2015

......scusate...buona pasqua..

Oggi ho sentito due notizie pro-
venienti dalla stessa fonte (Uffi-
cio Federale di Statistica), che
però non avrebbero potuto
essere comunicate in modo più
diverso. Con il titolo «L'età del
padre alla nascita del figlio»
,
l'ufficio federale ha pubblicato
una statistica non particolarmen-
te significativa. Dei 82'731 figli
nati nel 2013, 107 erano ricon
ducibili a padri di età inferiore ai 20 anni (144 l'anno
precedente) e 1'615 (1'613 l'anno precedente) a padri di
età superiore ai 50 anni. Cosa ci dicono queste cifre?
Nient'altro se non che stiamo parlando dello 0,1% o del
2% del totale. In due emittenti locali sono poi stati com-
mentati questi valori estremi, sebbene sia la media a
rappresentare la massa. Da una parte, i giovani sarebbero
più «informati» e ciò ridurrebbe considerevolmente ù
numero delle gravidanze indesiderate. Dall'altra, ciò sa-
rebbe riconducibile alla tendenza in atto degli uomini
maturi a legarsi a giovani (!) donne, divenendo quindi
nuovamente padri. Questo mostra in modo esemplare, e
nemmeno particolarmente interessante, come affrontia-
mo i fenomeni demografici in Svizzera
l fantasma dell'immigrazione Negli ultimi tempi in Svizzera il dibattito sulle tendenze
demografiche è sempre stato caratterizzato da una con-
centrazione unilaterale sul tema dell'immigrazione. E le
cose non sono cambiate. Questo argomento è diventato
addirittura più scottante dall'approvazione dell'iniziativa
contro l'immigrazione di massa. Altrimenti ci occupiamo
di questioni demografiche basilari riguardanti la discus-
sione sull'invecchiamento della società, ma non siamo già
tutti troppo vecchi per questo? Non dobbiamo temere di
trovarci presto nelle condizioni del Giappone? A quanto
pare non per ora, perché il fantasma dell'immigrazion
e
qui da noi scaccia il fantasma della deflazione, poiché il
consumo cresce anche grazie all'immigrazione. A parte il
fatto che il Giappone non sta poi così male. Dal punto di
vista reale e pro capite, il verdetto di due decenni persi in
Giappone si regge appena. Ma anche la nostra società
invecchia velocemente, forse addirittura troppo veloce-
mente. È ora di orientarsi al futuro e quindi ai giovani
Desideri e realtà
Se avessimo un livello di fertilità più alto, potremmo
compensare la riduzione della mortalità - nonché i costi
economici, poiché la sanità rischia di farci perdere il con-
trollo dal punto di vista finanziario. Abbiamo quindi biso-
gno di più figli. Sembra facile, ma a quanto pare non lo
è. Perché una cosa sono i desideri, un'altra cosa è la
realtà, come ci mostra un'altra indagine dell'Ufficio Fede-
rale di Statistica. Si dice sempre che la causa risieda nel
conflitto tra lavoro e carriera e la crescita dei figli. Ciò è
testimoniato dal fatto che sono soprattutto le donne con
un alto livello di istruzione a non avere figli. Due terzi
delle donne si aspettano un peggioramento delle loro
prospettive lavorative in caso di una prima o ulteriore
gravidanza. Maggiore è il livello di istruzione, maggiori
sono le preoccupazioni a riguardo. Il fatto ancora più
impressionante è che: alla domanda come un (altro) figlio
influirebbe sulla propria felicità e serenità, «soltanto»
poco più della metà degli uomini e poco meno della
metà delle donne hanno risposto positivamente. Altret-
tanto chiaro è risultato il giudizio riguardante le conse-
guenze sulla situazione finanziaria della famiglia, che è
stato negativo per il 75% degli uomini e il 73% delle
donne. Purtroppo anche tali risultati interessanti in Sviz-
zera non portano a niente se non a insignificanti discus-
sioni sugli asili nidi o ampi tentativi di ridistribuzione, che
certo non aiutano a ringiovanire la nostra società. Sareb-
bero invece necessarie prospettive familiari, alle quali
evidentemente viene dato meno peso rispetto all'impor-
tanza data alle prospettive finanziarie. Se il desiderio (di
avere un figlio) si polverizza nel presente perché esso non
porta ciò che la donna/l'uomo desidera, allora evidente-
mente non è integro. In un Paese come la Svizzera, il
desiderio di avere figli non dovrebbe sgretolarsi a causa
di considerazioni economiche. Ma questo sembra più un
pretesto che un motivo. Sarebbe certamente il caso di
parlare del fatto che solo il 50% dei genitori (attuali e
futuri) pensino che i figli influirebbero positivamente sulla
loro qualità di vita. Ma cosa c'entra con la demografia
tuttoquesto?



 
........ sempre copiato.......

