VIAGGIO AL CENTRO DEL SALOTTO

Questo viene detto a Bergamo.

"Stiamo imparando che gli ospedali possono essere i principali veicoli di trasmissione del Covid-19 - hanno continuato i medici nella lettera -
poiché si riempiono in maniera sempre più veloce di malati infetti che contagiano i pazienti non infetti.
Lo stesso sistema sanitario regionale contribuisce alla diffusione del contagio, poiché le ambulanze e il personale sanitario
diventano rapidamente dei vettori. I sanitari sono portatori asintomatici della malattia o ammalati senza alcuna sorveglianza.
Alcuni rischiano di morire, aumentando ulteriormente le difficoltà e lo stress di quelli in prima linea".
 
Coincidenze....sempre "coincidenze".

In Borsa l’importanza del momento giusto — quando è tempo di comprare o di vendere azioni — è fondamentale,
insieme alla regola che è meglio sacrificare un po’ di guadagni ora per non rischiare dopo di perdere molto di più.

Un principio osservato anche dal numero uno di Amazon, Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo,
che in queste settimane di estrema volatilità ha dimostrato uno tempismo straordinario sui mercati.

Nella prima settimana, poco prima che Wall Street raggiungesse il massimo storico,
Bezos ha venduto azioni della società da lui fondata, per 3,4 miliardi di dollari, pari a circa il 3% della sua partecipazione.

Questa mossa gli ha permesso di evitare perdite, sulla carta, intorno a 317 milioni di dollari,
se avesse mantenuto quelle azioni fino al 20 marzo, a causa della correzione dei mercati in piena emergenza Covid-19.

Ma non è stato l’unico top manager ad anticipare la caduta dei mercati.

Larry Fink, presidente, Ceo e co-fondatore di BlackRock, la maggior società del risparmio gestito del mondo,
ha venduto azioni proprie pari a 25 milioni di dollari il 14 febbraio, scongiurando una perdita potenziale di 9,3 milioni.

Lance Uggla, ceo di IHS Markit, società di dati e analitica, il 19 febbraio ha venduto azioni dela sua azienda per 47 miliardi di dollari;
se le avesse conservate avrebbe avuto una perdita di 19,2 milioni.

Marc Rowan, co-fondatore e direttore di Apollo Global Management, tra febbraio e inizio marzo ha venduto 99 milioni di dollari di azioni,
scansando perdite potenziali per circa 40 milioni.

Sono oltre 150 i top manager che hanno venduto, tra l’inizio di febbraio e il 20 marzo, azioni delle proprie società quotata in Borsa,
per almeno un milione a testa e un valore complessivo di circa 9,2 miliardi di dollari, scongiurando in questo modo perdite per 1,9 miliardi totali,
calcola un’inchiesta del Wall Street Journal, che ha analizzato più di 4 mila comunicazioni inviate nel periodo in esame alla Sec,
l’autorità di controllo dei mercati americani.

Al momento, non c’è nessuna indicazione o sospetto che i manager abbiano vendute le azioni
grazie all’accesso a informazioni privilegiate, precisa il quotidiano finanziario.
 
“Oggi – scrive l’ex sottosegretario alla Giustizia – sono occupato perché devo scrivere la denunzia
da presentare alla Procura di Roma contro questi cialtroni di governanti e questi tromboni di medici
che hanno sulla coscienza 6000 morti per averci chiuso in casa con un mese di ritardo.
Il problema sarà di trovare magistrati che non siano conniventi col potere
e che quindi come al solito vogliano coprire queste gravissime responsabilità.
Vorrà dire che denunzieremo anche i magistrati che non dovessero fare il loro dovere.
Da cittadini rispettosi delle istituzioni, abbiamo il dovere di fidarci e quindi di provare”.

L’avvocato e giurista Carlo Taormina ha annunciato sui Social una denunzia penale contro il governo e le autorità mediche italiane.
Motivo della denunzia? La gestione disastrosa dell’emergenza coronavirus.

lg.php

Proprio in queste ore, si sgretola il muro del “Siamo stati bravi” del governo.

Il virologo Galli molto onestamente, spiega che l’Italia ha sbagliato nella gestione iniziale.

«In Giappone, sono riusciti a circoscrivere il virus per tempo. Hanno individuato velocemente i contagiati,
li hanno isolati e hanno ricostruito i loro contatti. In Italia invece l’ infezione ha circolato almeno per un mese
senza che ce ne rendessimo conto. Quando tutti, me compreso, pensavamo di essercela cavata, ecco che siamo stati presi alle spalle».

Un atto d’accusa altrettanto duro arriva dal Fatto quotidiano.

“Sapevano dall’ inizio di dover rafforzare le terapie intensive, fin “dai primi di febbraio” come dice il professor Franco Locatelli,
presidente del Consiglio superiore di sanità. Ma è passato un mese prima che il ministero della Salute
avviasse l’ acquisto di apparecchi ventilatori. Solo il 5 marzo la Protezione civile ha ricevuto l’ indicazione di comprarne 2.325;
solo il giorno dopo è partito il bando Consip per altri 5.000 macchine per la terapia intensiva e subintensiva (gli ormai noti caschi Cpap)
ma le consegne non potevano essere immediate e infatti sono ancora in corso”.
 
