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La lira turca ha continuato a scendere liberamente, aumentando la pressione sulla banca centrale turca (CBRT) per aumentare bruscamente i tassi di interesse nella sua riunione di fine mese (se non prima),
secondo Capital Economics. Tuttavia, il panorama politico nel paese significa che c'è una forte possibilità che i responsabili politici non faranno abbastanza per alleviare le preoccupazioni degli investitori,
guidando così la Turchia con precisione matematica in una nuova crisi monetaria.
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La svalutazione della Lira non accenna a diminuire, sottolinea Capital Economics e ieri ha "infranto" la barriera degli 8,50 contro il dollaro. Ciò ha coinciso con il diffuso rafforzamento della maggior parte delle valute dei mercati emergenti. Il risultato è che la lira si è ormai deprezzata di circa il 20% rispetto al dollaro dalla sola metà di luglio.
* In una nota recente,
Capital Economics ha osservato che l'impatto delle crescenti tensioni geopolitiche rimane un rischio chiave per la valuta turca e ha sicuramente svolto un ruolo nella continua svendita della Lira nei giorni scorsi. Sebbene l'esito delle elezioni statunitensi non sia ancora chiaro,
è probabile che una presidenza Biden porti a un cambiamento più aggressivo della politica estera statunitense verso la Turchia.
E la continua escalation del conflitto nel Nagorno-Karabakh ha aumentato il rischio che la Turchia si scontri con la Russia.
* Inoltre, aggiunge Capital Economics,
sta diventando sempre più chiaro che i responsabili politici in Turchia stanno rapidamente perdendo la fiducia degli investitori. Ciò nonostante la stretta monetaria piuttosto aggressiva della banca centrale negli ultimi mesi: i costi medi di finanziamento sono ora aumentati di oltre 600 punti base da luglio, poiché i responsabili politici hanno spostato la consegna della liquidità alle banche commerciali attraverso vari strumenti finanziari. Il risultato è che i tassi di interesse reali sono passati da circa -5,0% a metà anno a circa + 1,5% ora.
* Ma gli investitori non sono mai stati positivi sull'uso del "corridoio" dei tassi di interesse da parte della banca centrale, visto come simbolo della pressione politica che riceve.
La sua decisione in ottobre di lasciare invariato il tasso repo a una settimana ma aumentare il margine di liquidità ha rafforzato queste preoccupazioni. I recenti commenti di Erdogan non hanno certo aiutato la strategia della banca centrale.
Tutto questo, come
sottolinea Capital Economics, ricorda fortemente il percorso verso la crisi monetaria del 2018. Per ora, l
a banca centrale probabilmente continuerà a inasprire le condizioni monetarie attraverso il corridoio dei tassi di interesse. Tuttavia, l'ambito è sempre più limitato: il costo medio del finanziamento può aumentare solo di 130 bp prima di raggiungere la cima di questo tapis roulant. Aumenta così la pressione, per procedere con aumenti aggressivi dei tassi di interesse.
Ci sono rapporti di mercato secondo cui la banca centrale sarà costretta ad aumentare drasticamente i tassi di interesse prima della sua prossima riunione, ma i responsabili politici potrebbero essere riluttanti a seguire questa strada. È più probabile che segnali un aumento dei tassi di interesse nella prossima riunione (programmata). Per poter sostenere la lira, tuttavia, ciò dovrebbe includere un aumento di tutti i tassi ufficiali, compreso il tasso repo a una settimana.
* Tuttavia, come avverte Capital Economics,
la pressione politica sulla banca centrale significa che c'è un'alta probabilità che non farà abbastanza per calmare gli investitori. L'esperienza del 2018 mostra che ciò causerebbe cali ancora più bruschi della lira e una nuova crisi monetaria. Un risultato del genere sarebbe chiaramente un duro colpo per la ripresa dell'economia turca e, forse la cosa più preoccupante, potrebbe portare a gravi problemi per le banche turche.
(Da in report di Capital Economics)
www.capitaleconomics.com