Malgrado sia solo all'inizio, la
rivoluzione digitale è già ovun-
que. Senza Internet non riuscia-
mo praticamente più a vivere.
Una giornata senza il cellulare è
assolutamente impensabile.
Inviare velocemente un SMS,
controllare la mail o verificare il
prossimo appuntamento: chi
non ne sa qualcosa? Presente
sempre e dappertutto, ma di
fatto da nessuna parte, questo è l'uomo di oggi. Tutto va
veloce, velocissimo addirittura, ma solo poche cose ven-
gono considerate nella loro totalità. Non c'è da stupirse
ne, se pensiamo che oggi quasi nessuno più riesce a
concentrarsi su qualcosa per un tempo relativamente
lungo, tranne che stando davanti al computer ben inteso.
Difficilmente a qualcuno farebbe piacere se il chirurgo
leggesse i suoi SMS in sala operatoria o se il pilota si
mettesse a giocare ad Angry Birds durante il volo. Eppure
troppo forte è la tentazione di lasciarsi prendere da qual-
che breve distrazione mobile, peraltro disponibile 24 ore
su
24. Tutto questo è precario. Ci dimentichiamo di alle-
nare il nostro cervello, che perde sempre più di elasticità.
E cominciano ad accumularsi gli incidenti, dovuti alla
cosiddetta distrazione (!). Il più delle volte, succede per-
ché si guarda uno schermo anziché tenere d'occhio la
strada, la macchina o pensare al lavoro. Indiscutibilmente
la produttività sul lavoro è aumentata grazie ai compute
ma solo al netto di tutto il resto. Infatti, nonostante nel
complesso si registri una maggiore efficienza, più spesso
rispetto al passato ci lasciamo prendere da cose total-
mente irrilevanti che circolano in rete. Oppure inviamo
selfie dal posto di lavoro, per far sapere al mondo quanto
ci stiamo annoiando. Da un recente rapporto proveniente
dal Cantone Lucerna è emerso che spesso e volentieri i
dipendenti cantonali navigano privatamente in Internet
durante l'orario di lavoro e per esempio si soffermano
500 volte al giorno anche su siti con contenuti pornogra-
fici. Negli ambienti finanziari, «Inside Paradeplatz» è oggi
apparentemente una delle piattaforme più lette. Stiamo
parlando di un giornalismo in buona parte puramente
sensazionalistico, i cui contenuti però sono in molte ban-
che oggetto di conversazione mattutina tra colleghi pur
essendo per lo più totalmente irrilevanti per le loro attivita'

Dipendenza anziché efficienza
La distrazione diventa sempre più una dipendenza. Stan-
do ai risultati del sondaggio tra gli studenti condotto
ogni quattro anni dall'Organizzazione mondiale della
sanità (OMS), alcool, tabacco e cannabis non sono più tra
le prime cause di dipendenza. Non c'è da stupirsi, d'al-
tronde passando più di tre ore al giorno davanti a uno
schermo resta ben poco tempo per altre sciocche
llo spinello i giovani preferiscono ora l'iPhone», così 20 minuti online intitolava l'articolo sui risultati del sondag-
gio condotto tra gli studenti di tutto il mondo. Ripetuta-
mente ho avuto modo di sottolineare che i dispositivi di
comunicazione mobile e i computer presentano un forte
potenziale di dipendenza. Più passa il tempo più sembra
che questa affermazione venga avvalorata anche empiri-
camente. Infatti, mentre la cannabis in molti posti è vie-
tata e l'alcool e il tabacco sono regolamentati dallo stato
e soggetti a forti tassazioni, il settore dell'hightech e dei
computer gode di una libertà quasi totale e da molto
tempo mira ad acquisire potere a livello mondiale. Nella
Silicon Valley gli esponenti liberali del settore difendono
pubblicamente l'opinione secondo cui Internet & Co.
sarebbero luoghi di sperimentazione, e si noti bene senza
egola alcuna. In questo vengono guidati dalla convin-zione che se il progresso tecnologico segua l'andamento
esponenziale cui oggi assistiamo è proprio per l'assenza o
quasi di regolamentazione in questo settore. Solo dove
tutto è permesso e lo stato concede la totale libertà ai
creativi privati possono nascere le innovazioni. Questo il
mantra del settore. Certo è una missione innegabilmente
meritevole che il settore voglia prevenire l'invecchiamen-
to o curare il cancro. Contro simili programmi non c'è
assolutamente nulla da obiettare. Vi sono però anche i
lati negativi, soprattutto i cambiamenti sociali che le
nuove tecnologie hanno già avviato. Oppure il fatto che
o Stato Islamico, anche grazie alla comunicazione mobi-le, possa fare la sua guerra in maniera molto più efficien-
te di quanto potesse farlo prima dell'era digitale. Il fatto
che ora questo settore si appresti a cambiare il mondo e
che voglia farlo senza regole fisse è segno di miopia e, in
un certo qual modo, anche di mancanza di responsabili-
tà. Tanto più che è subito pronto a rivendicare la (presun-
ta) efficienza creata ma non intende in alcun modo farsi
carico dei danni eventualmente arrecati. La digitalizza-
zione è oggi uno dei pochi movimenti veramente globali.
Quello che sta nascendo è un potere che per essere eser-
citato non necessita di alcuna politica e che supera senza
problemi le frontiere nazionali.
mondo bello, poca responsabilità La tecnologia rende tutto possibile, è questo il motto del
settore. Già da tempo le nuove tecnologie hanno fatto il
loro ingresso in tutti i settori della nostra vita quotidiana.
Nelle case, sul posto di lavoro o tra le une e l'altro

pa-
rola chiave: mobilità - il settore è onnipresente. A prima
vista non vi è nulla da obiettare contro le auto senza
conducente o contro un allungamento della vita. Ma nel
momento in cui la tecnologia conquista, anziché sempli-
ficare, la nostra quotidianità e le macchine sostituiscono,
o addirittura dominano, l'uomo in molti campi, allora
siamo di fronte a effetti collaterali sui quali si dovrebbe
seriamente riflettere. Dove lavoreranno tutti gli impiegati
che vengono rimpiazzati dai computer. Le trenta più
grosse aziende della Silicon Valley mettono oggi sulla
ancia più di 2'500 miliardi di quotazione in borsa.
Il
valore del DAX, l'indice azionario tedesco, non arriva
neanche alla metà.
Sono questi i fatti economici della
nuova ripartizione del potere.
Ora però c'è di mezzo
anche la responsabilità.
Al riguardo, però, dalla Silicon
Valley si sente poco, se non
addirittura nulla.
È tempo
che la politica definisca le condizioni quadro per il futuro
di questo settore e che lo coinvolga nelle responsabilità.
E questo prima che la nuova potenza feudale metta comple
tamente sottosopra il sistema politico

:mumble:
 
.....................

