"Un milione di posti di lavoro"

Rapisarda

Forumer storico
"Un milione di posti di lavoro"
Berlusconi rilancia la proposta

"Per i prossimi cinque anni pensiamo di creare le condizioni per un altro milione di posti di lavoro in più". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, nel corso della trasmissione Omnibus. Il premier ha detto che nonostante le tante difficoltà, è riuscito a mantenere gli impegni promessi e che ora ci sono le condizioni per andare verso la piena occupazione. Sul presenzialismo: "I miei colleghi fanno lo stesso numero di apparizioni".

LAVORO
"Per i prossimi cinque anni pensiamo di creare le condizioni per promettere un altro milione di posti di lavoro in più". Il premier ha spiegato che nonostante le tante difficoltà economiche degli ultimi cinque anni "siamo riusciti a mantenere quegli impegni" che avevamo promesso agli italiani, "e vogliamo continuare nella stessa direzione per il molto che ancora c'è da fare. Nonostante tutto questo siamo riusciti, in controntendenza, con l'Europa, a creare più di un milione e mezzo di posti di lavoro e noi continueremo nei prossimi cinque anni a creare le condizioni per nuovi posti di lavoro. Pensiamo di poter promettere un altro milione di posti di lavoro in più, andando verso la piena occupazione".

TOGHE ROSSE
"Il problema non sono io che attacco i pm, il problema non sono i miei attacchi, ma il problema è la sinistra che se ne serve e poi per premiarli li candida in Parlamento in Italia e in Europa. Questa è la vera cosa inaccettabile e che non va assolutamente". Il premier non usa mezzi termini: "Il fatto che gran parte della magistratura sia ideologizzata è dimostrata da una corrente della magistratura che si è costituita in corporazione. Mi riferisco a Magistratura democratica che assume che il giudice debba avere un'impostazione politica. Non è lì per giudicare in maniera imparziale se un cittadino ha rispettato o meno la legge".

ELEZIONI
"Il programma non lo abbiamo ancora tirato fuori perché ora siamo impegnati a contrastare la cortina di pessimismo e disfattismo alzata dall'opposizione, che aveva fatto credere agli italiani che il governo era venuto meno agli impegni presi". Berlusconi ha dunque assicurato che i nuovi punti programmatici "saranno una continuazione del lavoro di questi 5 anni" e da questi la creazione di un altro milione di posti di lavoro, l'innalzamento delle pensioni minime a 800 euro e l'aumento dei poliziotti di quartiere fino a 10 mila. Berlusconi ha anche criticato un manifesto del Pdc i cui il suo leader Oliviero Diliberto si propone di abrogare la riforma Moratti: "Ho il timore che ciò che viene dalla sinistra sia qualcosa che non fa bene agli italiani e all'Italia. Il manifesto di Diliberto mi preoccupa".

CASINI
"E' la proporzionale, bellezza...". Così il presidente del Consiglio commenta l'intervista del presidente della Camera, Casini, in cui veniva criticato il comportamento del premier sui temi della giustizia e dei rapporti con il Quirinale. "E' una legge - spiega il premier - in cui ciascuno cerca di portare voti alla propria forza politica, ma io a differenza di Casini, non ho mai detto mezza parola di critica velata a Casini o agli altri alleati. Si tratta di punzecchiamenti, punture di spillo di cui non mi curo e a cui non risponderò".

ALITALIA
Il presidente del Consiglio ribadisce che "cercheremo di salvare l'Alitalia", ma i dipendenti "si erano abituati, in una situazione di monopolio, ad avere troppi privilegi". "Bisogna capire che se si continua in questa direzione saranno in 18 mila a perdere il lavoro, non solo qualcuno ad avere un lavoro un pò meno privilegiato". "Io non la lascerei fallire perché - ha aggiunto - dobbiamo avere l'orgoglio della nostra compagnia di bandiera. Per questo è necessario che rientri nella normalità del mercato, dopo una stagione travagliata".

