UCRAINA inizia la guerra civile

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Una donna incinta, attivista del Partito Comunista Ucraino, è stata strangolata dai nazifascisti di Pravy Sector, fiancheggiati nell'operazione da truppe dell'esercito ucraino e da corpi speciali USA, all'interno della Sede dei Sindacati.
https://www.facebook.com/photo.php?...09443590.13599.100002157640643&type=1&theater
 
certo che sono stati bravi Merker e Obama a mettere assieme nazisti-gay-comunisti-banche contro la minoranza Russa

Ucraina.Kiev.Sul comune di Kiev hanno messo la fato di Hitler con la scritta"Hitler il nostro salvatore"
:lol:
 

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l'ho capito subito che erano nazisti

basta vedere quel che fanno alle donne incinte ai bamnini e alle loro mamme!
ad Odessa li hanno macellati letteralmente e poi bruciati
ben 107 persono sono morte in quell'orrorre disumano... solo il presidente degli usa: Obama Bin laden può accettare e condividere una mostruosità simile

DOVREBBE RESTITUIRE IL PREMIO NOBEL DELLA PACE!


Ucraina Nato - opinioni news e commenti su Facebook
 
pc 8 maggio - la NATO alimenta la guerra in UCRAINA


Il vero problema è la Nato


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Pubblichiamo questo interessante articolo tratto da Il Manifesto, in cui si analizza il ruolo di Stati Uniti e Unione Europea nella crisi ucraina. Nonostante gli interessi economici e geopolitici non rappresentino una novità per la situazione ucraina, rilevante è la posizione di Obama e Ue a favore dei dei tank di Majdan, il tutto a con­trollo Nato. Ma ancora una volta, la Nato non è la soluzione, e come chiaramente si spiega, è più un problema.

L'offensiva sanguinosa dell’esercito di Kiev non si ferma. Corre sul bordo sottile non solo della guerra civile, perché la portata dell’azione militare rischia l’intervento militare russo. Siamo sul baratro d’una guerra europea. Vanno in fretta i carri armati del governo di Majdan.
Devono sventare il referendum democratico convocato per l’11 maggio nelle città della regione orientale del Donbass sull’indipendenza dall’Ucraina, per riaffermare l’autorità di Kiev con la forza dei tank e confermare a ogni costo, contro i «terroristi», la data delle elezioni centrali ucraine del 25 maggio.
Fatto singolare, la seconda data richiama quella delle elezioni europee nelle quali, ahimé, l’argomento della pace non ha il benché minimo ascolto.
Così la repressione non s’arresta.
È più organizzata e perfino peggiore di quella del corrotto Yanukovitch contro i rivoltosi di Majdan, ma è sostenuta da tutto l’Occidente e continua ad essere praticata con il concorso dell’estrema destra che, a Odessa, ha assaltato il presidio dei filorussi, bruciando poi l’edificio dei Sindacati dov’erano riparati in fuga e dove hanno trovato la morte almeno 40 persone.
Un mas­sa­cro che non ferma la repressione. Anche se a praticarla sono gli stessi che si sono legittimati per quattro mesi denunciando, in un coro greco di media, la repressione di piazza Majdan.
È voluta dal nuovo potere autoproclamato a Kiev, dove è operativo, ha comunicato Obama, John Brennan il capo della Cia esperto in «guerre coperte» (e sotto inchiesta negli Usa per avere ostacolato il lavoro della Commissione del Senato sulle torture). Ma quando mai i carri armati possono convincere una parte consistente del popolo ad andare a votare per obiettivi che considera ostili? E del resto chi, con la politica, li ha convinti del contrario?

Eppure sembra troppo tardi. Nonostante i rivoltosi filorussi abbiano liberato gli osservatori dell’Osce sequestrati. Fatto che sottolinea due ele­menti: che la pressione di Putin sui filorussi ha potuto di più dell’offensiva militare ucraina, perché la Russia altrimenti rischia di essere, nolente, coinvolta direttamente più che in Crimea; e che l’Osce ha storiche ambiguità. Basta ricordare la missione Osce in Kosovo, decisa nell’ottobre 1998 dall’Onu per monitorare il conflitto tra la repressione di Milosevic e le milizie dell’Uck: il capo della missione, l’americano William Walker, inventò di sana pianta la strage di Racak attribuendola a Belgrado e dando così il via ai bombardamenti «umanitari» della Nato.

