La percezione che si ha, e non mi riferisco soltanto all’intervista di rodriguez, è che il Venezuela abbia scientemente deciso di disconoscere il proprio debito estero.
Stante l’impossibilità di rifinanziarsi sui mercati internazionali si è semplicemente deciso di staccare la spina. Per loro non ha più senso pagare.
Punteranno ad isolarsi ancora di più economicamente, una sorta di cubanizzazione con l’aggiunta di qualche accordo bilaterale col paesello di turno, ovviamente anti imperialista.
Russia e Cina non sganciano un quattrino: in fondo tutti abbiamo pensato che con l’inasprirsi dei rapporti con Trump si potessero creare le basi per una rinnovata cooperazione ma niente più soldi.
Unico dubbio di tutto questo ragionamento, a mio avviso difficilmente attaccabile, sta nella mancata reazione dei creditori. Un’idea però può sempre essere quella che in fondo piuttosto che avere un claim indefinito con uno stato isolato economicamente, forse è meglio scaricare sapientemente sul mercato.
Arriveremo al rimborso (al non rimborso) di Elecar senza neanche un comunicato.