A seguito dell'avvio degli acquisti di obbligazioni da parte
della Banca centrale europea (BCE) i rendimenti delle ob-
bligazioni svizzere sono ulteriormente sotto pressione.
Anche nel settore basso dell'Investment Grade (BBB) i rendi-
menti alla scadenza si sono attestati ben al di sotto dell'1.0% (ved. grafico).
Recentemente la Confederazione,
con l'incremento delle obbligazioni federali in scadenza
nel 2025, ha potuto persino acquisire denaro a un tasso
d'interesse negativo.
Di conseguenza, per la maggior
parte della quota obbligazionaria abbiamo puntato ancora
sulle obbligazioni societarie in CHF.
Infatti gli acquisti obbligazionari della BCE dovrebbero mantenere basso il livello dei tassi per il momento.I banchieri centrali hannointenzione
di alimentare il mercato europeo dei crediti a qualsiasi costo.
Prevediamo che la fed aumenterà i tassi
solamente nella seconda metà dell'anno, il che dovrebbe
avere a breve termine un effetto frenante anche sui rendi-
menti del mercato dei capitali.
Non è infatti escluso un aumento dei tassi a giugno
sui mercati a termine.Ma il timore di contraccolpi sui mercati finanziari in caso di un
aumento anticipato dei tassi fa ancora esitare la fed
Cautela nella ricerca di rendimenti: ponderazione
neutrale per paesi emergenti e high yield
In considerazione dei rendimenti obbligazionari poco inte-
ressanti gli investitori sono spinti verso i segmenti di mi-
nore qualità del credito e maggiori durate.
Consigliamo diresistere a questa tentazione.
Per la bassa qualità del credito (high yield) suggeriamo una ponderazione neutrale con elevata diversificazione.
Consigliamo una quota neutrale anche per le obbligazioni dei paesi emergenti in USD.
Evitiamo per motivi tattici le obbligazioni in valuta locale,
perché le discussioni sull'aumento dei tassi Usa
potrebbero mettere sotto pressione le valute di questi paesi per

le lunghe durate, a nostro avviso i bassi rendimenti ricom-
pensano troppo poco il rischio superiore


infatti i prossimi aumenti dei tassi negliUSA ,a ripresa con-
giunturale nell'Eurozona e le previsioni di aumento dell'in-
flazione dovrebbero a medio termine far crescere i rendi-
menti sul mercato dei capitali e gravare particolarmente
sui titoli a lunga scadenza, sensibili ai tassi
Le previsioni di aumento dell'inflazione hanno già contri-
buito all'inizio dell'anno a far sì che i rendimenti dei titoli
di stato USA a 10 anni aumentassero temporaneamente a
oltre il 2%.Nell'Eurozona questo fenomeno non si
è verificato a causa del programma QE (ved. grafico).
La prevista crescita dell'inflazione dovrebbe favorire nei prossimi mesi
l'inversione di tendenza sul mercato delle obbligazioni.
Manteniamo quindi il posizionamento tattico nelle obbli-
gazioni protette contro l'inflazione


 
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Negli USA il volume del rallentamento della crescita ha sor-
preso negativamente nel T1.Con un aumento del PIL pari a
+0.2% annualizzato, la produzione economica è rimasta pra-
ticamente invariata rispetto al trimestre precedente,
soprat-utto a causa del forte calo delle esportazioni nette e del con-
tributo negativo inaspettatamente elevato alla crescita degli
investimenti per impianti e attrezzature Il consumo privato ha
inoltre registrato uno sviluppo meno solido.ha sorpreso an-
che la massiccia costituzione di scorte, senza la quale la cre-
scita trimestrale sarebbe stata negativa.
La minore crescita nel T1 si rispecchia anche nella stima dellafed.
Nella sua recente valutazione della situazione, oltre alle
più deboli esportazioni, la Fed ha evidenziato anche i delu-
denti investimenti aziendali.
Le prospettive di crescita di medio termine vengono tuttavia ancora classificate come positive; la Fed prevede quindi una debolezza congiunturale solo
provvisoria e lascia pertanto aperta l'opzione di un aumento
dei tassi in giugno nel comunicato questa volta manca la ga-
ranzia che nellaprossima riunione un aumento dei tassi sarà improbabile.
L'ostacolo a un aumento dei tassi nella prossima riunione
della Fed continua
tuttavia a nostro parere a restare elevato.
I banchieri centrali attenderanno fino al prossimo chiaro con-
solidamento della ripresa prima di procedere all'aumento dei
tassi in settembreAttualmente i dati congiunturali sono ancora disomogenei.
Dopo il calo di marzo, sul mercato del la-
voro si attende un nuovo solido aumento dei posti di lavoro
leggermente superiore ai 200'000.
E l'ISM per il settore dei servizi dovrebbe restare a un livello elevato.
Dall'altro lato ilsettore industriale continua a combatte
re con i venti contrari.isondaggi regionali tra le imprese in aprile sono stati complessivamente più deboli.
E in marzo gli ordini in entrata pre-
visti per beni d'investimento sono stati di nuovo in calo.
Il potenziale di ripresa per il prossimo indice dei responsabili degli
acquisti per l'industria manifatturiera è pertanto limitato
el raffronto internazionale l'umore dell'industria USA resta pertanto a un livello simile a quello dell'Eurozona e dell'E-
stremo Oriente.
Pochi mesi fa l'indice dei responsabili degli
acquisti americano si attestava ancora da solo al vertice.
Con la forte valuta negli USA e il miglioramento dell'umore delle
imprese nell'Eurozona il vantaggio è però scomparso.
Le prospettive di crescita a breve termine nell'Eurozona sono ancoraintatte.
Di recente i PMI sono tuttavia di nuovo leggermentecalati.
Conseguentemente, dopo la stabilizzazione del mese
precedente, non ci attendiamo alcun chiaro miglioramento
per il prossimo indice dei responsabili degli acquisti svizzero.
Solo nel corso dell'anno l'umore dovrebbe migliorare notevol-
mente, supportato soprattutto dalla moderata ripresa nell'Eu-
rozona e dall'indebolimento del franco, da noi previsto.
Secondo il Presidente della Banca nazionale Thomas Jordan il
franco continua a essere notevolmente sopravvalutato
e nel tempo dovrebbe esservi una nuova correzione.
All'Assembleagenerale della BNS ha ribadito che se necessario verranno attuati interventi valutari.I depositi a vista settimanali delle banche
he commerciali lasciano intuire che labanca nazionale si è nuovamente attivata nell'ultima settimana intervenendo in
misura più ristretta.
Questo ha contribuito a un aumento del
corso EUR/CHF, che in seguito si è parzialmente attestato sra quota 1.05,
supportato anche dall'opinione attualmente
prevalente sul mercato, secondo la quale si potrebbe ancora
giungere a una soluzione nel poker del debito greco.
Come al solito i prossimi dati congiunturali svizzeri dovrebbero influire
in misura ridotta sulla dinamica del corso.ll tasso di disoccu-
pazione rettificato dal punto di vista stagionale potrebbe au-
mentare leggermente dal 3.2% al 3.3%.la solida creazione
di posti di lavoro nel settore dei servizi e in parti dell'industria
evita però un peggioramento del risultato.questa volta l'u-
more dei consumatori non dovrebbe migliorare, come avve-
nuto in occasione dell'ultima pubblicazione in gennaio.
Il sondaggio è stato avviato a inizio anno, già prima della sospen-
sione del corso minimo
:mumble:
 
