Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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"Amici, Romani, ascoltate, sono venuto a seppellire

il sindaco Roberto Gualtieri,

il sindacalista Maurizio Landini,

l’armocromista Elly Schlein,

non a tesserne gli insulti, che si meriterebbero, visto che rimangono assorti e silenti,
come si addice all’immoralità degli omertosi comunisti, davanti al “Sacco di Roma”.

No, non si tratta soltanto di puzzolente monnezza non raccolta con contorno di pantegane, nutrie e cinghiali.
C’è dell’altro.

È venuto fuori che circa un terzo dei dipendenti della municipalizzata Ama
ruba spesso e volentieri
benzina e gasolio dagli automezzi.

Ci sono habitué che si sono messi in tasca oltre 100mila euro,
travasando nafta e altri carburanti pagati a caro prezzo dai contribuenti.


Dal 2017 sino al 2020, si sono bevuti un totale di 293.858,19 litri di carburante.

Mancano i dati sino al 2023,
ma niente fa sperare che siano divenuti astemi ed onesti,
ergo altre migliaia di litri saranno certamente scomparsi nello loro… saccocce.

Il bello è che voi, cittadini della Capitale, trattati per quello che dimostrate di essere,
veri coglioni militanti, rimanete buoni e composti,
lesti a pagare addirittura la tassa sui rifiuti urbani, per ingrassare l’Ama.


Io, avendo capito l’andazzo, anni fa scelsi una residenza in località provinciale,
dopo aver verificato che fosse totalmente priva di vigne di coglioni. "
 
Certamente è una fase storica in cui gli affitti sono alti,
ma non è obbligatorio fare l’università a Milano o a Roma venendo da fuori.

Se pensate che Roma e Milano siano care,
andate a fare l’Università da un’altra parte
oppure prendete il treno come fanno tanti pendolari.


Se poi proprio volete studiare a Milano e non fare i pendolari, prendete casa ad Abbiategrasso.

Costa molto meno.


Insomma, questi quattro figli di papà
facciano il cazzo che gli pare,
ma non ci rompano le palle con le loro tende davanti all’Università.


Giuseppe Cruciani, 10 Maggio 2023
 
WhatsApp accede al microfono (anche) quando l’utente sta dormendo?

Oramai, nell’era dei riconoscimenti biometrici e dell’Intelligenza artificiale,
non ci stupirebbe, eppure dovrebbe inquietare non poco.

La “bomba” l’ha sganciata Foad Dabiri,
ingegnere già operativo nel colosso Google e che ora è Director of Engineering di Twitter.

La notizia, infatti, è divenuta virale quando il suo post è stato ritwittato da Elon Musk in persona,
alimentando l’epica rivalità con Mark Zuckerberg.


Ma torniamo ai fatti, peraltro confermati da molti utenti di WhatsApp,
che hanno riferito di aver visto il microfono attivato in background di recente.

Dabiri, dunque, ha pubblicato il tweet che vi mostriamo, proprio ritwittato da Musk, che commenta
“Non ci si può fidare di WhatsApp”

Secondo quanto riportato dal report della funzione Privacy Dashboard di Google
dello smartphone Pixel 7 Pro di Dabiri, che lo ha appunto postato su Twitter,
WhatsApp ha avuto costante accesso al microfono durante la notte,
nove volte tra le 4:20 e le 6:53, mentre Dabiri dormiva,
senza naturalmente alcun intervento da parte del legittimo proprietario dello smartphone.

La piattaforma Privacy Dashboard è pensata per mostrare il comportamento delle applicazioni
relativamente ai permessi concessi e a quelli invece raggirati senza il consenso dell’utente.

WhatsApp, società del gruppo Meta di Zuckerberg, che controlla anche Facebook,
ci ha tenuto a fornire una possibile spiegazione al fenomeno osservato da Dabiri.

Secondo il team di sviluppo dell’app il problema potrebbe essere causato da un bug
della funzione Privacy Dashboard di Google, che avrebbe attribuito erroneamente l’accesso al microfono a WhatsApp.
 
Il più classico degli scaricabarile?

Insomma, non si capisce di chi sia la colpa.

Invero, diversi utenti, come accennato prima,
hanno riscontrato sui propri smartphone un utilizzo improprio del microfono
da parte della nota applicazione di messaggistica.

Ad insospettire principalmente gli utenti è stata la comparsa sul display dell’indicatore del microfono attivo,
che nelle ultime versioni di Android è raffigurato da un piccolo puntino di colore verde.

Ancora WhatsApp spiega di essere rimasta in contatto con Dabiri per investigare sul caso
e conferma ancora che la app della privacy di Google avrebbe mal interpretato alcune informazioni,
quindi attribuendo l’accesso al microfono anche se la realtà non sarebbe quella.
 
Leggiamo quale è la procedura per tutelare la propria privacy,
e ci pare giusto riportarla:

è possibile negare l’accesso se si è preoccupati per la privacy.

Ecco, per impostare i parametri, su cosa cliccare: “Impostazioni”,

poi “App” e dunque “Vedi tutte le App” e infine “Autorizzazioni”.
 
Dire che questi sono scemi folli è poca cosa.


Rivoluzione Green sì, anzi no.

O meglio forse, ma con tempi un po’ più lunghi del previsto
perché altrimenti si rischia di incappare in figure a dir poco barbine.

Questo, più o meno, l’imbarazzante copione che sta seguendo in queste settimane la Germania,
tra i primi Paesi europei a sostenere il progetto Ue di una transizione verde
ma costretta a fare i conti con grossi limiti interni.

Con la rete elettrica che rischia il sovraccarico.