Ora in Ucraina il dado purtroppo sembra tratto.
Se appena al di là c’è la Russia messa nell’angolo dei suoi confini, a Kiev in campo c’è tutto l’Occidente reale: vale a dire gli Stati uniti e la Nato; l’Unione europea subalterna parla solo con la voce ambigua — per interessi, geo-strategia e storia — della Germania. Qui, nell’est ucraino naturalmente, i «terroristi» non vanno sostenuti e armati dall’Occidente com’è accaduto nel 1999 in Kosovo, e poi in Libia e oggi in Siria. Qui invece vanno sanguinosamente schiacciati. Le immagini parlano chiaro: ad Andrijvka, un paese sulla strada delle truppe ucraine, i contadini sono scesi in piazza per fermare con le mani alzate i carri armati di Kiev, che non si sono arrestati schiacciandoli, nonostante in molti avessero cominciato a parlare con i soldati salendo sui carri armati.

Scene proposte da Euro­news che, a memoria contrapposta, ci hanno ricordato Praga invasa dai carri armati del Patto di Varsavia nel ’68.
Il fatto è che su quei tank stavolta è salito Obama e gli Stati europei a controllo Nato. Infatti più avanzavano le truppe di Kiev, più è arrivata forte da Washington la sola minaccia che «la Russia deve fermarsi». Insomma, il massacro non si deve fermare e guai al soccorso militare russo. Quel che c’è sotto lo comincia a scrivere qualche commentatore filo-atlantico: l’obiettivo è minacciare la Russia – che, riannessa la Crimea, fino a prova contraria difende la sua sicurezza e vuole una Ucraina neutrale — di fare di Putin un altro Milosevic.
Di sicuro è attivato il meccanismo per una Euromajdan anche nella capitale russa, eterodiretta da John Brennan che ci sta lavorando. Dun­que Barack Obama conclude il suo mandato affidandosi all’ideologia del «militarismo umanitario» — tanto cara alla «candidata» Hillary Clinton che pure ancora tace sul disastro americano in Libia (a Ben­gasi) - schierando i risultati della strategia dell’allargamento della Nato a est.

Ma la Nato non è la soluzione, è il problema. Glielo ricordano gli ex segretari di Stato Kissinger e Brzezinski e perfino il suo ex capo del Pentagono e della Cia Robert Gates che ha scritto «L’allargamento così rapido della Nato a est è un errore e serve solo ad umiliare la Russia», fino a provocare una guerra. Senza l’ingresso di tutti i paesi dell’ex Patto di Varsavia nell’Alleanza atlantica — con basi militari, intelligence, bilanci militari, truppe, missioni di guerre alleate, sistemi d’arma, ogive nucleari schierate, scudi spaziali — non ci troveremmo infatti sull’orlo di una nuova guerra europea che fa impallidire i Balcani e la Georgia di soli sei anni fa.
Non ci sarebbe stata la tracotanza di una leadership di oligarchi insoddisfatti che ha destabilizzato l’Ucraina con un colpo di mano e la violenza della piazza «buona» perché sedicente filoeuropea, e che ora cavalca la repressione sanguinosa della piazza «cattiva». Esisterebbe una politica estera dell’Unione europea, che invece è surrogata dall’Alleanza atlantica. «Vedete — ammonisce l’attuale capo del Pentagono Chuck Hagel — ce n’è anche per gli europei: imparino a non ridimensionare la spesa militare (v. gli F35)». Proprio come ha fatto il presidente della repubblica Giorgio Napolitano che, in dispregio dell’articolo 11 della Costituzione, ha tuonato recentemente addirittura contro «l’anacronistico antimilitarismo».
Ma visti i tempi che corrono, con l’emergere sincronico della guerra che insanguina i continenti e «non risolve le crisi internazionali», chi è davvero anacronistico?


Pubblicato da maoist a 17:39
 
mentre gli Usa dicono che il nuovo referendum separatista nelle regioni sud-orientali e' illegale

decisamente antidemocratico il referendum :up:

i Russi cominciano a scaldare i muscoli

Video: Russia test-launches missiles during planned military drills - YouTube


se fossi in voi in Italia comincerei a chiedere alla nato di togliere le basi

o vorreste trovarvi sotto quei missili in caso di guerra? non vi bastera' mandare in TV Vendola e la Luxuria per spaventare i russi :lol:
 
bravo
mi hai anticipato


e adesso possiamo dire tranquillamente che OBAMA è un negro di me-da che deve restituiire il premio nobel dalla pace perchè un nazista che schiaccia le democrazie

si sono costruiti una bella maschera per avere il consenso elettorale in europa e usa ma se la maschera non dovesse bastare useranno altri mezzi

c'e' ancora una variabile che non riesco a mettere a fuoco sullo scacchiere: il giappone

Capisco l'Italia abbiamo i comunisti anti italiani e' facile distruggerci, capisco la Germania perche' ha ancora nazionalisti al potere e sono ben sazi di ricchezza, ma il Giappone, ex impero recente e ultranazionalisti? come fanno ad accettare le basi americane?

c'e' qualcosa che non mi quadra sul Giappone
 

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