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Focus: Eurozona unita sulla via della ripresa –
con un'eccezione
All'inizio dell'anno l'economia USA non si è quasi mossa. E
dopo lo shock del tasso di cambio, il PIL svizzero dovrebbe
addirittura essere diminuito. Un quadro del tutto differente
presenta invece attualmente l'Eurozona, dopo un lungo periodo
di difficoltà a tenere il passo. Mercoledì prossimo, la
prima stima del PIL per il T1 2015 dovrebbe mostrare un solido
aumento dello 0.5% circa qoq (dopo lo 0.3% nel T4
2014). Un'anticipazione in tal senso è stata fornita dai dati
spagnoli già pubblicati, dove, con un aumento trimestrale
dello 0.9%, è stata registrata la dinamica più forte da oltre 7
anni. L'enorme correzione sul mercato immobiliare sta gradualmente
finendo. E con forti aumenti occupazionali, soprattutto
il consumo privato rimette in moto la congiuntura. Gli
altri grandi paesi membri non possono tenere il passo di ripresa
della penisola iberica. Ma ultimamente anche i loro dati
congiunturali sono stati per lo più soddisfacenti. Per la Germania
e la Francia si delinea un robusto risultato trimestrale
in linea con il potenziale di crescita. E anche le statistiche italiane
segnalano un aumento moderato dopo un periodo di
difficoltà estremamente lungo.
Inoltre, i recenti sondaggi sull'umore hanno confermato la
tendenza di ripresa. Non vi sono più stati ulteriori forti miglioramenti
come nei mesi precedenti – che sono stati supportati
dal calo dei prezzi dell'energia e dalla svalutazione dell'euro.
Tutto ha un limite per l'economia dell'Eurozona, non da ultimo
perché la domanda di esportazioni dai paesi emergenti
continua a essere meno espansiva rispetto al passato. Le prospettive
che l'attuale dinamica rialzista possa essere mantenuta
rimangono però buone, diversamente dall'anno precedente.

Anche all'inizio del 2014 si è potuto osservare un forte miglioramento
della fiducia delle imprese, che però non è stata accompagnata
da un corrispondente aumento dei dati reali
dell'economia e si è rivelata in parte una bolla di aspettative.
Attualmente ciò è diverso. I valori dei sondaggi si riflettono
nei dati congiunturali. E oltre alle aziende ora anche i consumatori,
diversamente dall'anno scorso, sono più fiduciosi su
larga scala.
Questo consente una ripresa supportata solidamente. Per il
2015 continuiamo quindi a prevedere nel complesso un'accelerazione
della crescita del PIL per l'Eurozona dallo 0.9% dello
scorso anno all'1.4%.
Uno dei maggiori fattori d'incertezza per il futuro andamento
rimane sempre il poker del debito greco. La speranza di un
accordo duraturo con i creditori sale e scende quasi giornalmente.
Le conseguenze di un fallimento sono sempre difficili
da valutare. Finora, diversamente dal 2012, sui mercati finanziari
non si delinea alcun forte rischio di contagio per gli altri
paesi colpiti dalla crisi del debito. Qui naturalmente anche il
programma di acquisti di obbligazioni della BCE ha un effetto
di stabilizzazione. Per lo più inosservati, in questo contesto
anche i segnali a Cipro si sono invertiti. I duri interventi dopo
il collasso del settore bancario locale sembrano essere straordinariamente
ben assorbiti. La piccola isola divisa mostra attualmente
addirittura la più forte dinamica di crescita all'interno
dell'Eurozona.
Per contro, i cambiamenti politici in Grecia dalla fine dell'anno
scorso, indipendentemente dall'esito delle trattative, hanno
soffocato la ripresa emergente dopo anni di massicce misure
di risparmio. Contrariamente alla tendenza in tutti gli altri
paesi dell'Eurozona, la fiducia delle imprese e anche dei consumatori
è di nuovo peggiorata sensibilmente. Ciò rende ancora
più difficile il raggiungimento degli obiettivi di crescita e
di budget previsti per il programma di salvataggio. Questa settimana,
la Commissione UE ha drasticamente ridotto la sua
previsione sul PIL per la Grecia per il 2015 portandola dal
2.5% allo 0.5%, mentre il valore per l'Eurozona nel suo insieme
è stato rivisto ancora leggermente al rialzo.
 
