2400 tonnellate di ORO italiano fanno gola al FMI

Ora Sappiamo Dove è L’Oro della Banca d’Italia (Grazie all’M5S)

6 aprile 2014
Ora Sappiamo Dove è L'Oro della Banca d'Italia (Grazie all'M5S) - Rischio Calcolato

Voglio ringraziare pubblicamente 3 Senatori apparteneti al MoVimento 5 Stelle: Francesco Molinari
Giuseppe Vacciano
Andrea Cioffi
I quali grazie alle prerogative di Senatore sono riuscite ad ispezionere l’Oro della Banca d’Italia (in teoria 2451 tonelate) scoprendo le seguenti cose:
Circa 1200 tonnelate di Oro Fisico Italiano sono custodite nella “sagrestia” di Banca d’Italia in via Nazionale
le restanti 1200 tonnelate “sarebbero” conservate da qualche parte fra Svizzera, Stati Uniti e Inghilterra
dal Profilo Facebook di Giuseppe Vacciano
Oggi ho finalmente un po’ di tempo per proporvi una breve relazione sulla visita che con i colleghi Andrea Cioffi e Francesco Molinari abbiamo effettuato nella giornata di lunedì 31 marzo presso i locali della Banca d’Italia che ospitano la Riserva Aurea nazionale. Putroppo le domande che avremmo voluto fare erano molte, ma il tempo a disposizione poco, dato che l’apertura di locali di sicurezza così delicati avviene entro una finestra temporale molto ristretta, per un periodo non superiore ai 15 minuti e dopo l’espletamento di una serie complessa di procedure di sicurezza (che non possono essere in alcun modo derogate, anche in presenza di rappresentanti delle istituzioni) che coinvolgono un numero consistente di persone.
UN PO’ DI STORIA
Inizialmente ci sono stati forniti alcuni dati riguardanti la genesi della Riserva. In sintesi, ad un iniziale conferimento dell’oro alla neonata Banca d’Italia (1893) da parte della Banca del Regno (78 tonnellate) seguirono quelli del Banco di Napoli e di quello di Sicilia (ulteriori 70 tonnellate). Fino al 1943 la Riserva subi una serie di variazioni che ne portarono la consistenza poco al di sotto delle 120 tonnellate. Nel corso del secondo conflitto mondiale l’oro fu soggetto ad una serie di trasferimenti (Milano, Fortezza) sino ad essere definitivamente trasportato a Berlino. Alla fine della guerra, al momento della restituzione del metallo prezioso alla nostra nazione, risultarono mancanti 25 tonnellate.
Negli anni 50 e 60 la Riserva subi rilevanti movimentazioni che ne portarono la consistenza ai livelli attuali, ovvero 2452 tonnellate complessive, suddivise in lingotti d’oro di peso e forma differenti (il classico lingotto trapezioidale, ma anche dalla forma di mattoncino più o meno stondato) e monete (circa 4 tonnellate).
DOV’È L’ORO (e perché)
Ho già precisato che la Riserva consta di oltre 2.400 tonnellate di metallo prezioso (circa 80.000 lingotti), che la rendono (escludendo il Fondo Monetario Internazionale) la terza riserva al mondo per importanza. Tradotto in Euro, parliamo di un valore di mercato alla fine del 2013 pari a circa 69 miliardi, ma a tale riguardo mensilmente viene pubblicato un documento riassuntivo aggiornato che potete trovare a questo indirizzo: http://www.bancaditalia.it/statistiche/SDDS/stat_rapp_est/ris_liq (a breve saranno disponibili i dati di marzo, mentre a febbraio il controvalore dell’oro si è attestato a circa 75 miliardi).
Come noto, non tutto l’oro è custodito presso la sede di Via Nazionale della Banca d’Italia.
