un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo

IMPORRE UN GOVERNO PRO BILDERBERG DESTABILIZZANDO LE BANCHE ITALIANE

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IMPORRE UN GOVERNO PRO BILDERBERG DESTABILIZZANDO LE BANCHE ITALIANE: IMPORRE UN GOVERNO PRO BILDERBERG DESTABILIZZANDO LE BANCHE ITALIANE Per imporre in Italia un governo compiacente alla linea che molti oggi chiamerebbero “Linea Bilderberg”, o “Linea Monti-Merkel-Goldman Sachs”, nonostante l’esito elettorale dell’ultimo voto politico, potrebbe essere a breve orchestrata una crisi bancaria italiana che terrorizzi la popolazione e crei il consenso per un governo [...]

Pubblicato daMaurizio Barbero
 
IMPORRE UN GOVERNO PRO BILDERBERG DESTABILIZZANDO LE BANCHE ITALIANE

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IMPORRE UN GOVERNO PRO BILDERBERG DESTABILIZZANDO LE BANCHE ITALIANE: IMPORRE UN GOVERNO PRO BILDERBERG DESTABILIZZANDO LE BANCHE ITALIANE Per imporre in Italia un governo compiacente alla linea che molti oggi chiamerebbero “Linea Bilderberg”, o “Linea Monti-Merkel-Goldman Sachs”, nonostante l’esito elettorale dell’ultimo voto politico, potrebbe essere a breve orchestrata una crisi bancaria italiana che terrorizzi la popolazione e crei il consenso per un governo [...]

Pubblicato daMaurizio Barbero

adesso cerco di diffonderlo subito
 
Con la Lira non Esiste Default

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Con la Lira non Esiste Default


Forum: Economia, Futures, Cambi, Commodities, Bonds > Programma AntiDepressione, 150 mld di rimborso di tasse

[Gz per favore potresti rispondere a questa domanda :
Tornare alla lira significherebbe automaticamente dichiarare default ?
Se la risposta è negativa potresti fare un post preciso e spiegare per quale motivo non c'è nessuna ragione per cui l'Italia dovrebbe fare default ?? Oramai le due cose da tutta la propaganda sono collegate automaticamente anche sul sole24 si dice che tornare alla lira significa automaticamente default senza spiegare il perchè.]

E' il contrario e la gente che diffonde questa idea andrebbe denunciata in tribunale per diffamazione del proprio paese (se esiste un reato del genere).

Sopra una Banca Centrale di un paese, con valuta non convertibile, c'è solo Dio. Se Dio non interviene e glielo impedisce fulminando il governatore mentre cambia i numeri nel suo computer può fare quello che vuole. Perchè mai lo stato deve dichiare default, cioè dire che la Banca centrale non può cambiare dei numeri nel suo computer ? Spiegatelo a Beppe.

La Banca di Inghilterra ad esempio ha ricomprato titoli di stato per 450 miliardi dal 2009 in poi, un quarto dei titoli di stato inglesi in circolazione e la FED ne ha comprati per 2.000 mld e rotti. Se vogliono li ricomprano tutti, li fanno sparire tutti e a Londra oggi se ne discute, se ne discute sul Financial Time ad esempio che evidentemente in Italia non arriva in edicola. Se vogliono le Banche centrali eliminano tutto il debito pubblico senza nessun costo... perchè addebitano a se stesse e non hanno nessun vincolo a farlo. Il debito pubblico è l'ultimo dei problemi a questo mondo (se hai la tua valuta)

Se torni alla lira puoi pagare tutto quello che ti pare a chiunque con lire che crei tu e non devi fare nessun default. Uno stato che ha la sua moneta non dichiara mai default sul debito nella propria valuta. I DEFAULT SI DICHIARANO SOLO SUL DEBITO IN ALTRE VALUTE (sul debito estero in pratica). Oppure quando si ha una valuta convertibile in Oro o dollari o altra valuta estera ad un cambio fisso.

SE HAI UNA VALUTA CHE NON E' CONVERTIBILE, CIOè NON E' AGGANCIATA A NIENTE, ORO O ALTRE VALUTE, NE CREI QUANTA NE VUOI!!!!!! Perchè !?&$!% devi dichiarare che non puoi pagare (default) se ti basta cambiare dei numeri con il computer (vedi sotto Bernanke che lo spiega). Non ti costa niente farlo...

(L'unica eccezione a questa regola che si conosca nella storia umanità è quella della Russia dell'agosto 1998, dove dichiararono default sui bond in rubli, ma come spiegato fu un caso di criminalità...)

