Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3

dai che di questo passo mi sa che ti vedremo presto su una di queste :up::up:


Auto usate: Ferrari, F430, F1 AutoScout24 pagina di dettaglio

...è hai ragione ma per adesso penso alla casa ed al mutuo ...così me lo tolgo dalle bolas ...ed al divorzio che comunque non crea alcun problema di bilancio ...

solo che mi tocca fare tutto da solo ...sono troppo "pericoloso" e non posso giocare alla grande ...

forse si è sparsa la voce che sono già a leva con l'acquisto dell'immobile e non mi danno altra benzina :lol:

...forse è pure meglio così la leva del mutuo la uso come e dove voglio e non ho alcuna limitazione o stop loss o marginazione ...;)

pensa se andavo in leva marginata sulla Grecia ada 480k a 250k ...mi stoppavano proprio sul più bello...

a volte si fà meglio senza :-o

Deutsch Bank applica 25 euri ad eseguito massimi non permillare ;)

sott'inteso che parlo di acquisto Obbligazioni OTC ...meglio se in size :D
 
Ultima modifica:
Considerati gli sforzi e i sacrifici fatti per costruire un buon flusso cedolare, non riesco a schiacciare sell. Inoltre, ripensando ai molteplici errori fatti sulle azioni, se proprio fosse il momento buono, mi chiedo, perchè non prendere una cifra che sono disposto a perdere e andare su un prodotto come questo:
https://it.warrants.com/site_mlp_it/leverage
qualcuno li usa? Consigli?
A me ricorda il film del colonnello Buttiglione quando il soldato lancia la sicura e tiene la bomba in mano... :lol:
 
Considerati gli sforzi e i sacrifici fatti per costruire un buon flusso cedolare, non riesco a schiacciare sell. Inoltre, ripensando ai molteplici errori fatti sulle azioni, se proprio fosse il momento buono, mi chiedo, perchè non prendere una cifra che sono disposto a perdere e andare su un prodotto come questo:
https://it.warrants.com/site_mlp_it/leverage
qualcuno li usa? Consigli?
A me ricorda il film del colonnello Buttiglione quando il soldato lancia la sicura e tiene la bomba in mano... :lol:
Attenzione la leva si applica sia in caso di mercato toro che orso. Amplifica il movimento dell'indice, qualunque esso sia. Se non si prende il trend giusto si vede il proprio capitale azzerarsi velocemente!!!!
 
mi piacerebbe conoscere l'opinione di Negus sulla opportunita' di uscire o quanto meno alleggerire visti i prezzi raggiunti.

Ciao riccio43, francamente resto rocciosamente dell'opinione che avevo quasi sei mesi fa:

Ciao bia06, ho ancora tutto e, nonostante i recenti recuperi, credo che ci sia ancora spazio per salire.

Prendi le nuove tier 2 Generali, ad esempio: è vero che sono salite di 16 punti dal collocamento (e 18 dai minimi :D) ma a questi prezzi rendono pur sempre un buon 6,20% netto alla call, e quindi me le tengo.

Ci sono molti fattori che secondo me continueranno a sostenere le quotazioni:

- migliore situazione patrimoniale delle banche, grazie alla ritenzione degli utili e, dove necessario, agli aumenti di capitale (naturalmente questo non vale per gli emittenti distressed). Continua il graduale deleveraging e derisking dei portafogli;

- migliore situazione di bilancio in gran parte degli stati europei, in particolare quelli più a rischio come il nostro. Naturalmente su come stiamo arrivando a questo risultato potremmo discutere per pagine e pagine, ma dal punto di vista di un bondholder quello che conta è che l'anno prossimo saremo molto vicini al pareggio di bilancio, probabilmente più di qualsiasi altro paese occidentale, e gli spread prima o poi ne dovranno tenere conto;

- se le linee guida di Basilea 3 verranno confermate, e l'implementazione slitterà non troppo in là nel tempo, le banche dovranno ricapitalizzarsi ulteriormente con strumenti di capitale di tipo nuovo che gradualmente porteranno gli attuali titoli perpetui e subordinati all'estinzione;

- nel frattempo continueranno gli esercizi di LME, fornendo sostegno alle quotazioni ed accentuando l'effetto scarsità di questi titoli;

