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Sartori demolisce Kyenge-Boldrini: incompetenti, raccomandate e piazzate da poteri occulti


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17 luglio 2013 |
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Autore Redazione | Stampa articolo
Fonte: http://voxnews.info/2013/07/17/sartori-demolisce-kyenge-boldrini-incompetenti-raccomandate-e-piazzate-da-poteri-occulti/
7-07-201 Giovanni Sartori, noto politologo di fama internazionale, si scaglia nuovamente sul Corriere della Sera contro il ministro congolese Kyenge, che con la scusa dell’integrazione vuole sostituire etnicamente gli italiani con giovani immigrati. Viene definita incompetente e inadeguata rispetto all’incarico che svolge. Duri attacchi anche contro il presidente della Camera Laura Boldrini, la paladina degli immigrati clandestini e dei gay. Colei che partecipa alle sfilate di omosessuali eccitati che si baciano seminudi in pubblico e che al tempo stesso plaude alla chiusura di innocenti programmi come miss Italia, viene definita da Sartori come una raccomandata. Ecco una parte dell’editoriale:​
“Ho già avuto occasione di scrivere che il governo Letta è il più scombinato, in fatto di competenze e di incompetenze, della nostra storia. Nullità che diventano ministri, brave persone messe al posto sbagliato. Eppure Letta è del mestiere, conosce bene il mondo politico nel quale vive. Chi gli ha imposto, allora, una donna (nera, bianca o gialla non fa nessunissima differenza) specializzata in oculistica all’Università di Modena per il delicatissimo dicastero della «integrazione»? Beppe Severgnini sul Corriere di ieri ha stigmatizzato, e bene, le inaccettabili parole del senatore Calderoli, ma lei, Kyenge, si batte per un ius soli (la cittadinanza a tutti coloro che sono nati in Italia) mentre il suo ministero si dovrebbe occupare di «integrazione». E non sa, a quanto pare, che l’integrazione non ha niente a che fare con il luogo di nascita: è una fusione che avviene, o anche non avviene, tra un popolo e un altro. Io ho scritto un libro per spiegare quali siano i requisiti di questa integrazione etico-politica (che non è integrazione di tutto o in tutto). Capisco che un’oculista non deve leggere (semmai deve mettere i suoi pazienti in condizioni di leggere). Ma cosa c’entra l’immigrazione e l’eventuale integrazione con le competenze di un’oculista? Ovviamente niente. Leggi il resto di questo articolo
 

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azionisti infuriati: “banca regalata agli stranieri”


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18 luglio 2013 |
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Autore Redazione | Stampa articolo
I francorotti si leccano i baffi, presto MPS e provincia di Siena saranno loro. Infatti BNP Paribas è interessata, ma al momento c’è la sua consociata AXA….
N. Forcheri
Fonte:http://www.wallstreetitalia.com/article/1606211/crisi/mps-azionisti-infuriati-banca-regalata-agli-stranieri.aspx
di: WSIPubblicato il 18 luglio 2013| Ora 10:50

Manifesti tappezzano Siena: “Vogliono chiudere tutto per nascondere le vere responsabilità”.




Manifesti dei soci dell’Associazione Buongoverno Mps tappezzano Siena: “Vogliono chiudere tutto per nascondere le vere responsabilità”.


ROMA (WSI) – Un altro pezzo simbolico dell’Italia industriale e finanziaria se ne va? La banca piu’ vecchia del mondo potrebbe presto finire in mani estere.
“Abolizione del tetto del 4% + aumento di capitale = banca regalata agli stranieri”.
E’ quanto si legge nei manifesti sei metri per tre affissi a Siena dall’Associazione Buongoverno Mps in occasione dell’assemblea dei soci in corso a SIENA nell’Auditorium di Mps.
“Vogliono chiudere tutto – si legge ancora nei manifesti – per nascondere le vere responsabilita”’.
L’ABOLIZIONE DEL 4% – E’ iniziata, a Siena , l’assemblea straordinaria di Banca Mps che dovra’ dare il via libera all’abolizione del tetto al 4% del diritto di voto per i soci privati.
All’ordine del giorno anche la posizione del consigliere Michele Briamonte, sospeso dal Cda dopo l’inchiesta per insider trading aperta dalla procura della Repubblica e la successiva decisione di interdire dall’incarico il consigliere per due mesi, rinnovabili, convalidata dal gip il 22 maggio scorso.
Gli iscritti all’Associazione Buongoverno, si legge nello statuto, hanno come scopo la tutela degli interessi comuni dei soci ed il bene comune della società civile.