Presso le sacrestie di Palazzo Koch è detenuta circa la metà della Riserva per un peso di 1.199,4 tonnellate, il restante è depositato per la maggior parte presso la Federal Reserve, ma anche presso la Banca d’Inghilterra e la Banca Centrale Svizzera. Per motivi di riservatezza non ci è stata comunicata l’esatta consistenza dei depositi nei diversi Paesi.
La motivazione sottostante a tale suddivisione (operata peraltro da tutte le Banche Centrali Nazionali) è di mera “suddivisione del rischio”. Una dislocazione fisica distribuita della Riserva dovrebbe garantire, in caso di instabilità socio-politica nazionale e internazionale, preservarla almeno in parte. Può sembrare una estrema semplificazione, ma non siamo molto lontani dal concetto che andando in viaggio si cerca di suddividere il contante che ci si porta appresso in più borse o “nascondigli”. A titolo di curiosità: nessun Paese straniero ha deciso di depositare presso di noi parte della propria riserva.
La Banca d’Italia ha inoltre depositato presso la BCE 100 tonnellate d’oro in virtù dell’ appartenenza al sistema delle Banche Centrali. Si tratta tuttavia di un deposito contabile dato che gli 8.000 lingotti di “proprietà BCE” sono fisicamente rimasti nei locali del nostro Istituto. Proprio a tale proposito occorre specificare che anche il metallo depositato presso altre banche in base ad accordi di Safe Keeping Deposit (quindi improduttivo di interessi, si potrebbe fare un paragone con una immensa cassetta di sicurezza), non ha in realtà subito spostamenti “fisici”: è rimasto dove è stato acquisito.
LA DOMANDA DELLE DOMANDE: DI CHI È L’ORO
La risposta a questa domanda è stata netta, senza esitazioni e lo confesso, ci ha lasciato in parte perplessi, perchè avremmo voluto approfondire alcuni scenari che la risposta stessa apre.
L’oro è della Banca d’Italia. Non è dello Stato (e quindi dei cittadini) e tantomeno dei partecipanti privati al capitale, che sulle riserve non possono vantare alcun diritto (cosa che, unico elemento positivo, è stata specificata anche nel discusso decreto IMU – Bankitalia).
Ci è stato specificato che è impossibile per la stessa Banca disporre liberamente della Riserva dato che la stessa costituisce un presidio fondamentale di garanzia per la fiducia nel sistema Paese. Considerando però che la Banca Nazionale fa parte dell’Eurosistema, anche le riserve ne fanno parte e contemporaneamente garantiscono insieme a quelle degli altri Paesi europei il sistema stesso.
Ci è stato quindi detto che allo stato attuale la Riserva è INTOCCABILE e INUTILIZZABILE, quindi le ipotesi di vendita o quelle di utilizzo a garanzia di prestiti pubblici sono semplici speculazioni inattuabili.
La domanda che è rimasta senza risposta (anche se francamente non so se avrebbero potuto risponderci su due piedi) è stata: cosa accadrebbe al nostro oro se l’Italia uscisse dall’Euro? Saremmo costretti a “condividerlo” (anche solo contabilmente, dato che spostamenti fisici come già detto non se ne fanno) con l’Eurosistema? Rientrerebbe totalmente nella nostra disponibilità?
ALTRE NOTIZIE E CURIOSITÀ
– L’oro contenuto nei lingotti ha un tenore estremamente elevato che va da un minimo di 996,2/1.000 a 999,99/1000
– La Riserva è periodicamente sottoposta a verifiche da parte del servizio Revisione Interna e da una società di revisione esterna che le effettua anche nell’interesse della BCE.
– Le verifiche sono effettuate anche con riferimento alla qualità del materiale. Fino ad alcuni anni fa veniva prelevata la cosiddetta “unghiata” da alcuni lingotti che presentano effettivamente degli incavi che sembrano effettivamente scavati con una grossa unghia. Attualmente si utilizza un sistema molto meno invasivo, tramite fori realizzati con un piccolo trapano che preleva minime quntità di metallo per sottoporle ad analisi.
