Piccola storia triste.
Amica di mia moglie, over 50, tridosata, mai avuto un dubbio, per mera fiducia nel mondo direi, nelle istituzioni, nella scienza etc. Qualche volta ne hanno parlato, con mia moglie, ma l’amica non è una di quelle invasate, quindi più di tanto non ha mai rotto i cojoni.
Al contrario del marito, giornalista di punta del quotidiano locale, quasi 70 enne, completamente imparanoiato dal COVID, mascherine a casa per chiunque mette piede etc. Il vaccino unica salvezza del mondo.
Da un po‘ di tempo l’amica non si sente bene, per niente. strani pruriti, stanchezza generalizzata. Fa analisi del sangue, qualcosa non torna. Si dovrà indagare. Siccome i sintomi sono comparsi subito dopo la terza dose, per precauzione vorrebbe dire basta, col piffero che in autunno si farà una quarta.
Sia mai! Tuona il marito. O vaccino o morte!
Una sera ne parlano a cena con amica medica, che concorda con la moglie! Meglio evitare una quarta…
Sia mai! Tuona il marito. O vaccino o morte!
Finirà che divorziano. Lei sta male poraccia.
E la morale della favola è? Quelli che vivono in una bolla autoreferenziale sono i giornalisti.
Pappagallescamente.