REPETITA NOCENT
Un nuovo studio in preprint confronta tre dosi del vaccino covid proteico Novavax con tre dosi dei vaccini covid a RNA Pfizer e Moderna e conclude che questi ultimi due, ma non il primo, determinano alti livelli di anticorpi della classe G4 (IgG4). Questa particolare categoria di anticorpi svolge un ruolo fisiologico nell'indurre tolleranza dopo ripetuta esposizione a determinati antigeni. Ad esempio, è responsabile della resistenza degli apicoltori al veleno delle api. Tuttavia se la tolleranza riguarda ad esempio microrganismi patogeni, il risultato può essere maggiore vulnerabilità alle malattie conseguenti e anche altre forme di malattie infiammatorie mediate dalle IgG4. L'idea è insomma che la maggiore frequenza di contagi covid in persone plurivaccinate con i vaccini a RNA possa essere dovuta proprio a questo loro effetto di "distorsione" della risposta immunitaria a favore di una tolleranza deleteria. Novavax non avrebbe questo effetto (anche se va detto che lo studio lo ha realizzato proprio Novavax, e dunque la questione va presa con beneficio di inventario). Propongo il commento allo studio che ha pubblicato Igor Chudov sul suo blog (
qui nella traduzione automatica in lingua italiana) e che mi trova del tutto d'accordo, e concludo ricordando che la pericolosità dei vaccini covid non si esaurisce certo con le IgG4 e l'induzione di tolleranza, ma origina prima di tutto dalla scelta di utilizzare come antigene la tossina Spike non inattivata. E che anche Novavax dia problemi ad essa riconducibili lo indica chiaramente il rischio di infiammazioni cardiache che si associa a questo vaccino, che in alcuni paesi come la Svezia ha portato alla sua controindicazione almeno per alcune fasce di età. Certo, sempre meglio degli RNA dato che la dose di Spike è fissa e nota
mentre per gli RNA è una scommessa fuori controllo. Un altro tassello insomma che rafforza l'idea che prevedere dosi ripetute di questi vaccini sia una sciocchezza pericolosa. E probabilmente lo sanno anche i decisori politici, se è vero come è vero che da mesi non si insiste più paranoicamente sulla vaccinazione come "atto d'amore". Mentre il covid sembra una malattia sempre più mite, essenzialmente a causa dell'adattamento progressivo delle diverse varianti che si sono succedute. In altri termini, per stare nella metafora bellica usata da alcuni, direi che non abbiamo vinto nessuna guerra ma abbiamo al contrario sottoscritto un armistizio, una sorta di 8 settembre reso inevitabile dalla precedente scelta di allearci con la fazione più discutibile di tutta la vicenda, ovvero coloro che indicavano nei vaccini l'unica opzione. Per il futuro, indubbiamente, se oppure quando arriverà la malattia X, che forse già cova in qualche provetta, sarà una buona cosa se ci saranno vaccini efficaci, auspicabilmente migliori di questi. Ma sarà un'ottima cosa se ci saranno cure e soprattutto un'organizzazione sanitaria che non scompaia dietro i lockdown e i distanziamenti e le mascherine come già all'inizio di questa disgraziata vicenda.
Un idiota direbbe che è un preprint, poi cercherebbe un curriculum per screditare gli autori dello studio ecc., pur di non avere dubbi...