Gli USA, Giappone e Inghilterra non rischiano nessun default perchè ogni volta che devono ripagare Treasury Bond, Gilt o JGB (Japanese government Bond) la FED, la Banca di Inghilterra o la Bank of Japan accreditano il conto di chi li vende e addebitano a se stesse l'importo

Tecnicamente funziona così: un BTP o Treasury Bond, Gilt o JGB qualunque altro titolo di stato è come se fosse un "conto di deposito" detenuto presso la Banca Centrale del paese che lo emette. Non sono certificati cartacei che qualcuno tiene in una cassaforte, sono entrate contabili tra le banche e la Banca Centrale. Funzionalmente un titolo di stato è semplicemente un "conto deposito" presso la Banca Centrale

Quando qualcuno ad esempio compra titoli di stato inglesi a 10 anni, Gilt, deve avere aperto un conto corrente da qualche parte in sterline e comprando i Gilt la sua banca avrà un accredito nel conto deposito (chiamato "Gilt") presso la Banca di Inghilterra e un addebito corrispondente nel conto corrente presso la Banca di Inghilterra

Quando questi titoli di stato vanno in scadenza o li si vuole liquidare e se ne vende per 1 milione ad es. la Banca di Inghilterra addebita alla banca 1 milione nel conto deposito che la banca tiene presso la Banca Centrale e accredita 1 milione nel conto corrente che la banca presso la Banca Centrale. Il tizio o istituzione che ha venduto titoli di stato ha semplicemente ricevuto un accredito su un conto corrente che non paga niente, mentre prima aveva un conto deposito (presso la Banca Centrale) che pagava un 4%. La Banca Centrale può comprargliene quanti ne vuole... Solo Dio può impedirglielo e finora non si è mai interessato al problema.

(E smettiamola con la storia che in questo modo si crea una terribile inflazione, la Banca di Inghilterra ha ricomprato un quarto dei titoli di stato inglesi in tre anni e l'inflazione inglese è intorno al 3.5% e la nostra intorno al 2.5% gli è costato un punto percentuale di inflazione. Spiegatelo a Beppe.)

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02/03/13

Amato e De Gennaro, uomini chiave per l’inciucio-horror




Amato e De Gennaro, uomini chiave per l’inciucio-horror

02/3 •
Stati Uniti, massonerie, Vaticano, poteri forti. C’è un partito più potente dei partiti che tifa per le “larghe intese” tra Pd e Pdl: sono i politici trasversali di lungo corso, i manager di Stato e i burocrati sopravvissuti a mille ribaltoni, che tremano ogni volta che sentono parlare di accordo tra Grillo e Bersani. «Il partito del governissimo si muove nel silenzio, non appare in tv, ma ha le idee molto chiare sugli uomini giusti per costruire una diga morbida e assorbente all’urto della nuova politica», scrive Marco Lillo sul “Fatto Quotidiano”. Istituzioni secolari come la Chiesa e la massoneria vedono come il fumo negli occhi il “governo di scopo”, e sperano che Bersani non riesca nella missione impossibile di strappare al “Movimento 5 Stelle” la fiducia al Senato. Più rassicurante, per il palazzi romani, la seconda ipotesi: “governissimo” Pd-Pdl, riciclando nomi della portata di Amato e addirittura De Gennaro, capo della polizia all’epoca della mattanza della Diaz.



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GiulianoAmato.jpg
FONTE: PETROLICO (BLOG)

“Non so quanti morti significa la "fine del petrolio", a termine comunque si saranno prosciugati i risparmi di decine di milioni di europei. In parte saranno i governi a predisporre il prelievo forzoso. Patrimoniali nel 2015? Prelievi notturni nel 2020?
Se le cose potranno peggiorare lo faranno e di solite le cose peggiorano di più e più in fretta quando vanno ancora piuttosto bene.”

Da una mia corrispondenza e-mail, del 2007, con un dirigente di una piccola banca italiana

“Nel suo primo mandato da presidente del Consiglio, Giuliano Amato si trovò ad affrontare una difficile situazione finanziaria. (...) l'11 luglio del 1992 approvò un decreto-legge da 30000 miliardi di lire in cui, tra le altre cose, veniva deliberato (retroattivamente al 9 luglio) il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari per un "interesse di straordinario rilievo", in relazione a "una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica". Le eccezioni di incostituzionalità contro quel decreto vennero successivamente respinte dalla Consulta.”
Wikipedia, dalla voce "Giuliano Amato"

Mi sbilancio.
Mi pare che ci siamo.
giuliano%20amato%20in%20grecia%20si%20prepara%20per%20italia%202013.jpg
Lo vedete in foto? E' in Grecia, poco tempo fa. Le misure terrificanti prese in Grecia hanno tutto sommato portato solo qualche morto in manifestazione, per altro indiretto: anche Atene è normalizzata. Si potrà fare questo ed altro anche in Italia: prima sarà e meglio sarà.