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il titolo
dell'articolo odierno può confondere
un po', ma in economia
tutto gira intorno ai numeri. Il
bello dei numeri è che non lasciano
dubbi su cosa sia di più o
di meno. Tre è chiaramente più
di due, è ovvio, cosa ci può ancora
essere da discutere? Ma
sempre più è veramente meglio,
o, per lo meno, buono? Attualmente
ciò non è poi sempre così chiaro, almeno dalla
crisi finanziaria. Se un'economia supera i dati quantitativi
di crescita, generalmente si parla di «dati economici positivi».
Mentre dati negativi sul fronte della crescita sono
per lo più preceduti da un segno negativo e vengono
pertanto accolti dai mercati con conseguente scetticismo.
Nel contesto della crescita economica «più» è certamente
già una buona cosa. Ma per quanto i numeri possano
essere affidabili come indicatori, la loro interpretazione
non è poi sempre così univoca e cambia negli anni. Non
troppo tempo fa sarebbe stato auspicabile avere tassi di
inflazione come quelli attuali, oggi i tassi di inflazione
inferiori all'1% vengono considerati invece con un certo
scetticismo. Tassi d'interesse inferiori all'1% pochi anni fa
sarebbero stati addirittura interpretati come un segnale
di massima emergenza. Allora ci si sarebbe chiesti se
un'economia in assoluto può essere così indebolita da
necessitare una tale radicale misura di rianimazione.
Oggi, per lo meno tutti i banchieri centrali, concordano
che l'era dei tassi zero sia una necessità. Pertanto anche i
numeri sono diventati relativi, esattamente come la loro
interpretazione. Fatta eccezione per la crescita, perché di
essa ne vogliamo tutti di più.
Ma non siamo forse giunti ai limiti della crescita, per lo
meno in molte economie nazionali mature, tra le quali
rientra anche la Svizzera? E non perché ce li indica la
natura, come preteso nel 1972 dalla più volte citata opera
«The Limits of Growth» sponsorizzata dal Club di Roma,
bensì perché siamo quasi saturi? Di questo la maggior
parte di coloro che credono nella crescita non ne
vuole sapere nulla. Ovviamente alla maggior parte piacerebbe
guidare un'auto più costosa, abitare in un casa più
grande, fare più vacanze e molto altro ancora. Di esigenze
ce ne saranno sempre, non è però questa la questione,
ma piuttosto quella dell'utilità. La teoria del consumatore,
nel suo concetto di utilità, presuppone che noi
consumiamo solo se dal consumo pensiamo di ottenere
un vantaggio positivo. Questo può avvenire sulla spinta
del benessere, per pura gioia di consumare o anche per
soddisfare una voglia. Inoltre, secondo la teoria, noi continuiamo
a consumare solo fino al punto in cui l'utilità
marginale è positiva. L'utilità marginale di un bene è
l'utilità che traiamo dal consumo di una quantità supplementare
di questo bene. Quale migliore illustrazione si
ricorda di preferenza il bere il vino. Ad ogni bicchiere di
vino che consumiamo, l'utilità marginale diminuisce. La
cosa migliore sarebbe berne fino a quando l'utilità marginale
tocca lo zero. Per l'economista questo punto rappresenta
il punto ottimale dell'utilità. Non è difficile immaginare
cosa accade quando si supera questo limite. A
questo punto l'economista parla di utilità marginale negativa,
il che, alla luce di un grande eccesso di alcol, può
essere considerato anche come un danno. Nel mondo
idealizzato dell'economia aggregata, noi consumatori, le
cosiddette economie domestiche private, non entreremo
quasi mai nel terreno negativo dell'utilità marginale. Al
contrario, noi ottimizziamo l'utilità di un enorme fascio di
beni e servizi, consumando di ognuno solo fino al punto
in cui l'utilità marginale non aumenta più. Anche perché
siamo del tutto informati e facciamo esattamente quello
che la teoria si attende da noi.
Insaziabili?
In un concetto di questo tipo, saturazione non è certo
una parola sconosciuta, ma quando il reddito aumenta
(crescita), allora consumeremo beni e servizi sempre nuovi
e sempre più preziosi, dei quali anni prima nemmeno
sospettavamo l'esistenza, senza parlare poi del fatto che
potessero esserci di qualche utilità. Secondo questa teoria,
l'economia genera quindi le necessità secondo il
principio l'offerta induce la domanda. Nel pensiero neoliberale
le cose continueranno ad andare avanti così in
eterno. Da uno sguardo all'andamento demografico
risulta tuttavia che le cose andranno diversamente e
questa è una previsione con la più alta probabilità di
realizzarsi. Nella maggior parte delle economie molto
sviluppate il processo di invecchiamento è molto avanzato
e con l'aumentare dell'età la tendenza al consumo
diminuisce. Il Giappone dimostra in modo chiaro che
questa è un'ipotesi ancora valida anche oggi. Qui il motore
del consumo gira a basso regime ormai da tempo,
pur in presenza di una buona fiducia da parte dei consumatori.
La migrazione, in particolare di lavoratori più
giovani, può rinviare questa trappola demografica, ma
non arrestarla. Inoltre la crescita pro capite sostenuta
dalla migrazione aumenta meno rispetto al prodotto
interno lordo complessivo. La crescita, alla fine, anche da
noi viene distribuita su più soggetti. Infine, il fatto che i
costi per la salute e sociali, per le case di riposo per anziani
o per l'amministrazione pubblica siano sempre
maggiori a fronte di una crescita sempre più modesta,
non può andar bene né a noi né ai propagandisti della
crescita. È giunto il momento di smettere di considerare il
tasso di crescita come un segno del destino e di analizzare
invece più attentamente la qualità della nostra crescita.
Io sono certo che riusciremmo a trovare e riconoscere
i limiti della crescita e addirittura una grande quantità di
utilità marginale negativa. Il problema dei paesi industriali
nella discussione sulla crescita non è tanto la saturazione,
bensì la saturazione eccessiva, o detto in modo più deli-
cato: la stanchezza nei confronti del consumo. Non certo
il fatto d'essere insaziabili.
 
