Settori vincenti
Nel numero iniziale 2016 di Trendmercati avevamo detto che il 2016 sarebbe stato un anno pieno di pericoli e caratterizzato da una mancanza generale di trend sui principali mercati, che infatti la stampa aveva chiamato un po’ semplicisticamente ‘alta volatilità’ senza specificare che per alcuni mercati ciò nascondeva non solo oscillazioni ma anche perdita di valore.
Vicini a concludere il primo terzo dell’anno, e con alle spalle la BCE prima sempre ben impostata all’espansione e la FED che nelle parole ancora più che nei fatti si dimostra comprensiva sugli effetti globali di una stretta ulteriore, diamo uno sguardo ai settori dello SP500 per vedere se una politica settoriale avrebbe avuto gli effetti di cui parlavamo negli scorsi mesi.
(Piccola nota: la FED è tranquilla anche perché qualche preoccupazione domestica potrebbe anche averla, e la prudenza ‘è la miglio parte del valore’ come dice il proverbio: ammantare una frenata sul rialzo dei tassi con la scusa esplicita o implicita dell’economia mondiale è un ottimo metodo per evitare di ammettere che il rialzo di dicembre non è stato eseguito con perfetto timing, e lascia la porta aperta a possibili ripresa dei rialzi. Ricordiamo che a nostro parere i mercati sono ora convinti di un maggior coordinamento delle politiche economiche mondiali, come è abbastanza vero: ma riteniamo anche che questo coordinamento può venir messo alla prova da qualche divergenza tra i vari paesi, e purtroppo abbondano le spinte in tal senso: dal prossimo G7 in cui forse la Cina potrebbe chiedere un ruolo maggiore di quello che gli altri in genere e gli USA in particolare vogliono riconoscere, alle difficoltà giapponesi con un QE non supportato dalle riforme, il Brexit vicino e il Grexit che si profila, la nuova loquacità critica della Germania sulla BCE …
Vedremo insomma se la quiete è destinata a durare o le spinte individuali delle varie economie nazionali avranno la meglio, a partire dalle prossime scelte della FED )
Vediamo dunque i settori principali dello SP500
Anzitutto il pieno recupero della correzione del 2016, con il minimo di febbraio che avevamo anticipato come importante turning point per il mercato. Buona ripresa del settore energy, fin troppo penalizzato lo scorso anno, e buona anche la prestazione delle TLC, con un +9% circa da inizio anno. Da notare come gli altri settori siano vicini alla media, con l’eccezione del Financial ovviamente che patisce le incertezze del mercato, e di Healthcare, che invece era stato un buon cavallo di battaglia. Tra il peggiore ed il migliore, in questi quasi quattro mesi, c’è una differenza superiore al 10% nel rendimento, a riprova che investire nel settore giusto e scegliere rapidamente il migliore può essere una strategia interessante.
Guardiamo gli stessi settori da inizio 2015 e il panorama appare diverso: Energy è ancora sotto dell’11% circa a inizio 2015, Healtcare è stato eccellente nella prima metà dello scorso anno per poi riportarsi alla media, il settore Consumer CST non è mai stato sotto la media e nel 2016 ha brillato, Financial non è mai stato interessante, e fra il migliore ed il peggiore c’è un divario di ben il 20%.
Quanto sopra permette di pensare che una strategia di rotazione settoriale, implementata con frequenza almeno bisettimanale, possa portare a interessanti risultati.
Ma, c’è sempre un ma: in questo caso, dobbiamo guardare anche e forse soprattutto al mercato di riferimento, che nel caso dello SP500 è stato abbastanza positivo nel periodo, ed alla volatilità dei rendimenti: due aspetti che affronteremo presto nel Blog