- mano a mano che si normalizzerà la situazione, anche gli emittenti più restii ricominceranno ad esercitare le call, onorando quel patto non scritto che vuole che un emittente in salute rimborsi alla prima occasione utile. In questo modo manderanno un segnale di forza al mercato e avranno accesso ad una importante fonte di funding, e a costi più accessibili. Guarda le Generali, ad esempio: dovessero uscire oggi con una nuova emissione tier 2 pagherebbero ben 236 bps in meno;

- last but not least, la ricerca sempre più difficile di investimenti che siano in grado di coprire almeno l'incremento dell'inflazione porterà sempre più investitori istituzionali (come già è successo negli ultimi mesi) a ricominciare ad acquistare.

Naturalmente questo non vuol dire che consiglio di buttarsi a corpo morto su questo settore. Come sempre cerco di diversificare al massimo e di rivolgermi ad emittenti che ritengo più che sicuri. Ultimamente ho aumentato la quota di TdS italiani in portafoglio, ma ho anche acquistato qualcosa in borsa e comunque mantengo una buona scorta di liquidità con cui approfittare di eventuali flessioni dei prezzi, che sicuramente ci saranno ancora, ma secondo me in misura minore rispetto, ad esempio, al 2011.

Se non si fa lo sforzo di capire il contesto in cui stiamo vivendo, analisi tipo "più sale tutto più diventa probabile uno storno" hanno lo stesso valore di puntare sul nero alla roulette dopo che è uscito il rosso per un certo numero di volte di fila. Zero.

Prima o poi pioverà, questo è sicuro, ma non per questo esco sempre con l'ombrello. :-o :D

Credo che le forze sottostanti al trend attuale che avevo sottolineato in quel post siano destinate a durare ancora a lungo, come dimostra l'andamento dell'indice iBoxx negli ultimi sei mesi (lo trovi qui IBOXX EUR TIER I INDEX (TOTAL RETURN) | Index | A0DMW3 | DE000A0DMW33 | börsennews.de) nonostante sia stato un periodo tutt'altro che tranquillo (crisi di governo ed elezioni in Italia, SNS, Cipro, etc.).

Vorrei aggiungere qualche altra considerazione, però, che allora non avevo esplicitato a sufficienza:

- la crisi che stiamo attraversando ha ben poco in comune con le normali recessioni che abbiamo conosciuto dal secondo dopoguerra in poi. Come negli anni 30 (e successivamente in singole aree geografiche, dai paesi scandinavi al Giappone) questa crisi richiede tempi molto lunghi per consentire ad alcuni squilibri macroeconomici eclatanti (eccesso di leva nel settore finanziario, eccesso di debito dei settori pubblico e privato, etc.) di essere riassorbiti almeno in termini più accettabili;

- d'altro canto l'azione (spesso coordinata) delle banche centrali, non ha esitato a mettere in campo operazioni di carattere non convenzionale, il cui effetto comune è stato quello di innondare letteralmente il sistema di liquidità (a livelli mai visti in precedenza) e questa tendenza è destinata a durare, almeno per un po', o addirittura ad intensificarsi, se si rendesse necessario;

- il risultato è che, nelle principali aree mondiali, il livello della produzione (e a ruota quello delle Borse) non a caso è tornato a livelli superiori a quelli pre-crisi, con la rilevantissima eccezione di quei paesi (principalmente sud europei) che o per insipienza loro (mancanza di riforme strutturali, scarsa competitività, corruzione, inefficienza, etc.) o per i clamorosi errori di una classe dirigente europea palesemente non all'altezza del compito (basti vedere la sequenza demenziale con cui sono state gestite le crisi della Grecia prima e di Cipro poi) si trovano in una situazione di stagnazione che richiederà ancora molto tempo per essere risolta, con evidenti effetti di rallentamento e di contagio persino verso le economie più forti e più efficienti.

L'effetto combinato di questi tre fattori, insieme agli altri che già indicavo sei mesi fa e che stanno continuando tutti ad avere un ruolo importante, spinge univocamente verso un solo possibile risultato: una generalizzata riduzione dei rendimenti ed un conseguente rialzo delle quotazioni (ovviamente mi riferisco alle obbligazioni perpetue e subordinate, in particolare di quei paesi, come il nostro, che sembrano essere più avanti nella messa in sicurezza dei conti pubblici).

