mariougo
Forumer storico
Immaginate di avere debiti, una montagna di debiti e di vivere comunque nel lusso, al di sopra delle vostre possibilità, da quella che ormai sembra un'eternità. In realtà potete permettervi un debito tanto elevato solo per-ché, finora, nessun creditore ha insistito per essere rimborsato. E soprattutto perché, grazie all'in-credibile valanga di soldi prove-niente dalle Banche centrali, riuscite a non crollare sotto il peso degli interessi. Piano piano, però, nessuno vi da più molta fiducia. Dopo che avete promesso più volte di gestire con maggior serietà il vostro bilancio, senza mai averlo davvero fatto, i vostri creditori minacciano di stringere i cordoni della borsa. Peccato, perché ormai solo la disponibilità dei creditori e, soprattutto, il fattore tempo possono essere d'aiuto. Purtroppo, però, le aziende private e le famiglie non possono temporeggiare come si fa per le finanze pubbliche, confidando nella disponibilità altrui. È arrivato il momento di tirare la cinghia. I debitori pubblici hanno vita più semplice, dato che per loro la crisi del debito dura già così a lungo da aver stancato tutti e da non scandalizzare più nessuno se occorre tirar fuori dalla saccoccia qualche altro miliardo di euro. Si è già visto nel caso della Grecia, che nonostante la sua arroganza (solamente confusa con orgoglio, si spera) ha potuto infine contare sull'Europa. I paesi dell'Eurozona hanno accettato, senza stringere troppo i denti, la decisione di concedere più tempo alla Grecia e di destinare ad Atene gli ultimi crediti messi da parte per gli aiuti. Da quando gli interessi hanno toccato il fondo, la Banca centrale mette a disposizione essenzialmente del tempo; per denaro ad alto interesse, si intende. [FONT=Frutiger Next Com,Frutiger Next Com][FONT=Frutiger Next Com,Frutiger Next Com] Perdita di tempo
[/FONT][/FONT] Il tempo risulta quindi costoso e merita di essere sfrutta-to. Dalla crisi finanziaria, la Banca centrale europea investe quasi esclusivamente in tempo. Ha guadagnato tempo per le banche e poi per i paesi dell'UE fortemente indebitati. Sono ormai più di cinque anni che la situazione è questa. Considerato il costo del tempo, si dovrebbe presumere che venga gestito con estrema attenzione. Ma non è così. Se n'è accorto nel frattempo persino Mario Draghi, il più grande «illusionista del tempo», che non considera più i bond greci come una garanzia. Anche lui ha capito che gli stati dell'Eurozona non hanno intenzione di intraprendere il percorso, doloroso ma inevitabile, delle riforme strutturali e preferiscono aspettare del tempo. Magari fino a quando la congiuntura ricomincerà a migliorare e l'inflazione farà ritorno. L'Europa però sta aspettando già da troppo tempo. E come sempre il tempo continua a essere sprecato. Il governo francese intende frenare le misure di risparmio e ridurre solo entro il 2018 il deficit dell'economia globale al di sotto del para-metro di Maastricht del 3% del prodotto nazionale lordo. Sulla scia del costoso esercizio greco, Bruxelles ha approvato anche questa decisione senza alcuna resistenza. L'Eurozona continua a seguire la stessa formula collaudata, ossia temporeggiare. La Grecia si difende strenuamente da condizioni eccessive, in Francia e in Italia non si trova una maggioranza disposta ad attuare riforme strutturali incisive e anche in paesi come la Germania, dove la situazione è migliore, molti politici guardano più alle elezioni che al bilancio dello stato. Data la forma smagliante dell'economia tedesca, il pareggio nel bilancio pubblico doveva già essere stato raggiunto da molto. Ma anche la Germania si è presa tempo fino al dopo elezioni, visto che in fin dei conti anche gli altri paesi l'hanno fatto. L'azzeramento del deficit significa soltanto che il debito non aumenta, una prestazione tutt'altro che esaltante. A quanto pare, lo è invece per le democrazie dei paesi industrializzati altamente sviluppati. Insomma, anche le presunte economie solide stanno perdendo tempo.
[FONT=Frutiger Next Com,Frutiger Next Com][FONT=Frutiger Next Com,Frutiger Next Com] Gioco con il tempo
[/FONT][/FONT] Questo gioco con il tempo sembra poter proseguire così per l'eternità. Ma alla fine, il tempo guadagnato e finora non sfruttato potrebbe venire a mancare. Con le spalle coperte dalla potente Banca centrale, qualche stato si ritiene forse al sicuro, dimenticandosi che i mercati finanziari possono subire un cambio di direzione anche molto rapidamente. Ecco che giocare con il tempo equivale a giocare con il fuoco. Se la pazienza dei mercati nei con-fronti dell'Europa si esaurirà, sarà ormai troppo tardi. Eppure sembra quasi che i paesi europei ci contino. O forse si sono presi una sbronza politico-monetaria. Da quando la BCE ha avviato il quantitative easing, le borse europee si sono riprese. Ciò che sembra seguire il model-lo ormai consolidato degli ultimi cinque anni – ogni an-nuncio o provvedimento politico-monetario ha provocato un aumento dei corsi sui mercati azionari a prescindere dai fattori fondamentali alla base – potrebbe essere an-che un ultimo tentativo di toccare nuovi vertici. Ogni attore del mercato sa, infatti, che la fase di rialzo non può continuare in eterno e che i mercati sono maturi e cari. I corsi di oggi riflettono già molto di ciò che deve ancora verificarsi. Non si può escludere che i mercati diventino più prudenti e che la sfiducia torni a fiorire. Allora giocare con il tempo potrebbe non essere più così facile. Vedremo se i Greci riusciranno ancora a farlo e se a giugno saranno in grado di fornire risultati concreti dalle misure di risparmio adottate. I mercati punteranno sempre più l'attenzione sulla Grecia e faticheranno a concederle altro tempo. Perché col tempo anche i merca-ti perderanno la pazienza. E questa tarda primavera potrebbe diventare
bollente
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