..........................
La Grecia è stata principalmente la vera causa scatenante della crisi dell'euro, scoppiata nel 2011 e conclusasi solo a fine 2012, non da ultimo mediante la manipolazione politico-monetaria dei mercati, grazie alla quale si è almeno riusciti a riportare entro termini più sopportabili i tassi di interesse per la Grecia. All'apice della crisi dell'Eurozona i greci dovevano provvisoriamente versare un tasso di interesse superiore al 30% per i titoli di stato decennali. A metà del 2013 erano scesi al di sotto del livello del 10%, avvicinandosi poi, nell'estate dello scorso anno, per più volte addirittura al livello del 5%. Secondo la valutazione dei mercati la Grecia sembrava essersi lasciata alle spalle il peggio. Fino a dicembre 2014, ovve-ro al fallimento delle elezioni presidenziali, a seguito del quale è stato necessario, al più tardi entro un mese, rie-leggere il parlamento, come prescritto dalla costituzione greca. Da allora il Primo Ministro designato, Alexis Tsipras con il suo Ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, estremamente anti-conformista e indaffarato, mantiene elevato il livello di agitazione nell'Eurozona.
[FONT=Frutiger Next Com,Frutiger Next Com][FONT=Frutiger Next Com,Frutiger Next Com] Restanti impegni di pagamento dello stato greco nel 2015, in milioni di EUR:
[/FONT][/FONT][FONT=Calibri,Calibri][FONT=Calibri,Calibri]
[/FONT]
[/FONT] Non solo è la prima volta nella storia di un paese capitali-sta sviluppato che le radici di un governo eletto democraticamente si ritrovino nella sinistra radicale. È anche la prima volta che i greci stessi stanno facendo esperienza con un governo di sinistra. E purtroppo il governo greco dà sempre più l'impressione di continuare a sognare ideali, senza voler guardare in faccia alla realtà. In questo modo i creditori perdono sempre più la pazienza con la Grecia, che continua a chiedere rinvii concretizzando in misura insufficiente i pacchetti di riforme per il paese, da tempo inderogabili. Finora alle parole non è praticamente seguito alcun fatto. Questa politica della Grecia presenta tratti assolutamente fatalistici. La stessa Bundesbank tedesca mette in guardia ormai da una bancarotta ellenica. Ma anche di fronte a questo i mercati sembrano piuttosto indifferenti. Riesce difficile non pensare che formalmente essi abbiano cancellato la Grecia. Indizi che rimandano a questo scenario si possono trovare nell'ipotesi del non contagio. A differenza di quanto avvenuto durante la crisi dell'euro nel 2011/12, i tassi di interesse greci sono aumentati in modo isolato, il differenziale di rendimento rispetto ai titoli di stato italiani, spagnoli o portoghesi di conseguenza si è notevolmente ampliato
I mercati sembrano quasi vedere di buon occhio l'ipotesi di un'Eurozona senza la Grecia. L'Eurozona, ai loro occhi, sembra oggi sufficientemente stabile per sopportare l'uscita della Grecia. Anche questo comportamento nasconde in sé alcuni tratti fatalistici.
[FONT=Frutiger Next Com,Frutiger Next Com][FONT=Frutiger Next Com,Frutiger Next Com] Il fallimento è prevedibile, le conseguenze solo in parte
[/FONT][/FONT] I mercati non chiedono più se la Grecia fallirà, ma piuttosto quando. Formalmente il paese ha l'acqua alla gola, poiché a ogni tranche di rimborso in scadenza il margine di manovra del governo di Atene si fa più ridotto. Già in occasione dell'ultimo puntuale rimborso erano in gioco i salari e le rendite. E per giugno e luglio sono previste ancora ingenti tranche. La Grecia ha davanti a sé un'esta-te veramente fatidica dall'esito incerto. Non è ancora del tutto escluso che la Grecia riesca a trovare ancora in tempo un accordo su un programma di riforme con i suoi partner euro e con l'FMI, prima della scadenza del secondo pacchetto di salvataggio. Il pagamento dell'ultima tranche del secondo pacchetto di salvataggio avverrebbe in tal caso con ritardo. Atene riceverebbe quindi, a de-terminate condizioni, un terzo pacchetto di aiuti per un ammontare di 30 fino a 50 miliardi di euro, che consentirebbe di riportare l'economia su un percorso di ripresa

:mumble:m
 
....................sembra autunno.....