Fino a quando potrà durare questa situazione? Almeno fino a quando non si cominceranno a vedere a livello globale dei segni evidenti di ripresa duratura e sostenibile. A quel punto il rischio che le banche centrali non siano abbastanza determinate nel cominciare a prosciugare l'enorme liquidità che circola nel sistema potrà creare dei serissimi rischi di inflazione, che come tutti ben sanno (falso, l'età media degli operatori sul mercato è tale che solo uno scarso 10% sa davvero che cosa comporta un'inflazione fuori controllo :nonno: :D) è il principale nemico di ogni obbligazionista.

Ma a quel punto credo che i più grossi problemi li avranno quei milioni di investitori che già oggi sono posizionati su titoli "investment grade" che a malapena riescono a coprire l'andamento prospettico dell'inflazione (e quindi verosimilmente sono destinati ad avere rendimenti reali negativi), per non parlare di quelli, e sono tutt'altro che pochi, che preferiscono parcheggiarsi nei cosiddetti porti sicuri ad un rendimento NOMINALE negativo.

Per questo, nonostante i rialzi degli ultimi 4 anni mi rendano perfettamente consapevole che risultati come questi :V sull'obbligazionario probabilmente non li vedrò più in quel che mi rimane della mia vita professionale :sad:, continuo a mantenere sostanzialmente le posizioni, semmai ponendomi il problema di quando cominciare a switchare una quota di tasso fisso a favore del tasso variabile, anche a costo di rinunciare ad una quota di rendimento cedolare, per non trovarmi in una spiacevole situazione (quella in cui all'improvviso tutti gli occupanti di un cinema o di una discoteca decidono di scappare fuori, costi quel che costi) che potrebbe verificarsi quando le aspettative (diversamente da quello che indicano le interpolazioni dei tassi swap, che prevedono calma piatta... per sempre :eek:) dovessero cambiare all'improvviso.

A questo proposito vorrei concludere con una importante riflessione a proposito della diversificazione, intesa non solo come diversificazione degli emittenti, ovviamente, ma anche di valute, durate, tipologie di titoli (senior, subordinati, convertibili, azioni, etc.) e di strutture (a tasso fisso, indicizzati ai tassi o all'inflazione, etc.), oltre che di zone e paesi del mondo.

Se c'è una cosa che ho imparato in tanti anni di lavoro è che l'unico investitore (o intermediario, gestore, etc.) che non ha mai fatto errori è quello che... non è sincero. :cool:

Corollario di questa mia affermazione è che, per quanto l'analisi di un emittente, di un paese o della situazione macroeconomica sia accurata ed affidabile, tutti prima o poi siamo destinati a fare degli errori, che inevitabilmente si tradurranno in performance inferiori a quelle del mercato o addirittura in perdite.

Non a caso a fronte dei (rari) trader di successo, vi sono migliaia di persone che si sono letteralmente rovinate (per non parlare delle decine di pseudo-guru che campano a stento vendendo le loro lezioni :rolleyes:).

Per questo la mentalità dell'all-in, così come specularmente quella dell'all-out, è quanto di più lontano ci possa essere dalla mia filosofia di investimento.

Un portafoglio deve sempre essere ben equilibrato in termini di diversificazione, a mio parere, per poterti mettere in condizione di reagire di fronte a qualsiasi evenienza, ANCHE E SOPRATTUTTO QUELLE CHE NON ERI STATO IN GRADO DI PREVEDERE. Per questo non manca mai, nel mio portafoglio, una quota di liquidità, così come una quota di titoli più sicuri, in grado di reggere sostanzialmente alle peggiori turbolenze. Ma anche una quota di titoli più speculativi, soprattutto se mi sembrano particolarmente "fuori moda" o comunque sottovalutati.

Non sono mai uscito completamente dalla Borsa, o dai titoli subordinati, o ad esempio dai titoli di uno specifico paese, anche se di volta in volta le mie convinzioni mi portano inevitabilmente a sovrappesare, o sottopesare, determinati settori o parti della curva, altrimenti mi limiterei a comprare degli ETF. Ma il rischio che si corre a prendere decisioni drastiche (all-in/all-out) è proprio quello di fare un errore, prima o poi, capace di produrre danni non più rimediabili.

