un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo (2 lettori)

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LETTERA A NAPOLITANO/ Lao Xi: Presidente, incarichi Grillo per salvare l'Italia (e l'Europa)

La situazione politica è bloccata e la governabilità potrebbe essere un miraggio. Quali sono le possibili alternative? Dalla Cina LAO XI scrive al capo del Stato, Giorgio Napolitano

(Pubblicato il Sun, 03 Mar 2013 06:02:00 GMT)

DALLA CINA/ Lao Xi: tre destini (pericolosi) per l'Italia del dopo elezioni
http://www.google.com/gwt/x?source=...ue-elezioni-ecco-chi-potrebbe-farcela/350087/
 

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Per l'Italia tempo scaduto, arriverà una tempesta perfetta

Viviamo in tempi rivoluzionari, ma non vogliamo prenderne atto. Usiamo questa espressione in senso "tecnico", non politico-ideologico. Non ci sono masse intorno al Palazzo d'Inverno, ma la fine di un mondo. Il difficile è prenderne atto. Si sta rompendo tutto, intorno a noi e dentro di noi, ma quando ci dobbiamo chiedere – fatalmente – "che fare?" ci rifugiamo tutti nel principio-speranza, confidando che le cose, prime o poi, tornino a girare come prima. Per continuare a fare le cose che sappiamo fare, senza scossoni. Non possono tornare come prima. Inutile prendersela più di tanto con le singole persone o le strutture – leader, partiti, sindacati, media, Confindustria, ecc – che hanno responsabilità pazzesche, naturalmente, ma sono anche totalmente impotenti di fronte a un mondo che si spacca. «Le cose si dissociano, il centro non può reggere». Non saranno i Bersani, i Berlusconi o i Napolitano a tenere insieme le zolle tettoniche in movimento. (continua…)

-JJWHAcA_CE
 

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King: Pronti per la fase acuta dello shock?

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King: Pronti per la fase acuta dello shock?


Argento Fisico è per me anche un po' anche una specie di diario della "crisi" (depressione) .. sarà lo storico che è in me che vuole registrare sul suo taccuino un po' di eventi. Siamo arrivati, come ci racconta Rebuffo, al leader del primo partito nazionale che parla in faccia ai tedeschi e al mondo di haircut sul nostro debito e a metà delle piccole medie imprese che non hanno i soldi per pagare i propri lavoratori…







Rischio Calcolato – Pronti per la fase acuta dello shock?


Di Funny King – 2 marzo 2013




.. dal Fatto Quotidiano







L'Italia non ha più chances se non quella di rinegoziare il suo debito. Secondo Beppe Grillo nel giro di sei mesi i partiti "non potranno più pagare le pensioni, né gli stipendi pubblici" e "se gli interessi sul debito ammontano a 100 miliardi di euro all'anno, siamo morti"




R-i-n-e-g-o-z-i-a-r-e il debito pubblico: haircut su interessi e capitale + moratoria su un due triliardi di euro in mano prevalentemente (e a leva) a banche varie e alla BCE.







E a dirlo non è un blogger bieco speculatore da operetta ex elettore leghista ora elettore del M5S quale mi pregio di essere, ma il "megafono-leader" del MoVimento 5 Stelle, avete presente? Quello che ha preso quasi il 26% ad elezioni, e che se si si rivotasse a stretto giro….






Inviato da iPhone


Pubblicato daMaurizio Barbero *****************Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook




Reazioni:



Per l’Italia tempo scaduto, arriverà una tempesta perfetta

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Per l'Italia tempo scaduto, arriverà una tempesta perfetta

Viviamo in tempi rivoluzionari, ma non vogliamo
 

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Marine Le Pen: un referendum nel 2014 per l'uscita della Francia dalla Ue

di REDAZIONE


Il leader del Front National, Marine le Pen, ha chiesto al presidente francese Francois Hollande di far svolgere un referendum sull'uscita della Francia dall'Unione Europea nel gennaio del 2014, a meno che nel frattempo Parigi non ottenga delle concessioni su "quattro riforme strutturali minime". Si tratta, secondo la leader del partito nazionalista e xenofobo, del "ritorno organizzato alle monete nazionali, la revoca del Trattato di Schengen, l'autorizzazione al patriottismo economico e alla reindustrializzazione grazie al protezionismo e infine la priorità del diritto nazionale su quello europeo". Se – come certo – il governo dovesse rifiutare, ha concluso Le Pen, il Front National "farà delle elezioni europee (previste nel prossimo anno, ndr) un grande referendum pro o contro l'uscita dall'Ue".
 

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27 ottobre 2009

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Marco Saba, è l’autore di MONETA NOSTRA(1) -studioso del Centro Studi Monetari, è autore di “Bankenstein”, “O la banca o la vita” e di “Moneta Nostra”, quest’ultimo in attesa di pubblicazione. Nicoletta Forcheri lo ha intervistato.
In Report di domenica scorsa, sul debito pubblico, il nodo del problema è stato affrontato?
La Gabanelli ha inquadrato il problema dal solito punto di vista e cioè che lo Stato per autofinanziarsi può unicamente aumentare le tasse o emettere nuovo debito nella forma di titoli di stato. E’ il tipico atteggiamento che dimentica che esiste anche l’emissione monetaria. Con il sistema attuale, lo Stato emette titoli del debito poi monetizzati dalle banche. Se lo Stato invece emettesse moneta sovrana com’erano i biglietti di Stato, non solo rimborserebbe il debito pubblico ma dimezzerebbe pure l’inflazione.
Ma dal punto di vista tecnico, gli esperti dicono che se lo Stato emette direttamente moneta, aumenta per l’appunto l’inflazione.
E’ un argomento pretestuoso. Al contrario, con l’emissione diretta di moneta si riduce di metà l’inflazione. Come? Emettendo direttamente moneta, lo Stato non avrebbe bisogno di stampare anche i titoli del debito che scomparendo dalla circolazione, dimezzerebbero effettivamente gli strumenti monetari disponibili. I titoli di stato aumentano infatti la massa monetaria perché sono sempre stati considerati uno strumento super liquido, come i contanti, dal mercato finanziario. E per di più fanno anche guadagnare: sono una rendita parassitaria.
Il meccanismo di produzione monetaria in cambio di titoli del debito pubblico è un trucco per privatizzare gli utili e socializzare le perdite dell’elite che si nasconde dietro ai proprietari delle grandi banche d’affari.

Ma c’è un’altra obiezione, di tipo politico: come può lo Stato emettere moneta visto i vincoli del Trattato di Maastricht e della politica monetaria europea?
Il Trattato UE non prevede in alcuna sua parte che gli Stati membri non possano emettere una moneta diversa dall’euro e a corso libero. Questo è particolarmente evidente nel caso della Gran Bretagna che, pur partecipando alla BCE, emette banconote in sterline.

Quanto ci costa questo giochetto dei titoli di Stato?
Tremonti l’ha detto a Report: dobbiamo emettere 500 miliardi di titoli del debito all’anno, un importo che cresce annualmente, con l’aumentare del debito pubblico, in modo apparentemente inarrestabile (si autoalimenta). Considerando che il costo cash per lo Stato del rinnovo del debito è del 5% del PIL (in contanti), significa che lo Stato deve pagare quest’anno circa 63 miliardi di euro prelevandoli dalle tasche dei cittadini: un vero e proprio pizzo..

Se la soluzione fosse così semplice, perché nessuno ci pensa?
Primo, perché oltre all’eliminazione dell’inflazione, si eliminerebbero anche le rendite dei cosiddetti “rentier”, che sono le cinquanta famiglie che da cento cinquant’anni tengono in scacco il paese. Secondo, perché chi elabora piani in tal senso si ritrova spesso con grossi problemi di salute (vedi Sharon).

Come mai in Cina la crisi non si fa sentire?
Sulla Cina, l’economista Fedele De Novellis dell’università di Genova dice a Report che il paese fa tutti gli investimenti necessari per la ripresa e l’economia del paese. Ma De Novellis non spiega che la Cina può fare questi investimenti senza debito grazie al signoraggio statale percepito sull’emissione monetaria che vale circa il 7% del PIL(2) mentre da noi il signoraggio privato sulle banconote in euro assorbe il 5% del PIL. Con una differenza per le entrate statali del 12% del PIL tra attivo e passivo, che ci condanna al debito e alla perdita costante di competitività rispetto alla Cina. Infatti sia la Banca centrale che le banche principali cinesi sono tutte controllate dallo Stato. Come in Iran, Corea del Nord e Cuba.

Iran, Corea del Nord e Cuba sono considerati paesi canaglia, come mai non la Cina?
Perché la Cina ha le bombe atomiche, gli altri paesi no. Quindi quando uno Stato cerca di dotarsi della bomba atomica, probabilmente è perché vuole la libertà di scegliersi la sua politica monetaria. Il caso italiano invece è una patologia a parte: abbiamo le atomiche ma non abbiamo capito la loro funzione…

Se capisco bene, la questione monetaria influenza i rapporti diplomatici e le scelte geopolitiche?
Si, dobbiamo tener presente che in questo momento stiamo assistendo a uno scontro tettonico tra la piattaforma economico-bancaria occidentale e quella islamica, mentre la Cina sta alla finestra a guardare e probabilmente, sgombrato il campo, nascerà lì il prossimo impero economico-bancario. Da questo punto di vista, i suoi partner naturali saranno Russia e Sud-America.

In cosa consiste lo scontro tettonico? Ufficialmente è uno scontro religioso tra islam e occidente ma in realtà verte sul mercato monetario e la concezione di far banca. Fondamentalmente, il sistema bancario occidentale si appropria sia del capitale sia degli interessi mentre la banca dell’islam si appropria solo del capitale, poiché gli interessi sono proibiti dalla shari’a. Inoltre un concetto che appare tanto rivoluzionario in Europa come quello di reddito di cittadinanza è già in vigore da anni in alcuni paesi arabi.

Quanto conta il petrodollaro in questo scontro? Saddam Hussein è stato catturato e ucciso perché aveva iniziato a vendere il petrolio in cambio di euro. In realtà petrodollaro significa l’obbligo di acquistare il petrolio in dollari, in particolare in titoli del debito USA, aumentandone artificialmente la domanda. Il giochetto di produrre titoli in eccesso è stato tirato al massimo e la Cina che sta dando segni di impazienza, con il controllo della sua politica monetaria sta conquistando sfere di influenza in concorrenza con l’Occidente.

Si può riassumere affermando che la tanto vantata competitività della Cina risiede solo in questo? Si, direi in modo prevalente. In realtà questo è il vero tabù. Infatti, è nell’interesse dell’elite occidentale dire che i cinesi riescono a fare prezzi bassi perché lavorano come schiavi, per non rivelare il trucco cinese dell’emissione monetaria diretta su mandato statale.