MEDIA E POLITICA
"I miei colleghi della coalizione stanno facendo le stesse apparizioni tv, come i miei avversari. Ma quando vado io faccio notizia, quando vanno gli altri non accade altrettanto". Il presidente del Consiglio respinge le critiche dell'opposizione ch lo accusa di "occupare" le televisioni in questa campagna elettorale. "Certe volte mi viene in mente quella barzelletta in romanesco: 'se ti dico de sì me meni, se te dico di no me meni. Allora dimme che me voi menà". E' con questo detto romanesco che il premier a Omnibus è tornato a criticare l'atteggiamento dei giornalisti italiani, a suo dire in stragrande maggioranza di sinistra.

SORPASSO
"Mi vedete così sereno perché sonoa ssolutamente sicuro che il sorpasso, se non c'è già oggi, sarà dopodomani". Così il presidente del Consiglio torna a parlare dei sondaggi sulle prossime elezioni politiche. La sinistra controlla anche i sondaggi? "La sinistra - risponde Berlusconi - è in tutti i gangli del Paese e c'è questo sindacato di sondaggisti che evidentemente avranno la loro convenienza..."
 
eddai che ci siamo...

La sua rielezione secondo me inizia a non essere più così difficile come appariva solo qualche mese fa :up:
 
"Stanno liquidando la scuola"
L'allarme di Legambiente

di MATTEO TONELLI


ROMA - Smontare, liquidare, rendere marginale la scuola pubblica. Incentivare quella privata. Si potrebbe sintetizzare così il dossier che Legambiente dedica allo stato di salute dell'istruzione italiana dopo cinque anni di governo targato centrodestra. Pagine di cifre che analizzano i risultati prpdotti dalla riforma della scuola di Letizia Moratti e che verrano presentate domani in un convegno a Roma organizzato dal tavolo nazionale "Fermiamo la Moratti".

La riforma, assicura Legambiente, è ispirata da un preciso disegno: far funzionare sempre peggio la scuola pubblica, aprire spazi alla privatizzazione e trasformare l'istruzione in una merce appetibile per il mercato. Se questo è il fine ultimo, la strada percorsa è evidente: meno insegnanti e più alunni, più precari, tagli ai finanziamenti. Un dato fotografa la situazione: a fronte di un aumento di 107.000 alunni, legato all'ingresso a scuola di ragazzi stranieri, i finanziamenti sono rimasti identici a quelli del 2000, con un calo pro capite del 14,20%. Unico dato con il segno più, non a caso, quello degli stanziamenti alle scuole paritarie.
Le cifre di Legambiente stridono, ancor di più, se si mettono a confronto con la bassa scolarizzazione degli adulti in Italia. Quasi 11 milioni di italiani ha solo la licenza elementare, più del 40% della forza lavoro ha solo il titolo di licenza media, poco più del 23% ha un diploma. Secondo l'indagine Adult Literacy and life skill solo il 20% della popolazione italiana tra i 16 e i 65 anni è in grado di rispondere efficacemente alle esigenze di vita e di lavoro del mondo attuale, il resto è a rischio alfabetico. Numeri ben lontani dagli obiettivi fissati a Lisbona nel 2000 e di Barcellona nel 2002: assicurare che almeno il 15% della popolazione attiva ritorni in formazione.

Meno scuole. Nel 2005-2006 continua il taglio delle dirigenze scolastiche inziato nel 200-2001. Ad oggi se sono state eliminate 764 (il picco nel 2002 con 742 chiusure). A stare peggio è il Friuli Venezia Giulia (-18,60%), seguita dalla Liguria (-17,08%), dal Veneto (-15,91%), Lombardia (-14,52%). In cinque anni, inoltre, sono state chiuse il 9,32% delle istituzioni scolastiche di primo grado. Per quanto riguarda gli edifici scolastici, in cinque anni la scuola per l'infanzia guadagna 73 stabili, mentre quella dell'obbligo ne perde 226. La scuola superiore, con il numero degli alunni in forte crescita, sale di 147 strutture. Il dato complessivo, però, è in calo di 26 scuole a fronte di un aumento di 107.731 alunni. Capitolo a parte merita la scuola dell'infanzia. A due anni dall'applicazione della legge 53, le scuole sono aumentate di sole 43 unità, a fronte di più di seicentomila alunni che restano nelle scuole paritarie e dei cinquantamila in lista d'attesa.

