Prima della sfida tra Italia e Spagna,
Paesi dove il successo di Raffaella è stato totale,
si sentiranno le note del suo successo più celebre
E se l’Argentina, in un ritratto meraviglioso e commovente, l’ha incastonata in un’epoca di tremore e timore
come quella che si colloca tra gli anni Settanta e Ottanta, ritraendola per quel che era, o
vvero l’amica di
Diego Armando Maradona,
Italia-Spagna le renderà un tributo dovuto,
necessario per quanto ha donato con amore incondizionato al suo pubblico.
Sarà divisa a metà,
Raffaella.
Qualunque sarà l’omaggio che verrà accordato non le renderà mai abbastanza,
eppure è avvertito come prioritario per quanti hanno goduto dell’allegria e di quella cosciente e consapevole qualità
che ha elargito con intelligenza, portando istanze e temi di natura squisitamente civile sul fronte del palco.
Così sentiremo ancora le sue canzoni, per testimoniare un tributo di riconoscenza prima di tutto umano, chiesto dalla
Figc e accordato dalla
Uefa.
Italia-Spagna sarà una fiesta con
Raffa:
Marca, il più importante quotidiano sportivo spagnolo le ha dedicato una prima che bene riassume tutto quello che c’è, in questi giorni di lutto e sgomento.
“Que fantastica esta fiesta” è l’emblema dello sfarzo e dell’iperbole raffaelliana, la sfida calcistica per definizione, con
Italia-Spagna che nella
Carrà si superano.
Quando fu esule, con abnorme successo, in
Spagna e Argentina
Raffaella diede il meglio e conquistò iberici e sudamericani che la idolatravano e la adorano
anche oggi per il suo stile inimitabile e la sua cifra umana che, per quanti altri e altre tentino, non riescono neanche a sfiorarne il livello.
In Spagna fu tale l’amore che si guadagnò il titolo di dama al
Orden del Mérito Civil, una delle massime onorificenze spagnole.
Complice il calcio e la formula
Carrà del dopo,
Raffaella divenne una personalità nota anche al pubblico iberico
che rese complice con dei brani insuperabili, dove condensò ironia, emancipazione e una disinvoltura allegra e simbolica,
una sorta di liberazione laica che sancì il successo di
Pedro al più italico
Ballo, ballo.
Di fede juventina, riusciva a essere anche sul versante spagnolo appassionata e partecipe:
aveva scelto il
Real come squadra del cuore spagnolo, ma sempre con un certo distacco
e una indubbia gioia di vivere che il calcio spesso impone anche a chi non la avverte come urgente.
Una delle sue ultime interviste, in quel programma definito piccolo che poi tanto piccolo non era,
è stata a
Leonardo Bonucci che l’ha salutata con affetto dopo averla incontrata per “A raccontare comincia tu”.
Anche l’ex capitano
Alessandro Del Piero, protagonista di una carrambata splendida e divertente
si era prestato a ballare il
Tuca tuca e aveva portato il suo stile in un programma come quello della
Raffa nazionale.
Sui social aveva festeggiato anche l’ultimo scudetto della
Juve con la consueta qualità e sportività, perché no:
“Cara Juve: mi piaci, ah-ah! Mi piaci, ah-ah-ah! Mi piaci, tanto, tanto, ah! Sembra incredibile ma sono cotta di te…”.
Siccome Raffa apparteneva solo a se stessa, il suo pubblico ne era consapevole e ne rispettava le qualità e il grande lavoro
che la sua ossessione per la scrittura e lo studio richiedevano, aveva amato tanto
Diego Armando Maradona che l’Argentina definisce amico.
“L’ho conosciuto in Italia quando lo invitavo ai miei programmi televisivi – confessò al Messaggero –
ma la prima volta è venuto lui da me ed è pure finito in prigione. Io cantavo in una grande arena a Buenos Aires.
Era il 1979. Lui avrà avuto 18 anni. L’arena era piena, non c’era più posto, ma lui tentò comunque di entrare per ascoltarmi.
Disse ai poliziotti: ‘Non sapete chi sono io!’. Lessi questa storia il giorno dopo sul Clarin. Per colpa mia Diego aveva passato la notte in guardina”.
In nome di questa reciproca stima, che li univa oltre l’amicizia, Raffa lo rese protagonista di una carrambata assoluta:
dopo sette anni lo riportò all’Auditorium per celebrare il
Napoli dello Scudetto con lacrime, balli, abbracci.
Ebbe modo poi di ricambiare allo stesso modo, rendendo unica “La noche del 10”.
“Amava il calcio ed era una grande tifosa della Nazionale Raffaella Carrà,
vera e propria regina della televisione italiana morta ieri all’età di 78 anni.
Per omaggiarla, la FIGC ha chiesto e ottenuto dalla UEFA di inserire nella playlist utilizzata per il riscaldamento
prima della semifinale dell’Europeo con la Spagna ‘A far l’amore comincia tu’, una delle sue canzoni più amate e ballate”,
si legge nella nota della Federazione. “La scomparsa di un’icona come Raffaella Carrà – ha dichiarato Gabriele Gravina –
donna innovativa e artista straordinaria, ha colpito tutti. Prima di Italia-Spagna, la sua partita,
vogliamo ricordarla con allegria, ascoltando insieme la sua musica carica di energia”.
Stasera a
Wembley, Londra ‘A far l’amore comincia tu’. Perché, comunque vada, sarà una festa fantastica.