“Mi è arrivata la bolletta! Sono una partita iva, se non lavoro come farò a pagarla?”

In molti oggi mi scrivono questo e allora voglio farvi una proposta.

Mandate al presidente CONTE le vostre bollette e chiedetegli di CANCELLARLE (almeno fino a giugno)
coprendone il costo con i dividendi di Enel e delle altre aziende controllate dallo Stato.

Inviate la vostra bolletta e scrivete:
STOP BOLLETTE
Spedite a:
[email protected] [email protected]



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Mica siamo negli USA, dove il governo gira i soldi direttamente alle famiglie,
oppure nel Regno Unito dove se non lavori pure come autonomo ti pagano l'80% dello stipendio.

Qui siamo in Italia dove pure se sei disoccupato devi pagare bollette e tasse
perchè il governo deve tenere 100000 clandestini in hotel a spese degli italiani,
che nel frattempo crepano per mancanza di posti letto,
assieme ai medici per mancanza di mascherine e tamponi,
che però fanno ai quacquaraquà pidioti.
 
Quel che ancora mi fa pena è che il conte dracula convoca i sindacati
per stabilire con loro i codici ateco da mantenere attivi.

Gli industrialli grandi e piccoli ??????? Shit.

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Chiudere l’Italia per quasi un mese non è un’attività che si può svolgere senza un costo economico diretto,
cioè sotto forma di vendite che se ne vanno in fumo.

A questa perdita salata e diretta bisogna poi accompagnare anche la necessità di riconvertire una parte dell’economia nazionale,
basata su servizi che, per lo meno per i prossimi 12-18 mesi, non potranno funzionare a pieno regime
(ristorazione, bar , intrattenimento, circoli, teatri, stadi, stazioni sciistiche, cinema , etc) ed interi settori industriali,
pensiamo al lusso ed all’auto, che dovranno in parte riconvertirsi.

Per dare una valutazione dell’impatto economico di tutto questo vi diamo due previsioni.

Una “Cattiva”, fatta da Cerved con due diversi profili di attesa, ed una seconda “Pessima” fatta da JP Morgan.

Iniziamo con Cerved.

I due profili previsionali considerati sono uno ottimistico, in cui tutti si conclude entro maggio 2020,
il secondo in cui le limitazioni e la crisi terminano a dicembre 2020.

Ecco le previsioni sul fatturato delle aziende secondo i due profili:



I profili si spingono sino al 2021, in modo da poter valutare l’eventuale rimbalzo.

Per il 2020 il calo del fatturato delle aziende viene a variare dal -7,4% e nell’ipotesi peggiore del -17,8%.

Certo, dopo c’è un rimbalzo, ma bisogna sopravvivere per arrivarci al rimbalzo del 2021,
e per certi settori questo non è per nulla certo. Ad esempio nel settore alberghi il calo del fattura previsto è il seguente:

  • ottimistico -37,5%
  • pessimistico – 73,3%
Nel settore vendite auto abbiamo questi dati:

  • pessimistico -45,8%
Veicoli Commerciali:

  • pessimistico -45,8%
I dati sono drammatici e fanno pensare a cali veramente impressionanti del PIL, ma, secondo me,
il profilo ottimistico è fin troppo ottimistico e non si può pensare che tutto cesserà entro maggio.

Anche se terminasse il grosso delle limitazioni, possibile, ma non probabile,
non è che il fatturato di ristoranti ed alberghi tornerebbe, dal giorno dopo, al livello normale,
come se nulla fosse, o che ciascuno correrebbe a comprare un’auto,

A fianco a questa visione di Cerved, esiste anche una previsione





La previsione di Goldman Sachs sembra più realistica e da un risultato con un calo del PIL dell’11% nel 2020 rispetto al 2019.

Si tratta di un calo della ricchezza prodotta dell’ordine dei 150 -180 miliardi di euro.

Solo con questo alle casse dello stato mancheranno dai 75 agli 80 miliardi di entrate.

Di fronte a questo disastro il governo stanzia 25 miliardi.

A fine aprile, quando le partite IVA avranno finito i risparmi, andranno a bussare a casa di Gualtieri e di Conte, ne vedremo delle belle.
 
Una cosa deve esser chiara.

In una democrazia non si può amputare mai, a nessuno, in nome di qualsiasi momento di crisi ed emergenza
il diritto di avanzare critiche a chi veste i panni del manovratore che guida il Paese.....se però........

Abiti, questi, in cui il premier Giuseppe Conte ha dimostrato subito di volersi calare con i suoi decreti presidenziali assunti in solitaria,
scavalcando il Parlamento e con modalità comunicative più che discutibili e insomma avendo abolito la collegialità
e istituito l’unica voce in rappresentanza di tutti. Stato di cose perpetuato fino a quando la richiesta della Lega di un incontro
con il presidente della Repubblica ha spinto il Capo dello Stato a sollecitare il caro leader Conte ad un coinvolgimento
delle opposizioni nella decisione delle nuove misure di contenimento dell’epidemia da coronavirus.