– Tutti i lingotti presentano un marchio che ne identifica la provenienza e un codice di fusione. Ne abbiamo visti alcuni sudafricani, molti americani, ma ce ne sono diversi che recano l’aquila nazista.
Questi gli elementi principali che hanno caratterizzato la nostra visita. Qualcuno l’ha definita “irruzione” ( ESCLUSIVO – i portavoce M5S irrompono all’interno…: ESCLUSIVO - i portavoce M5S irrompono all'interno della Banca d'Italia - YouTube) , ma naturalmente si è trattato di un evento che ha comportato evidenti problemi di sicurezza e che quindi doveva obbligatoriamente essere concordato nei tempi e nelle modalità di svolgimento. Siamo stati comunque in grado di acquisire elementi conoscitivi che sono spesso ignoti alla cittadinanza e che probabilmente possono fugare dubbi che leggittimamente possono sorgere in assenza di informazioni diffuse.
Sotto l’aspetto puramente “umano” abbiamo potuto vedere con i nostri occhi (e con le dovute cautele abbiamo toccare con mano) una quantità tale di metallo prezioso che sfugge ad una percezione ordinaria... Devo dire che suscita sensazioni difficilmente spiegabili… (ohhhh come ti capisco, in Svizzera ho visto cose che voi umani… n.d. fk)
Purtroppo non è stato in alcun modo possibile effettuare foto o riprese all’interno dei locali di sicurezza e in effetti prima di entrarvi ci è stato chiesto di depositare borse, cellulari e cappotti, tuttavia posso testimoniare che quanto visibile in questo filmato di alcuni anni fa: “Passaggio a Nord Ovest – La riserva aurea italiana: http://youtu.be/4u4iSEQOxyk” corrisponde a realtà.
Spero di aver riferito in maniera più completa possibile, se ho dimenticato qualcosa integrerò sicuramente, così come invito a fare i compartecipanti alla visita. Se avete domande, nei limiti di quanto appreso e delle mie competenze proverò a rispondere.
Vorrei soffermarmi sul fatto più importante:
Metà dell’oro fisico italiano, ovvero 1200 tonnelate NON è custodito in Italia. Perchè?
Davvero ci voglimo bere la storiella dell’instabilità socio economica? Ma per favore.
Mi chiedo se quell’oro esista effettivamente da qualche parte nel mondo (ne dubito) e nel caso sotto quali condizioni potrebbe essere rimpatriato.
E se detto oro fisicio, esiste ed è libero da vincoli (cosa che dubito ancora di più) per quale CRIMINALE disegno rimane custodito in mani straniere. Ne parlo anche a uso e consumo di coloro che vorrebbero il ritorno dell’Italia alla sovranità monetaria (come noto sapete che non appartengo a quel gruppo).
Chiedo quindi al MoVimento 5 Stelle di continuare questa opera ispettiva ( la famosa apertura della scatola di sradine ) per fare luce su questi interrogativi:
Dove è esattamente l’Oro Italiano all’Estero
L’oro Italiano all’estero è LIBERO da vincoli e può essere rimpatriato in qualsiasi momento?
Vi dico già quale è il mio “cattivo pensiero”, io sospetto che l’Oro Fisico dell’Italia NON sia custodito presso le banche straniere ma sia stato prestato e riprestato nel tempo generando un interesse (gold lease), capite bene che per quanto basso 0.3-1% parliamo sempre di un montante di 80mld.
Il motivo del prestito sarebbe duplice:
Guadaganre un interesse (sottratto all’Italia che deposita l’oro in maniera infruttifera)
sopprimere il prezzo dell’oro
Grazie M5s.
 