Meno insegnanti, più alunni. Nei cinque anni di governo Moratti si registra un aumento di 107mila a cui corrisponde un aumento di 367 classi ma anche la soppressione di 15.752 cattedre. Unico dato in positivo riguarda la scuola per l'infanzia che, però, appare sottodimensionata rispetto all'aumento degli alunni. Praticamente una sorta di taglio indiretto, sottolinea Legambiente. In aumento, anche se lieve, il tempo pieno. Ma anche in questo caso si tratta di un segno più che mal risponde alle esigenze. Nella scuola primaria, nell'ultimo anno, un aumento di 21.003 alunni porta in più solo 340 classi e 1.314 cattedre. Per quanto riguarda il tempo pieno si è passati perciò dalle 29.463 classi dell%u2019anno scolastico 2001/02 alle 32.068 attuali. Ma l'aumento, dice Legambiente, porta ad accogliere solo lo 0,23% in più di bambini. Colpita pesantemente anche la scuola superiore che, a fronte di un aumento, nel quinquennio considerato, di 100.326 alunni acquista solo 3.813 classi e perde 8.433 cattedre, pari al 53,53% di tutte le cattedre tagliate.

Meno sostegno. È questo un aspetto che Legambiente ha particolarmente a cuore. Nelle scuole italiane ci sono 161.027 alunni disabili, con 79.513 docenti di sostegno (il rapporto è 2,02, superiore all'1,85 del 2001). In questi ultimi cinque anno numerose sentenze del Miur hanno riconosciuto,senza dubbi, "il diritto all'integrazione. Per i tribunali la pubblica amministrazione ha l'obbligo di fornire l'insegnante di sostegno per le ore richieste e ritenute necessarie per l'insegnamento. "Il quadro è evidente - scrive Legambiente - da un lato il Miur fa finta di non vedere i diritti da soddisfare, dall'altra i giudici si pronunciano in modo uniforme e condannano l'amministrazione".

I precari. In cinque anni la scuola ha perso 46.229 docenti di ruolo. E, scrive Legambiente, non bastano a mitigare la precarietà del personale scolastico le 12.500 assunzioni in ruolo dell'anno scolastico 2004/2005 e le 35mila di quest'anno. Nel 2005-2006 si registrano 102.100 precari di cui 33.700 con contratto a tempo determinato fino al 31 agosto 2006, 68.400 con incarico fino al termine delle lezioni. In percentuale il 12,93% degli insegnanti è precario. Nel 2001 era l'11,62%. Note liete, invece, per le assunzioni degli insegnanti di religione cattolica: il ministro Moratti è riuscito a completare il piano: 15.383 docenti sono stati assunti. "Fatto - ironizza Legambiente - la cambiale elettorale è stata pagata".

Meno investimenti per la scuola pubblica. Legambiente si concentra sui finanziamenti che hanno una ricaduta didattico-organizzativa. Il finanziamento più consistente arriva con la circolare applicativa della legge 440/97 per il potenziamento dell'attività scolastica. Dal 1997 al 2002 si è avuto sempre un incremento. Con la Finanziaria del 2002 comincia la politica dei tagli, fino ad arrivare alla Finanziaria del 2005 a quota: 196.990.588 (-3,35% rispetto al 2004, -27% rispetto al 2001). In calo anche le risorse per la formazione degli adulti: -24,88% rispetto al 2001. Problemi e tagli di risorse anche per le scuole carcerarie (che sono aumentate di 16 unità).