Se volessimo fare la stessa cosa che fa la Cina, saremmo in grado di proporre un modello concorrenziale sicuramente migliore perché da noi, almeno in teoria, esiste un controllo democratico dello Stato. Ma sarà difficile, in Italia, con l’élite attuale che presenta un coraggiogramma perfettamente piatto…
Intervista a cura di Nicoletta Forcheri


(1) Moneta Nostra si può scaricare dal sito
http://www.scribd.com/doc/20265666/Moneta-Nostra

(2) “Money Demand and the Potential of Seigniorage in China” di Geneviève BOYREAU-DEBRAY (Banque mondiale) http://publi.cerdi.org/ed/1998/1998.21.pd















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7 Commenti a “Marco Saba: la Cina cresce con il trucco”
















Marco Saba: la Cina cresce con il trucco | BNotizie Magazine:
27 ottobre 2009 at 05:56
[...] l’articolo originale: Marco Saba: la Cina cresce con il trucco Tags: Al, Che, Con, Debito, Maastricht, Marco Saba, Moneta, stato, [...]
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a491bfc9edf248e9dfaf3b28c1d969f9
Oliviero:
27 ottobre 2009 at 13:15






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che si ramificano - per quanti sono stati educati come molti di noi lo sonostati - in ogni angolo della nostra mente"​
[FONT=Verdana,Verdana][FONT=Verdana,Verdana]- John Maynard Keynes

