Claire
ἰοίην
ALDA MERINI
Moriva, 4 anni fa (il primo novembre 2009). Ero in Austria quel giorno, ma non l'ho dimenticata.
Alda Merini : una piccola ape furibonda | Bambole Spettinate&Diavole Del Focolare
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta. [...]
Alda Merini nasce il 21 marzo del 1931, seconda di tre figli, in una famiglia di modeste condizioni economiche.
Il periodo della sua infanzia e adolescenza è segnato dal secondo conflitto mondiale
[..] la mia casa è stata distrutta dalle bombe. Noi eravamo sotto, nel rifugio, durante un coprifuoco; siamo tornati su e non c’era più niente, solo macerie. Ho aiutato mia madre a partorire mio fratello: avevo 12 anni. Un bel tradimento da parte dell’Inghilterra, perché noi eravamo tutti a tavola, chi faceva i compiti, chi mangiava, arrivano questi bombardieri, con il fiato pesante, e tutt’a un tratto, boom, la gente è impazzita. Abbiamo perso tutto. Siamo scappati sul primo carro bestiame che abbiamo trovato. Tutti ammassati. Siamo approdati a Vercelli. Ci siamo buttati nelle risaie perché le bombe non scoppiano nell’acqua, ce ne siamo stati a mollo finché non sono finiti i bombardamenti. Siamo rimasti lì soli, io, la mia mamma e il piccolino appena nato. Mio padre e mia sorella erano rimasti in giro a Milano a cercare gli altri: eravamo tutti impazziti. Ho fatto l’ostetrica per forza portando alla luce mio fratello, ce l’ho fatta: oggi ha sessant’anni e sta benissimo. La mamma invece ha avuto un’emorragia, hanno dovuto infagottarla insieme al piccolo e portarseli dietro così, con lei che urlava come una matta.
Alda aveva un carattere sensibile, malinconico ed era poco compresa un po’ da tutti.
Quel poco che si conosce della sua infanzia e della sua adolescenza, è attraverso le note che scriveva, note che le permisero di collaborare con Giacinto Spagnoletti suo primo scopritore con cui collaborò alla giovanissima età di 15 anni, e grazie al quale conobbe anche Giorgio Manganelli maestro di stile e suo primo amore.
Il 1947 è segnato da i suoi i primi tormenti e disturbi mentali, viene così internata per circa un mese a Villa Turro a Milano
Quando ne esce alcuni amici le sono vicini : Giorgio Manganelli, che aveva conosciuto a casa di Spagnoletti la indirizza in esame presso gli psicoanalisti Fornari e Musatti.
Nel 1950 grazie a G. Spagnoletti pubblica con le liriche “Il gobbo”.
Terminata la tormentata relazione con Manganelli nel ’54 sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie a Milano, nello stesso anno esce anche la sua opera “La presenza di Orfeo”.
Nel ’55 esce la seconda raccolta di versi intitolata “Paura di Dio” e nello stesso anno “La pazza della porta accanto“.
Il 62’ è segnato dal dolce arrivo della sua primogenita Emanuela, nello stesso anno scrive una raccolta di versi “Tu sei Pietro” a Pietro De Paschale medico della piccola.
I disturbi causati dal bipolarismo le portano nello stesso anno un periodo duro e angosciante che la vedono nuovamente internata, questa volta però al “Paolo Pini” , struttura dentro il quale rimarrà fino al ’72, alternando periodi in famiglia dove nascone altre due figlie.
Nel ’79 torna a scrivere, questa volta con opere più drammatiche che raccontano la sua sconvolgente esperienza in manicomio e il dolore provato.
Manicomio è parola assai più grande
delle oscure voragini del sogno,
eppur veniva qualche volta al tempo
filamento di azzurro o una canzone
lontana di usignolo o si schiudeva
la tua bocca mordendo nell’azzurro
la menzogna feroce della vita.
O una mano impietosa di malato
saliva piano sulla tua finestra
sillabando il tuo nome e finalmente
sciolto il numero immondo ritrovavi
tutta la serietà della tua vita.
