L'intervista a Malala
Se viene per ucciderti, cosa farai? | Lunanuvola's Blog
Jon Stewart: La mia ospite di stasera, un’attivista per l’accesso all’istruzione delle bambine in tutto il mondo, è la più giovane persona mai nominata per il Premio Nobel per la Pace. Il suo nuovo libro si chiama “Io sono Malala” (ndt: in Italia edito da Garzanti). Per favore date il benvenuto a Malala Yousafzai. (acclamazioni e applausi del pubblico) Lieto di vederti. Grazie per essere qui.
Malala Yousafzai: Grazie mille. E’ un onore per me.
Stewart: E’ un onore per noi. Mi conosco.
(Malala Yousafzai ride.)
Stewart: Ecco qua. Tra l’altro, noi abbiamo parlato un poco prima dello show… Non c’è cosa migliore del farti ridere. Volevo dirlo. Ne sono stato proprio felice.
Yousafzai: Grazie.
Stewart: Ecco (indicando il libro), “Io sono Malala”… ci si sente umili ad incontrarti. Tu hai 16 anni: da dove viene il tuo amore per l’istruzione?
Yousafzai: Noi siamo esseri umani, e questo è parte della nostra natura umana, il non capire l’importanza di una cosa sino a che non ci viene strappata dalle mani. E quando – in Pakistan, quando ci si è impedito di andare a scuola, allora ho compreso che l’istruzione è molto importante, e che l’istruzione è potere per le donne, ed è perciò che i terroristi hanno paura dell’istruzione – non vogliono che le donne siano istruite, perché in tal modo le donne diventano più potenti. (acclamazioni e applausi del pubblico)
Stewart: Esatto. Giusto. Quando sono arrivati i talebani nella Valle di Swat? Perché, prima di allora, tu descrivi il posto come una specie di paradiso.
Yousafzai: I talebani arrivarono nel 2004, ma all’inizio erano tranquilli, non si sono mostrati come terroristi e non hanno fatto saltare in aria alcuna scuola. Hanno cominciato con gli atti di terrorismo veri e propri nel 2007. Hanno fatto saltare in aria più di 400 scuole nell’area di Swat. Hanno massacrato persone. Nel mese di gennaio 2009 uccidevano due o tre persone a notte, e fustigavano le donne. Abbiamo visto questa situazione barbarica nel 21° secolo e abbiamo visto… la crudeltà, e giorni duri nella nostra vita, e quelli li ricordiamo proprio come i giorni più bui della nostra vita. Perciò era – era davvero difficile per noi, in quel periodo.
Stewart: Tu descrivi nel tuo libro come nonostante tutto, anche se toglievano le insegne dalle scuole, le scuole entravano in clandestinità ma continuavano… Tu hai parlato pubblicamente contro i talebani. Cosa ti ha dato il coraggio di continuare in questo?
Yousafzai: Mio padre mi è stato di grande incoraggiamento, perché ha parlato – ha parlato sostenendo pubblicamente i diritti delle donne, ha parlato per l’istruzione delle bambine. E allora, io mi sono chiesta perché avrei dovuto aspettare qualcun altro. Perché devo andare in cerca del governo, dell’esercito, perché ci aiutino? Perché non alzo la mia voce? Perché non rivendichiamo i nostri diritti? Le ragazze di Swat, loro lo hanno fatto. Io ho cominciato a tenere un diario, a parlare su ogni media che riuscivo a raggiungere, e ho fatto sentire la mia voce su ogni piattaforma alla mia portata. E dicevo a me stessa: devo far sapere al mondo cosa sta accadendo a Swat. Devo dire al mondo che Swat sta soffrendo a causa del terrorismo, e che dobbiamo lottare contro il terrorismo.
Stewart: Quando hai capito che eri un bersaglio per i talebani?
Yousafzai: Uhm, nel 2012, noi – ero con mio padre, e una donna ci disse “Avete visto su Google net, se cercate il vostro nome vedrete che i talebani vi hanno minacciati.” E io non riuscivo a crederci, dicevo no, non è vero. E anche dopo la minaccia, quando la vedemmo, non ero preoccupata per me stessa, ma per mio padre: perché pensavo che i talebani non sarebbero stati così crudeli da uccidere una bambina, avevo 14 anni allora. Ma poi, più tardi, quando cominciai a pensarci, a pensare che un talebano sarebbe arrivato e mi avrebbe uccisa, mi dicevo: Se viene, cosa farai, Malala? E mi rispondevo: Malala, prendi una scarpa e picchialo, ma poi (ride, risate anche dal pubblico)… Poi mi sono detta: Se picchi un talebano con la scarpa, allora non ci saranno differenze fra te e lui. Non devi trattare gli altri in modo crudele e duramente; devi lottare contro questi altri, ma tramite la pace, e tramite il dialogo, e tramite l’istruzione. Allora mi risposi: Gli dirò quant’è importante l’istruzione, e che io la voglio anche per i suoi bambini. E gli dirò: Questo è quanto avevo da dirti. Adesso fai quello che vuoi. (Malala sorride, acclamazioni e applausi dal pubblico)
Stewart: Lascia che ti chieda – sai… Io so che tuo padre è dietro le quinte, e che è molto orgoglioso di te: ma si arrabbierebbe davvero tanto se ti adottassi? Perché sei sicuramente un’ottima persona.
(Trad. Maria G. Di Rienzo)