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[/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]Cara lettrice e/o caro lettore,
avrei voluto buttare la cosa sul comico, dato il clima paradossale che si è creato intorno alla quantità di abusi dell'attuale sistema monetario e del credito che stanno via via venendo alla luce a livello planetario. Avrei voluto scrivere qualcosa di questo genere:
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[/FONT]"Come guarire dalla Sindrome dell'ITALIANO IMPOVERITOL'italiano Impoverito si ottiene prelevando dall'Italiano Naturale una percentuale del debito pubblico al momento della nascita e togliendogli potere d'acquisto via via che cresce tramite la sottrazione della rendita monetaria. La ricchezza si aggiunge alla piccolissima parte di italiano rimanente che viene perciò chiamato: Italiano Arricchito. L'Italiano Impoverito è molto meno riccoattivo dell'Italiano Naturale e non esiste una certezza scientifica definitiva rispetto al suo collegamento con varie patologie sociali quali corruzione, suicidi per fallimento, partecipazione a missioni di usurykeeping, furti, rapine, scippi, spacci, prostituzione, etc. Solo una minima parte dell'Italiano che si trova in natura viene arricchito: meno del 7%. Qualcuno sostiene che la sintesi dell'italiano arricchito possa essere facilitata dall'elemento Governio (simbolo Gv). Per avere più certezze sulla particella ultima che è responsabile di tutto ciò, occorre costruire e sperimentare uno strumento costosissimo chiamato Grande Collisore Stolidonico (Large Moron Collider, LMC). "L´Europa deve essere molto fiera di vedere che gli scienziati europei, lavorando insieme, saranno in grado di preparare uno dei più inutili e costosi esperimenti di fisica al mondo," ha commentato Patakkich, il Commissario europeo per la Ricchezza Scientifica..."Ma la situazione si sta oramai deteriorando a vista d'occhio, me ne rendo conto. Quindi – soprattutto per rispetto di chi sta soffrendo mi attengo ad una prosa più chiara, magari meno divertente, ma sicuramente più utile per chi ci legge. Ho elaborato un manuale che rappresenta una specie di scommessa tra l'autore ed il lettore. Ho pensato di rivelare i punti chiave sul tema della moneta e del credito – nei limiti dello spazio disponibile – per mettere il lettore in condizione di capire una materia apparentemente ostile e di sfruttarla a proprio vantaggio. Mi sono impegnato per mettervi in grado, oltreché di difendervi dai cosiddetti "esperti" del settore, di realizzare magari assieme ad una piccola comunità – un vostro esperimento concreto di moneta locale, di moneta "aperta" (open source) o di moneta complementare. Più modestamente, il testo può servire come strumento di orientamento per chi si appresta semplicemente ad aderire a progetti di monete "altre" già in corso in Italia. Infine, il testo sarà utile a chi già professionalmente è un operatore del settore, per conoscere le ultime tendenze dell'economia quasimonetaria del terzo millennio e le strade che si stanno aprendo, nell'interneteconomy pensiero, per coglierne le opportunità. D'altro canto, sarebbe veramente un peccato assistere alla disintegrazione di un sistema senza avere da parte qualche alternativa funzionante da adottare, almeno nel perdurare dello stato d'emergenza.
[FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]Ho diviso il testo in tre parti principali: nella prima parte illustro ed analizzo la situazione attuale della moneta e del credito mettendone in evidenza le contraddizioni, le illegalità ed i difetti principali che rendono il sistema precario e malfunzionante, oltreché controproducente, non solo nei confronti del pubblico e dei consumatori, ma ormai addirittura per gli stessi operatori istituzionali (banche, stati, etc.). Questa parte è fondamentale perché mette in evidenza la voluta scarsità di informazioni, tra quelle normalmente disponibili al pubblico, sia dal punto di vista storico e legale che da quello operativo e psicologico. Una indisponibilità mantenuta ad arte al fine di privilegiare pochissimi "iniziati" e di creare quella pericolosa asimmetria di conoscenza che viene utilizzata per abusare della comunità, navigando in acque torbide spesso al limite della criminalità. Lo scopo di questa parte è, quindi, una volta delineata la cornice, quello di rendere evidente la necessità improrogabile di trovare una soluzione legale – o quantomeno una alternativa onesta – che possa permettere di riallineare la società verso il bene collettivo, mantenendo salvi i criteri della proprietà privata e di un lecito profitto . Esiste difatti la necessità di decriminalizzare il sistema monetario e del credito per restituire dignità – dopo una necessaria opera di purificazione – agli stessi operatori del sistema bancario ed alla clientela del sistema creditizio. La mia tesi è che in un sistema piramidale dove il vertice (la élite) viene selezionato attraverso un metodo di arricchimento sociopatico e criminale, molto facilmente le parti basse della piramide verranno anch'esse contagiate, corrotte, ed orientate ad adottare esse stesse atteggiamenti criminali (della serie: rubi chi può). E' un meccanismo automatico ed autoadattivo: in un sistema gerarchico, le parti inferiori della piramide tendono ad ingraziarsi le superiori – imitandole al fine di scalarne la posizione sociale. La novità oggi consiste nell'affermazione di un nuovo paradigma, quello della rete, che si diversifica dal paradigma della piramide. La rete è più resiliente – una parola di moda che indica una somma di abilità, capacità di adattamento attivo e flessibilità – rispetto alla piramide, ed [/FONT][/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]internet [/FONT][/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]ne è la prova più lampante. Con la distribuzione e la democratizzazione del sistema di comunicazione delle informazioni – e quindi della diffusione della conoscenza – diventa inevitabile un aumento di una domanda parallela di distribuzione degli strumenti monetari. Una delle funzioni della moneta è appunto trasportare informazioni: quando acquistiamo qualcosa, stiamo segnalando ai produttori di che cosa abbiamo bisogno, stiamo in un certo senso trasmettendo ordini all'apparato della produzione industriale e dei servizi affinché continuino a metterci a disposizione quel bene o quel servizio. Quindi, questa
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT]3
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[/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]informazione occorre che non sia manipolata – cosa che invece avviene attualmente – altrimenti si finisce nel "caos dei segnali" e nella dittatura dei consumi forzati, mancando di evidenziare le esigenze reali radicate nelle necessità della gente. Particolarmente importante è il capitolo che illustra il mistero del capitale poiché mette in evidenza l'asimmetria informativa che – negando di fatto l'accesso ai titoli sul patrimonio relega vasta parte della popolazione in uno stato di miseria permanente altrimenti superabile. Nel capitolo "segretissimo" sulle forze speciali, si indica come recentemente, nei vari manuali di controinsorgenza, si sia preso atto dell'influenza delle problematiche relative alla moneta, all'economia ed alla finanza. Le principali agenzie dei servizi segreti stanno riposizionandosi sui pericoli del fondamentalismo del mercato, prendendo finalmente coscienza dei rischi derivanti dal terrorismo economico e dall'anarchia dei banchieri. L'ultimo capitolo di questa prima parte indica gli ostacoli, di carattere soprattutto psicologico, che impediscono alla gente di riconoscere come controproducente ed autolesionista l'attuale sistema economicofinanziariobancario, adottato ed accettato passivamente, e forse un po' troppo ingenuamente.
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[/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]Nella seconda parte del libro, illustro le situazioni in cui la gestione dell'emissione monetaria può essere attuata a beneficio della società nel suo insieme. Il primo capitolo riguarda la moneta di stato, come è il caso della Cina, di Cuba, dell'Iran, della Corea del Nord – ma anche della Germania, dell'Italia e del Giappone della prima parte del secolo scorso – una soluzione che permette di affidare l'emissione di moneta ad un potere – lo Stato, appunto – che è suscettibile di rispondere al pubblico delle sue azioni. In caso contrario, è accaduto che fosse il popolo a reagire attraverso l'insorgenza e la rivoluzione. Sembra banale, ma il potere monetario attuale, per come è stato conferito, ad esempio, alla Banca Centrale Europea, non può essere messo in discussione per via democratica. Con l'istituzione dell'euro, i giochi sono stati fatti: il parlamento ha assegnato a dei privati irresponsabili l'esercizio della sovranità sull'emissione di una moneta europea A CORSO LEGALE (forzoso). Per quanto io personalmente reputo questa regolamentazione – il Trattato di Maastricht contraria allo spirito costituzionale – e quindi illegale sin dall'inizio, ho comunque voluto inserire un capitolo dove si spiega come lo Stato possa tranquillamente aggirare questo vincolo ed emettere una sua moneta interna – magari a corso libero – sfruttando appieno le prerogative inalienabili della sua sovranità. Questo non è semplicemente un esercizio teorico, perché l'emissione di una moneta interna italiana permetterebbe da subito – e specialmente nella situazione d'emergenza economica in cui ci troviamo – di slegare le mani dello stato. Si potrebbero così mettere in atto tutte quelle iniziative e quegli ammortizzatori sociali necessari per alleviare la situazione disperata, ed apparentemente senza speranza, di gran parte della popolazione. Si propone quindi un'alternativa sensata, immediatamente attuabile dal governo, a situazioni altrimenti penose quali: emigrazione, secessione, moti popolari, etc. Sempre in questa seconda parte, un capitolo è dedicato alla soluzione dell'emissione di una moneta da parte di una società commerciale privata. Anche qui, opportuni accorgimenti permettono tecnicamente e legalmente di aggirare il Trattato di Maastricht. La necessità di questa seconda possibilità, rispetto all'emissione monetaria di stato, diventa ovvia qualora si abbia a che fare con uno stato che rifugge costantemente dalle sue responsabilità monetarie, ad esempio: legando le mani alla magistratura, lasciando decadere senza discutere in parlamento i disegni di legge sulla proprietà popolare della moneta, oppure, ancora, mancando di far rilevare le numerose illegalità del sistema attuale e permanendo complice di quello che sempre più, alla gente comune, appare come il "racket della raccolta della rendita monetaria privata". Un racket esercitato tramite una tassazione che impedisce lo sviluppo e che è travestito da "debito pubblico". Subito a seguire, espongo i casi di emissione da parte di piccole comunità e di gruppi noprofit nonché le relative esperienze correnti in Italia ed in Europa. Questa seconda parte del libro, illustrando tecniche progredite di credito sociale, credito mutuale e baratto evoluto, rappresenta il corpo principale e la guida operativa ideale per chi aspiri a diventare un cittadino attore, in prima persona, della riforma economica del sistema.
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[/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]La terza parte del libro, si occupa di analizzare le riforme monetarie proposte sia in Europa che negli Stati Uniti, nonché di proporre miglioramenti rispetto alle esperienze correnti. Nel fornire suggerimenti per ottimizzare i vari sistemi di emissione ed integrarli tra loro, si arriva a concepire un sistema compiuto e nuovo, isolabile dal sistema tradizionale, in caso di crisi irreversibile, in modo da porre la società al riparo dalle invenzioni finanziarie patologiche di una élite decadente e oramai allo sbando. Questa ultima parte del libro è particolarmente indicata anche per gli operatori istituzionali dell'amministrazione pubblica e per i politici che vi potranno trovare spunti per elaborare una risposta italiana alla minaccia di un globalismo selvaggio e predatorio. Un globalismo imperiale che è espressione diretta di quel governo invisibile ed ultralegale che, dal 1944, dagli accordi di Bretton Woods, sta esercitando, a porte chiuse, il potere reale da dietro le quinte. In questa chiave si fornisce l'esempio di un recente disegno di legge proposto alla regione Lombardia.
Nell'appendice troviamo una significativa serie storica di eventi che illustrano quanto da sempre l'argomento sia stato di attualità e quali siano state le sue conseguenze sull'evolversi della storia stessa dell'umanità.
La mia personale conclusione è che l'emissione della moneta e del credito non conviene mai lasciarla come monopolio esclusivo di una piccola parte della società. Infatti, al di là di leggi e regolamenti, ogni volta che questo è avvenuto si è avverato il rischio di abusi incontrollabili. Viceversa, in un clima di vero libero mercato e di libera concorrenza nell'emissione dei mezzi di pagamento e degli strumenti econometrici, è proprio la concorrenza stessa che assicura che nessun operatore abusi della sua posizione, sottomettendo e vittimizzando tutti gli altri. E' proprio l'attuale architettura dei sistemi di comunicazione interattiva che garantisce il tempo reale ed il basso costo. Sono questi i fattori necessari per l'attuazione della liberalizzazione dei sistemi di emissione di moneta e credito. Una liberalizzazione che, forse per la prima volta nella storia, diventa facilmente attuabile in pratica e su scala globale.
