, pronte
all'azione, ma l'Europa nel suo complesso e la sua evidente
mancanza di coesione. Le singole realta' nazionali non
riescono ad abbandonare una visione limitata e
nazionalistica. Il mercato sconta queste difficolta' e
attende di vedere come l'Europa affrontera' i problemi
economici e politici.
Come verra' affrontato il problema immigrazione quando con la
bella stagione il flusso riprendera'? Chi decidera' come
valutare il debito sovrano ed il suo rischio-peso sui ratio
creditizi?
Questo quadro sprona la BCE ad intervenire, soprattutto oggi
che il ribasso del prezzo del petrolio porta a zero il tasso
d'inflazione in Europa. Una politica monetaria ancora piu'
espansiva e' dunque nelle attese e verra' perseguita al di
la' degli effetti negativi che una prolungata politica di
tassi a zero porta su un sistema creditizio ancora fragile.
Il 10 marzo il mercato, dopo un'ampia fase di confronto
dialettico, chiama l'Europa alla prova dei fatti.
E' lecito in tale data attendersi una Bce decisa che si
concentri sull'espansione del QE, da attuarsi anche con
l'acquisto di debito privato. Un taglio del tasso Repo di 10
bps potrebbe accompagnare la manovra, ma e' l'allargamento
del QE verso gli 80 miliardi mensili quello che tutti
attendono di vedere.
Un QE ampliato porterebbe sollievo sui mercati ed una nuova
fase di risk on. Il mercato azionario potrebbe estendere la
reazione e continuare nel recupero delle perdite di questi
primi mesi dell'anno. Pare tuttavia opportuno sottolineare
che si tratterebbe solo di un movimento tecnico di breve che
ovviamente necessiterebbe delle consuete successive
verifiche. Sul mercato obbligazionario la mossa espansiva
potrebbe portare il Bund a rendimento nullo, mentre le
obbligazioni governative del Sud Europa dovrebbero confermare
gli attuali spread con il governativo tedesco.
Complessivamente il mercato obbligazionario governativo
dovrebbe sviluppare un movimento contenuto.
Viceversa, il mercato obbligazionario corporate potrebbe
proporre un movimento piu' ampio e chiudere gli spread. Tale
movimento potrebbe estendersi sul segmento high yield.
In questo processo di riaggiustamento la BCE non puo' essere
lasciata sola. Siamo arrivati ad un punto in cui i problemi
sono risolvibili solo facendo scelte di natura politica.
Il QE ha fatto guadagnare tempo, ha favorito lo stemperarsi
di tensioni ma, come l'evidenza indica, sta via via perdendo
efficacia.Viene il momento di altre scelte affinche' il
sistema non cada in un nuovo rallentamento economico. Si
tratta, tuttavia, di scelte attuabili solo con
un'approvazione politica. Sarebbe necessaria una condivisione
d'intenti ed una visione comune per compiere scelte
importanti e difficili.
La decisione finale e' infatti quella di adottare una
politica di deficit spending diretta, scavalcando il sistema
creditizio. Ovviamente i capitali dovrebbero essere
indirizzati esclusivamente verso investimenti e non a
finanziare spesa corrente. In tal modo si avvierebbe un ciclo
di crescita, lavoro e nuovi consumi.
In questa ipotesi lo Stato investe direttamente nell'economia
i capitali forniti dalla Banca Centrale.
Si ripropone il matrimonio 'banche centrali-stati', ma questa
volta in forma virtuosa.
Questa scelta certamente inflattiva e ora non possibile
potrebbe ritornare attuale se i mercati fossero delusi dalle
scelte delle autorita' monetarie o se una crisi regionale
rischiasse di trasformarsi in globale. La mancata soluzione
delle attuali difficolta' economiche e il persistere di
tensioni sociali causate dall'alta disoccupazione potrebbero
dunque portare all'adozione di misure straordinarie piu'
dirette, non di competenza delle banche centrali, ma
necessarie per mantenere il disegno europeo.
*Responsabile Private Banking & Wealth Management - Banca
Popolare di Milano.
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(RADIOCOR) 03-03-16 13:35:38