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Ungheria: Orban amato in patria, odiato dall’usura internazionale
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17 luglio 2013 |
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Autore Redazione | Stampa articolo
Fonte: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=20100
Aumenta il consenso nazionale attorno al primo ministro e al suo partito, mentre Nazioni Unite e Fmi criticano ingiustamente il suo operato
Il premier magiaro Viktor Orban nemico giurato dei grandi organismi dell’usura internazionale è invece molto amato in patria.

All’estero non gode infatti di molta simpatia: tutti dai mass media, alle istituzioni europee, agli organismi mondialisti che lucrano sulla pelle dei popoli come il Fondo monetario internazionale, le banche, le multinazionali puntano il dito contro il primo ministro Orban e il suo Partito Fidesz, colpevoli – a loro dire – di ogni malefatta nei confronti della madrepatria e del popolo magiaro. La difesa della sovranità nazionale ed economica non è gradita agli avversari del premier che sperano in ogni modo di scalzarlo dal potere. Tuttavia nonostante questo, in Ungheria il Partito di centrodestra Fidesz e il suo leader, nonché premier Orban, continua a essere apprezzato dagli elettori e, anzi, è in crescita. Ad attestarlo sono i sondaggi condotti da tutti i principali Istituti demoscopici del Paese. Infatti, i dati diffusi dai tre principali Istituti – Median, Szonda e Tarki – hanno infatti rilevato che Fidesz è in crescita da sei mesi ed è tornata ai livelli dell’autunno 2011, quando era ancora in corso la “luna di miele” post-vittoria elettorale. Il giornale economico online Portfolio.hu da parte sua ha fatto una media dei sondaggi condotti dai tre istituti. Fidesz, che aveva toccato il punto minimo del 18 per cento lo scorso anno, è risalito fino a toccare il 25 per cento dei consensi nelle indagini demoscopiche. I principali rivali del Partito di Orban, invece, vivono una delle loro peggiori stagioni con un seguito che si aggira attorno al 12-15 per cento degli aventi diritto al voto. Ma non tutti sono felici del sostegno che circonda il premier. Nei giorni scorsi infatti in linea con le posizioni assunte da tutti gli organismi dell’usura internazionale è intervenuto il Fondo monetario per accusare le istituzioni nazionali magiare di aver favorito la recessione. Leggi il resto di questo articolo »
 

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Grecia, colpi di kalashnikov contro lo studio di Samaras


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17 luglio 2013 |
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Autore Redazione | Stampa articolo
Fonte: Grecia, colpi di kalashnikov contro lo studio di Samaras




ATENE – Sono stati esplosi oggi ad Atene colpi di arma da fuoco contro l’ufficio del partito di centrodestra “Nuova democrazia”, uno dei proiettili è entrato nello studio del Primo ministro della Grecia Antonis Samaras.
Secondo i dati preliminari, la sparatoria è stata aperta da due sconosciuti armati di Kalashnikov. La polizia ha trovato nove bossoli sul luogo dell’incidente. Domenica ad Atene è stata eseguita una serie di incendi dolosi contro uffici dei partiti della coalizione governativa; presso uno è scoppiata una bomba confezionata artigianalmente, presso un altro bottiglie con miscela incendiaria. Precedentemente sono state bruciate le case di alcune giornalisti famosi. Gli attentati sono stati rivendicati dai gruppi anarchici.