La scommessa che proponevo all'inizio riguarda proprio se, una volta popolarizzati e divulgati al vasto pubblico i trucchi del mestiere del meccanismo alchemicomonetariocreditizio, il cambiamento del sistema si realizzerà per davvero. E' una scommessa speciale perché si può vincere tutti. Al lettore la risposta e, soprattutto, me lo auguro, nei fatti.
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A) PRIMA PARTE - Qui ed ora, lo stato di fatto del sistema, la struttura della MATRIX monetaria e del credito
Il banchiere racconta, lentamente, che l’unica via per ribellarsi a tutto questo è spezzare le proprie catene. Gli anarchici mistici lavorando insieme, influenzandosi gli uni con gli altri creano fra di loro una nuova tirannia. E qui Pessoa interviene: "E tu? Con i tuoi monopoli?". "No, amico mio; io ho creato solo libertà. Ho liberato una persona. Ho liberato me. Il mio metodo, che è, come le ho provato, l’unico veramente anarchico, non mi ha permesso di liberarne di più. Quelli che ho potuto liberare, li ho liberati". - da: Il banchiere anarchico, di Fernando Pessoa, 1921Per poter parlare della moneta, ed in generale del sistema economico e bancario che vi è incentrato, un ottimo punto di partenza è rappresentato dai testi di Alexander Del Mar, un poliedrico storico della moneta del 19esimo secolo. Nel suo testo sulla storia dei crimini monetari [1], ci descrive in maniera molto avvincente quali sono state le manovre, durante la storia degli ultimi millenni, per impossessarsi del potere che deriva dal monopolio dell'emissione monetaria: "Il crimine insidioso dell'alterazione segreta o surrettizia delle leggi monetarie di uno stato - che non può che colpire nel modo più fatale ed illecito le sue libertà - non è nuovo. Un decreto dell'anno 360 Avanti Cristo, che riguarda l'antica moneta di ferro di Sparta, suggerisce che Glypsus non era estraneo a questa grave offesa. In una età successiva, Plinio, che giustamente lo definisce un crimine contro l'umanità, fa riferimento evidentemente all'alterazione del codice della zecca romana, mediante la quale venne sovvertito quello che rimaneva del sistema nummulario, intorno all'anno 200 AC, in favore di un conio privato permesso alle gentes [2]. Questa alterazione sembra sia ancora segreta perché non se ne trova menzione esplicita nei frammenti tramandati e conservati della legislazione del periodo. Ma il conio e la decadenza dello stato ci raccontano la storia con sufficiente chiarezza per giustificare l'anatema dell'enciclopedista romano. Con l'avvento dell'Impero, lo stato riprese il completo controllo delle sue emissioni monetarie, e questa politica continuò ad essere mantenuta fino a quando le rivolte barbariche del quinto e sesto secolo ne sovvertirono od indebolirono l'autorità obbligandolo a violare con connivenza le prerogative che esso aveva perso il potere di prevenire o punire. L'ultimo atto notevole del suo risentimento per l'usurpazione della prerogativa del conio fu la guerra che Giustiniano II dichiarò contro Abd-el-Melik per aver osato coniare, quest'ultimo, delle monete d'oro senza il timbro o il permesso imperiale. Dopo la caduta di Costantinopoli, nel 1204, la prerogativa dell'imperatore romano, che era caduta nelle mani dei numerosi potentati che instaurarono le loro monarchie sulle rovine dell'impero e dei suoi possedimenti, divenne la fonte di numerose lotte con i nobili di rango inferiore che, nella loro ignoranza ed avidità, volevano detenere un diritto che, fintanto che rimaneva nelle loro mani, rendeva impossibile l'erezione di un regno e quindi di quel potere che poteva garantire il riconoscimento e l'appoggio alla loro stessa nobiltà. Il processo del Re Filippo il Bello contro in Conte di Nevers [3] illustra molto chiaramente questo punto di vista. Prima della scoperta dell'America, il conio privato era represso ovunque. L'essenziale prerogativa della monetazione era affidata e centrata nelle varie teste coronate che governavano gli stati europei. Non molto dopo questo evento, quando l'avidità sbocciò a nuova vita sulle spoglie di un continente saccheggiato, si rinnovarono i tentativi per appropriarsi della prerogativa statale sull'emissione monetaria. Questa volta non erano i nobili truculenti che con impudenza reclamavano il diritto che una volta era appannaggio dei Cesari e che poi lo esercitavano sfidando la Corona, ma bensì erano i furtivi miliardari che, di nascosto, cercavano di acquisirla attraverso l'arte della menzogna, degli intrighi e della falsificazione".Inutile dire che Alexander Del Mar venne accademicamente perseguitato. Il "Nobel" [4] dell'economia Robert Mundell ne ha fatto oggetto di un interessante studio [5]. D'altra parte non si può negare che i fatti relativi alla guerra per la gestione del potere monetario sono stati per lo più epurati dai libri e dai manuali di storia, sicché gran parte degli avvenimenti principali - senza un apparente filo logico - appare come una sequenza casuale di conflitti e guerre causate spesso da motivi futili. Del Mar accusa esplicitamente la Chiesa di aver corrotto la letteratura nel senso di censurare quei passaggi cruciali necessari per capire - ad esempio - l'evolversi della questione dell'usura. D'altra parte, un recentissimo testo mette a nudo l'esposizione morale della Chiesa cattolica rispetto alla degenerazione del sistema bancario [6]. Per descrivere in breve il sistema attuale, nel 2005 elaborai il seguente documento destinato ad una conferenza di Ginevra sulla criminalità organizzata [7] Paper per la 2° Conferenza internazionale sulla criminalità
Ginevra, 29-30 giugno 2005
[FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT]"[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]Comportamento quasi-criminale di alcune istituzioni finanziarie"
[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]di Marco Saba, ONG Centro Studi Monetari[8]
Sommario
Nei tempi recenti, attraverso internet, si trovano un ampio numero di documenti sull'economia, la finanza e le pratiche bancarie. Unesempio è il sito internet della Scuola Austriaca di Economia, InvestireOggi - La guida agli investimenti finanziari e di Borsa, dove è possibile leggere online unìampia letteratura.Di particolare interesse sono i testi di Murray N. Rothbard, uno dei principali rappresentanti di questa interessante scuola dipensiero [9]. La scoperta di alcune pratiche bancarie esotiche ha portato l'autore a svolgere un'indagine nel campo della moneta edel credito. I risultati qui presentati possono magari essere conosciuti agli specialisti, ma la persona normale rimarrà sorpresa dallenostre scoperte.
Chi è il proprietario?Uno dei primi fatti trovati è che non c'è attualmente una legge che ci dice chi sia il proprietario della moneta al momento dell'emissione. Questo punto venne evidenziato per la prima volta dal docente universitario Giacinto Auriti [10]. Egli ne rimase così sorpreso che fece causa alla Banca d'Italia. La causa venne persa ma il governatore dell'epoca venne rimosso - era quello che poi diventò presidente della Repubblica. Il motivo della causa era: "Se la banca centrale non è la prorpietaria della moneta all'atto dell'emissione, come può prestarla attraverso la pratica dell'acquisto dei buoni del Tesoro?". Di recente, sotto indicazione
[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT]5
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]dell'autore, una associazione di consumatori molto conosciuta, l'ADUSBEF [11], ha reiterato la causa ma questa volta chiedendo indietro il signoraggio alla Banca d'Italia ed alla Banca Centrale Europea, a nome di uno dei consumatori associati. Il signoraggio è la differenza tra i costi di stampa della cartamoneta ed il suo valore facciale. Nel caso del biglietto da 500 euro, può essere molto significativo. Nei tempi antichi, il signoraggio era un privilegio del sovrano, del re, ma ora, dopo il referendum del 1946, in Italia è il popolo che è sovrano. La monarchia venne abbandonata.La responsabilità?La banca centrale italiana - la Banca d'Italia - è una società privata in modo molto simile alla Federal Reserve, la banca centrale statunitense. I proprietari sono altre banche, compagnie di assicurazioni, ma, per circa un 5%, la proprietà è segreta [12]. Uno dei punti è che la banca centrale funziona da arbitro sulla condotta delle altre banche, ma non è responsabile nei confronti di nessuno, cioè non esiste un processo di revisione pubblica. Il fatto che la banca centrale sia il controllore delle altre banche che ne sono proprietarie, rappresenta un caso molto eclatante di conflitto di interessi che, nella nostra opinione, è molto peggiore di quello molto pubblicizzato che riguarda il primo ministro italiano Berlusconi. Ma questo non è il punto, perché questo documento non si occupa di politica.Dove finisce il signoraggio?Il signoraggio . dal punto di vista della banca centrale italiana - è la differenza tra il valore nominale totale delle banconote e quello dei buoni del Tesoro che riceve - oltre agli interessi. Nel bilancio, loro mettono la somma del valore facciale delle banconote nel capitolo delle passività. Secondo noi, essi dovrebbero invece mettere nelle passività i costi di emissione invece del valore facciale [13]. E, ovviamente, devono mettere il valore facciale dei buoni del Tesoro nella parte dei profitti del bilancio. Nella contabilità "normale" il signoraggio finisce per scomparire con un tocco di mistero. Per meglio capire come questa pratica possa essere illegale, immaginiamo un proprietario di Casinò che metta il valore facciale dei gettoni (fiche) nella parte delle passività del bilancio, invece che il semplice costo dell'acquisto dei gettoni. E' opinione dello scrivente che il signoraggio vada a beneficio dei proprietari della banca centrale [14], creando un enorme buco nero chiamato "debito pubblico". E' ovvio che se il Ministro del Tesoro pagasse le banconote al solo costo di stampa, il debito pubblico sarebbe minimo, se non zero. Ma dovremmo dirlo alla casta che sta dietro ai proprietari non-eletti della banca centrale.
L'argomento della contraffazione
Se l'euro creato dalla Banca Centrale Europea non è "la moneta dei popoli europei", ma una moneta posseduta da un oligopolio[15], diventa evidente che si tratta di moneta contraffatta. Questo venne puntualizzato dal premio Nobel Maurice Allais. In effetti, ilpremio Nobel dell'economia, nel paese delle meraviglie dell'economia, è anch'esso contraffatto: non è il premio Nobel dellafondazione Nobel, ma, indovinate un po', è il premio dato dalla banca centrale svedese!
Un triangolo o anche piùDobbiamo ricordare che,
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]prima di pagare gli interessi sul "debito pubblico"[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS], lo stato italiano negli anni recenti ha avuto dei profitti per il 5-10%. Gli attori di questa tragedia sono: il Ministro dell'Economia, la banca centrale ed i cittadini. Come pratica normale, sono i cittadini che pagano gli errori di investimento del ministero dell'economia. In Italia, è considerato storicamente normale che i profitti vengano privatizzati mentre il peso dei costi viene lasciato ai cittadini. Quando la truffa verrà svelata, i dipendenti del ministero dell'economia rischieranno l'accusa di peculato [16], un reato punito dal codice penale. Possiamo anche aspettarci una certa reazione scomposta da parte del pubblico, poiché il costo del signoraggio totale, in capo ad ogni cittadino, è di circa 1,3 milioni di euro. In questo modo i cittadini vengono tassati tre volte:- la prima, attraverso le tasse normali come l'IVA e quella sul reddito;- la seconda, attraverso la truffa del signoraggio;- la terza, attraverso l'inflazione dovuta al lavoro inarrestabile delle stampanti della BCE - o dei suoi soci.Questo intero processo era in qualche modo meno identificabile quando c'era lo standard dell'oro, perché la banca centrale poteva sempre dire di essere proprietaria di una "riserva" con cui adempiere alla redenzione delle banconote.Il signoraggio della riserva frazionaleMentre calcolare il signoraggio sulle banconote trattenuto dalla banca centrale è abbastanza facile - basta grosso modo prendere l'entità del debito pubblico e dividerla per il numero di cittadini, circa 25.000 euro procapite - calcolare il signoraggio che deriva dalla creazione del credito da parte delle banche è un po' più complicato. Bisogna prendere in considerazione la riserva frazionaria, uno schema Ponzi: ovvero, la capacità di creare denaro dal nulla. La riserva frazionaria è attualmente al 2% così le banche, con 100 euro depositati dalla clientela, possono creare 5.000 euro di moneta "elettronica". Mentre creano moneta elettronica, tramite "conti correnti", esse si appropriano del relativo signoraggio poiché, contrariamente al pubblico sentire, non distruggono mai la nuova moneta che creano - tecnicamente questo processo viene chiamato "riflusso bancario" [17]. Questo spiega semplicemente perché abbiamo sempre una quantità di moneta in espansione. Immaginate i 25.000 euro creati col debito pubblico depositati in qualsiasi banca: il sistema bancario, nel suo complesso, ne può creare 1,25 milioni di euro elettronici in più. Sommando le due cifre si ottiene 1,275.000 euro per ogni cittadino italiano, inclusi i bambini. Negli Stati Uniti la cifra è leggermente inferiore (2005), circa 1 milione di dollari USA. In ogni modo, questa cifra se distribuita - non creandola ancora dal nulla - potrebbe rendere ogni persona abbastanza ricca per uscire dalla micro-criminalità e questo è il motivo per cui io sono qui a parlarvene.Un po' del signoraggio finisce all'Europa del nord
[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT]6
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]E' affascinante perché, secondo me, si spiegano le ragioni dell'assassinio del ministro degli esteri svedese Anna Lindh, che chiedeva
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mototopo

