Nel regime amministrato, non devi preoccuparti di separare la plusvalenza sul titolo da quella sulla valuta. L'intermediario è obbligato a calcolare il capital gain in Euro convertendo le operazioni in valuta estera (USD) utilizzando il tasso di cambio del giorno in cui l'operazione è stata eseguita, ricomprendendo così automaticamente l'effetto del cambio nel calcolo finale.
Grazie Lady, quindi è tutto molto più semplice per il risparmiatore / investitore / contribuente.
Però mi rimane un dubbio.
Visto che la "squadratura" ce l'avevo su un foglio excel, sono andato a vedere i numeri veri, immaginando di aver riportato qualcosa di sbagliato.
Dagli screenshot appena fatti,, risulta che comprai le TSMC a 8.786,2 euro.
Vendetti (accidenti, poi sono salite ulteriormente) le TSMC a 12.508,08.
La differenza in euro è 12.508,08-8.786,2=3.721,88.
Però, nella parte "fiscale" del T.O.L., vedo dati diversi, e una plusvalenza più alta: 3.845,6, ovvero circa 123 euro di differenza.
La differenza si ridurrebbe, ma di meno di 40 euro, omettendo le spese dal calcolo (ma perché dovrei ometterle? sui titoli italiani mi pare che non vengano omesse dal calcolo, e tutto quadra meravigliosamente).
La plusvalenza viene indicata come "in verifica", finché non ricevo il riepilogo mensile, ma ho il sospetto che, ai fini del calcolo della plusvalenza ai fini fiscali, non sia quello il problema.
Forse la Banca deve usare un cambio diverso da quello specifico dell'operazione.
Ad esempio, il cambio ufficiale della Banca d'Italia.
I cambi di riferimento dell'euro sono rilevati secondo procedure stabilite nell'ambito del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e si basano su una procedura di concertazione tra le principali Banche centrali, che si svolge alle 14:10 (ora dell'Europa...
www.bancaditalia.it
Questo potrebbe forse spiegare la differenza: se la
Banca per un mondo che cambia
- mi avesse applicato un cambio più sfavorevole rispetto al cambio ufficiale dello 0,5% al momento dell'acquisto,
- avesse ripetuto l'operazione a mio sfavore al momento della vendita,
- e poi avesse calcolato la plusvalenza "come se" avessi compravenduto quei titoli al cambio ufficiale,
ecco che, su due transazioni da circa 10.000 euro, la differenza di circa 100 euro verrebbe spiegata.
Non sto dicendo che la Banca per un mondo che cambia abbia "rubacchiato" sul cambio: magari il dollaro quotava "un tot" quando ho fatto le mie operazioni, ma nel cambio di fine giornata (ammettendo che il cambio ufficiale sia quello di fine giornata) i valori sono variati, e solo per coincidenza a mio sfavore in entrambi i casi.
Se invece la plusvalenza "fiscale" deve basarsi sui valori dei cambi effettivi e non sul cambio ufficiale, allora... boh.