Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Sono passati esattamente 101 anni da quel 15 marzo 1921,

quando Emanuele Vittorio, Giorgio e Angelo Parodi, insieme al loro uomo di fiducia,

si trovarono a Genova in Corso Andrea Podestà 5, per firmare l’atto di fondazione davanti al notaio Cassanello

e dare inizio a una storia che ancora oggi appassiona i numerosi bikers che accorrono per visitare quelle mura

che raccontano e custodiscono tante storie di successo.


In attesa della prossima edizione genovese dei GP Days, Elena Bagnasco, nipote di Giorgio Parodi,
invia un caloroso abbraccio a nome della famiglia a tutti i guzzisti che si troveranno a Mandello del Lario in questi giorni.


L’appuntamento da non perdere per tutti è ora per il 16 ottobre a Celle Ligure
per un’intera giornata nel segno dell’aquila dorata.
 
L’attesa è finita, proprio da domani inizieranno i grandi festeggiamenti dedicati al centenario di Moto Guzzi,
celebrato l’anno scorso, ma bloccato a causa delle restrizioni per il Covid.

E così, da questa sera apre le porte il Fuoriraduno, con i primi eventi che introdurranno un week end ricchissimo di sorprese entusiasmanti,
come abbiamo visto proprio ieri nel ricco calendario della manifestazione aperta dall’8 all’11 settembre.

A Mandello del Lario, sede storica della fabbrica Moto Guzzi, inizia l’edizione 2022 delle GMG - Giornate Mondiali Moto Guzzi.

Ormai lo sappiamo: è la festa più attesa dai guzzisti e dagli appassionati di moto di tutto il mondo.

Un motoraduno internazionale, arrivano persone da ogni parte del globo,
tutte spinte dalla grande passione per l’Aquila ad ali spiegate,
quella che da oltre un secolo rappresenta Moto Guzzi.

Quest’anno la manifestazione è dedicata alle celebrazioni per i 100 anni di Moto Guzzi, fondata nel 1921.
Sono attese circa 20.000 persone, in un paese di soli 10.000 abitanti: una festa grandiosa.


Sin dal giovedì si apriranno i portoni dell’affascinante stabilimento dove Moto Guzzi nacque un secolo fa
e dove ancora si producono, con cura artigianale, le splendide motociclette.

Per tutta la durata delle GMG 2022 sarà possibile accedere allo Shop Moto Guzzi per acquisti esclusivi
e saranno attivi i test ride gratuiti, occasione unica per provare su strada la gamma delle moto Made in Mandello.

Oltre alla gamma in prova sarà possibile ammirare la nuova Moto Guzzi V100 Mandello,
la moto che rappresenta il futuro di Moto Guzzi e che verrà lanciata sul mercato a ottobre.

Sabato e domenica il programma della festa si completa con una serie di iniziative,
a partire dalla spettacolare parata di motociclette che raggiungerà Mandello
per sfilare davanti al mitico cancello rosso della sede Moto Guzzi in via Parodi.


A quel punto, e fino a tutta la domenica, sarà attivo il programma di visite gratuite alla fabbrica e al Museo,
che è stato recentemente ristrutturato e ospita decine di esemplari storici di Moto Guzzi.

Durante il weekend saranno attivi, dentro lo stabilimento,
i punti dedicati allo street food e all’intrattenimento musicale (Virgin Radio).

Gli spazi dedicati alla customizzazione con Officine Rossopuro,
al Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance e al Photobooth completano la festa che si estende poi ben al di là dei confini della fabbrica.


Le GMG 2022 saranno anche l’occasione per scoprire un territorio incantevole,
circondato dal lago e dalle stupende Prealpi su cui domina la maestosa Grigna.

Sono gli stessi itinerari dove vengono tuttora sviluppate le Moto Guzzi.


Sono numerosissimi i guzzisti pronti a festeggiare un centenario davvero indimenticabile con la consueta foto davanti al cancello rosso.

Mandello è custode del prezioso ricordo di quanto realizzato negli anni dalla famiglia Parodi,
dal complesso di case per gli operai, alle centrali elettriche, la Canottieri Moto Guzzi e molto altro ancora.
 