Forumer storico
che si ramificano - per quanti sono stati educati come molti di noi lo sonostati - in ogni angolo della nostra mente"​
[FONT=Verdana,Verdana][FONT=Verdana,Verdana]- John Maynard Keynes

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[/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]Cara lettrice e/o caro lettore,
avrei voluto buttare la cosa sul comico, dato il clima paradossale che si è creato intorno alla quantità di abusi dell'attuale sistema monetario e del credito che stanno via via venendo alla luce a livello planetario. Avrei voluto scrivere qualcosa di questo genere:
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[/FONT]"Come guarire dalla Sindrome dell'ITALIANO IMPOVERITOL'italiano Impoverito si ottiene prelevando dall'Italiano Naturale una percentuale del debito pubblico al momento della nascita e togliendogli potere d'acquisto via via che cresce tramite la sottrazione della rendita monetaria. La ricchezza si aggiunge alla piccolissima parte di italiano rimanente che viene perciò chiamato: Italiano Arricchito. L'Italiano Impoverito è molto meno riccoattivo dell'Italiano Naturale e non esiste una certezza scientifica definitiva rispetto al suo collegamento con varie patologie sociali quali corruzione, suicidi per fallimento, partecipazione a missioni di usurykeeping, furti, rapine, scippi, spacci, prostituzione, etc. Solo una minima parte dell'Italiano che si trova in natura viene arricchito: meno del 7%. Qualcuno sostiene che la sintesi dell'italiano arricchito possa essere facilitata dall'elemento Governio (simbolo Gv). Per avere più certezze sulla particella ultima che è responsabile di tutto ciò, occorre costruire e sperimentare uno strumento costosissimo chiamato Grande Collisore Stolidonico (Large Moron Collider, LMC). "L´Europa deve essere molto fiera di vedere che gli scienziati europei, lavorando insieme, saranno in grado di preparare uno dei più inutili e costosi esperimenti di fisica al mondo," ha commentato Patakkich, il Commissario europeo per la Ricchezza Scientifica..."Ma la situazione si sta oramai deteriorando a vista d'occhio, me ne rendo conto. Quindi – soprattutto per rispetto di chi sta soffrendo mi attengo ad una prosa più chiara, magari meno divertente, ma sicuramente più utile per chi ci legge. Ho elaborato un manuale che rappresenta una specie di scommessa tra l'autore ed il lettore. Ho pensato di rivelare i punti chiave sul tema della moneta e del credito – nei limiti dello spazio disponibile – per mettere il lettore in condizione di capire una materia apparentemente ostile e di sfruttarla a proprio vantaggio. Mi sono impegnato per mettervi in grado, oltreché di difendervi dai cosiddetti "esperti" del settore, di realizzare magari assieme ad una piccola comunità – un vostro esperimento concreto di moneta locale, di moneta "aperta" (open source) o di moneta complementare. Più modestamente, il testo può servire come strumento di orientamento per chi si appresta semplicemente ad aderire a progetti di monete "altre" già in corso in Italia. Infine, il testo sarà utile a chi già professionalmente è un operatore del settore, per conoscere le ultime tendenze dell'economia quasimonetaria del terzo millennio e le strade che si stanno aprendo, nell'interneteconomy pensiero, per coglierne le opportunità. D'altro canto, sarebbe veramente un peccato assistere alla disintegrazione di un sistema senza avere da parte qualche alternativa funzionante da adottare, almeno nel perdurare dello stato d'emergenza.
[FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]Ho diviso il testo in tre parti principali: nella prima parte illustro ed analizzo la situazione attuale della moneta e del credito mettendone in evidenza le contraddizioni, le illegalità ed i difetti principali che rendono il sistema precario e malfunzionante, oltreché controproducente, non solo nei confronti del pubblico e dei consumatori, ma ormai addirittura per gli stessi operatori istituzionali (banche, stati, etc.). Questa parte è fondamentale perché mette in evidenza la voluta scarsità di informazioni, tra quelle normalmente disponibili al pubblico, sia dal punto di vista storico e legale che da quello operativo e psicologico. Una indisponibilità mantenuta ad arte al fine di privilegiare pochissimi "iniziati" e di creare quella pericolosa asimmetria di conoscenza che viene utilizzata per abusare della comunità, navigando in acque torbide spesso al limite della criminalità. Lo scopo di questa parte è, quindi, una volta delineata la cornice, quello di rendere evidente la necessità improrogabile di trovare una soluzione legale – o quantomeno una alternativa onesta – che possa permettere di riallineare la società verso il bene collettivo, mantenendo salvi i criteri della proprietà privata e di un lecito profitto . Esiste difatti la necessità di decriminalizzare il sistema monetario e del credito per restituire dignità – dopo una necessaria opera di purificazione – agli stessi operatori del sistema bancario ed alla clientela del sistema creditizio. La mia tesi è che in un sistema piramidale dove il vertice (la élite) viene selezionato attraverso un metodo di arricchimento sociopatico e criminale, molto facilmente le parti basse della piramide verranno anch'esse contagiate, corrotte, ed orientate ad adottare esse stesse atteggiamenti criminali (della serie: rubi chi può). E' un meccanismo automatico ed autoadattivo: in un sistema gerarchico, le parti inferiori della piramide tendono ad ingraziarsi le superiori – imitandole al fine di scalarne la posizione sociale. La novità oggi consiste nell'affermazione di un nuovo paradigma, quello della rete, che si diversifica dal paradigma della piramide. La rete è più resiliente – una parola di moda che indica una somma di abilità, capacità di adattamento attivo e flessibilità – rispetto alla piramide, ed [/FONT][/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]internet [/FONT][/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]ne è la prova più lampante. Con la distribuzione e la democratizzazione del sistema di comunicazione delle informazioni – e quindi della diffusione della conoscenza – diventa inevitabile un aumento di una domanda parallela di distribuzione degli strumenti monetari. Una delle funzioni della moneta è appunto trasportare informazioni: quando acquistiamo qualcosa, stiamo segnalando ai produttori di che cosa abbiamo bisogno, stiamo in un certo senso trasmettendo ordini all'apparato della produzione industriale e dei servizi affinché continuino a metterci a disposizione quel bene o quel servizio. Quindi, questa
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[/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]informazione occorre che non sia manipolata – cosa che invece avviene attualmente – altrimenti si finisce nel "caos dei segnali" e nella dittatura dei consumi forzati, mancando di evidenziare le esigenze reali radicate nelle necessità della gente. Particolarmente importante è il capitolo che illustra il mistero del capitale poiché mette in evidenza l'asimmetria informativa che – negando di fatto l'accesso ai titoli sul patrimonio relega vasta parte della popolazione in uno stato di miseria permanente altrimenti superabile. Nel capitolo "segretissimo" sulle forze speciali, si indica come recentemente, nei vari manuali di controinsorgenza, si sia preso atto dell'influenza delle problematiche relative alla moneta, all'economia ed alla finanza. Le principali agenzie dei servizi segreti stanno riposizionandosi sui pericoli del fondamentalismo del mercato, prendendo finalmente coscienza dei rischi derivanti dal terrorismo economico e dall'anarchia dei banchieri. L'ultimo capitolo di questa prima parte indica gli ostacoli, di carattere soprattutto psicologico, che impediscono alla gente di riconoscere come controproducente ed autolesionista l'attuale sistema economicofinanziariobancario, adottato ed accettato passivamente, e forse un po' troppo ingenuamente.
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[/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]Nella seconda parte del libro, illustro le situazioni in cui la gestione dell'emissione monetaria può essere attuata a beneficio della società nel suo insieme. Il primo capitolo riguarda la moneta di stato, come è il caso della Cina, di Cuba, dell'Iran, della Corea del Nord – ma anche della Germania, dell'Italia e del Giappone della prima parte del secolo scorso – una soluzione che permette di affidare l'emissione di moneta ad un potere – lo Stato, appunto – che è suscettibile di rispondere al pubblico delle sue azioni. In caso contrario, è accaduto che fosse il popolo a reagire attraverso l'insorgenza e la rivoluzione. Sembra banale, ma il potere monetario attuale, per come è stato conferito, ad esempio, alla Banca Centrale Europea, non può essere messo in discussione per via democratica. Con l'istituzione dell'euro, i giochi sono stati fatti: il parlamento ha assegnato a dei privati irresponsabili l'esercizio della sovranità sull'emissione di una moneta europea A CORSO LEGALE (forzoso). Per quanto io personalmente reputo questa regolamentazione – il Trattato di Maastricht contraria allo spirito costituzionale – e quindi illegale sin dall'inizio, ho comunque voluto inserire un capitolo dove si spiega come lo Stato possa tranquillamente aggirare questo vincolo ed emettere una sua moneta interna – magari a corso libero – sfruttando appieno le prerogative inalienabili della sua sovranità. Questo non è semplicemente un esercizio teorico, perché l'emissione di una moneta interna italiana permetterebbe da subito – e specialmente nella situazione d'emergenza economica in cui ci troviamo – di slegare le mani dello stato. Si potrebbero così mettere in atto tutte quelle iniziative e quegli ammortizzatori sociali necessari per alleviare la situazione disperata, ed apparentemente senza speranza, di gran parte della popolazione. Si propone quindi un'alternativa sensata, immediatamente attuabile dal governo, a situazioni altrimenti penose quali: emigrazione, secessione, moti popolari, etc. Sempre in questa seconda parte, un capitolo è dedicato alla soluzione dell'emissione di una moneta da parte di una società commerciale privata. Anche qui, opportuni accorgimenti permettono tecnicamente e legalmente di aggirare il Trattato di Maastricht. La necessità di questa seconda possibilità, rispetto all'emissione monetaria di stato, diventa ovvia qualora si abbia a che fare con uno stato che rifugge costantemente dalle sue responsabilità monetarie, ad esempio: legando le mani alla magistratura, lasciando decadere senza discutere in parlamento i disegni di legge sulla proprietà popolare della moneta, oppure, ancora, mancando di far rilevare le numerose illegalità del sistema attuale e permanendo complice di quello che sempre più, alla gente comune, appare come il "racket della raccolta della rendita monetaria privata". Un racket esercitato tramite una tassazione che impedisce lo sviluppo e che è travestito da "debito pubblico". Subito a seguire, espongo i casi di emissione da parte di piccole comunità e di gruppi noprofit nonché le relative esperienze correnti in Italia ed in Europa. Questa seconda parte del libro, illustrando tecniche progredite di credito sociale, credito mutuale e baratto evoluto, rappresenta il corpo principale e la guida operativa ideale per chi aspiri a diventare un cittadino attore, in prima persona, della riforma economica del sistema.
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[/FONT][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San][FONT=Nimbus Sans L,Nimbus San]La terza parte del libro, si occupa di analizzare le riforme monetarie proposte sia in Europa che negli Stati Uniti, nonché di proporre miglioramenti rispetto alle esperienze correnti. Nel fornire suggerimenti per ottimizzare i vari sistemi di emissione ed integrarli tra loro, si arriva a concepire un sistema compiuto e nuovo, isolabile dal sistema tradizionale, in caso di crisi irreversibile, in modo da porre la società al riparo dalle invenzioni finanziarie patologiche di una élite decadente e oramai allo sbando. Questa ultima parte del libro è particolarmente indicata anche per gli operatori istituzionali dell'amministrazione pubblica e per i politici che vi potranno trovare spunti per elaborare una risposta italiana alla minaccia di un globalismo selvaggio e predatorio. Un globalismo imperiale che è espressione diretta di quel governo invisibile ed ultralegale che, dal 1944, dagli accordi di Bretton Woods, sta esercitando, a porte chiuse, il potere reale da dietro le quinte. In questa chiave si fornisce l'esempio di un recente disegno di legge proposto alla regione Lombardia.
Nell'appendice troviamo una significativa serie storica di eventi che illustrano quanto da sempre l'argomento sia stato di attualità e quali siano state le sue conseguenze sull'evolversi della storia stessa dell'umanità.
La mia personale conclusione è che l'emissione della moneta e del credito non conviene mai lasciarla come monopolio esclusivo di una piccola parte della società. Infatti, al di là di leggi e regolamenti, ogni volta che questo è avvenuto si è avverato il rischio di abusi incontrollabili. Viceversa, in un clima di vero libero mercato e di libera concorrenza nell'emissione dei mezzi di pagamento e degli strumenti econometrici, è proprio la concorrenza stessa che assicura che nessun operatore abusi della sua posizione, sottomettendo e vittimizzando tutti gli altri. E' proprio l'attuale architettura dei sistemi di comunicazione interattiva che garantisce il tempo reale ed il basso costo. Sono questi i fattori necessari per l'attuazione della liberalizzazione dei sistemi di emissione di moneta e credito. Una liberalizzazione che, forse per la prima volta nella storia, diventa facilmente attuabile in pratica e su scala globale.