Alunni stranieri. Si tratta di un fenomeno che è quasi raddoppiato in quattro anni e che ha contribuito a compensare il calo demografico degli studenti italiani. I fondi per incentivare il lavoro degli insegnanti in sei anni sono rimasti sempre gli stessi mentre è quasi triplicata la presenza degli alunni stranieri, è aumentata dell'11,68% la presenza di alunni portatori di handicap, sono aumentate le situazioni di disagio scolastico; la dispersione scolastica nel senso ampio del termine assume dimensioni sempre più preoccupanti: lo scorso anno il 15,47% degli alunni di scuola superiore è stato respinto, il 41,15% è stato promosso con debito e gli abbandoni vanno dall1,8% dei licei all'8,5% degli istituti professionali. Fondi, quindi, destinati per intervenire, con "progetti aggiuntivi" su aree di disagio scolastico sempre più ampio. E che hanno un limite: non possono essere spesi per l'acquisto di sussidi didattici o per pagare l'intervento di mediatori culturali.

E l'informatica? Per il terzo anno consecutivo le scuole italiane non hanno ricevuto neppure un euro per l'informatica. L'informatica e la strumentazione tecnologica solo legate a precedenti leggi e non alla riforma del governo, dice Legambiente. Il primo anno di gestione Moratti ha portato un taglio del 30,07% ai finanziamenti per le nuove tecnologie. Poi più nulla: per tre anni consecutivi questa voce è del tutto scomparsa dai finanziamenti ministeriali.

La sicurezza. L'investimento pro capite per la sicurezza è aumentato "ma solo perché i tagli sugli organici fanno diminuire il personale, ultimamente non più bilanciato dal notevole aumento degli studenti" dice Legambiente. Rimane il problema dello stato di salute degli edifici scolastici. "La L. 23/96 a distanza di più di 8 anni, non trova ancora completa attuazione" denuncia l'associazione che cita l'indagine compiuta dal Miur nel 2002: il 57,1% delle scuole non era in possesso del certificato di agibilità statica e di agibilità igienico-sanitaria, il 73,2% non aveva il certificato di prevenzione incendi, il 37% mancava di scale di sicurezza e il 20,6% di porte antipanico. Mentre dall'indagine di Legambiente "Ecosistema scuola 2005" emerge come non sembrino arrivati a soluzione neppure i problemi che riguardano la sicurezza ambientale. "Per il 2005 sono stati stanziati per interventi di edilizia scolastica solo 10 milioni di euro nella Legge finanziaria" dice l'associazione ambientalista. In chiusura una nota lieta: il 13 ottobre 2005 l'intesa Stato Regioni per il "Piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici insistenti nelle zone a rischio sismico, approvato dopo il terremoto del Molise. "Ma nella finanziaria 2006 nulla è stato previsto per l'edilizia scolastica" rivela Legambiente.

Le scuole paritarie. A leggere i dati si avverte subito una diversa impostazione. Per le paritarie la cifra stanziata resta la stessa degli ultimi due anni: 527.474.475. "Ben ampiamente al di sopra di quello che prevede la legge sulla parità scolastica" annota Legambiente. Inoltre la Finanziaria 2006 eleva a 157 milioni di euro il bonus a favore delle famiglie che scelgono la scuola privata. In un momento in cui, si legge nel rapporto, "alle scuole statali vengono tagliati i fondi per le
 
rapisarda ha scritto:
"Un milione di posti di lavoro"
Berlusconi rilancia la proposta


LAVORO
"Per i prossimi cinque anni pensiamo di creare le condizioni per promettere un altro milione di posti di lavoro in più". Il premier ha spiegato che nonostante le tante difficoltà economiche degli ultimi cinque anni "siamo riusciti a mantenere quegli impegni" che avevamo promesso agli italiani, "e vogliamo continuare nella stessa direzione per il molto che ancora c'è da fare. Nonostante tutto questo siamo riusciti, in controntendenza, con l'Europa, a creare più di un milione e mezzo di posti di lavoro e noi continueremo nei prossimi cinque anni a creare le condizioni per nuovi posti di lavoro. Pensiamo di poter promettere un altro milione di posti di lavoro in più, andando verso la piena occupazione".