Gold : ipotesi del 06/04/2014

Il gold dimostra un movimento tipico delle fasi pre ripresa del rialzo. Gli indicatori di forza sono a favore di una ripresa del rialzo mentre quelli per la volatilità non segnalano niente di particolare. La retta discendente rossa rimane la resistenza principale da violare per pensare ad una fine nel bear market dell’oro. La retta blu orizzontale rimane il supporto principale per pensare ad una ripresa del movimento rialzista.

Il primo grafico riporta una visione inizialmente tracciata più di un anno fa e come possiamo notare continua a rispettarla. Si potrebbe anche rimanere sui 1300 per molti anni senza rivedere mai più per almeno 10 anni i 1800$.

Il secondo grafico che riportiamo suppone una teoria rialzista di fondo. Non possiamo dire quale dei due grafici ciclici sia il più attendibile anche se al momento noi rimaniamo della ipotesi rialzista ma non dobbiamo mai innamorarci di una tesi e quindi cercheremo di pubblicare sempre tutti e due i grafici.
Gold : ipotesi del 06/04/2014 - SENZANUBI
 
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IDEE DI TRADING - GOLD (di nuovo...)
Avevo già commentato qualche giorno fa un possibile ingresso sul Gold, chiuso poi prematuramente. E comunque il prezzo ha rintracciato fino a ritestare il recente (doppio) minimo del 2/aprile e poi 22/aprile in area 1277.
Un doppio minimo così evidente lo vedono tutti. Che poi sia un supporto su cui costruire una posizione long, oppure un velo da squarciare per precipitare verso nuovi minimi, lo scopriremo solo vivendo.
Io mi metto long, con uno stop tra 1275-1273. Lo spazio per salire è tanto e vale la pena prendermi questo rischio.
Peccato solo che abbia "sbavato" così profondamente il 50% di Fibonacci, perché c'è il rischio che vada a testare anche il 61,8% prima di partire al rialzo. Staremo a vedere.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203843739039991&set=gm.1444004345840800&type=1&theater
 
Dopo la Germania, anche l’Austria vuole sapere dove sono le sue riserve d’oro

La Banca nazionale austriaca manderà esperti indipendenti a Londra per fare l’inventario delle riserve d’oro che l’Austria detiene nelle casseforti della Banca d’Inghilterra.
La Banca nazionale austriaca segue l’esempio della Bundesbank germanica, che a gennaio aveva mandato i suoi esperti a New York per indagare dove fossero sparite 295 tonnellate d’oro di proprietà tedesca (vedi correlati).
L’Austria dispone di una riserva d’oro di 280 tonnellate ma solo il 17% si trova nel paese. 150 tonnellate sono depositate presso la Banca d’Inghilterra.
Da anni la Banca nazionale austriaca segue regolarmente le sue riserve di oro e dal 2007 sono rimaste invariate.
Secondo un portavoce della banca, il nuovo controllo sarebbe condotto su richiesta del partito euroscettico FPO, che reclama maggior trasparenza e il rimpatrio delle riserve d’oro nazionali.
Il blog ZeroHedge.com ritiene invece che questa non sia la spiegazione ufficiale e scrive che il vero motivo sarebbero i dubbi del governo austriaco che l’oro dell’Austria non si troverebbe più nelle casseforti della Banca d’Inghilterra. Un’opinione condivisa da diversi media austriaci.
L’articolo Dopo la Germania, anche l’Austria vuole sapere dove sono le sue riserve d’oro sembra essere il primo su Ticinolive.
 
Attenzione all'apprezzamento del dollaro. Se si rafforzera' ulteriormente potrebbe tranquillamente bucare al ribasso 1200 dollari l'oncia pur per un breve periodo (al raggiungimento di questo livello le aziende aurifere cominciano a chiudere le miniere d'oro piu' costose riducendo cosi' l'offerta). Antenne dritte quindi. I preziosi non salgono automaticamente ed in maniera indiscriminata.
 
Scandalo in Turchia: vendute 200 tonnellate di oro all’Iran

Pubblicato il 26 giugno 2014, ore 12:41. Ultimo aggiornamento 26 giugno 2014 , ore 12:41
Le indagini della polizia in Turchia sull’operato dell’ex ministro dell’Economia, Zafer Caglayan, si arricchiscono di particolari imbarazzanti per il governo Erdogan: Ankara avrebbe esportato 200 tonnellate di oro all’Iran, aggirando il divieto posto dalle sanzioni, attraverso un uomo d’affari nato in Iran, tale Sarraf, che cambiò il suo nome nel 2007 in Reza Zarrab, dopo […]

Scandalo in Turchia: vendute 200 tonnellate di oro all?Iran - Economia - Investireoggi.it
 
Marco Cedolin


4 h ·


La curiosa vendita dell’oro ucraino all’Iraq - DIETRO IL SIPARIO









All’alba del 7 marzo, in segreto e procedendo nel buio della notte, a Borispol, l’aeroporto di Kiev, un grosso aereo, senza distintivi e con una forte scorta armata, caricava 40 casse di lingotti d’oro della Banca Centrale ucraina. L’operazione fu annunciata dal giornale russo Iskra, inizialmente smentito dalla FED, ma l’aereo si diresse negli Stati Uniti.