E così, mentre si parla di eliminare le caldaie a combustione
e rottamare le vecchie auto, troppo inquinanti,
le istituzioni si sono accorte di non poter sostenere i tanti cambiamenti annunciati.


In base ai programmi stabiliti
la richiesta di elettricità della Germania finirebbe per aumentare del 10%.

Al Paese mancano
, però, mancano al momento 14 mila chilometri di rete
e, soprattutto, la potenza necessaria per accontentare queste nuove esigenze.

Con il rischio di sovraccarichi e, addirittura, di un possibile collasso della rete.
 
Proprio per questo motivo,
l’Agenzia federale ha annunciato che dal 2024
gli operatori di rete potrebbero essere autorizzati a limitare l’elettricità.

Inoltre, nelle ore di punta potrebbero essere necessari ulteriori sacrifici,
come lo stop alle ricariche delle auto elettriche.


Un problema non da poco, visto che potrebbe lasciare a piedi migliaia di automobilisti, tra mille problemi.

A spaventare i tedeschi è però soprattutto l’ipotesi di razionamenti energetici nelle abitazioni a determinati orari.

E il rischio è che anche altri Paesi, oltre la Germania,
si trovino a fare i conti con un taglio dei consumi
imposto ai cittadini pur di favorire la “rivoluzione Green”.
 
Dopo il movimento delle sardine,
il quale ha portato una ventata di pura aria fritta nella politica italiana,
oggi abbiamo quello dei cosiddetti tendini.

Si tratta come è noto di gruppi sparsi di studenti – che hanno sospette simpatie sinistrorse –
i quali stanno utilizzando le tenda al posto della classica falce e martello
per ottenere maggiore equità sociale, secondo una oramai acquisita espressione del moderno politichese.

In sostanza, sulla base dell’infinito elenco delle cose desiderabili,
questi ragazzotti di belle speranze hanno stabilito che la loro massima priorità
è rappresentata da un comodo alloggio, ottenuto gratis o a un prezzo politico,
a pochi passi dalla facoltà di appartenenza.



Ora, al di là del fatto che siamo di fronte per l’ennesima volta
a una protesta finalizzata a risolvere con misure semplici una questione assai complessa,
i partiti dell’opposizione, insieme ai sindacati di area,
stanno cercando in tutti i modi di mettere il cappello
su una delle più demenziali contestazioni degli ultimi anni.


Demenziale proprio perché non fa che aggiungere ulteriore confusione nel già caotico mondo delle università italiane.


D’altro canto, tramontata da tempo la “gloriosa” epopea delle occupazioni studentesche,
oggi alla sinistra di opposizione, onde dimostrare al popolo l’inadeguatezza di chi ci governa,
non resta che strumentalizzare la surreale protesta dei tendini,
dopo aver vanamente cercato di capitalizzare il consenso, rapidamente evaporato,
che si stava raccogliendo intorno alle citate sardine de’ noantri.

Tant’è che la pasionaria che dirige il Partito Democratico, Elly Schlein,
ha immediatamente cercato di intestarsi la medesima protesta,
presentandosi presso un improvvisato accampamento studentesco alla Sapienza di Roma.

Tuttavia, mal le ne è incolto, dal momento che è stata duramente contestata
visto che, laddove il suo partito ancora governa, si comporta in modo assolutamente più pragmatico.

Infatti, secondo quanto riportato dalla stampa,
i ragazzi hanno attaccato la segretaria dem, sostenendo che nella rossa Bologna
alcuni ragazzi che manifestavano contro uno sfratto abitativo sarebbero stati manganellati.
 
Sindaci e Territorio

Urne aperte: cinque Comuni al voto in provincia di Lecco​


Partiamo dal comune più popoloso, Calolziocorte.
Tre le liste in campo:
quella di centrodestra che sostiene il sindaco uscente Marco Ghezzi,
Cambia Calolzio che ha come candidato sindaco Diego Colosimo,
e Calolziocorte Bene Comune che ha schierato Sonia Mazzoleni.


Tre le liste anche a Oliveto Lario:
a sfidare il primo cittadino uscente Bruno Polti e la sua lista “Oliveto Lario, Bruno Polti Sindaco”
sono il suo ex vice Paolo Negri con il gruppo "Noi per Oliveto Lario”
e Federico Gramatica con “Oliveto Futuro in Corso”.


Dal lago saliamo in Valsassina:
a Ballabio la sfida sarà a due, tra l'ex sindaco Bruno Bussola (fino al commissariamento) di “Orgoglio Ballabiese”
e lo sfidante Tranquillo Doniselli con “Ballabio Futura”


Una sfida a due verrà giocata anche a Robbiate
dove in campo ci sono Marco Magni, espressione della maggioranza uscente "Continuità e progresso"
e Alessandro Danza con "Cambia Robbiate".


Uno solo l'avversario di Luca Buzzella, candidato sindaco di Valvarrone, l'astensionismo.
Perchè l'elezione sia valida è necessaria che il 40% degli aventi diritto al voto si rechi alle urne
e la lista di Buzzella raccolga almeno il 50% dei voti validi
 
Ultima modifica:
Calolzio
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e Ballabio restano al centrodestra.

1684175100092.png



Robbiate al Centrosinistra

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L'unico ribaltone di queste elezioni del 14 e 15 maggio 2023 è avvenuto a Oliveto Lario.

La lista dell'ex sindaco Polti (medaglia di bronzo per usare una metafora sportiva)
e quella del suo ex vice Negri, (che comprende gran parte della maggioranza uscente)
si sono sostanzialmente divorate a vicenda.


Infine elezioni nella piccola Valvarrone con la lista bulgara di Luca Buzzella
che ha superato lo scoglio più duro, quello del quorum, con una partecipazione al voto del 58,65%.

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