Il maltempo di ieri sera ha spostato a oggi a partire dalle 19.30 la “Festa del prototipo Guzzi-Parodi”,

la prima moto nata nell'officina di Giorgio Ripamonti di via Cavour a Mandello

che oggi, grazie al pronipote Gechi Trincavelli,

è divenuta “tempio” per chi ama rivivere il passato attraverso le macchine utensili e gli attrezzi conservati,

con il sapore di quel vintage ancora attuale e di moda.

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l'officina è stata visitata dalla figlia di Giorgio Parodi, Marina, insieme a Elena Bagnasco, nipote del co-fondatore della Moto Guzzi:

Mandello del Lario, dunque, che stringe le mani a Genova, la città dove risiedono,
a siglare una comunanza tra mare e lago nella scrittura della grande storia iniziata cento (e uno) anni fa.
 
Tutte quelle cretinette che si trovano su instagram o su tik tok
sarebbe ora studiassero qualcosa di serio.


Nel giorno in cui il mondo celebrava la nascita di Maria, è morta Elisabetta II d’Inghilterra, l’8 settembre 2022, dopo settant’anni di Regno.

La più regale, alta e umile delle Sovrane e anche delle Donne.


Ha detto bene Mick Jagger: “Per tutta la mia vita Sua Maestà, la Regina Elisabetta II, è sempre stata lì”.
Non solo per lui, per tutti. Icona regale e anche pietra miliare femminile.


Non ce ne siamo troppo accorte.
Per tutti gli anni Settanta abbiamo cercato modelli e rovistato nel femminismo, mentre avevamo l’esempio fulgido sul Trono britannico.

Forse perché Elisabetta di Windsor era una Regina, non si poteva accostare il suo profilo alla rivoluzione femminile?

Stanno qui la svista e il tranello del politicamente corretto.

Se l’affermazione era la battaglia, nessuno più della più longeva regnante ha conquistato tappe.

Perché Elisabetta II, che pure indossava simboli carismatici e corone da 66 milioni di euro,
non ha mai dato senso al valore intrinseco del potere e della ricchezza,
ma ha rivelato le doti che ogni donna può e deve realizzare.

A cominciare dal rapporto con il marito, il Principe Filippo di Edimburgo, sposato per amore e non per destino,
difeso da tutte le cadute di una coppia sovrana ma anche di un “matrimonio comune” nell’“indissolubilità” voluta e disputata per 73 anni.

“Sei la mia roccia”, disse Elisabetta al suo Filippo in occasione delle nozze d’oro, nel 1997.

Forse non piaceva il messaggio allora?

Forse era antitetico alle libertà che proclamava il femminismo: divorzio, aborto, emancipazione?


L’eredità che lascia “la Regina eterna” sta proprio nella sapienza di coniugazione del potere con l’altra “corona”, l’essere donna fino in fondo.

Su questo le donne dovranno riflettere.

La storia del femminile, inceppata tra l’escalation di violenze, i magri successi delle rare affermate,
un universo scivolato nel Gender, nel sessismo e nell’omosessualità, dovrà rivoluzionare se stessa.

La maternità non è la zavorra, lo specifico femminile non è la debolezza.


Come ha indicato Elisabetta II, “essere donna” può essere la forza.

E imparando dalla “Regina più Regina”, occorre adempiere lo specifico,
cioè la temperanza, il coraggio, il dovere, la resilienza ai traumi e alle battaglie.

Ma anche la vera e profonda dote, il senso d’amore.

Un amore non da vetrina o da fotoromanzo, bensì lo spirito amoroso profuso sempre, anche sotto l’apparente imperturbabilità.

Perché le donne sanno amare e questa “corona” non deve diventare una guerra tra sessi. Ma Regno e Trionfo.


Sarà bene ritrovarci.

Il femminismo troppo a lungo ha preso la strada della unilateralità, del politicamente corretto.

Si è voluto fare tutto solo da una parte, superbamente schiacciando l’essenziale, ossia il confronto e il dialogo, scivolando dentro il contrario.