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mototopo

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stranieri

Scritto il 15/7/13 • nella Categoria: idee



E bravo Letta: il premier esulta per il contentino strappato a Bruxelles, che ci concede di spendere un po’ di soldi – i nostri, comunque – mentre il piano europeo di devastazione del paese va avanti indisturbato, e senza che i media mainstream e i partiti ne parlino mai. «Le vittorie di Letta sono quantitativamente insignificanti e servono a non parlare dei vizi strutturali macroeconomici dell’Eurosistema», accusa l’analista indipendente Marco Della Luna, che “smaschera” – conti alla mano – la reale portata dell’operazione d’immagine gestita dal governo. «Dal potere europeo – spiega Della Luna – Enrico Letta ha ottenuto 1,5 miliardi spendibili in due anni a partire dal prossimo gennaio, e altri 7 miliardi in cofinanziamento, cioè 3,5 messi dall’Italia e 3,5 messi dall’Ue, però con soldi dei contributi italiani, grazie a una deroga al plafond del 3% di disavanzo pubblico». Sostanzialmente, per tutto il 2014, «si tratta dell’autorizzazione a spendere soldi quasi tutti nostri».
Di fatto, si tratta di importi molto modesti: 7,75 miliardi sono «meno dell’1% della spesa pubblica complessiva e meno dello 0,5% del Pil». E’ meno di metà di quel 20% che l’Italia ha già versato nel Mes, il “Fondo salva-Stati” detto anche “Meccanismo europeo di stabilità”. Cifrette, pari a «meno del 3% dei capitali italiani fuggiti all’estero sotto l’azione del governo Monti». Quello che Letta si vanta di aver “rimediato”, continua Della Luna, rappresenta appena lo 0,7% della svalutazione del patrimonio immobiliare nazionale, franato sotto il governo Monti, ed è appena «il 25% del calo del Pil previsto per quest’anno». Di che vantarsi, dunque? «Questi 7,75 miliardi – aggiunge Della Luna – per il settore produttivo sono ancor più risibili in confronto ai 2.000 che la Bce ha creato per le banche, recentemente», con una manovra che in realtà vale «zero miliardi per l’economia reale», dal momento che “salva” solo il sistema finanziario. Ben diverso il peso della Fed, che immette ogni mese 85 miliardi di dollari, dopo averne creati 16.000 tra il 2007 e il 2011 per puntellare le banche di tutto il mondo.
Domanda: perché si danno migliaia di miliardi alle banche, per la speculazione finanziaria,e senza il minimo timore di scatenare l’inflazione, mentre al settore produttivo si lesina il diritto di investire i suoi stessi soldi? Ma niente paura, Letta esulta e ora cresce nei sondaggi: «L’impatto psicologico è soggettivo, non risponde ai numeri oggettivi e opera sull’immediato, non tenendo conto delle scadenze di autunno: ammortizzatori sociali, F-35, Iva, Imu, ondata di licenziamenti, legge di bilancio». L’effetto-sollievo è così effimero da ignorare il fatto che, «in Italia, ogni 20 minuti fallisce un’impresa», e che «nel 2012 gli investimenti stranieri sono crollati del 70% – evidentemente, all’estero è chiaro che la barca sta affondando». Prevale il profilo socio-psicologico, perché governo e mass media codificano i “successi” di Letta in questi termini: «Siamo stati obbedienti al modello economico-finanziario dominante e alle conseguenti prescrizioni dell’Autorità, quindi il potere effettivo ci premia, permettendoci di spendere di più (dei nostri soldi) e dandoci da spendere un po’ di soldi suoi (una piccola parte quelli che le avevamo versato noi)».
Per Della Luna, si tratta di «una visione paternalistica e infantile, nella quale vi è appunto un’Autorità, per sua natura detentrice della ragione e del potere, della legittimazione, che ci insegna come funziona l’economia, che ci dice come dobbiamo fare, che ci punisce se non obbediamo, che ci premia se obbediamo (compiti a casa)». Peraltro, il “premio” consiste «nel lasciarci usare i soldi nostri o nel renderci un po’ di quelli che abbiamo dato». In questa visione, «di tipo autoritario, paternalistico, antiscientifico e dogmatico», non è previsto che si verifichi seriamente se il modello economico-finanziario adottato sia stato confermato oppure confutato dai fatti, e se e le ricette prescritte abbiano avuto gli effetti promessi o, al contrario, siano state smentite. «Quello che conta è il rapporto di approvazione-disapprovazione con l’Autorità, non di successo-insuccesso con la realtà». Basterebbe applicare un minimo di razionalità per scoprire che il pazzesco sistema finanziario adottato nell’Eurozona, semplicemente, non avrebbe mai potuto funzionare: lo confermano i risultati e gli indicatori-chiave, cioè Pil, debito, occupazione, domanda, investimenti, bilance commerciali, convergenza tra i sistemi-paese, prevenzione delle crisi e stabilizzazione dello sviluppo.