L’unica certezza è che gli ucraini sono stati espropriati delle loro riserve auree, e forse per sempre. Benvenuti nel mondo occidentale.


http://aurorasito.wordpress.com/2014/06/19/la-curiosa-vendita-delloro-ucraino-alliraq/
 
Vola il Pil Usa, schianta l’oro

Vincenzo Longo – Market Strategist IG

venerdì 1 agosto 2014
ITForum News

A farne le spese è stato anche l’oro, precipitato ai minimi dal 19 giugno scorso (precedente meeting del FOMC). Il calo è una conseguenza: diretta della crescita delle aspettative di un rialzo dei tassi della Fed;
indiretta del forte apprezzamento biglietto verde (il Dollar Index schizzato ai massimi da quasi un anno).
Cosa aspettarsi ora?
La nostra sensazione è che fino a settembre il metallo giallo potrebbe continuare a oscillare con una certa volatilità intorno ai 1.300 dollari. Ogni dato macro Usa deludente e/o un riaccendersi delle tensioni geopolitiche potrebbero alimentare tentativi di recupero e ricoperture da parte dei ribassisti.
GRAFICO ORO
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In autunno, quando le aspettative della Fed diventeranno più chiare, l’oro potrebbe intraprendere un percorso di discesa importante e più duraturo.


Dal punto di vista tecnico, il metallo si è ripresentato al test del supporto chiave collocato in area 1.280-1.275 dollari/oncia. Un tentativo di rimbalzo potrebbe far salire l’oro verso i massimi di inizio mese a 1.345 dollari. Il superamento di questo livello potrebbe aprire a un allungo verso la resistenza importante rappresentata dai picchi annuali a 1.380 dollari, dove passa ora anche la media mobile a 200 settimane.
Proprio l’importanza strategica di questa media mobile (che ha già ostacolato il recupero ad agosto 2013 e a marzo scorso) e sulla base di quanto esposto sopra, ci aspettiamo che l’oro non sarà in grado di superare questo target e le vendite torneranno a predominare.
Contrariamente, se i prezzi dovessero scendere sotto 1.275 dollari, è lecito attendersi un affondo verso i minimi di inizio giugno, a quota 1.240 dollari. Solo il cedimento di questo supporto aprirebbe a un ritorno verso i bottom assoluti del 2013, a 1.180 dollari.
Per ulteriori informazioni vai al sito: Homepage
 
Oro in rosso: Janet Yellen non ispira fiducia


La Redazione | Articolo pubblicato il 31/03/2015 09:00:18
Janet Yellen rassicura mercati ed investitori, ma nessuno dei due pare fidarsi della leader della Fed...



L’Oro termina la sessione di ieri in territorio negativo, con gli investitori che non sembrano interessati al metallo giallo nonostante i prezzi mostrino spunti rialzisti.

Quello che manca all’Oro in questo momento pare essere la giusta dose di appeal e lo dimostrano i dati che presentano un calo di interesse degli investitori i quali sembrano latitare creando così un calo nelle attività globali in exchange-traded products aventi l’Oro come sottostante i quali scendono a 56.6 tonnellate nel mese di marzo: il valore più basso degli ultimi 15 mesi.

Non convince Janet Yellen e non convincono i discorsi dei funzionari del FOMC e gli investitori rimangono essenzialmente convinti che il rialzo dei tassi di interesse avverrà più velocemente di quanto si creda, alla faccia delle dichiarazioni ufficiali dei membri della Federal Reserve.

I gestori si mostrano pessimisti in riferimento alle quotazioni dell’Oro e gli Hedge Funds hanno ulteriormente ridotto le loro posizioni nette long al livello più basso da dicembre 2013.

I fondi stanno segnalando la presenza di una marcata convinzione degli investitori nel non credere alle potenzialità rialziste dell’Oro” questa la dichiarazione rilasciata da George Gero (RBC Capital Markets) durante un’intervista condotta da Bloomberg.

L’analista termina la sua disgressione indicando nella mancanza di inflazione il motivo principale della sfiducia nel metallo giallo.

La situazione si presenta sostanzialmente in fase di stallo con lo spettro del rialzo degli interest rates a fare da sfondo all’attuale contesto; l’incremento dei tassi di interesse gioca a sfavore delle quotazioni poichè indirizza gli investitori verso prodotti maggiormente redditizi quali azioni ed obbligazioni.

L’Oro termina gli scambi della sessione di ieri a quota 1185.1 $/t.oz lasciando sul parterre l’1.3%









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