]possibilità sempre intatte per consumi
statunitensi più forti
Dopo che nel primo trimestre la maggior parte dei dati congiunturali
negli USA ha deluso, ultimamente la crescita in alcuni
importanti settori economici si è di nuovo stabilizzata. Sul
mercato immobiliare gli inizi dei lavori di costruzione e i permessi
di costruzione all'inizio del secondo trimestre hanno registrato
una crescita sorprendentemente forte dopo il calo nel
T1. Ciò conferma la tesi che il brutto tempo in inverno è stato
un importante fattore negativo negli ultimi mesi. E anche sul
mercato del lavoro il quadro si presenta più positivo: in aprile,
il dato dei nuovi posti di lavoro è salito di nuovo sopra
200'000. Continua inoltre la tendenza ribassista delle prime
richieste per i sussidi di disoccupazione. Il forte rialzo della
componente occupazionale dell'ISM senza l'industria manifatturiera
ci rende inoltre fiduciosi che anche nei prossimi mesi
arriveranno notizie positive dal mercato del lavoro.
Ciononostante, l'andamento congiunturale 2015 è stato finora
complessivamente molto al di sotto delle attese. La prossima
settimana è prevista la seconda stima sul PIL nel T1 e con
ogni probabilità la crescita sarà rivista addirittura in negativo.
Ciò dipende dal fatto che a marzo le importazioni sono aumentate
maggiormente e la costituzione delle scorte ha contribuito
alla crescita meno di quanto inizialmente previsto. Ne
gli ultimi mesi la grande delusione è stato però soprattutto il
consumo privato. Contrariamente a tutte le previsioni, finora
il basso prezzo del petrolio non si è dimostrato un vantaggio
congiunturale. Secondo i nostri calcoli, rispetto al 2014 quest'anno
le famiglie statunitensi dovrebbero risparmiare mediamente
USD 700 circa alla pompa di distribuzione. In termini
relativi, lo sgravio maggiore si registra per i lavoratori a basso
reddito. E sono proprio questi a evidenziare in genere la maggiore
tendenza al consumo. Sorprendentemente, di ciò non vi
è ancora alcuna traccia nei dati del commercio al dettaglio,
sebbene la fiducia dei consumatori abbia raggiunto di nuovo
quasi il livello pre-crisi. Il maggiore reddito dovuto al calo dei
prezzi della benzina e l'aumento dei salari sono stati in gran
parte risparmiati. Anche in aprile, i fatturati delle vendite al
dettaglio sono stati inferiori al livello del novembre scorso. Per
la congiuntura statunitense, che dipende dal consumo privato,
questo è un sensibile freno. A posteriori si impongono
alcune possibili spiegazioni per la prudenza dei consumatori.
In primo luogo a priori non è chiaro fino a quando il prezzo
della benzina rimarrà basso. Con un ritardo temporale, il consumo
dovrebbe essere stimolato solo quando i risparmi si accumulano
per più trimestri. In secondo luogo, l'indebitamento
delle famiglie nel 2014 ha registrato di nuovo un'accelerazione
dopo un pluriennale processo di riduzione del debito
Nel trimestre in corso, l'importo dei debiti non ancora pagati
delle carte di credito è tuttavia diminuito, un'indicazione del
fatto che i consumatori utilizzano il maggiore reddito per rimborsare
i debiti, affinché non vadano di nuovo fuori controllo.
E in terzo luogo la riforma sanitaria potrebbe aver determinato
incertezze. Sulla base delle dichiarazioni fiscali presentate
in aprile diventa esigibile per la prima volta la penale per
le persone senza alcuna assicurazione malattie stipulata. Per
la maggior parte delle persone questa penale ammonta
all'1% del reddito familiare. Inoltre, presso la Corte Suprema
si sta discutendo se le sovvenzioni per circa 6 milioni di stipulanti
a basso reddito siano conformi alla Costituzione. Una decisione
è attesa per giugno.
A breve termine, l'attuale prudenza dei consumatori è negativa
per la dinamica di crescita, per di più i rischi di ribasso per
la nostra previsione sul PIL pari al 2.6% per il 2015 sono aumentati.
Tuttavia, il maggiore potere d'acquisto e la maggiore
quota di risparmio in combinazione con il robusto mercato del
lavoro dovrebbero consentire un aumento della crescita dei
consumi nei prossimi trimestri. Proprio come il reddito corrente,
ultimamente anche il bilancio patrimoniale delle famiglie
statunitensi è ulteriormente migliorato. Inoltre, la quota
degli impegni finanziari correnti (ad es. gli interessi debitori e
gli affitti) sul reddito disponibile è sempre in calo (ved. grafico).
Nel complesso continuiamo quindi a prevedere una ripresa
delle spese per i consumi, con la quale anche le preoccupazioni
per la crescita da parte dei membri del FOMC dovrebbero
diminuire di nuovo
 
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Dopo lo storico cambio della leadership a marzo 2013, la Cina deve affrontare enormi compiti. Un programma strutturale globale deve stimolare la domanda interna e rafforzare in modo sostenibile la concorrenza. I temi principali del programma strutturale globale sono l'urbanizzazione, il sistema dell'assicurazione sociale, la liberalizzazione del settore finanziario, ma anche la modernizzazione della pubblica amministrazione. Per interi settori e per singole società, ciò potrebbe implicare un nuovo impulso.

Dalla conoscenza e da un'analisi approfondita di singole misure strutturali politico-economiche si dovrebbero ricavare interessanti temi d'investimento. Infatti, con NSBO (North Square Blue Oak), uno specialista del settore....ha scelto un partner competente per disporre di un'analisi più dettagliata della politica economica cinese. NSBO identifica i settori e le società che potrebbero trarre il maggiore beneficio dai futuri orientamenti politico-economici e dalle misure del governo e dell'amministrazione cinese.


