Attualmente gli storici e analisti di geopolitica concordano sul fatto che la dinamica del petrolio degli anni ottanta diede un contributo decisivo al crollo dell'Unione Sovietica e nella sua fase di indebolimento economico, alla graduale e progressiva caduta dei regimi comunisti dell'est Europa.
Certo non dobbiamo sottovalutare ne il progressivo malcontento che si era accumulato in quei paesi, l'affanno economico di quel sistema che era per lo più cronico, il fattore chiave della figura riformatrice di Gorbaciov e della sua perestroika.
Tuttavia oggi chi ha studiato a fondo quelle dinamiche concorda sul colpo si grazia inferto dal petrolio in quegli anni alle casse dell'Unione Sovietica e agli equilibri economici dei paesi alleati (il COMECON, l'aspetto economico del Patto di Varsavia).
Che pure il petrolio, va detto, che aveva subito shock al rialzo nel recente passato sia negli anni della guerra dello Yom Kippur e la chiusura del canale di Suez, che, sul continuo, con la rivoluzione Iraniana di Khomeyni e la guerra Iran-iraq. Tuttavia prima della metà degli anni '70, da quasi 100 anni prima il petrolio era stato a prezzi (attualizzati con l'inflazione del dollaro) molto più simili a quelli attuali (intendo in questi anni dal tardo 2014 in poi in cui consideriamo il petrolio molto debole, col paragone recente degli anni da cui venivamo, fino addirittura ai prezzi di questi giorni, realmente schiantati).
L'unione Sovietica aveva retto quarant'anni dal secondo dopoguerra anche col petrolio a prezzi che attualizzati erano piuttosto simili a questa fase che oggi si considera bearish, ma dopo gli shock al rialzo degli anni '70 fino ai primi anni '80 (di cui evidentemente aveva beneficiato come produttore ed evidentemente si stava "abituando bene") e con le spese statali ormai enormi spinte in alto dall'esasperata competizione militare con gli USA e i costi economici e in vite umane della lunga guerra in Afghanistan, ormai il bilancio dell'URSS era molto dipendente dagli introiti petroliferi. Si stima che il 35% della valuta pesante in URSS entrasse grazie all'oil nella prima metà degli anni ottanta.
E pare che il crudo, arrivando invece poi a toccare anche i 10$ al barile, in basso, intorno alla metá del decennio, abbia appunto dato il colpo di grazia.
Vedi l'allegato 554427
Tutto questo per dire: sta diventando a dir poco surreale che con la dinamica avuta dai prezzi del petrolio negli ultimi 7 anni, passando da sopra 100$ al barile a sotto i 20$ attuali, il regime Venezuelano, dipendente per più del 90% dagli introiti in oil e indebitato com'é con Russia e Cina, ormai soprattutto con Cina, dovendo usare questa risorsa anche per saldare i debiti e con una produzione ormai pressochè schiantata a terra, ecco è surreale che riesca a sopravvivere. È una lenta asfissia, ma è incredibile la capacitá di apnea che stanno dimostrando.
Purtroppo quanto sopra, giusto per disquisire in termini geopolitici.
In termini finanziari ho il timore che cambi poco in ogni caso anche dopo regime change, a meno di non accordarsi se e quando si potrà, con un recovery basato sull'aggancio a un indice petrolifero e al loro pil e poi sperare in un miracolo con l'inizio di un'altra fase di petrolio alle stelle (se mai ve ne possano essere le condizioni fondamentali) .
E dico questo perchè quando mai se ne potrá discutere con un nuovo governo democratico, saremo in una fase in cui si conteranno così tante macerie (quelle in cui giá versa il paese) che avranno gioco facile con la benedizione di FMI, ONU e tutti gli organismi internazionali, a chiedere una ristrutturazione che di fatto li sgravi da ogni onere per un decennio almeno e probabilmente legando la possibilitá di pagamento alla loro futura performance economica.
Basta vedere come sta venendo fuori l'ennesimo default argentino (paese che a dissesto non può comunque paragonarsi ai livelli postbellici nucleari del Venezuela )
con proposte di quasi 0 coupon con inizio pagamento ammortamenti a 10 anni, spalmati poi per i successivi 14.
Insomma nel migliore dei casi che si riconoscano i nominali è probabile che questi titoli venezuelani diventeranno buoni per fondo pensione o come asset da portare in successione. Chissà magari i TdS resteranno asset esente dall'imponibile in successione. Buon per gli eredi.