Elezioni o meno, l'attuale senior advisor* della Deutsche Bank per l'Italia, Giuliano Amato, 74 anni, uno dei pochi scampati alle retate di Mani Pulite che hanno portato Craxi a crepare abbandonato da tutti all'estero, potrebbe davvero diventare il nuovo premier italiano. Grillo? Crisi del PD, rimonta Berlusconi, disfatta di Monti? Macchè, la fine del petrolio (per l'Italia siamo al tracollo vero e proprio con target zero petrolio importato all'orizzonte 2021) determinerà il prelievo forzoso di quel che dobbiamo pagare a chi è comanda. Visto che di nuova energia non ce n'è, le materie prime scarseggiano e le idee mancano, con la crescita a zero (addirittura negativa), invece di pagare chissà quando con ulteriore debito, beh oramai un po' tocca pagare liquido, magari contro la propria volontà.

Probabilmente un Amato premier metterebbe insieme le condizioni per misure straordinarie di sequestro, per un Prodi alla Presidenza della Repubblica... ed il cerchio si chiuderebbe.

Non vi prenderanno tutto, ma viste le condizioni economiche e sociali italiane, quel che vi prenderanno sarà tanto, e comunque sarà troppo.

Fonte: vita nel petrolitico
Link: vita nel petrolitico: Dopo Mario Monti, ecco Giuliano Amato
27.02.2013
 
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USCITA DALL’EURO E SOVRANITA’ MONETARIA: UN’ESIGENZA TECNICA

Ringrazio i diversi amici che mi hanno invitato a candidarmi alle prossime elezioni politiche in diverse formazioni politiche. Non ho accolto l’invito di alcuno di loro, per diverse ragioni:
-per non scontentare gli altri amici;
-perché il fronte di chi porta avanti le mie idee si presenta molto frammentato e spesso confuso;
-perché mi è congeniale la posizione del teorico più di quella del pratico;
-perché credo che l’azione, prossimamente, ci sarà, ma non in parlamento.
Ma i tempi stanno maturando. Molti capiscono che la virtù risanatrice di Berlino e Francoforte a parole vorrebbe che l’Italia si liberasse dal sovraindebitamento, ma nei fatti la priva della liquidità per lavorare, produrre, guadagnare e rimborsare il debito: è l’effetto automatico di avere un cambio fisso e un mercato aperto rispetto a paesi produttivamente più efficienti, come la Germania: fuga di capital e di aziende, crescente indebitamento, crescenti tassi, quindi ulteriore peggioramento della produttività e competitività rispetto alla Germania. E’ già avvenuto nel 1979 e nel 1992. Sono cose ovvie e arcinote.
Quindi l’Eurosistema e i suoi dogmi finanziari spingono l’Italia in una spirale recessiva, a lavorare per pagare interessi passivi senza poter ridurre il debito, a svendere le risorse pubbliche e private per tirare avanti tenendo buono lo spread nell’immediato, ma deindustrializzandosi strutturalmente a vantaggio di altri paesi. Siamo entrati nell’Eurosistema fingendo che fosse un luogo di solidarietà fraterne mentre è un luogo di egemonismo e interessi contrapposti.
Oramai è chiaro che, salvo un’improbabile rivolgimento del congegno monetario europeo, l’unica via per sottrarre l’Italia a un destino di recessione e di servaggio agli abili pirati della finanza che hanno portato il Paese in queste condizioni è il recupero almeno parziale della sovranità monetaria:
- il ritorno alla Lira,
-la ridenominazione in Lire del debito pubblico,
-la nazionalizzazione di Bankitalia, la sua garanzia di acquisto dei titoli invenduti,
-e una politica di taglio radicale delle tasse nonché di rilancio dell’economia attraverso piani di lungo periodo di investimenti infrastrutturali pubblici e misti e attraverso una banca pubblica di credito all’economia produttiva.
-Con separazione delle licenze bancarie per il credito e risparmio da quelle per l’azzardo finanziario.
-Con una disciplina delle monete integrative e complementari anche di enti locali.
-E una effettiva spending review, con drastici spending cuts sul parassitismo
 

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