Pensa ad esempio se l'attuale situazione di tassi bassi e decrescenti dovesse prolungarsi oltre le nostre previsioni. Immagina poi che continuino le tender sui subordinati e che nel giro di qualche anno i principali attori del mercato ricomincino ad esercitare le call, grazie anche al fatto che potranno cominciare ad emettere nuovi titoli a tassi decisamente più bassi di quelli offerti in questi giorni dal BBVA (tanto per fare un esempio).

Chi ha deciso nei mesi scorsi di uscire completamente dal mercato si troverebbe presumibilmente in una situazione ben difficile, impossibilitato a rientrare per i prezzi proibitivi e con la frustrazione di avere perso gli ultimi anni di "vacche grasse" che a quel punto diventerebbero davvero un miraggio per gli anni a venire.

Naturalmente questa è solo la mia (radicatissima) opinione, che si potrebbe tradurre in il massimo del risultato :eeh:, con il minimo del rischio :ombrello:, se non fosse che la percezione (e la misura) del rischio sono la cosa più soggettiva ed opinabile che si possa immaginare. :lol: Ma naturalmente rispetto, ed ovviamente auguro successi e gain, a chi decide di operare diversamente.

Concludendo non vi è dubbio, secondo me, che per minimizzare i rischi, e quindi migliorare complessivamente l'efficienza del portafoglio, sia necessario un livello di diversificazione che ne coinvolga tutti gli aspetti principali: allocazione geografica, settori, emittenti, titoli, durata, tipo di cedola, etc.

Spero comunque che avremo modo di approfondire la questione al prossimo meeting, di cui cominceremo a parlare nei prossimi giorni. :up:

Perdonami la prolissità e buona serata :)
 
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Chapeau !
E non pensi anche che una compressione dei rendimenti cosi marcata debba portare ad un incremento dei corsi azionari dovuto ad una ricerca di ritorni superiori ?


Ciao riccio43, francamente resto rocciosamente dell'opinione che avevo quasi sei mesi fa:



Se non si fa lo sforzo di capire il contesto in cui stiamo vivendo, analisi tipo "più sale tutto più diventa probabile uno storno" hanno lo stesso valore di puntare sul nero alla roulette dopo che è uscito il rosso per un certo numero di volte di fila. Zero.

Prima o poi pioverà, questo è sicuro, ma non per questo esco sempre con l'ombrello. :-o :D

Credo che le forze sottostanti al trend attuale che avevo sottolineato in quel post siano destinate a durare ancora a lungo, come dimostra l'andamento dell'indice iBoxx negli ultimi sei mesi (lo trovi qui IBOXX EUR TIER I INDEX (TOTAL RETURN) | Index | A0DMW3 | DE000A0DMW33 | börsennews.de) nonostante sia stato un periodo tutt'altro che tranquillo (crisi di governo ed elezioni in Italia, SNS, Cipro, etc.).

Vorrei aggiungere qualche altra considerazione, però, che allora non avevo esplicitato a sufficienza:

- la crisi che stiamo attraversando ha ben poco in comune con le normali recessioni che abbiamo conosciuto dal secondo dopoguerra in poi. Come negli anni 30 (e successivamente in singole aree geografiche, dai paesi scandinavi al Giappone) questa crisi richiede tempi molto lunghi per consentire ad alcuni squilibri macroeconomici eclatanti (eccesso di leva nel settore finanziario, eccesso di debito dei settori pubblico e privato, etc.) di essere riassorbiti almeno in termini più accettabili;

- d'altro canto l'azione (spesso coordinata) delle banche centrali, non ha esitato a mettere in campo operazioni di carattere non convenzionale, il cui effetto comune è stato quello di innondare letteralmente il sistema di liquidità (a livelli mai visti in precedenza) e questa tendenza è destinata a durare, almeno per un po', o addirittura ad intensificarsi, se si rendesse necessario;

- il risultato è che, nelle principali aree mondiali, il livello della produzione (e a ruota quello delle Borse) non a caso è tornato a livelli superiori a quelli pre-crisi, con la rilevantissima eccezione di quei paesi (principalmente sud europei) che o per insipienza loro (mancanza di riforme strutturali, scarsa competitività, corruzione, inefficienza, etc.) o per i clamorosi errori di una classe dirigente europea palesemente non all'altezza del compito (basti vedere la sequenza demenziale con cui sono state gestite le crisi della Grecia prima e di Cipro poi) si trovano in una situazione di stagnazione che richiederà ancora molto tempo per essere risolta, con evidenti effetti di rallentamento e di contagio persino verso le economie più forti e più efficienti.