:rolleyes: :rolleyes:
Mah... un altro milione di posti di lavoro in più... la piena occupazione, addirittura :eek:



da www.lavoce.info

Un terzo trimestre triste per le forze lavoro

di Pietro Garibaldi
20-12-2005

Le statistiche del mercato del lavoro si stanno normalizzando, e purtroppo il quadro che ne emerge non è roseo. Secondo gli ultimi dati dell’inchiesta delle forze lavoro, relativi al terzo trimestre del 2005, a una crescita economica stagnante corrisponde una crescita occupazionale pressoché nulla. Tra il 2001 e il 2004, l’incremento sostenuto dell’occupazione senza crescita economica ha rappresentato una vera e propria anomalia statistica e macroeconomica.

Il terzo trimestre
Vediamo i dati. Rispetto al terzo trimestre del 2004, i nuovi posti di lavoro sono stati 57mila, con una crescita pari allo 0,3 per cento su base annua. Se invece paragoniamo l’occupazione nel terzo trimestre rispetto al livello del secondo, si osserva addirittura una diminuzione. E la distribuzione geografica dei nuovi 57mila posti di lavoro è particolarmente preoccupante. Non solo aumenta il divario Nord-Sud, ma addirittura il Sud arretra. Nel Nord i nuovi posti sono stati più di 150mila, mentre nel Mezzogiorno sono diminuiti di quasi 90mila unità.
La diminuzione del tasso di disoccupazione, che ha raggiunto il 7,1 per cento, il livello più basso da più di un decennio, non può far sorridere, in quanto è collegata all’aumento del numero di inattivi, individui non più interessati al mercato del lavoro.

I perché di un repentino peggioramento
Per capire questo repentino peggioramento è necessario ricordare i due fenomeni che, almeno in parte, spiegavano l’anomalia macroeconomica dell’ultimo triennio.
Innanzitutto, gli immigrati. La regolarizzazione di lavoratori immigrati è stata assorbita lentamente dalle statistiche ufficiali del mercato del lavoro. Gli immigrati regolarizzati devono prima entrare nell’anagrafe dei residenti, e solo successivamente nel campione delle forze lavoro. Questo meccanismo ha determinato una crescita statistica collegata al lento rilevamento dei lavoratori immigrati regolarizzati. Il fenomeno è però "in via di attenuazione", come riconosce esplicitamente l’Istat.
La seconda spiegazione è più economica, ed è legata alla fine del periodo di "luna di miele" delle riforme marginali del mercato del lavoro, come evidenziato dai più recenti studi. Questo tipo di riforme, dal pacchetto Treu del 1997 alla legge Biagi del 2003, aumentano la flessibilità in entrata nel mercato del lavoro, ma lasciano inalterata la regolamentazione dei lavoratori protetti e "insider". Nel periodo post riforma, le imprese utilizzano la flessibilità per aumentare l’occupazione, mentre non hanno a disposizione la stessa flessibilità per diminuire l’occupazione, in quanto vincolati dallo stock di lavoratori "insider". Via via che questi ultimi lasciano la forza lavoro, l’effetto luna di miele dovrebbe attenuarsi. Gli ultimi dati sembrano coerenti con questa interpretazione.
La rilevazione Istat evidenzia anche un aumento impressionante del numero di lavoratori dipendenti, con un incremento pari a più di 430mila posti di lavoro, e una simultanea diminuzione del lavoro autonomo di più di 350mila posti. La dimensione del fenomeno è talmente elevata che potrebbe essere associata a un assestamento statistico della nuova inchiesta delle forze lavoro. Ad ogni modo, appare soltanto in minima parte legata alla conversione di lavoratori a progetto (ex co.co.co) in lavoratori a tempo indeterminato. Tra i lavoratori dipendenti l’incremento è principalmente legato a un aumento dell’occupazione dei lavoratori più anziani e a un aumento del part-time femminile nel Nord del paese.
Queste ultime sono le notizie più incoraggianti di un quadro che, altrimenti, resta deludente, come suggerisce la diminuzione a 57,4 del tasso di occupazione, ossia il rapporto tra occupati e popolazione in età lavorativa. Il famoso obiettivo di Lisbona, che prevede un tasso di occupazione pari al 70 per cento si allontana.
È evidente che nei prossimi anni ci sarà molto da fare anche nell’area del mercato del lavoro.
 