Non l’ambita emancipazione,

ma la sottomissione a modelli degenerati

di un femminile aggredito e snaturato

dalla chirurgia estetica al materialismo edonista e sessista.


Lo abbiamo tanto cercato “il femminismo” ed era lì, davanti a tutti, come ha notato Mick Jagger.

L’esempio di una Regina e di una Donna al di sopra di tutti.


.
 
Del mega evento da 60 mila presenze resteranno le foto, i commenti, i ricordi,
le amicizie nate e ritrovate i biker arrivati da ogni dove per quella grande festa che è il Motoraduno Guzzi.

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Questo è quello che resta del toro messo allo spiedo.

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lgbt....se li conosci.....LI EVITI.



Dell’episodio di Peppa Pig e le due mamme hanno parlato in molti,
ma dei diritti di Penny Polar Bear, figlio di due mamme maialine, si è discusso poco.

Il cartone, invece, potrebbe avere anche questo senso,

quello di mettere in evidenza il futuro incerto e soggetto a controversie

dei minori trascinati nel sessismo Lgbt.

Come è puntualmente accaduto.



“I cartoni rivolti all’infanzia devono rispettare un’unica linea-guida: raccontare l’amore e l’accoglienza,
perché sono l’odio e l’esclusione a traumatizzare i più piccoli”.

“È normalità parlare del nonno che dorme sulla poltrona, la nonna che colleziona cappellini e la mamma che fa la casalinga”.


Penny Polar Bear, amico della protagonista, vive con una coppia omosessuale.

Ai polemici paladini Lgbt è sfuggito questo concetto:

il nucleo essenziale della fortunata serie britannica appassiona i piccoli,

poiché offre loro il paradiso sulla terra, ossia che vince sempre il bene e l’amore per la famiglia mette tutti d’accordo.



L’armoniosa famiglia di Peppa Pig, in video (in Italia) dal 2005, si è però infranta sul politicallyl correct
quando gli autori hanno pensato di introdurre nella narrazione il personaggio con due mamme.

Non sappiamo con quale indirizzo.

Anche perché, se è talvolta una realtà per i bambini sentirne parlare (ahimè), non è scontata la normalità del fatto in sé.

L’importante è che non ci siano esclusioni, violenze e discriminazioni tra bambini, giusto?


Analisi troppo raffinata per gli Unni del pensiero unico italiano.


Resta il distinguo tra discriminazione e normalità.


La sinistra vuole rendere normale con atti di superba imposizione tutto il bagaglio Lgbt fin dalla tenera età,
ridicolizzando la mamma casalinga e il nonno in poltrona, per irrompere con i protagonisti dell’universo sessista.


Che il fine del cartoon non sia necessariamente la normalità,
ma un po’ di armonia almeno tra bambini sottoposti allo sconquasso moderno, sfugge ai bellicosi del Gender.
 
«Mi ha rubato 400 mila euro».
L’ex idraulico spiega al gip perché ha ucciso l’imprenditore


Omicidio di Casale.

Domenico Gottardelli ha ammesso le proprie responsabilità davanti al giudice del tribunale di Cremona.

Anni fa gli era sparita l’ingente somma in contanti, risparmi di una vita che custodiva in garage.

E si era messo in testa che a prenderglieli poteva essere stato soltanto l’amico Fausto Gozzini.

Così mercoledì l’ha chiamato e raggiunto in ditta.

Dopo avergli sparato, si è seduto sul divano dell’azienda.


«Mi sono tolto un peso», ha detto al gip.
 
Sì Sì, passiamo tutto all'elettrico. Ne vedremo delle belle.

Intervento particolare nella serata odierna per i vigili del fuoco del Comando di Lecco:

attorno alle 20.30 i pompieri sono stati chiamati per spegnere un principio d'incendio che ha interessato... una bici elettrica.

La due ruote a pedalata assistita ha "sfiammato".
 
Le rivolte ormai squassano molte città dell’Iran preoccupando il governo.