L'effetto combinato di questi tre fattori, insieme agli altri che già indicavo sei mesi fa e che stanno continuando tutti ad avere un ruolo importante, spinge univocamente verso un solo possibile risultato: una generalizzata riduzione dei rendimenti ed un conseguente rialzo delle quotazioni (ovviamente mi riferisco alle obbligazioni perpetue e subordinate, in particolare di quei paesi, come il nostro, che sembrano essere più avanti nella messa in sicurezza dei conti pubblici).

Fino a quando potrà durare questa situazione? Almeno fino a quando non si cominceranno a vedere a livello globale dei segni evidenti di ripresa duratura e sostenibile. A quel punto il rischio che le banche centrali non siano abbastanza determinate nel cominciare a prosciugare l'enorme liquidità che circola nel sistema potrà creare dei serissimi rischi di inflazione, che come tutti ben sanno (falso, l'età media degli operatori sul mercato è tale che solo uno scarso 10% sa davvero che cosa comporta un'inflazione fuori controllo :nonno: :D) è il principale nemico di ogni obbligazionista.

Ma a quel punto credo che i più grossi problemi li avranno quei milioni di investitori che già oggi sono posizionati su titoli "investment grade" che a malapena riescono a coprire l'andamento prospettico dell'inflazione (e quindi verosimilmente sono destinati ad avere rendimenti reali negativi), per non parlare di quelli, e sono tutt'altro che pochi, che preferiscono parcheggiarsi nei cosiddetti porti sicuri ad un rendimento NOMINALE negativo.

Per questo, nonostante i rialzi degli ultimi 4 anni mi rendano perfettamente consapevole che risultati come questi :V sull'obbligazionario probabilmente non li vedrò più in quel che mi rimane della mia vita professionale :sad:, continuo a mantenere sostanzialmente le posizioni, semmai ponendomi il problema di quando cominciare a switchare una quota di tasso fisso a favore del tasso variabile, anche a costo di rinunciare ad una quota di rendimento cedolare, per non trovarmi in una spiacevole situazione (quella in cui all'improvviso tutti gli occupanti di un cinema o di una discoteca decidono di scappare fuori, costi quel che costi) che potrebbe verificarsi quando le aspettative (diversamente da quello che indicano le interpolazioni dei tassi swap, che prevedono calma piatta... per sempre :eek:) dovessero cambiare all'improvviso.

A questo proposito vorrei concludere con una importante riflessione a proposito della diversificazione, intesa non solo come diversificazione degli emittenti, ovviamente, ma anche di valute, durate, tipologie di titoli (senior, subordinati, convertibili, azioni, etc.) e di strutture (a tasso fisso, indicizzati ai tassi o all'inflazione, etc.), oltre che di zone e paesi del mondo.

Se c'è una cosa che ho imparato in tanti anni di lavoro è che l'unico investitore (o intermediario, gestore, etc.) che non ha mai fatto errori è quello che... non è sincero. :cool:

Corollario di questa mia affermazione è che, per quanto l'analisi di un emittente, di un paese o della situazione macroeconomica sia accurata ed affidabile, tutti prima o poi siamo destinati a fare degli errori, che inevitabilmente si tradurranno in performance inferiori a quelle del mercato o addirittura in perdite.

Non a caso a fronte dei (rari) trader di successo, vi sono migliaia di persone che si sono letteralmente rovinate (per non parlare delle decine di pseudo-guru che campano a stento vendendo le loro lezioni :rolleyes:).

Per questo la mentalità dell'all-in, così come specularmente quella dell'all-out, è quanto di più lontano ci possa essere dalla mia filosofia di investimento.

Un portafoglio deve sempre essere ben equilibrato in termini di diversificazione, a mio parere, per poterti mettere in condizione di reagire di fronte a qualsiasi evenienza, ANCHE E SOPRATTUTTO QUELLE CHE NON ERI STATO IN GRADO DI PREVEDERE. Per questo non manca mai, nel mio portafoglio, una quota di liquidità, così come una quota di titoli più sicuri, in grado di reggere sostanzialmente alle peggiori turbolenze. Ma anche una quota di titoli più speculativi, soprattutto se mi sembrano particolarmente "fuori moda" o comunque sottovalutati.