(da “La terra santa”)
L’83 per lei è un altro durissimo anno che vede la scomparsa del suo amato marito. Sola e dimenticata dal mondo letterario, ricomincia a scrivere e a bussare a tutte le porte dei maggiori editori italiani senza alcun successo.
Solo Paolo Muri, colpito dal suo stato e dalle sue amarezze, le offre uno spazio per le sue poesie per la sua rivista “Il cavallo di troia”.
Nello stesso anno inizia un rapporto telefonico con il poeta Michele Pierri che aveva mostrato tanto interesse per le sue opere . Si sposano nell’autunno dello stesso anno e da Milano si trasferisce a Taranto, città del marito, medico (primario dell’ospedale della città ) in pensione e inizia a prendersi cura di lei.
Nell’86 dopo aver provato gli orrori dell’ospedale psichiatrico di Taranto torna a Milano e si mette in cura con la dottoressa Marcella Rizzo (a cui dedica una poesia) e ricomincia a scrivere completando l’opera : “L’altra verità. Diario di una diversa”, testimonianza dei suoi lunghi dieci anni nelle orribili mura del manicomio.
Seguiranno le opere :
1987 : “Fogli bianchi” . Nello stesso anno è finalista nel premio letterario Premio Bergamo.
1988 : “Testamento”
1989: inizia a frequentare il cafè libreria “Chimera” sui Navigli e pubblica “Delirio amoroso”
1990: “Il tormento delle figure”
1991: vede la morte del suo primo amore Giorgio Manganelli a cui dedica una poesia
A Manganelli
A te, Giorgio,
noto istrione della parola,
mio oscuro disegno,
mio invincibile amore,
sono sfuggita, tuo malgrado,
eppure mi hai ingabbiato
nella salsedine
della tua lingua.
Tu, primissimo amore mio,
hai avuto pudore
del mio atroce destino,
tu mi hai preso un giorno
sull’erba, al calore del sole,
la perla della mia giovinezza.
Com’era bello, amore,
sentirti spergiuro.
E tu che non volevi.
Tu, per cui ero
la sofferta Beatrice delle ombre.
Ma non eri tu ad avermi,
era la psicanalisi.
E in fondo, Giorgio,
ho sempre patito
quel che ti ho fatto patire.
[Da La palude di Manganelli, 1992]
1992 : “Ipotenusa d’amore”
1993: pubblica “La palude di Manganelli o il monarca del re”, e “Aforismi” . In questo l’anno in cui le viene assegnato il Eugenio Montale per la poesia.
1994: “ Sogno e Poesia”, da “L’incisione di Corbetta”
1996: con il volume “La vita facile”, le viene attribuito il “Premio Viareggio”
1997 : vince il “Premio Procida Elsa Morante”
1999: “Aforismi e magie”
Sono anni ricchi di successi per lei, in pochi anni conta più di 500 testi pubblicati.
Nel 2001 posa seminuda per la copertina dell’album “Canto di Spine ”
Allora spiegò così la sua decisione: «Per buttare il mio corpo al macero, a significare che per la psichiatria il corpo non vale, viene annientato, soltanto la mente è terreno di studio».
Sono stata io a volerlo. Mi fa sorridere il moralismo della gente, non lo tirano fuori per il nudo in sé, ormai ovunque, ma per quello non perfetto. E’ l’imperfezione a scandalizzare, come fosse una colpa. Il mio è stato un gesto di provocazione, e anche di profondo dolore: in manicomio ci spogliavano come fossimo cose. Mi sento nuda ancora adesso.
Nel febbraio del 2004 viene ricoverata all’Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Da tutto il paese vengono inviate e-mail a sostegno di un appello lanciato da un amico della scrittrice che richiede aiuto economico.
Nel 2005 pubblica con Giovanni Nuti l’album “Poema della croce”.
Nel 2007 esce l’album “Rasoi di seta”, che contiene 21 poesie-canzoni
Nel 2009 esce il documentario : Alda Merini, una donna sul palcoscenico
Il 1° novembre del 2009 si spegne a causa di un’ affezione tumorale all’ospedale San Paolo di Milano
Il tormento e la dolcezza della sua anima e delle sue poesia rimarranno però eterne.
Moriva, 4 anni fa (il primo novembre 2009). Ero in Austria quel giorno, ma non l'ho dimenticata.
Alda Merini : una piccola ape furibonda | Bambole Spettinate&Diavole Del Focolare
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta. [...]
Alda Merini nasce il 21 marzo del 1931, seconda di tre figli, in una famiglia di modeste condizioni economiche.
Il periodo della sua infanzia e adolescenza è segnato dal secondo conflitto mondiale
[..] la mia casa è stata distrutta dalle bombe. Noi eravamo sotto, nel rifugio, durante un coprifuoco; siamo tornati su e non c’era più niente, solo macerie. Ho aiutato mia madre a partorire mio fratello: avevo 12 anni. Un bel tradimento da parte dell’Inghilterra, perché noi eravamo tutti a tavola, chi faceva i compiti, chi mangiava, arrivano questi bombardieri, con il fiato pesante, e tutt’a un tratto, boom, la gente è impazzita. Abbiamo perso tutto. Siamo scappati sul primo carro bestiame che abbiamo trovato. Tutti ammassati. Siamo approdati a Vercelli. Ci siamo buttati nelle risaie perché le bombe non scoppiano nell’acqua, ce ne siamo stati a mollo finché non sono finiti i bombardamenti. Siamo rimasti lì soli, io, la mia mamma e il piccolino appena nato. Mio padre e mia sorella erano rimasti in giro a Milano a cercare gli altri: eravamo tutti impazziti. Ho fatto l’ostetrica per forza portando alla luce mio fratello, ce l’ho fatta: oggi ha sessant’anni e sta benissimo. La mamma invece ha avuto un’emorragia, hanno dovuto infagottarla insieme al piccolo e portarseli dietro così, con lei che urlava come una matta.
Alda aveva un carattere sensibile, malinconico ed era poco compresa un po’ da tutti.
Quel poco che si conosce della sua infanzia e della sua adolescenza, è attraverso le note che scriveva, note che le permisero di collaborare con Giacinto Spagnoletti suo primo scopritore con cui collaborò alla giovanissima età di 15 anni, e grazie al quale conobbe anche Giorgio Manganelli maestro di stile e suo primo amore.
Il 1947 è segnato da i suoi i primi tormenti e disturbi mentali, viene così internata per circa un mese a Villa Turro a Milano
Quando ne esce alcuni amici le sono vicini : Giorgio Manganelli, che aveva conosciuto a casa di Spagnoletti la indirizza in esame presso gli psicoanalisti Fornari e Musatti.
Nel 1950 grazie a G. Spagnoletti pubblica con le liriche “Il gobbo”.
Terminata la tormentata relazione con Manganelli nel ’54 sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie a Milano, nello stesso anno esce anche la sua opera “La presenza di Orfeo”.
Nel ’55 esce la seconda raccolta di versi intitolata “Paura di Dio” e nello stesso anno “La pazza della porta accanto“.
Il 62’ è segnato dal dolce arrivo della sua primogenita Emanuela, nello stesso anno scrive una raccolta di versi “Tu sei Pietro” a Pietro De Paschale medico della piccola.
I disturbi causati dal bipolarismo le portano nello stesso anno un periodo duro e angosciante che la vedono nuovamente internata, questa volta però al “Paolo Pini” , struttura dentro il quale rimarrà fino al ’72, alternando periodi in famiglia dove nascone altre due figlie.
Nel ’79 torna a scrivere, questa volta con opere più drammatiche che raccontano la sua sconvolgente esperienza in manicomio e il dolore provato.
Manicomio è parola assai più grande
delle oscure voragini del sogno,
eppur veniva qualche volta al tempo
filamento di azzurro o una canzone
lontana di usignolo o si schiudeva
la tua bocca mordendo nell’azzurro
la menzogna feroce della vita.
O una mano impietosa di malato
saliva piano sulla tua finestra
sillabando il tuo nome e finalmente
sciolto il numero immondo ritrovavi
tutta la serietà della tua vita.
(da “La terra santa”)
L’83 per lei è un altro durissimo anno che vede la scomparsa del suo amato marito. Sola e dimenticata dal mondo letterario, ricomincia a scrivere e a bussare a tutte le porte dei maggiori editori italiani senza alcun successo.
Solo Paolo Muri, colpito dal suo stato e dalle sue amarezze, le offre uno spazio per le sue poesie per la sua rivista “Il cavallo di troia”.
Nello stesso anno inizia un rapporto telefonico con il poeta Michele Pierri che aveva mostrato tanto interesse per le sue opere . Si sposano nell’autunno dello stesso anno e da Milano si trasferisce a Taranto, città del marito, medico (primario dell’ospedale della città ) in pensione e inizia a prendersi cura di lei.
Nell’86 dopo aver provato gli orrori dell’ospedale psichiatrico di Taranto torna a Milano e si mette in cura con la dottoressa Marcella Rizzo (a cui dedica una poesia) e ricomincia a scrivere completando l’opera : “L’altra verità. Diario di una diversa”, testimonianza dei suoi lunghi dieci anni nelle orribili mura del manicomio.
Seguiranno le opere :
1987 : “Fogli bianchi” . Nello stesso anno è finalista nel premio letterario Premio Bergamo.
1988 : “Testamento”
1989: inizia a frequentare il cafè libreria “Chimera” sui Navigli e pubblica “Delirio amoroso”
1990: “Il tormento delle figure”
1991: vede la morte del suo primo amore Giorgio Manganelli a cui dedica una poesia
A Manganelli
A te, Giorgio,
noto istrione della parola,
mio oscuro disegno,
mio invincibile amore,
sono sfuggita, tuo malgrado,
eppure mi hai ingabbiato
nella salsedine
della tua lingua.
Tu, primissimo amore mio,
hai avuto pudore
del mio atroce destino,
tu mi hai preso un giorno
sull’erba, al calore del sole,
la perla della mia giovinezza.
Com’era bello, amore,
sentirti spergiuro.
E tu che non volevi.
Tu, per cui ero
la sofferta Beatrice delle ombre.
Ma non eri tu ad avermi,
era la psicanalisi.
E in fondo, Giorgio,
ho sempre patito
quel che ti ho fatto patire.
[Da La palude di Manganelli, 1992]
1992 : “Ipotenusa d’amore”
1993: pubblica “La palude di Manganelli o il monarca del re”, e “Aforismi” . In questo l’anno in cui le viene assegnato il Eugenio Montale per la poesia.
1994: “ Sogno e Poesia”, da “L’incisione di Corbetta”
1996: con il volume “La vita facile”, le viene attribuito il “Premio Viareggio”
1997 : vince il “Premio Procida Elsa Morante”
1999: “Aforismi e magie”
Sono anni ricchi di successi per lei, in pochi anni conta più di 500 testi pubblicati.
Nel 2001 posa seminuda per la copertina dell’album “Canto di Spine ”
Allora spiegò così la sua decisione: «Per buttare il mio corpo al macero, a significare che per la psichiatria il corpo non vale, viene annientato, soltanto la mente è terreno di studio».
Sono stata io a volerlo. Mi fa sorridere il moralismo della gente, non lo tirano fuori per il nudo in sé, ormai ovunque, ma per quello non perfetto. E’ l’imperfezione a scandalizzare, come fosse una colpa. Il mio è stato un gesto di provocazione, e anche di profondo dolore: in manicomio ci spogliavano come fossimo cose. Mi sento nuda ancora adesso.
Nel febbraio del 2004 viene ricoverata all’Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Da tutto il paese vengono inviate e-mail a sostegno di un appello lanciato da un amico della scrittrice che richiede aiuto economico.
Nel 2005 pubblica con Giovanni Nuti l’album “Poema della croce”.
Nel 2007 esce l’album “Rasoi di seta”, che contiene 21 poesie-canzoni
Nel 2009 esce il documentario : Alda Merini, una donna sul palcoscenico
Il 1° novembre del 2009 si spegne a causa di un’ affezione tumorale all’ospedale San Paolo di Milano
Il tormento e la dolcezza della sua anima e delle sue poesia rimarranno però eterne.
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