La scommessa che proponevo all'inizio riguarda proprio se, una volta popolarizzati e divulgati al vasto pubblico i trucchi del mestiere del meccanismo alchemicomonetariocreditizio, il cambiamento del sistema si realizzerà per davvero. E' una scommessa speciale perché si può vincere tutti. Al lettore la risposta e, soprattutto, me lo auguro, nei fatti.
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A) PRIMA PARTE - Qui ed ora, lo stato di fatto del sistema, la struttura della MATRIX monetaria e del credito
Il banchiere racconta, lentamente, che l’unica via per ribellarsi a tutto questo è spezzare le proprie catene. Gli anarchici mistici lavorando insieme, influenzandosi gli uni con gli altri creano fra di loro una nuova tirannia. E qui Pessoa interviene: "E tu? Con i tuoi monopoli?". "No, amico mio; io ho creato solo libertà. Ho liberato una persona. Ho liberato me. Il mio metodo, che è, come le ho provato, l’unico veramente anarchico, non mi ha permesso di liberarne di più. Quelli che ho potuto liberare, li ho liberati". - da: Il banchiere anarchico, di Fernando Pessoa, 1921Per poter parlare della moneta, ed in generale del sistema economico e bancario che vi è incentrato, un ottimo punto di partenza è rappresentato dai testi di Alexander Del Mar, un poliedrico storico della moneta del 19esimo secolo. Nel suo testo sulla storia dei crimini monetari [1], ci descrive in maniera molto avvincente quali sono state le manovre, durante la storia degli ultimi millenni, per impossessarsi del potere che deriva dal monopolio dell'emissione monetaria: "Il crimine insidioso dell'alterazione segreta o surrettizia delle leggi monetarie di uno stato - che non può che colpire nel modo più fatale ed illecito le sue libertà - non è nuovo. Un decreto dell'anno 360 Avanti Cristo, che riguarda l'antica moneta di ferro di Sparta, suggerisce che Glypsus non era estraneo a questa grave offesa. In una età successiva, Plinio, che giustamente lo definisce un crimine contro l'umanità, fa riferimento evidentemente all'alterazione del codice della zecca romana, mediante la quale venne sovvertito quello che rimaneva del sistema nummulario, intorno all'anno 200 AC, in favore di un conio privato permesso alle gentes [2]. Questa alterazione sembra sia ancora segreta perché non se ne trova menzione esplicita nei frammenti tramandati e conservati della legislazione del periodo. Ma il conio e la decadenza dello stato ci raccontano la storia con sufficiente chiarezza per giustificare l'anatema dell'enciclopedista romano. Con l'avvento dell'Impero, lo stato riprese il completo controllo delle sue emissioni monetarie, e questa politica continuò ad essere mantenuta fino a quando le rivolte barbariche del quinto e sesto secolo ne sovvertirono od indebolirono l'autorità obbligandolo a violare con connivenza le prerogative che esso aveva perso il potere di prevenire o punire. L'ultimo atto notevole del suo risentimento per l'usurpazione della prerogativa del conio fu la guerra che Giustiniano II dichiarò contro Abd-el-Melik per aver osato coniare, quest'ultimo, delle monete d'oro senza il timbro o il permesso imperiale. Dopo la caduta di Costantinopoli, nel 1204, la prerogativa dell'imperatore romano, che era caduta nelle mani dei numerosi potentati che instaurarono le loro monarchie sulle rovine dell'impero e dei suoi possedimenti, divenne la fonte di numerose lotte con i nobili di rango inferiore che, nella loro ignoranza ed avidità, volevano detenere un diritto che, fintanto che rimaneva nelle loro mani, rendeva impossibile l'erezione di un regno e quindi di quel potere che poteva garantire il riconoscimento e l'appoggio alla loro stessa nobiltà. Il processo del Re Filippo il Bello contro in Conte di Nevers [3] illustra molto chiaramente questo punto di vista. Prima della scoperta dell'America, il conio privato era represso ovunque. L'essenziale prerogativa della monetazione era affidata e centrata nelle varie teste coronate che governavano gli stati europei. Non molto dopo questo evento, quando l'avidità sbocciò a nuova vita sulle spoglie di un continente saccheggiato, si rinnovarono i tentativi per appropriarsi della prerogativa statale sull'emissione monetaria. Questa volta non erano i nobili truculenti che con impudenza reclamavano il diritto che una volta era appannaggio dei Cesari e che poi lo esercitavano sfidando la Corona, ma bensì erano i furtivi miliardari che, di nascosto, cercavano di acquisirla attraverso l'arte della menzogna, degli intrighi e della falsificazione".Inutile dire che Alexander Del Mar venne accademicamente perseguitato. Il "Nobel" [4] dell'economia Robert Mundell ne ha fatto oggetto di un interessante studio [5]. D'altra parte non si può negare che i fatti relativi alla guerra per la gestione del potere monetario sono stati per lo più epurati dai libri e dai manuali di storia, sicché gran parte degli avvenimenti principali - senza un apparente filo logico - appare come una sequenza casuale di conflitti e guerre causate spesso da motivi futili. Del Mar accusa esplicitamente la Chiesa di aver corrotto la letteratura nel senso di censurare quei passaggi cruciali necessari per capire - ad esempio - l'evolversi della questione dell'usura. D'altra parte, un recentissimo testo mette a nudo l'esposizione morale della Chiesa cattolica rispetto alla degenerazione del sistema bancario [6]. Per descrivere in breve il sistema attuale, nel 2005 elaborai il seguente documento destinato ad una conferenza di Ginevra sulla criminalità organizzata [7] Paper per la 2° Conferenza internazionale sulla criminalità
Ginevra, 29-30 giugno 2005
[FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT]"[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]Comportamento quasi-criminale di alcune istituzioni finanziarie"
[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]di Marco Saba, ONG Centro Studi Monetari[8]
Sommario
Nei tempi recenti, attraverso internet, si trovano un ampio numero di documenti sull'economia, la finanza e le pratiche bancarie. Unesempio è il sito internet della Scuola Austriaca di Economia, www.mises.org, dove è possibile leggere online unìampia letteratura.Di particolare interesse sono i testi di Murray N. Rothbard, uno dei principali rappresentanti di questa interessante scuola dipensiero [9]. La scoperta di alcune pratiche bancarie esotiche ha portato l'autore a svolgere un'indagine nel campo della moneta edel credito. I risultati qui presentati possono magari essere conosciuti agli specialisti, ma la persona normale rimarrà sorpresa dallenostre scoperte.
Chi è il proprietario?Uno dei primi fatti trovati è che non c'è attualmente una legge che ci dice chi sia il proprietario della moneta al momento dell'emissione. Questo punto venne evidenziato per la prima volta dal docente universitario Giacinto Auriti [10]. Egli ne rimase così sorpreso che fece causa alla Banca d'Italia. La causa venne persa ma il governatore dell'epoca venne rimosso - era quello che poi diventò presidente della Repubblica. Il motivo della causa era: "Se la banca centrale non è la prorpietaria della moneta all'atto dell'emissione, come può prestarla attraverso la pratica dell'acquisto dei buoni del Tesoro?". Di recente, sotto indicazione
[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT]5
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]dell'autore, una associazione di consumatori molto conosciuta, l'ADUSBEF [11], ha reiterato la causa ma questa volta chiedendo indietro il signoraggio alla Banca d'Italia ed alla Banca Centrale Europea, a nome di uno dei consumatori associati. Il signoraggio è la differenza tra i costi di stampa della cartamoneta ed il suo valore facciale. Nel caso del biglietto da 500 euro, può essere molto significativo. Nei tempi antichi, il signoraggio era un privilegio del sovrano, del re, ma ora, dopo il referendum del 1946, in Italia è il popolo che è sovrano. La monarchia venne abbandonata.La responsabilità?La banca centrale italiana - la Banca d'Italia - è una società privata in modo molto simile alla Federal Reserve, la banca centrale statunitense. I proprietari sono altre banche, compagnie di assicurazioni, ma, per circa un 5%, la proprietà è segreta [12]. Uno dei punti è che la banca centrale funziona da arbitro sulla condotta delle altre banche, ma non è responsabile nei confronti di nessuno, cioè non esiste un processo di revisione pubblica. Il fatto che la banca centrale sia il controllore delle altre banche che ne sono proprietarie, rappresenta un caso molto eclatante di conflitto di interessi che, nella nostra opinione, è molto peggiore di quello molto pubblicizzato che riguarda il primo ministro italiano Berlusconi. Ma questo non è il punto, perché questo documento non si occupa di politica.Dove finisce il signoraggio?Il signoraggio . dal punto di vista della banca centrale italiana - è la differenza tra il valore nominale totale delle banconote e quello dei buoni del Tesoro che riceve - oltre agli interessi. Nel bilancio, loro mettono la somma del valore facciale delle banconote nel capitolo delle passività. Secondo noi, essi dovrebbero invece mettere nelle passività i costi di emissione invece del valore facciale [13]. E, ovviamente, devono mettere il valore facciale dei buoni del Tesoro nella parte dei profitti del bilancio. Nella contabilità "normale" il signoraggio finisce per scomparire con un tocco di mistero. Per meglio capire come questa pratica possa essere illegale, immaginiamo un proprietario di Casinò che metta il valore facciale dei gettoni (fiche) nella parte delle passività del bilancio, invece che il semplice costo dell'acquisto dei gettoni. E' opinione dello scrivente che il signoraggio vada a beneficio dei proprietari della banca centrale [14], creando un enorme buco nero chiamato "debito pubblico". E' ovvio che se il Ministro del Tesoro pagasse le banconote al solo costo di stampa, il debito pubblico sarebbe minimo, se non zero. Ma dovremmo dirlo alla casta che sta dietro ai proprietari non-eletti della banca centrale.
L'argomento della contraffazione
Se l'euro creato dalla Banca Centrale Europea non è "la moneta dei popoli europei", ma una moneta posseduta da un oligopolio[15], diventa evidente che si tratta di moneta contraffatta. Questo venne puntualizzato dal premio Nobel Maurice Allais. In effetti, ilpremio Nobel dell'economia, nel paese delle meraviglie dell'economia, è anch'esso contraffatto: non è il premio Nobel dellafondazione Nobel, ma, indovinate un po', è il premio dato dalla banca centrale svedese!
Un triangolo o anche piùDobbiamo ricordare che,
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]prima di pagare gli interessi sul "debito pubblico"[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS], lo stato italiano negli anni recenti ha avuto dei profitti per il 5-10%. Gli attori di questa tragedia sono: il Ministro dell'Economia, la banca centrale ed i cittadini. Come pratica normale, sono i cittadini che pagano gli errori di investimento del ministero dell'economia. In Italia, è considerato storicamente normale che i profitti vengano privatizzati mentre il peso dei costi viene lasciato ai cittadini. Quando la truffa verrà svelata, i dipendenti del ministero dell'economia rischieranno l'accusa di peculato [16], un reato punito dal codice penale. Possiamo anche aspettarci una certa reazione scomposta da parte del pubblico, poiché il costo del signoraggio totale, in capo ad ogni cittadino, è di circa 1,3 milioni di euro. In questo modo i cittadini vengono tassati tre volte:- la prima, attraverso le tasse normali come l'IVA e quella sul reddito;- la seconda, attraverso la truffa del signoraggio;- la terza, attraverso l'inflazione dovuta al lavoro inarrestabile delle stampanti della BCE - o dei suoi soci.Questo intero processo era in qualche modo meno identificabile quando c'era lo standard dell'oro, perché la banca centrale poteva sempre dire di essere proprietaria di una "riserva" con cui adempiere alla redenzione delle banconote.Il signoraggio della riserva frazionaleMentre calcolare il signoraggio sulle banconote trattenuto dalla banca centrale è abbastanza facile - basta grosso modo prendere l'entità del debito pubblico e dividerla per il numero di cittadini, circa 25.000 euro procapite - calcolare il signoraggio che deriva dalla creazione del credito da parte delle banche è un po' più complicato. Bisogna prendere in considerazione la riserva frazionaria, uno schema Ponzi: ovvero, la capacità di creare denaro dal nulla. La riserva frazionaria è attualmente al 2% così le banche, con 100 euro depositati dalla clientela, possono creare 5.000 euro di moneta "elettronica". Mentre creano moneta elettronica, tramite "conti correnti", esse si appropriano del relativo signoraggio poiché, contrariamente al pubblico sentire, non distruggono mai la nuova moneta che creano - tecnicamente questo processo viene chiamato "riflusso bancario" [17]. Questo spiega semplicemente perché abbiamo sempre una quantità di moneta in espansione. Immaginate i 25.000 euro creati col debito pubblico depositati in qualsiasi banca: il sistema bancario, nel suo complesso, ne può creare 1,25 milioni di euro elettronici in più. Sommando le due cifre si ottiene 1,275.000 euro per ogni cittadino italiano, inclusi i bambini. Negli Stati Uniti la cifra è leggermente inferiore (2005), circa 1 milione di dollari USA. In ogni modo, questa cifra se distribuita - non creandola ancora dal nulla - potrebbe rendere ogni persona abbastanza ricca per uscire dalla micro-criminalità e questo è il motivo per cui io sono qui a parlarvene.Un po' del signoraggio finisce all'Europa del nord
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]E' affascinante perché, secondo me, si spiegano le ragioni dell'assassinio del ministro degli esteri svedese Anna Lindh, che chiedeva
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mototopo