Metodo: in teoria, ci si dovrebbe accertare sull’efficacia del sistema, verificare se e quanto funzioni, chi avvantaggi e chi svantaggi, se è sostenibile oppure no. «Se non ha funzionato, se ha causato danni, tendenze nocive e maggiori divergenze, allora obbedirgli è stupido: va cambiato o abbandonato perché è sbagliato». Peccato che gli inventori dell’euro ne fossero perfettamente al corrente fin dall’inizio: l’attuale crisi era precisamente l’esito voluto. «L’adozione dell’Eurosistema, ossia di un sistema di cambi fissi tra i paesi aderenti, mantenendo separati i loro debiti pubblici e stabilendo che questi dovessero essere finanziati sui mercati speculativi globali, territorio di caccia di pochi grandi gruppi privati sovranazionali che li manipolano, poneva un problema ovvio e gigantesco: come compensare gli sbilanci delle partite correnti tra i paesi membri, dato che i meno efficienti avrebbero importato di più ed esportato di meno, finendo per indebitarsi verso quelli più efficienti, cioè finendo per dover pagare loro flussi di interessi notevoli, il che avrebbe peggiorato ulteriormente la loro efficienza e competitività, in un avvitamento letale – che è ciò che stiamo vivendo in Italia». Tutto questo, oltre al fatto che i paesi debitori non hanno più potere negoziale, ormai concentrato nelle mano ai paesi creditori, «dando così a questi l’egemonia sulle strutture comuni e il modo di usarle sempre più nel proprio interesse, a spese dei paesi debitori».
Negli Usa, spiega Della Luna, il problema è stato risolto a monte grazie ad un unico bilancio federale, a un debito pubblico unico e comune a tutti gli Stati federati, e ad un’autorità centrale che trasferisce attivi e passivi ripianando i deficit degli Stati in difficoltà attraverso la leva della spesa pubblica, evitando così il default dei singoli Stati in affanno. «In Europa questo non è stato fatto, ed è il più importante dei difetti, la causa primaria del malandare. E ovviamente non se ne parla all’opinione pubblica, e non si fa nulla per correggerlo nelle sedi europee». Letta esulta, naturalmente, «ma non dice che, sul piano macro, non vi è stata – per compensare gli squilibri delle partite correnti entro l’Eurozona – l’ammissione dell’interdipendenza organica tra gli euro-paesi con l’istituzione di un euro-ministero federale delle finanze che compensasse gli squilibri, imponendo ai paesi con notevole e strutturale avanzo di reinvestirlo, in parte, nei paesi con disavanzo, e di neutralizzarlo, in parte, mediante l’aumento della domanda interna».
Vi è stata, invece, «la diabolica scelta – diabolica perché divisiva, contrapponente – da parte della Commissione Europea, di stabilire che sono accettabili (e non si deve intervenire) disavanzi delle partite correnti fino al 4%, ma surplus fino al 6%». Così, la Germania è stata “in regola” mentre, anno dopo anno, comprimendo i salari e la spesa pubblica, accumulava avanzi su avanzi e crediti su crediti, negli scambi intra-euro, con pari accumularsi di disavanzi e debiti e maggiori interessi passivi a carico dei paesi periferici, fino agli attuali scompensi critici. Proprio a causa del rifiuto di riconoscere l’interdipendenza economico-finanziaria tra i paesi membri, continua Della Luna, in Europa c’è stata «l’imposizione del principio “ciascuno per sé faccia i compiti a casa”, ossia che chi è in disavanzo di partite correnti debba e possa pareggiare (procurarsi denaro) solo offrendo alti tassi e tagliando i salari per competere nelle esportazioni, mentre i paesi già competitivi aumentano la loro competitività grazie all’afflusso dei capitali in fuga dal fisco e dall’instabilità e dalla recessione dei paesi deboli, e al conseguente minor costo del denaro». Tutto questo sta demolendo la competitività del sistema-Italia, perché genera una spirale negativa e implosiva, fatta di tasse, tagli, recessione, deflusso di capitali, “demonetazione” e credit crunch, insolvenze e fallimenti a catena.
Mentre aumenta l’indebitamento dell’Italia e degli altri paesi periferici verso i paesi euro-forti, conclude Della Luna, cresce anche l’emigrazione dei lavoratori, che dal Sud-Europa cercano uno stipendio in Germania e negli Stati nel nord, «oltre che verso altri paesi extra-euro che si difendono grazie al mantenimento di una certa autosufficienza monetaria, come Regno Unito, Usa, Giappone e Cina». Beninteso: nessuno vuole che si parli di questo perverso meccanismo macro-economico. La congiura del silenzio è imposta dalle massime autorità – Bce, Commissione Europea, Fmi – e giù giù fino al governo italiano e ai partiti che lo supportano. «Il fatto che il governone Letta non apra questa discussione, che in sede europea è quella che conta, ma si accontenti di più flessibilità e di qualche premio di buona condotta da parte dell’Autorità europea, lo palesa quale inutile arca di Noè della partitocrazia parassitaria, la quale – pur essendo causa essenziale del male nazionale – continua a millantarsi, all’interno, come soluzione di quel male, per non mollare colli e poltrone. E a offrirsi, all’esterno, come garante degli interessi del capitalismo straniero sul nostro paese».
(Marco Della Luna, “Letta, l’esultanza e la realtà”, dal blog di Della Luna del 4 luglio 2013).
 