Parole che però al premier sono evidentemente ostiche, se, dopo la riunione con i vertici dei partiti di opposizione,
resta pericolosamente convinto di dover riferire alle Camere solo per informare i rappresentanti del popolo delle sue decisioni.

A colpi di dpcm.

La traversata, ci sia consentito di ricordare, non la fa solo lui ma il Paese intero e finora il “Capitano”,
dopo aver messo l’imbarcazione in acqua comodamente dopo che da un po’ era suonato il segnale di allarme,
ha indirizzato la “Barca Italia” un po’ di bolina, poi c’ha ripensato, ponendola di traverso, non prima di aver provato un po’ di lasco.

Ora, l’andatura in poppa, e il giro di boa, tra misure contraddittorie e per troppo tempo inesistenti ed inefficaci, è però lontana da venire.

E questo va ripetuto proprio in nome dell’unità nazionale sul cui altare si vorrebbero tacitar critiche e voci di dissenso sull’operato della “squadra di governo”.

Perché i colpevoli errori compiuti dall’inizio dell’emergenza sanitaria hanno provocato una diffusione dell’epidemia
ora quotidianamente scandita da giorni dalle immagini delle bare prelevate negli ospedali e trasportate dai camion militari verso i luoghi di cremazione dei defunti.

Guai, dunque, a stigmatizzare chi dal torpore annacquato nella retorica e nella mistica canterina delle greppie conniventi
e pronte alla futura questua, tenta di svegliarsi e grida la ribellione interiore, razionale, vigile, alle strette liberticide a cui, certo,
ormai nelle condizioni in cui ci troviamo, dobbiamo sottostare tutti.

Ma questo rovinoso precipitare della situazione del Paese si sarebbe potuto evitare, non stanchiamoci di dirlo, e contenere,
se dopo il 31 gennaio si fossero immediatamente assunte misure tempestive, drastiche e razionali su scala nazionale
invece di sminuire, “apericenare”, invitare all’abbraccio politicamente corretto con i cinesi
(che più saggi dei nostri politici e governanti, tornati dalla Cina si sono messi in quarantena da soli)
e rimandare ciò che subito si sarebbe dovuto fare come prima misura di contenimento epidemico: tamponi a tutti.


E se il nostro Sistema sanitario pubblico non fosse stato smantellato negli ultimi dieci anni,
provocando la situazione di stress degli ospedali scampati ai ripetuti e progressivi tagli alla sanità pubblica.

Impedendo così il reperimento delle risorse necessarie per avere pronta, in tutti i presidi sanitari,
la strumentazione necessaria a realizzare i tamponi con cui contenere i contagiati senza chiudere e mandare in fallimento il Paese.

Dovranno spiegare agli italiani perché e come l’Italia sarà finita definitivamente ostaggio dei grandi gruppi finanziari stranieri
attraverso un (ragionato?) aumento spropositato del deficit che, insieme all’intenzione di Conte di ricorrere al Mes,
ci metterà nelle mani dei poteri forti europei.

E quale versione del Mes poi è sul tavolo delle trattative dato che è in corso di riforma?

La nuova versione voluta dai tedeschi è molto più penalizzante per gli Stati ricorrenti e non è chiaro se l’accordo c’è
dato che lo scorso in autunno se ne stava aspramente discutendo in Parlamento.

Una risposta che è cruciale mentre risibile è la richiesta avanzata di accedervi senza condizioni da parte di Conte.

Oscuro appare più il perché, se la Banca centrale europea è pronta a stanziare 700 miliardi
ed il Patto di stabilità è sospeso, perché si seguita a parlare di Fondo salva Stati?

In questa cornice di preparazione delle fosche sorti italiane, il “nostro caro premier” sale nei consensi degli italiani addormentati nel bosco,
impegnato in un forsennato profluvio di decreti “suoi”, convinto, come sembra, che al Parlamento,
oltre alla evidentemente trascurabile funzione legislativa, non spettino sacrosante funzioni ispettive e di indirizzo.

Anche tra un golpettino oggi e uno domani, e mentre i cittadini italiani sono caduti nel più profondo sonno della ragione
e quando aprono gli occhi si svegliano solo per linciare chi mette il naso fuori di casa?


E questo non si dovrà cessare mai di dirlo.

Siamo ad un’altra versione di colpo di Stato aiutato dal sonno della ragione da cui i cittadini si svegliano solo per dedicarsi
a quella che da anni sembra essere diventata la maggior vocazione degli italiani, quella al linciaggio.


Nei confronti di chi osa mettere il naso fuori di casa e trovarsi sul marciapiede.

E non importa che sia la farmacista che ha appena chiuso il suo esercizio dove ci siamo recati per implorare una mascherina o del disinfettante.

I disinfettanti sono terminati.

Lasciatene un po’ per pulirvi le coscienze fino a quando questo incubo sarà finito.

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