Forumer storico
E' affascinante perché, secondo me, si spiegano le ragioni dell'assassinio del ministro degli esteri svedese Anna Lindh, che chiedeval'introduzione dell'euro in Svezia.Quando la BCE distribuisce il signoraggio, essa lo conferisce alle banche centrali che sono sociedella BCE stessa. Per esempio, la banca centrale italiana prende il 14,7% del signoraggio dichiarato dell'euro (loro si riferiscono alsignoraggio come "rendita monetaria" - io preferisco la definizione italiana di "pizzo"). Nei paesi dove però l'euro non ha sostituitola valuta nazionale, come Gran Bretagna, Svezia e Danimarca, la banca centrale locale prende DUE signoraggi: il 100% di quelloriferito alla moneta locale PIU' la quota parte di quello sull'euro. Non pensate che sia sufficiente per giustificare un assassinio?(Certo, ammesso che non si tratti di un "assassino pazzo e solitario", come così tanti nella storia del secondo dopoguerra)
Che fare ora?
L'autore suggerisce di fare ben presto una riforma monetaria generale [18] dove la destinazione del signoraggio sia molto chiara erispondente contabilmente al pubblico, Senza sovranità monetaria è veramente difficile immaginare una vera democrazia. Se loscopo dei banchieri centrali è di globalizzare questo dubbio sistema, possiamo prevedere una forte resistenza da parte della genteinformata - sia che essi vivano in Iraq che altrove. Inoltre, una rivelazione incontrollata della verità, l'esposione della bolla del"falso debito pubblico", può portare ad una specie di rivoluzione del terzo millennio. Dopo tutto, negli Stati Uniti ci fu la guerrad'indipendenza per liberarsi dal sistema basato sulla sterlina inglese.
Dove siamo oggi? (2005)
Seguendo la lucida teoria della Scuola Austriaca d'Economia sul ciclo economico, siamo nella fase del
[FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]"crack-up boom"[/FONT][/FONT]. Questo sta emergendo negli Stati Uniti col rapido aumento del costo degli immobili [19]. Il "crack-up boom" è quella fase finale di boom di breve durata che avviene negli stadi finali di un periodo di inflazione apparentemente senza fine. Il "crack-up boom" è il risultato di una corsa all'acquisto di beni di valore concreto e marca la fine dell'inflazione attraverso la distruzione totale del sistema monetario. Il fatto che sia il dollaro invece dell'euro ad essere esposto recentemente a delle critiche [20] non è molto consolante, perché nel sistema monetario internazionale vigente, tutte le valute decretizie sono collegate tra loro. Se cade il dollaro, l'intero sistema soffrirà un annichilimento ed un crollo.Così potete vedere che il problema non è semplicemente di esporre qualche disfunzionamento che sta colpendo il sistema bancario occidentale o se questo malfunzionamento sia criminale o meno [21], ma si tratta della stessa sopravvivenza.
[FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT]Nel 2009, ho avuto una conferma riguardo al sistema contabile dei Casinò. Un operatore del settore che me ne ha inviato la seguente descrizione.[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]La "doppia" contabilizzazione delle Fiches nei Casinò[/FONT][/FONT]di Giancarlo Colussi, webmaster di CasinoOnLine.itQuando entriamo in un casinò di solito la prima operazione che effettuiamo è quella di cambiare i nostri soldi con le fiches che ci permetteranno poi di giocare. Da quel momento in poi sappiamo di poter sempre, sia in caso di aumento che di diminuzione del nostro monte-fiches, ritornare al cambio ed ottenere l’equivalente del valore dei nostri gettoni in valuta a corso legale: questo è un diritto fondamentale ed inalienabile del giocatore. Affinché questo sia sempre possibile, la casa da gioco deve garantire che ci sia denaro vero a "coprire" quello fittizio impiegato all’interno per le scommesse, indipendentemente da quale gioco del casinò si sia scelto (riserva integrale al 100%). È quindi ovvio che i gettoni in circolazione fra gli scommettitori, devono essere costantemente coperti con denaro contante, sia esso nelle casse o nel caveau. Detto questo, che è abbastanza ovvio e derivabile dal buon senso, è invece più interessante vedere come le fiches vengano poi considerate a livello contabile. Definiamo anzitutto il valore nominale come valore assegnato ai gettoni durante il gioco, e come valore reale quello che è il costo grezzo della fiche, cioè quanto paga il Casinò al fornitore dei preziosi dischetti. Per intenderci una fiche con la scritta 1.000€ avrà un valore nominale di mille euro e un valore reale di qualche centesimo di euro. Se immaginiamo il Casinò come un piccolo stato con la propria Zecca per produrre la propria moneta, è chiaro che il valore nominale totale delle fiches non può essere superiore al valore del casinò stesso, altrimenti potrebbe decadere il principio di "copertura" enunciato in precedenza. Per tale ragione il valore nominale totale dei gettoni è posto al passivo nello stato patrimoniale, in maniera tale che in un bilancio corretto sia coperto dall’attivo di gestione (cash) e dai beni mobili ed immobili di proprietà della sala da gioco. Fra i beni posseduti dal casinò, e quindi nell’attivo di bilancio, ecco in fine ricomparire le fiches, questa volta nel loro (sensibilmente minore) valore reale.Che fine fanno i soldi che spendiamo nei casinò?Oltre alla comodità di giocare da casa senza doversi incravattare per non sfigurare nell'atmosfera patinata e quasi claustrofobica, una delle maggiori differenze dei casinò online rispetto a quelli reali è che non si usano chips vere e proprie. Ciò significa che non c'è bisogno di una vera e propria conversione dai contanti alle fiches. Anche se le carte di credito sono bene accette in tutte le case da gioco, il vero giocatore ha sempre un buon mucchietto di denaro contante in tasca. Questo non tanto per emulare gli oligarchi del petrolio russo, o gli sceicchi arabi, che con i loro fasci di banconote fanno incetta di fiches. Il vero problema è che, per non interrompere il gioco, se si rimane senza fiches al tavolo, il croupier cambierà subito solo le banconote. Se si rimane a corto di contanti, bisogna andare a prelevarne da uno degli ATM presenti nel casinò o alla cassa, rischiando così di perdere mani buone o il posto ad tavolo con giocatori di basso livello facili da dominare. Chi gioca alle slots oppure al blackjack online, può continuare a giocare senza l’ansia di controllare quante banconote gli sono rimaste e il rischio di perdere il posto.Per i casinò reali però, la gestione dei contanti incassati è un discreto grattacapo. Non c’è quindi da sorprendersi se tutte le sale da gioco hanno grossi caveau, costosi sistemi di allarme e loschi figuri vestiti di nero a vegliare sulle banconote dei giocatori. Il denaro raccolto alle casse non resta in cassaforte a lungo: con cadenza settimanale o bisettimanale, viene infatti inviato alla banca di fiducia, dove, salvo colpi ad effetto operati durante il tragitto da novelli Arsenio Lupin, viene depositato in un conto privilegiato. Tale conto permette al casinò di far fronte ai bisogni a breve, come salari e spese di gestione (elettricità, acqua, carte, dadi) ma
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[/FONT]anche di risparmiare risorse per futuri piani di investimento a medio e lungo termine.Nel bilancio di fine anno di una sala da gioco media, quindi, troveremo i soldi raccolti alle casse sotto varie voci: alcuni saranno indicati come generiche spese di gestione, altri invece saranno nel frattempo diventati una nuova sala cinese, o una suite con Jacuzzi per i grandi scommettitori o un TFR integrativo per il management. La trasparenza dei processi contabili delle società a partecipazione collettiva, come i casinò, vuole poi che ogni voce sia presentata in dettaglio, dalla bottiglia di champagne, alla performance live di Massimo Ranieri, tutto deve essere visibile agli azionisti, sia pubblici che privati. La complessità delle suddette procedure di auditing e accounting ha spinto molte sale da gioco a cedere la gestione patrimoniale a società terze che, oltre a redigere il bilancio, collaborano con il management tecnico per validare finanziariamente i progetti di sviluppo. Occorre aggiungere, se vogliamo, che i casinò sono anche più trasparenti rispetto agli investimenti bancari. Questo perché le possibilità statistiche di vincita o perdita di ogni gioco sono note a tutti. Mentre quando la banca ci consiglia i buoni Cirio, Parmalat o i derivati, non si sa mai con certezza dove si va a finire. Detto questo, i fatti avvenuti dal 2005 ad oggi, non hanno avuto altro effetto se non confermare ulteriormente quanto esponevo già allora. Il punto cruciale è di trovare un nuovo sistema monetario che rispetti gli interessi di tutte le parti in causa. Un gioco a somma positiva che presuppone anche un cambiamento di paradigma. Se si pensa che l'Italia è ancora "una Repubblica fondata sul lavoro", come se la cosa più importante sia il lavoro in sé, si capisce che, al tempo dei faraoni, erano già in una situazione più avanzata. Anche allora il lavoro era utilizzato come sistema di redistribuzione del reddito, per questo si facevano le piramidi. Per dare lavoro quando non ce n'era, al fine di distribuire un reddito sufficiente per mantenere la popolazione. Ma oltre a questo, nell'antico Egitto avevano già intuito la necessità di utilizzare almeno due tipi di moneta: le ricevute di deposito del grano, come moneta interna, ed un sistema per gli scambi con l'estero, che erano appannaggio dello Stato, con l'oro ed il baratto. Quindi, quando "non c'era lavoro", lo stato assumeva i disoccupati per costruire templi e piramidi. Un vero e proprio ammortizzatore sociale. Con l'avanzare della tecnologia, oggi, dovremmo trovare un sistema più efficace per distribuire il potere d'acquisto. Se oggi una macchina può fare il lavoro di cento uomini, occorre trovare un mezzo per distribuire a quei cento uomini il frutto del lavoro della macchina. Non "altro" lavoro che sarebbe inutile. Semmai, una redistribuzione del lavoro necessario tra quanti possono farlo. Non ha senso dire che il 10% della popolazione è disoccupata se non si spiega perché non si può far lavorare meno quelli che già lavorano, per far lavorare un po' tutti. Se questo non è possibile per motivi logistici, allora ci si deve rassegnare a distribuire comunque del potere d'acquisto a quanti non possono lavorare. Questo libro ha fondamentalmente lo scopo di spiegare come è possibile farlo, fin da subito, sia a livello statale che a livello locale. Sia come iniziativa pubblica che privata. Niente vieta infatti che vi siano più sistemi funzionanti in parallelo, anzi. Una libera concorrenza favorirebbe tutti gli operatori ed i consumatori di moneta, che può anch'essa essere considerata come una merce. Come vedremo più avanti nel testo, ci sono stati dei disegni di legge per riconoscere la proprietà popolare della moneta, ma questi disegni sono stati osteggiati e non sono mai stati messi nell'agenda per essere discussi in parlamento. Eppure c'è, nell'aria, un cambiamento epocale: la diffusione della conoscenza della