Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 2 (85 lettori)
- Creatore Discussione tommy271
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Forumer storico
A me sembra sensato che un venezuela filoamericano torni sui mercati e ritorni a pagare il pregresso.
Un sostegno politico non glielo dai gratis
Ventodivino
מגן ולא יראה
L'Iraq filo-USA ha tagliato del 90% il debito pregresso (era Saddam), hanno impedito che i creditori si buttassero sull'OIL e sulle petroliere (con alcuni stratagemmi che non ho capito fino in fondo ), una successiva emissione (da parte del nuovo governo-amico) è stata invece garantita (discorso lungo) dagli USA.
Con l'Ucraina gli USA sono stati più benevoli (hanno anche ordinato al FMI di "dimenticarsi" che il bond sottoscritto dai russi non fosse un bilaterale , quindi sotto ristrutturazione, salvandolo : anche se russi e ucraini sono in causa a Londra), ma lì gli USA hanno avuto un regalo mica da niente : la Nato è, con buona pace di Napoleone-Putin, nel Rus di Kiev.
NB
I creditori (bondisti, non bilaterali) di Saddam erano la solita partita di giro : super fondi USA, falchetti a stelle e striscie etc etc.
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MARCO82
Forumer attivo
Infatti il caso iracheno è quello che mi spaventa di più anche se forse non è la stessa cosa e il taglio 90% forse è servito come bilancia all’ intervento militare massiccio. O magari succederà lo stesso anche in venezuela, anche se credo più a una soluzione stile argentina
MARCO82
Forumer attivo
Ah ok, grazie
Ventodivino
מגן ולא יראה
Ciao,
io non sto dicendo che andrà come in Iraq.
Altrimenti tornerei solo a cose concluse.
E' da tenere presente (vedo che non fre.ga una cippa a nessuno, nemmeno capire come han fatto a segregare l'oil), tutto qui. (la cosa da approfondire, se entrassi domani è capire come han fatto a far accettare un taglio così grosso nonostante tutto l'oil; e, appunto, come han fatto a togliere l'oil dalle grinfie dei creditori)
Una cosa per me è certa , se arrivano gli USA arriva l'FMI.
E l'FMI usa sempre un foglio excel e ha detto chiaramente che non si farà più infi.nocchiare come in Grecia (dove, sostengono, una grossa parte dei loro dindi sono andati dove non dovevano andare : a pagare bondisti privati e istituzionali).
Chi ha i soldi comanda.
Ora, studi interessati (sottlineamolo) dicono che per far ripartire il Venezuela serve un presti superiore ai 60 miliardi di dollari.
Chi ha questi soldi ?
Se si chiama l'FMI loro dicono : noi entriamo alle nostre condizioni, altrimenti stiamo volentieri a casa.
Ventodivino
מגן ולא יראה
La ratio di un taglio così grande può essere dovuta sicuramente a questo, un'altra causa potrebbe essere quella di "farla pagare" a chi ha dato soldi (o ha comprato sul secondario debito di un Paese sgradito agli USA) ad un Paese canaglia.
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GiveMeLeverage
& I will remove the world
Come sempre spunti interessanti.
Some of the larger commercial creditors, who claimed the Iraqi government and its advisers pursued a “unilateral” and “coercive” approach, said they nonetheless accepted Iraq’s debt swap offer for lack of other choices. An adviser to one large commercial creditor said: “In the long term, all the creditors that got burned in this process as well as others will probably make it more expensive for Iraq to do business with them.” The Paris Club agreement, which was used as a template for deals with all other creditors, prevents the Iraqi government from giving other creditors more favourable treatment. A 2003 United Nations resolution also prevents creditors from resolving their debt claims through litigation or attempting to attach liens on Iraq’s energy resources until 2007. Iraqi debt restructuring has been “paralysingly complex,” according to one person close to the process. The underlying claims go back more than a generation and have been in arrears for 15 years. The commercial debt include bank loans and defaulted letters of credit, among others and the claimants span over 50 countries.
[Crucial phase in Iraq debt restructuring completed, Joanna Chung in New York and Andrew Balls in Washington December 23, 2005]
Ventodivino
מגן ולא יראה
Come sempre spunti interessanti.
Some of the larger commercial creditors, who claimed the Iraqi government and its advisers pursued a “unilateral” and “coercive” approach, said they nonetheless accepted Iraq’s debt swap offer for lack of other choices. An adviser to one large commercial creditor said: “In the long term, all the creditors that got burned in this process as well as others will probably make it more expensive for Iraq to do business with them.” The Paris Club agreement, which was used as a template for deals with all other creditors, prevents the Iraqi government from giving other creditors more favourable treatment. A 2003 United Nations resolution also prevents creditors from resolving their debt claims through litigation or attempting to attach liens on Iraq’s energy resources until 2007. Iraqi debt restructuring has been “paralysingly complex,” according to one person close to the process. The underlying claims go back more than a generation and have been in arrears for 15 years. The commercial debt include bank loans and defaulted letters of credit, among others and the claimants span over 50 countries.
[Crucial phase in Iraq debt restructuring completed, Joanna Chung in New York and Andrew Balls in Washington December 23, 2005]
Ciao,
sono con lo smartphone e leggo di fretta.
A memoria se ne parlava (con dati della Direttiva ONU che a suo tempo provai invano a recuperare) nel paper intitolato (in inglese) un qualcosa tipo "il bastone e la carota".
Paper a suo tempo da me messo sul forum ( e a te inviato via mail quando, per l'utilità di tutti, sei tornato) .
Probabilmente il ricorso alla Direttiva ONU era dovuto al fatto che, forse, all'epoca del dopo-Saddam, per un poco, vi fu una sovranità ONU.
Ciao !
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