Con l'«indice .........China Policy Performance» è stato costituito un nuovo indice che riflette le performance delle azioni delle società identificate da NSBO. I componenti dell'indice vengono ponderati in parti uguali nei giorni dell'adeguamento. Per tener conto della diversificazione, in ogni momento devono essere rappresentati nell'indice almeno quattro diversi settori. La composizione iniziale dell'indice e i continui adeguamenti nei giorni di riferimento semestrali avvengono in base a una guida fissa dell'indice. Inoltre, nella selezione azionaria non rientrano solo criteri qualitativi, ma anche quantitativi, quali dimensione delle società e liquidità. L'ufficio di accertamento è Structured Solutions, un index provider indipendente.

Con ................ China Policy Performance», gli investitori possono investire in questo allettante tema d'investimento. In questo caso partecipano quasi con un rapporto 1:1 a potenziali aumenti delle quotazioni dell'indice, ma anche a possibili perdite. Il certificato indicizzato non dispone di alcun limite di scadenza e viene quotato in CHF e in EUR.

.....m
 
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Focus: la BCE continua in modo invariato il
programma di acquisti di titoli di stato
La campagna di allentamento politico-monetario della BCE
dalla metà dell'anno scorso limita i rendimenti ottenibili sui
mercati obbligazionari. Prima con ulteriori diminuzioni dei
tassi, poi con nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine
e con l'acquisto di obbligazioni cartolarizzate e infine
con l'annuncio di un massiccio programma di acquisti di titoli
di stato, la Banca centrale europea ha ulteriormente fatto
scendere i rendimenti nell'Eurozona – e sulla sua scia anche in
Svizzera. I rendimenti delle obbligazioni tedesche a 10 anni
sono scesi in un anno dall'1.5% a un valore solo di poco superiore
allo zero. Dopo l'annuncio del programma alla fine di
gennaio, il rally delle obbligazioni si è ancora rafforzato, favorito
da una combinazione di importanti fattori: l'elevato volume
del programma di acquisti, l'effetto frenante del moderato
avanzo di bilancio del governo tedesco sul volume di
emissione di nuove obbligazioni, il modesto incentivo per il
settore bancario, a causa dell'inasprimento delle disposizioni
in materia di liquidità, di vendere titoli di stato e inoltre l'esplicita
dichiarazione della BCE di acquistare obbligazioni fino a
un rendimento negativo di -0.20%. Il calo dei rendimenti è
tuttavia improvvisamente terminato verso la fine di aprile. Da
quel momento, i tassi sul mercato dei capitali sono sensibilmente
aumentati. Il precedente esagerato movimento ribassista
è stato quindi corretto.
Ciononostante, i tassi a lungo termine rimangono bassi. Pertanto,
non sono neppure prevedibili adeguamenti a breve termine
della BCE. Il volume di acquisti di titoli di stato ha registrato
un'accelerazione a maggio. Il membro del Direttorio
della BCE, Benoît Coeuré, ha dichiarato però che questa è una
reazione a tendenze stagionali sui mercati delle obbligazioni.
Poiché durante il periodo delle ferie estive da metà luglio ad
agosto la liquidità sui mercati è limitata, attualmente la BCE
acquista in misura moderata più obbligazioni e durante il periodo
delle ferie sarà conseguentemente meno attiva per evitare
eccessive oscillazioni dei corsi. Nel complesso, l'auspicato
volume d'acquisto medio di EUR 60 miliardi al mese deve però
essere mantenuto invariato.
Dall'altro lato, durante la sua prossima riunione del 3 giugno
la BCE dovrebbe confermare che, nonostante la continua ripresa
congiunturale e le aspettative inflazionistiche sensibilmente
aumentate, non è in discussione un rallentamento del
programma di acquisti. La BCE vede già sensibili effetti positivi
della sua politica monetaria non convenzionale, non da ultimo
tramite il canale dei tassi di cambio. Le sue positive aspettative
congiunturali si basano tuttavia su una continuazione del programma
di acquisti. Recentemente, il Presidente Mario Draghi
ha ripetuto che il programma sarà implementato completamente
come annunciato, fino a quando la tendenza inflazionistica
si sarà ripresa in modo duraturo. E per constatarlo definitivamente
sarà necessario un «lungo periodo».
Pertanto, gli effetti frenanti sui rendimenti persistono. Ciò vale
sempre in particolare per i titoli di stato tedeschi. Degli acquisti
complessivi mensili di obbligazioni di EUR 60 miliardi, un
po' più di due terzi è destinato alle obbligazioni dei governi
centrali. Se la BCE continuerà i suoi acquisti come previsto fino
a settembre del prossimo anno, secondo i nostri calcoli acquisterà
titoli di stato tedeschi per un controvalore di quasi EUR
210 miliardi. Ciò corrisponde quasi al 27% del volume in circolazione
di titoli autorizzati all'acquisto, con una durata residua
di 2-30 anni. Il valore è nettamente superiore alla quota
di altri paesi. A causa dell'elevata consistenza del debito e di
una differente struttura del debito, per l'Italia la quota ammonta
per esempio al 10%. Anche per il terzo programma di
acquisti della Fed (QE3) in un periodo di 22 mesi è stato acquistato
«solo» circa l'8% delle obbligazioni Treasury in circolazione.
Inoltre, secondo gli attuali dettagli degli acquisti la
BCE non vuole detenere più del 25% di ogni singola emissione,
il che in caso di continuazione degli acquisti dovrebbe
determinare in misura crescente difficoltà per le obbligazioni
tedesche. Nel complesso, sul periodo di un anno dopo il recente
rally ciò dovrebbe limitare l'atteso ulteriore aumento dei
rendimenti a lungo termine.
 

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