tecnologia operativa dei sistemi monetari permette ad una platea sempre più vasta di accedere ai benefici della distribuzione monetaria. Il segreto, che prima era dei sacerdoti del Tempio, poi dei re e degli imperatori, poi dei templari, poi anche dei nobili di basso rango, dei mercanti-banchieri del medioevo, ed infine dei banchieri moderni e dei ministri dell'economia, oggi può essere finalmente divulgato, grazie ad internet, alla classica casalinga media (o casalingo). Quella disparità d'informazione monetaria che costituiva un privilegio di pochi, sta diventando alla portata di tutti, prendendo alla sprovvista banchieri e politici. Il vecchio gioco, in cui i banchieri approfittavano dell'ignoranza popolare e si facevano scudo dei politici per non pagarne le conseguenze, comprando il silenzio dei giornalisti e dei vari mezzi d'informazione, è ormai morto e sepolto. I politici ed i banchieri che coglieranno in tempo il vento del cambiamento, potranno elaborare delle strategie per evolversi e continuare ad avere un qualche ruolo anche nel terzo millennio. Tutti gli altri saranno destinati a scomparire o a trovarsi un altro lavoro. Il grande rischio morale di questo gigantesco sistema truffaldino è che pochissimi ufficialmente stanno pensando ed investendo per prepararsi al cambiamento, la maggior parte sperano che "l'invenzione della ruota" passi inosservata! I politici, a parte Antonio Di Pietro e pochissimi altri, credono che la massa sia troppo stupida per non accorgersi che dietro alle caste c'è un sistema feudale di potere che ormai ha fatto il suo tempo. I giornalisti e gli altri professionisti dell'informazione sono tenuti zitti dagli inserzionisti e da quanti pagano la pubblicità, oltreché dagli stessi proprietari ed editori. I banchieri temono la nuova economia, quella vera, perché sono troppo pigri per cambiare sistema. Ma diventa sempre più evidente che i banchieri del domani avranno ben poco in comune con quelli di oggi. Siamo destinati a vedere ripetersi quello che avvenne quando si passò dal carro all'automobile: ben pochi carrettieri si convertirono alla nuova tecnologia, forse nessuno. E oggi, sono scomparsi, come fossero mai esistiti. Le guerre che si stanno combattendo sono dovute ad un modello basato su una moneta-debito che depriva la popolazione del potere d'acquisto. Da una parte abbiamo le multinazionali e le grandi società che devono produrre beni per pagare l'usura delle banche, con il contorno della corte dei manager con stipendi spropositati, dall'altra abbiamo un pubblico che non può acquistare i beni prodotti. Quindi, si producono armi perché queste non necessitano di essere comprate, ma vengono distrutte gratis. Si distruggono paesi interi per ricostruirli peggio di prima. C'è una corsa affannosa verso la distruzione della ricchezza reale in cambio dell'accumulazione di simboli monetari che non hanno più mercato. Perché appunto questo è la moneta: un simbolo monetario che trova l'espressione nel valore nei beni che può acquistare PERCHE' il pubblico si fida a riceverlo. Ma la situazione attuale mina la fiducia del pubblico in una moneta fatta apposta per impoverirlo. Una moneta nata da una cultura feudale di sfruttamento dell'uomo sull'uomo senza considerare che la felicità è un bene misurabile nell'aggregato. Più gente è felice, e più gente tenderà ad esserlo. Invece ci troviamo in una situazione in cui il 98% dell'umanità è vittimizzata dal signoraggio, ed il 2% del rimanente non sa come spenderlo. Cosa comprare per mantenere quel privilegio ingiusto? Bombe atomiche? Altri mezzi di disinformazione di massa? Uno yacht da 150 metri? 50 guardie del corpo? Un bunker dove rifugiarsi quando arriverà il redde rationem? E' meglio investirlo per corrompere tutti i governi africani o per pagare una squadra di forze speciali e mandarla ad avvelenare ed avvelenarsi con proiettili all'uranio radioattivo? O forse è meglio spenderla per comprare intere religioni in modo da tenere la gente nell'ignoranza sennò arriva il diavolo? Il 98% della gente è terrorizzata dallo spettro della miseria, il 2% è terrorizzata dalla gente terrorizzata. Siamo sicuri che ci sia stato un vantaggio a differenziarci dalle scimmie? Dimostriamolo, allora. Molti danno tutta la colpa alle famiglie dei banchieri internazionali, senza considerare che essi avrebbero proprio potuto ragionare come indica il poeta Pessoa nella citazione all'inizio. Senza considerare che, anche se minima, esiste una grossa responsabilità da parte del pubblico: la mancanza di attivazione per inventare un futuro diverso. I motivi psicologici che
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potrebbero essere alla base di questo fenomeno sono trattati in un capitolo a parte. Nel prossimo capitolo tratterò delle origini storiche e del periodo dal secondo dopoguerra ad oggi.Note:[1] Alexander Del Mar, Barbara Villiers: History of Monetary Crimes, 1899. Il titolo si riferisce ad una delle numerose amanti del re Carlo II d'Inghilterra, uno degli Stuart. Lady Diana, la principessa di Wales, discendeva da Henry Fitzroy, primo Duca di Grafton, figlio di Barbara Villiers, prima Duchessa di Cleveland, e di Carlo II, di cui era uno dei 12 figli illegittimi (la moglie ufficiale ebbe solo 4 gravidanze finite male). Così, se il principe William, il figlio di Carlo e Diana, venisse effettivamente incoronato Re, sarebbe il primo monarca discendente da Carlo II in linea diretta. Sarebbe un'ottima occasione per rivendicare allo stato il diritto sull'emissione monetaria a suo tempo scippato all'avo Carlo II.[2] Nell'antica Roma, la gens (pl. gentes) era un gruppo di persone che condividevano lo stesso nomen gentilizio. I differenti "rami" di una gens, le famiglie (familiae), portavano un differente cognomen (o soprannome) per distinguerle. Ad esempio la gens Cornelia comprendeva sia i Cornelii Scipiones, sia i Cornelii Balbi, i Cornelii Lentuli, etc. Le gentes originarie sono gli arcaici clan familiari romani che sarebbero esistiti al momento della nascita di Roma. Secondo lo storico Tito Livio, al tempo della fondazione di Roma sarebbe avvenuta la federazione di un gruppo di clan preesistenti sotto l'azione unificatrice di Romolo, a cui si aggiunsero (per le vicende conseguenti al ratto delle sabine) molte famiglie venute al seguito di Tito Tazio, realizzando la fusione del popolo romano con quello dei Sabini. Secondo Tito Livio le gentes originarie sarebbero state un centinaio, distribuite nelle tre antiche Tribù dei Ramnes, dei Tities e dei Luceres. Secondo questa interpretazione Roma sarebbe sorta dall'integrazione di ben tre popoli: Latini, Sabini ed Etruschi.[3] Sotto Filippo IV detto il Bello, il procuratore generale intentò una causa contro il Conte di Nevers per aver quest'ultimo fuso le monete del regno. Si stabilì che questa era una prerogativa esclusivamente reale e che il Re poteva utilizzarla, non a suo vantaggio ma per la "difesa dello Stato" (una scusa sempre buona). La prerogativa venne difesa meglio e più completamente durante la famosa causa delle "monete miste" (Mixed Moneys) da parte di Sir Matthew Hale. La Corona perse il potere di monetare, senza volerlo, sotto agli Stuart. Gli eventi dimostrarono che la Legge era completamente inconsistente, rispetto alla salvezza dello Stato, e che se ne richiede una revisione.[4] Il premio dell'economia dedicato a Nobel, non è, come invece nel caso degli altri Nobel, un riconoscimento della Fondazione Nobel. Il premio è stato inventato successivamente dalla Banca Centrale di Svezia, nel 1968, per festeggiare il 300esimo anniversario della sua fondazione. Questa usurpazione è fortemente criticata dallo stesso bis-nipote di Alfred Nobel, Peter Nobel. Non è il primo né l'ultimo caso in cui una disciplina, l'economia, fortemente piegata agli interessi del sistema bancario occidentale, rivela, attraverso un conflitto d'interesse, il suo peccato originale. La supposta scienza dell'economia si rivela così sempre più supposta che scienza.[5] Robert Mundell, "Comment on academic exclusion: the case of Alexander Del Mar", European Journal of Political Economy, vol. 20(1), 2004. Nel testo si narra dell'esclusione dalla torre d'avorio dell'accademia dell'economia di questo vero e proprio Leonardo da Vinci della moneta che era Alexander Del Mar. All'università di Princeton si trovano sette volumi di A. Del Mar, donati dal figlio, il giudice A. Demorest Del Mar tra il 1961 ed il 1962, assieme a molto materiale di documentazione. Sono stati archiviati nella collezione dei libri rari (General Rare Books Collection). I libri sono stati scansionati e digitalizzati dalla Microsoft e messi gratuitamente a disposizione online, negli ultimi tre anni, su archive.org. [6] Gianluigi Nuzzi, Vaticano Spa: da un archivio segreto la verità sugli scandali finanziari e politici della Chiesa, Ed. Chiarelettere, 2009.[7] All'epoca facevo parte dell'Osservatorio sulla Criminalità Organizzata di Ginevra. Inutile dire che, avendo inviato in anticipo il testo del mio intervento, mi fu sconsigliato ed impedito di esporlo ecludendomi di fatto dalla lista degli oratori ufficiali. D'altra parte, la conferenza stessa era sponsorizzata dal Credito Svizzero...
[8] Il documento è scritto dal punto di vista prospettico della situazione italiana. Il testo originale in inglese si trova qui:L'economista ($)mascherato: “Quasi-criminal behaviour of some financial institution”
Il sito del CSM si trova qui: CSM - Centro Studi Monetari per una moneta open source
[9]Vedasi: Murray N. Rothbard,
[FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]The Mystery of Banking[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT], Richardson & Snyder, 1983
InvestireOggi - La guida agli investimenti finanziari e di Borsa
[10] Vedere: Giacinto Auriti,
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]L'Ordinamento Internazionale del Sistema Monetario[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT], Edigrafital, Teramo, 1996
Sistema Monetario
[11] Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari E Finanziari
Adusbef
[12] I nomi dei soci furono rivelati solo a seguito dello scandalo che travolse il governatore Fazio, che venne costretto alle dimissioni.
[13] Vedere: Bruno Tarquini,
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS][FONT=Times New Roman,Times New Roman PS]La banca, la moneta e l'usura - la Costituzione tradita[/FONT][/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT], ed. Controcorrente, 2001
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT]9
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[/FONT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][FONT=Times New Roman,Times New Roman PSMT][14] Il signoraggio viene riciclato dalle banche d'emissione attraverso conti neri che queste intrattengono con le grandi centrali
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Forumer storico
piano piano vi posto il trucco.un po' per volta, se no prendere la suppostona tutta insieme,...................................gruppo amici ,gruppo,zio leder
 

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