Non sono mai uscito completamente dalla Borsa, o dai titoli subordinati, o ad esempio dai titoli di uno specifico paese, anche se di volta in volta le mie convinzioni mi portano inevitabilmente a sovrappesare, o sottopesare, determinati settori o parti della curva, altrimenti mi limiterei a comprare degli ETF. Ma il rischio che si corre a prendere decisioni drastiche (all-in/all-out) è proprio quello di fare un errore, prima o poi, capace di produrre danni non più rimediabili.

Pensa ad esempio se l'attuale situazione di tassi bassi e decrescenti dovesse prolungarsi oltre le nostre previsioni. Immagina poi che continuino le tender sui subordinati e che nel giro di qualche anno i principali attori del mercato ricomincino ad esercitare le call, grazie anche al fatto che potranno cominciare ad emettere nuovi titoli a tassi decisamente più bassi di quelli offerti in questi giorni dal BBVA (tanto per fare un esempio).

Chi ha deciso nei mesi scorsi di uscire completamente dal mercato si troverebbe presumibilmente in una situazione ben difficile, impossibilitato a rientrare per i prezzi proibitivi e con la frustrazione di avere perso gli ultimi anni di "vacche grasse" che a quel punto diventerebbero davvero un miraggio per gli anni a venire.

Naturalmente questa è solo la mia (radicatissima) opinione, che si potrebbe tradurre in il massimo del risultato :eeh:, con il minimo del rischio :ombrello:, se non fosse che la percezione (e la misura) del rischio sono la cosa più soggettiva ed opinabile che si possa immaginare. :lol: Ma naturalmente rispetto, ed ovviamente auguro successi e gain, a chi decide di operare diversamente.

Concludendo non vi è dubbio, secondo me, che per minimizzare i rischi, e quindi migliorare complessivamente l'efficienza del portafoglio, sia necessario un livello di diversificazione che ne coinvolga tutti gli aspetti principali: allocazione geografica, settori, emittenti, titoli, durata, tipo di cedola, etc.

Spero comunque che avremo modo di approfondire la questione al prossimo meeting, di cui cominceremo a parlare nei prossimi giorni. :up:

Perdonami la prolissità e buona serata :)
 
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Prima o poi pioverà, questo è sicuro, ma non per questo esco sempre con l'ombrello. :-o :D

Pensa se invece di aver comprato tutto nel marzo 2009 e chiuso il cassetto avessi tradato come un matto.

Magari avrei venduto tutto ai massimi e comprato ai minimi tre volte... poi ci penso su... :mumble: e mi faccio una gran risata! :lol:

Probabilmente avrei azzerato tutto il gruzzolo :D
 
Pensa se invece di aver comprato tutto nel marzo 2009 e chiuso il cassetto avessi tradato come un matto.

Magari avrei venduto tutto ai massimi e comprato ai minimi tre volte... poi ci penso su... :mumble: e mi faccio una gran risata! :lol:

Probabilmente avrei azzerato tutto il gruzzolo :D

Ciao Claudio, questo sotto (ti controllo :bow:) è un tuo post del 20-dicembre ...la tentazione di tornare a fare il trader ogni tanto ti torna...:lol::up:

Arrivederci tra tre-quattro mesi con la prossima seduta di autocoscienza.

Ogni tanto mi domando: se invece di comprare tutto a inizio 2009 e poi non toccare nulla avessi smanettato, avrei fatto un sacco di soldi o avrei perso tutto? :mmmm:
 
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Pensa se invece di aver comprato tutto nel marzo 2009 e chiuso il cassetto avessi tradato come un matto.

Magari avrei venduto tutto ai massimi e comprato ai minimi tre volte... poi ci penso su... :mumble: e mi faccio una gran risata! :lol:

Probabilmente avrei azzerato tutto il gruzzolo :D

Ciao Claudio, questo sotto (ti controllo :bow:) è un tuo post del 20-dicembre ...la tentazione di tornare a fare il trader ogni tanto ti torna...:lol::up:

Arrivederci tra tre-quattro mesi con la prossima seduta di autocoscienza.

...stessa risposta dell'altra volta ;)
 

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