Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 2

bisogna vedere quanto è in mani venezuelane

diciamo 25-35%?

ma il problema, mi pare, e' altro.
Con le sanzioni, i fondi USA sono legalmente impediti di scambiare i bonds in essere con altri titoli "nuovi" (con l'attuale regime)
I fondi, da soli, non hanno a mio parere "maggioranze qualificate".. ma il potere di bloccare ristrutturazioni che li escludono ce l'hanno.
Ecco perche', in assenza di un accordo politico interno.. "parlare" con i bondholders, a mio parere, non serve a nulla.
 
era quel momento che dovevano pensare se cambiare valuta mi sembra poi la valuta e' ancora quella e hanno cambiato i prestiti interni ti ricordi?

cambiare la valuta?
E, di grazia, dove ottieni la quasi unanimità' necessaria per farlo, visto che i creditori USA non potrebbero approvare?
 

Visto, a suo tempo:

The Executive Order still forbids transactions in most new debt, but the Republic does not have to issue new debt to restructure many of its bonds. That's because most bonds issued by the Republic have CACs. The payment terms of these bonds can be modified with a vote of 75% of the holders (in principal amount). There is no need for new debt.

Bonds without CACs (including PDVSA bonds) are a different story. Absent the sanctions, these bonds would likely be restructured through a technique called the Exit Amendment or Exit Consent, in which bondholders exchange old bonds for new ones and, in the process, vote to strip the old bonds of important contractual protections. This requires the issuance of new debt, so the sanctions likely forbid participation by anyone subject to US jurisdiction. Note, however, that there may be ways to work around the prohibition. For example, US investors might try selling non-CAC bonds to foreign parties. But it would be a risky move; the sanctions also forbid efforts to "evade or avoid" their effect. All in all, we suspect few investors will try.

Commento::

1) per ristrutturare i sovrani, senza offrire nuovi titoli, devi avere il 75% di ogni titolo, l'85% della 34 e il 100% di 18 e 27. Non vedo come sia possibile, con haircuts. Senza haircuts.. a che servirebbe?
2) per ristrutturare PDVsa, hai bisogno di nuovi bonds via exit consent.. e di non americani disposti a comprarli tutti... senza elusioni. Di nuovo.. non vedo come.
3) l'amministrazione USA vuol tenere Maduro per le palle. Nulla impedisce di stringere i cordoni ulteriormente, se cerca di fare il furbo per ristrutturare in barba alle sanzioni.

No go, IMHO.
 
La Russia ha ne suo sottosuolo giacimenti enormi di Brent.
Pensare che siano interessati al catrame venezuelano per il quale dovrebbero spendere più di quanto spendono per estrarre il loro (di tutt'altra qualità) a me lascia estremamente perplesso.
Rosneft entrando nei pozzi venezuelani
2 settembre Circa: Rosneft Oil (RNFTF)
Albert Goldson
Albert Goldson
Energia, event-driven, contrarian, commodities
IndoBrazilian
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Sommario

Le prossime modifiche costituzionali possono consentire a Venezuela una maggiore flessibilità nel garantire il finanziamento al debito pubblico dopo il 2017.

Rosneft è ben posizionato per cambiamenti costituzionali che possono consentire vendite dirette di petrolio e ulteriori diritti di acquisizione a prezzi bassi.

Senza partenariati occidentali, Rosneft affronta enormi sfide operative che limiteranno la sua portata ad arrestare la produzione di petrolio in calo e non raggiungere la crescita.

Il Venezuela ha richiesto $ 117 / bbl per bilanciare il suo budget in un mercato di $ 50 bbl espone Rosneft a un rischio finanziario ad alto livello, a prescindere dalle acquisizioni di prezzi bassi.

Le sanzioni statunitensi imposte di recente avranno meno impatto rispetto a quanto previsto e non bastano a provocare un cambiamento di regime.

Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha esaurito con successo la tempesta di proteste di strada violente per formare l'assemblea costituente potente che elimina tutte le opzioni legali per l'opposizione.

Le abilità di sopravvivenza di Maduro sono totalmente attribuibili a Cuba e Russia, entrambe le quali hanno potenti incentivi e interessi per farsi più profondamente coinvolti nel Venezuela. Per Rosneft (OCRP: RNFTF) (OTC: OCRNL) (ROSN: RM), di cui il 50% è di proprietà dello stato russo, avrà acquistato legalmente (seppur sotto la durata venezuelana). l'emisfero occidentale.

Dal momento che il governo socialista è entrato al potere sotto Hugo Chavez nel febbraio 1999, Cuba ha gestito l'apparato di sicurezza del Venezuela e ha applicato la sua esperienza pluridecennale nella sorveglianza e nella repressione del dissenso per mantenere un potere pro-Cuba, il governo antiamericano.

Inoltre, sia la Russia che la Cuba sono esperti e ben esperti nel sopravvivere - e in alcune industrie fiorenti - sotto sanzioni a lungo termine statunitensi. Di conseguenza, questo è un altro esempio oltraggioso della collaborazione russo-cubana nel cortile americano questa volta economica piuttosto che militare.

L'obiettivo Rosneft della Russia è semplice: vendere direttamente l'olio invece che attraverso la compagnia petrolifera del Venezuela, la PDVSA, che richiede un cambiamento nella costituzione. Rosneft vuole sostituire la garanzia Citgo con concessioni petrolifere e fornire PDVSA 5 miliardi di dollari in contanti e / o credito. Tra le riserve valutarie di 10 miliardi di dollari, il Venezuela ha solo 3 miliardi di dollari in contanti con il saldo di 7 miliardi di dollari in gran parte in oro, una merce difficile da convertire in dollari americani in grandi quantità sul mercato internazionale.

https://seekingalpha.com/article/4103756-rosneft-wading-venezuelan-tar-pits
 
Visto, a suo tempo:

The Executive Order still forbids transactions in most new debt, but the Republic does not have to issue new debt to restructure many of its bonds. That's because most bonds issued by the Republic have CACs. The payment terms of these bonds can be modified with a vote of 75% of the holders (in principal amount). There is no need for new debt.

Bonds without CACs (including PDVSA bonds) are a different story. Absent the sanctions, these bonds would likely be restructured through a technique called the Exit Amendment or Exit Consent, in which bondholders exchange old bonds for new ones and, in the process, vote to strip the old bonds of important contractual protections. This requires the issuance of new debt, so the sanctions likely forbid participation by anyone subject to US jurisdiction. Note, however, that there may be ways to work around the prohibition. For example, US investors might try selling non-CAC bonds to foreign parties. But it would be a risky move; the sanctions also forbid efforts to "evade or avoid" their effect. All in all, we suspect few investors will try.

Commento::

1) per ristrutturare i sovrani, senza offrire nuovi titoli, devi avere il 75% di ogni titolo, l'85% della 34 e il 100% di 18 e 27. Non vedo come sia possibile, con haircuts. Senza haircuts.. a che servirebbe?
2) per ristrutturare PDVsa, hai bisogno di nuovi bonds via exit consent.. e di non americani disposti a comprarli tutti... senza elusioni. Di nuovo.. non vedo come.
3) l'amministrazione USA vuol tenere Maduro per le palle. Nulla impedisce di stringere i cordoni ulteriormente, se cerca di fare il furbo per ristrutturare in barba alle sanzioni.

No go, IMHO.

E qui rammento l'esito non proprio felicissimo dello swap dello scorso anno di PDVSA, con adesioni sotto il 40% ... nonostante il collaterale di Citgo.
Se Maduro deve ristrutturare, deve agire unilateralmente e poi proporre un tavolo di discussione.
 

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