Mahsa Amini, 22 anni, è morta la scorsa settimana dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non indossava l’hijab,
il velo islamico obbligatorio nel teocratico Iran, e dal quel giorno sono iniziate numerose manifestazioni anche violente,
con scontri con la polizia e perfino assalti alle stazioni dei gruppi paramilitari che si occupano del “Mantenimento della moralità”.

I funzionari iraniani hanno dichiarato che sette persone sono morte da quando sono scoppiate le proteste sabato, dopo il funerale di Amini,
dove le donne hanno iniziato a togliersi il velo in segno di protesta, a volte bruciandolo in segno di sfida pubblica.

I manifestanti hanno denunciato i casi di tattiche di “fuoco vivo” e l’uso di armi letali da parte della polizia per disperdere le proteste, che si sono diffuse in diverse province.

La gente applaude quando le ragazze buttano nei roghi i loro hijab e si grida “Basta con la dittatura” e “Ayatolah andate a quel paese” in molte città dell’Iran, compresa la capitale.

Le manifestazioni coinvolgono gli studenti universitari (fonte Anonyme Citoyen)


Manifestazioni si sono svolte non solo nelle città del nord e dell’ovest, ma anche nella stessa capitale Teheran


La gente è sempre meno intimorita della polizia e ormai lancia apertamente sassi contro i blindati intervenuti per reprimere le manifestazioni


La base della manifestazione è il rifiuto degli obblighi religiosi del hijab,
ma questo poi si sta evolvendo in una rivolta di massa che ha anche basi sociali ed economiche.

Ecco perché il governo di Teheran ha così fretta di vendere il proprio petrolio all’estero:
dalle risorse che ne ricaverebbe dipende la sua sopravvivenza interna.


ntanto però blocca i social media nella speranza di contenere la fiammata di manifestazioni


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Questo è quello che riesce a produrre un ministero di incapaci,
che mettono alla guida delle scuole - presidi incapaci.
Assurda la decisione della preside.



Nella serata di sabato scorso, 17 settembre 2022, l'istituto scolastico di Lissaro di Mestrino, nel Padovano,
ha dato segnalazione alle famiglie riguardo un importante cambiamento nella gestione dei bambini a scuola:

la possibilità di ritirare i figli iscritti a tempo pieno per l'ora di pranzo era saltata.


A Lissaro, quindi, si può mangiare solo in mensa, in caso contrario,

qualora i genitori volessero portare a casa i bimbi a mezzogiorno,

la scuola non li avrebbe fatti rientrare per proseguire le lezioni della giornata
.



La famiglia di una bambina, tuttavia, non è riuscita ad iscrivere la figlia alla mensa
perché ha ricevuto la comunicazione troppo tardi.

Per questo motivo, nel primo giorno utile di scuola, cioè lunedì 19 settembre,
la piccola si è recata nell'istituto senza essere registrata al servizio mensa.


All'ora di pranzo è successo qualcosa di incredibile.


Per ovviare al problema, i genitori le avevano preventivamente dato un sacchetto con un po' di cibo.

Una sorta di "super" merenda per arrivare a fine giornata senza esaurire le energie.


La scuola, tuttavia, al momento di pranzare, ha chiamato i genitori,
chiedendo loro di andare a prendere la figlia perché, per regolamento, lei non poteva stare nell'istituto scolastico
.


I genitori, di tutta risposta, hanno motivato la "super" merenda della figlia
dicendo che non era loro intenzione farle perdere le lezioni pomeridiane.


Di fronte al rifiuto di venirla a prendere, la preside della scuola ha chiamato i servizi sociali.


Quest'ultimi hanno compreso la situazione, risolvendo in tempi brevi il malinteso.


"Fortunatamente le assistenti sociali hanno capito che non eravamo genitori negligenti – racconta la mamma della bambina alla stampa locale – e che ci siamo soltanto trovati improvvisamente a non poter più far uscire da scuola nostra figlia per il pranzo. Mi domando: se non fossimo riusciti a rispondere al telefono ieri mattina, ci saremmo trovati nostra figlia affidata a una casa famiglia?".
 

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