rapisarda ha scritto:
"Un milione di posti di lavoro"
Berlusconi rilancia la proposta

"Per i prossimi cinque anni pensiamo di creare le condizioni per un altro milione di posti di lavoro in più". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, nel corso della trasmissione Omnibus. Il premier ha detto che nonostante le tante difficoltà, è riuscito a mantenere gli impegni promessi e che ora ci sono le condizioni per andare verso la piena occupazione. Sul presenzialismo: "I miei colleghi fanno lo stesso numero di apparizioni".

LAVORO
"Per i prossimi cinque anni pensiamo di creare le condizioni per promettere un altro milione di posti di lavoro in più". Il premier ha spiegato che nonostante le tante difficoltà economiche degli ultimi cinque anni "siamo riusciti a mantenere quegli impegni" che avevamo promesso agli italiani, "e vogliamo continuare nella stessa direzione per il molto che ancora c'è da fare. Nonostante tutto questo siamo riusciti, in controntendenza, con l'Europa, a creare più di un milione e mezzo di posti di lavoro e noi continueremo nei prossimi cinque anni a creare le condizioni per nuovi posti di lavoro. Pensiamo di poter promettere un altro milione di posti di lavoro in più, andando verso la piena occupazione".


ALITALIA
Il presidente del Consiglio ribadisce che "cercheremo di salvare l'Alitalia", ma i dipendenti "si erano abituati, in una situazione di monopolio, ad avere troppi privilegi". "Bisogna capire che se si continua in questa direzione saranno in 18 mila a perdere il lavoro, non solo qualcuno ad avere un lavoro un pò meno privilegiato". "Io non la lascerei fallire perché - ha aggiunto - dobbiamo avere l'orgoglio della nostra compagnia di bandiera. Per questo è necessario che rientri nella normalità del mercato, dopo una stagione travagliata".
..."

ha anche un obiettivo per il debito pubblico?
che so, un bel +50% ? :D


tutte cose belle ma a che costo?
e il costo, chi lo pagherebbe?
 
f4f ha scritto:
ha anche un obiettivo per il debito pubblico?
che so, un bel +50% ? :D


tutte cose belle ma a che costo?
e il costo, chi lo pagherebbe?


si è optato per farlo pagare tutto a tontolina e a quelli che non lo voteranno :lol:
 
Beh, quando é al governo Berlusconi si vede raramente mentre, per salirvici, lo si vede specchiato pure sul fondo del water.

Sapete che vi dico?

Lo voto! ;-)
 
genesta ha scritto:
Beh, quando é al governo Berlusconi si vede raramente mentre, per salirvici, lo si vede specchiato pure sul fondo del water.

Sapete che vi dico?

Lo voto! ;-)

come trader sei contrarian o trend-follower ? :lol: :lol:
 
f4f ha scritto:
genesta ha scritto:
Beh, quando é al governo Berlusconi si vede raramente mentre, per salirvici, lo si vede specchiato pure sul fondo del water.

Sapete che vi dico?

Lo voto! ;-)

come trader sei contrarian o trend-follower ? :lol: :lol:


Come trader sono una chiavica. Non ne azzecco una.

Se non sbaglio, in passato, qualcuno ha quotato in borsa la propria persona (Elton John?).

Se si quotasse pure lui comprerei a man bassa: O divento ricco, oppure lo mando in pensione :-o
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto