Uscire dall'Euro: i vantaggi dell'Italia

io ho capito che f4f se l'Italia esce dall'euro perde un sacco di soldi :D

ecco perché "uscire dall'euro non è la soluzione al problema"

bisognerebbe chiederlo al 10+% di disoccupati, a chi paga l'affitto, le tasse e le rendite cosa ne pensa



:lol::lol:

io ho capito che ti sei ridotto a parlare di me
e che non sei capace di rispondere alle domande in tema


ora ti rifaccio le domande qui sopra:


  1. per risolvere i problemi dell italia di quanto dobbiamo svalutare?
  2. Quanto costa la svalutazione ?
  3. Perchè non svalutiamo del 60% ?
  4. Sapresti farmi uno scenario? Sarebbe il doppio meglio del 30%?
e aggiungo:

  • chi sono i nazieuro a cui ti riferisci qui sopra?




all'improvviso ti mancano gli argomenti ??? :D:D




cià.... ti meriti una aggiunta!!


  • mi spieghi come uscire dall'euro paga l'affitto del mese di settembre ??
  • e mi spieghi come uscire dall'euro riduce le tasse??




forza!! :D:D:D
 
Ultima modifica:
bene: Big_Boom e Brunetta sono d'accordo :up::up:

sono una persona normale che e' informata su molte cose, vivo all'estero e saprei cosa fare per rimettere l'Italia al posto che si merita e non a subire diktat da Germania, Francia, Inghilterra e Usa

l'Italia merita di piu' come diceva Craxi, l'ultimo grande statista italiano

ora siamo nelle mani di sciagurati tecnocrati illusi di creare una grande europa distruggendo le singole identita' nazionali, stanno creando un mostro che puo' scatenare la prossima guerra

le risposte che vuoi tu non ci sono ora perche' un paese non si gestisce come se fosse un computer. Si puo' solo stabilire un percorso che permetta una crescita non solo economica ma anche sociale e dello stesso stato.
Il percorso attuale e' distruttivo per quanto riguarda stato, economia e societa'.
 
sono una persona normale che e' informata su molte cose, vivo all'estero e saprei cosa fare per rimettere l'Italia al posto che si merita e non a subire diktat da Germania, Francia, Inghilterra e Usa

l'Italia merita di piu' come diceva Craxi, l'ultimo grande statista italiano

ora siamo nelle mani di sciagurati tecnocrati illusi di creare una grande europa distruggendo le singole identita' nazionali, stanno creando un mostro che puo' scatenare la prossima guerra

le risposte che vuoi tu non ci sono ora perche' un paese non si gestisce come se fosse un computer. Si puo' solo stabilire un percorso che permetta una crescita non solo economica ma anche sociale e dello stesso stato.
Il percorso attuale e' distruttivo per quanto riguarda stato, economia e societa'.

+1
 
sono una persona normale che e' informata su molte cose, vivo all'estero e saprei cosa fare per rimettere l'Italia al posto che si merita e non a subire diktat da Germania, Francia, Inghilterra e Usa

l'Italia merita di piu' come diceva Craxi, l'ultimo grande statista italiano

ora siamo nelle mani di sciagurati tecnocrati illusi di creare una grande europa distruggendo le singole identita' nazionali, stanno creando un mostro che puo' scatenare la prossima guerra

le risposte che vuoi tu non ci sono ora perche' un paese non si gestisce come se fosse un computer. Si puo' solo stabilire un percorso che permetta una crescita non solo economica ma anche sociale e dello stesso stato.
Il percorso attuale e' distruttivo per quanto riguarda stato, economia e societa'.



aaaahhh... capito!

non ci sono le risposte , non si sa cosa accada ma si va a prendere una decisione!
geniale!!


guarda , ti semplifico il ragionamento per arrivare al nocciolo:
qui NON si è pro o contro l'euro
qui si è a valutare cosa fare per uscire da un problema che è finanzioario economico politco e sociale

le due strade sono:

  1. una politica di rigore interno, che ci permetterebbe ANCHE ( ma al limite non principalmente) di stare nell'euro: di tale politica siamo stati resi coscienti dai nostri partner europei con la famosa lettera BCE, ma qualsiasi politico italiano avrebbe potuto scriverla
  2. una politica di svalutazione , che ci permetterebbe di prendere tempo ( ma forse, dico io)


ora, la mia opinione è che nel problema in cui siamo , per uscire dobbiamo fare delle riforme: e che la svalutazione nasconderebbe il problema per altri venti anni, ripresentandolo aggravato in futuro ( è la domanda che ti ho fatto : di quanti punti si abbasserebbe la pressione fiscale in caso di svalutazione?)



quindi sia 1 che 2 comportano costi e rischi
ma se devo pagare e rischiare, preferisco anche innovare e cercare di stare ( o tornare) tra i paesi di serie A che trotterellare in serie B ''con la speranza di tornare in A'' ma con tasse e sacrifici inalterati
e perchè dovremmo ?
se il teorema è che lo spread italiano è ingiustificato e 200 punti di spread sono legati alla paura per la nostra politica ballerina , si faccia lo salvaspread e si consegni la leva fiscale alla BCE
 
sono una persona normale che e' informata su molte cose, vivo all'estero e saprei cosa fare per rimettere l'Italia al posto che si merita e non a subire diktat da Germania, Francia, Inghilterra e Usa

l'Italia merita di piu' come diceva Craxi, l'ultimo grande statista italiano

ora siamo nelle mani di sciagurati tecnocrati illusi di creare una grande europa distruggendo le singole identita' nazionali, stanno creando un mostro che puo' scatenare la prossima guerra

le risposte che vuoi tu non ci sono ora perche' un paese non si gestisce come se fosse un computer. Si puo' solo stabilire un percorso che permetta una crescita non solo economica ma anche sociale e dello stesso stato.
Il percorso attuale e' distruttivo per quanto riguarda stato, economia e societa'.


per inciso
il grande statista da te citato, che è poi anche lo scopritore di Brunetta al governo, passa per essere l'iniziatore delle politiche di debito pubblico e di gestione della cosa pubblica con sistemi diciamo non sempre accettabili cfr Tangetopoli

strano eh ?
 
bene: Big_Boom e Brunetta sono d'accordo :up::up:
ci sono anche

Alberto Bagnai, professore associato, Università Gabriele D’Annunzio – Chieti e ricercatore associato al CREAM, Università di Rouen, Francia
Aldo Barba, ricercatore, Università Federico II di Napoli
Sergio Cesaratto, professore ordinario, Università di Siena
Massimo d’Angelillo, economista, Istituto Genesis di Bologna
Roberto Ciccone, professore ordinario, Università Roma Tre
Manfredi De Leo, dottorando di ricerca, Università Roma Tre
Giancarlo De Vivo, professore ordinario, Università Federico II di Napoli
Stefania Gabriele, dirigente di ricerca, ISSiRFA – CNR, Roma
Sergio Levrero, professore associato, Università Roma Tre
Meri Lucii, già insegnante di Economia presso la scuola superiore
Vincenzo Maffeo, ricercatore, Università di Roma “La Sapienza”
Leonardo Paggi, già professore ordinario di Storia contemporanea, Università di Modena e Reggo Emilia
Antonella Palumbo, professore associato, Università Roma Tre
Massimo Pivetti, già professore ordinario, Università di Roma “La Sapienza”
Antonella Stirati, professore ordinario, Università Roma Tre
Federica Roà, consulente presso l’ISMO, Milano
Gennaro Zezza, professore associato, Università di Cassino e Levy Institute (Stati Uniti)
 

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