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Bernanke: L'Oro è un asset... inusuale



Fra tutte le varie chiacchere, tutto e il contrartio di tutto che Benny Boy (al secolo Ben Shalom Bernanke, super-boss della FED) sta rilasciando in questi giorni, Tyler(s) ci segnala oggi queste splendide uscite sull'Oro:


Zero Hedge - Bernanke Ruminates On "Incomprehensible" Gold Prices
Submitted by Tyler Durden on 07/18/2013


- BERNANKE SAYS GOLD `IS AN UNUSUAL ASSET'
- BERNANKE SAYS SOME SEE GOLD AS DISASTER INSURANCE
- BERNANKE SAYS `NOBODY REALLY UNDERSTANDS GOLD PRICES'
- BERNANKE: GOLD MAY BE LOWER ON LESS CONCERN OF EXTREME OUTCOMES


e cioè:


- "L'Oro è un "asset inusuale"
- "Secondo alcuni è un'assicurazione contro i disastri"
- "Nessuno capisce davvero i prezzi dell'Oro" (!!! detto dal boss della FED!)
- "L'Oro dovrebbe quotare a livelli più bassi visto che ci sono ormai meno preoccupazioni che tutto vada a catafascio" (o "dovrebbe quotare a livelli più bassi QUALORA ci fossero meno preoccupazioni che il tutto vada a pu**@**")

.. parliamo dell'uomo famoso per la metafora dell'elicottero della FED che innonda il mondo di verdoni e che ha affermato a suo tempo che l'Oro è "a barbaric relic", un "residuo barbarico" ... i dollari che stampa la sua FED (ad azionariato privato) a trilionate da anni invece.. quelli si che sono robina bbbùona!




Comunque bene, dai, si migliora rispetto al "residuo barbarico".. no?


E soprattutto il vecchio detto CHI DISPREZZA COMPRA potrebbe non essere più di attualità di così per banche centrali e bullion banks che hanno dato in leasing e venduto un po' troppo del loro oro negli ultimi anni e che hanno detto ai tedeschi che ci metteranno 7 anni a fargli riavere una parte del loro Oro custodito alla FED di New York, Liberty Street 33 ...:prr::prr::prr::prr::prr::prr::prr::prr::prr::prr::prr::prr::prr::prr:
 

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