3° FINANZE.......VATICANE !!!!!!!!!

SINIBALDO

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LE BEGHE DEI CONDOMINI DELLO IOR

E in Italia? Anche Oltretevere lo Ior mantiene il senso degli affari.
I diritti di voto dei 45milioni di quote di Banca Intesa (per un valore
in Borsa di circa 130 milioni di euro) sono stati concessi alla Mittel
di Giovanni Bazoli in cambio di un dividendo maggiorato rispetto
a quello di competenza.

E quando la Borsa tira, gli affari si moltiplicano.

Un esempio? Nel 1998 non sfuggì a molti l’ottimo investimento
(100 miliardi di lire) deciso da Caloia nelle azioni della Banca
popolare di Brescia: in meno di 12 mesi il capitale si quadruplicò,
naturalmente molto prima del crollo del titolo Bipop.

Ma il patrimonio dello Ior non è solo mobile.

E dell’Istituto si parla anche in relazione alle beghe con gli
inquilini di 4 condomini di Roma e Frascati che lo Ior, a cavallo
fra il 2002 e il 2003, ha venduto alla società Marine Investimenti
Sud, all’epoca di proprietà al 90% della Finnat Fiduciaria di
Giampietro Nattino, uno dei laici della Prefettura degli affari
economici della Santa Sede, e oggi in mano alla
lussemburghese Longueville.

Gli inquilini, però, affermano di sentirsi chiedere il pagamento
del canone di locazione ancora dallo Ior. Che nei documenti
ufficiali compare anche come Ocrot: Officia pro caritatis
religionisque operibus tutandis, con il codice fiscale
italiano dell’istituto: 80206390587

QUELL'ASSEGNO DA 2,5 MILIONI
FIRMATO DAI CAVALIERI DI COLOMBO


Per il 25esimo anniversario di pontificato, Giovanni Paolo II
il 25 ottobre 2003 ha ricevuto un assegno da 2,5milioni di
dollari, la rendita di un fondo d’investimento americano da
20milioni di dollari dedicato a lui, il Vicarius Christi Fund.

Il denaro è gestito dall’ordine cavalleresco cattolico più grande
del mondo: The Knights of Columbus, i Cavalieri di Colombo,
che conta su 1,6milioni di membri tra Stati Uniti, Canada,
Messico, Porto Rico, Repubblica Dominicana, Filippine, Bahamas,
Guatemala, Guam, Saipan e Isole Vergini.

Alla Congregazione per le cause dei santi stanno vagliando la
canonizzazione di Michael McGivney, che ha fondato l’ordine
122 anni fa nel Connecticut.
Un omaggio a un’associazione che da anni vanta legami molto
stretti con la Santa Sede.

Il suo cavaliere supremo, Virgil Dechant, è uno dei 9 consiglieri
dello Stato Città del Vaticano e anche vicepresidente dello Ior.

Mentre gli utili del Vicarius Christi Fund, nato nel 1981, sono
consegnati ogni anno a Giovanni Paolo II nel corso di un’udienza
riservata ai cavalieri americani.
Con i 2,5 milioni di dollari regalati a Karol Wojtyla il 9 ottobre 2003,
il totale delle donazioni dell’ordine cavalleresco al vicario di Cristo
ha superato i 35milioni di dollari.

Nulla, in confronto ai 47miliardi di dollari del fondo assicurativo
sulla vita gestito dai Cavalieri di Colombo, al quale Standard & Poor’s
assegna da anni il rating più elevato.

L’ordine investe nei corporate bond emessi da più di 740 società
statunitensi e canadesi e solo nel 2002, piazzando polizze sulla
vita e servizi di assistenza domiciliare ai suoi iscritti attraverso
1.400 agenti, ha incassato 4,5 miliardi di dollari (il 3,4% in più
rispetto al 2001).

Una parte delle entrate, 128,5 milioni di dollari, è stata girata a
diocesi, ordini religiosi, seminari, scuole cattoliche e, ovviamente,
al Vaticano che nel 2002, tra la rendita del fondo del Papa, gli
assegni alle nunziature apostoliche di Usa e Jugoslavia, il
contributo alla Santa Sede nella sua missione di osservatore
permanente all’Onu e quello per il restauro della basilica di
san Pietro, ha ricevuto dai Cavalieri di Colombo 1,98milioni di dollari.


LE PROPRIETA’ IMMOBILIARI "CONOSCIUTE" DI DIO

Le Proprietà della Santa Sede, come concordato nei Patti Lateranensi
del 1929 sono tutte con privilegio di extraterritorialità.

Al di fuori della Città del Vaticano:

Basilica di San Giovanni in Laterano;
Palazzo del Laterano
Basilica di Santa Maria Maggiore;
Basilica di San Paolo fuori le mura, incluso il monastero;
Palazzo di San Callisto;
Immobili sul Colle del Gianicolo appartenenti al Sacro Collegio
della Propaganda Fide;
Palazzo dei Santi Apostoli affiancato alla Basilica dei Santi Apostoli;
Palazzo contiguo alla Chiesa di San Carlo ai Catinari;
Palazzo del Datari presso il Palazzo del Quirinale;
Palazzo della Cancelleria tra Corso Vittorio Emanuele e
Campo de' Fiori;
Palazzo della Propaganda Fide a Piazza di Spagna.
Palazzo del Sant'Uffizio adiacente a Porta Cavalleggeri,
accanto a piazza San Pietro;
Palazzo della Congregazione della Chiesa Orientale, già Palazzo
dei Convertendi in Piazza Scossacavalli - ora non più in essere,
e spostato ad un palazzo vicino;
Palazzo del Vicariato in Via Della Pigna, alla fine di Corso

Vittorio Emanuele e vicino a Piazza del Gesù;
Università Gregoriana in Via Del Seminario, vicino alla
Chiesa di Sant'Ignazio.
Università Gregoriana alla Pilotta, di fronte a Piazza di Pilotta;
Istituto Biblico in Piazza di Pilotta;
Istituto Archeologico, Istituto Orientale, Collegio Lombardo e
Collegio Russo in Piazza Santa Maria Maggiore;
I due Palazzi di Sant'Apollinare tra Piazza Sant'Apollinare e Via
della Serola;
La Casa di Riposo per il Clero dei Santi Giovanni e Paolo,
compreso il Nympheum di Nerone, sul Colle Celio.


Proprietà della Santa Sede al di fuori di Roma:

Palazzo Pontificio e Villa Barberini nella città di Castel Gandolfo
(vedi Castel Gandolfo (Palazzo Pontificio)).
Area di Santa Maria di Galeria, che ospita gli impianti della Radio
vaticana. Questa superficie, concessa dall'Italia alla Santa Sede
negli anni Cinquanta, è molto più estesa del territorio
dello Stato (44 ettari).


Proprietà cedute alla Santa Sede e non extraterritoriali:

Basilica della Santa Casa a Loreto, in provincia di Ancona;
Basilica di San Francesco ad Assisi, in provincia di Perugia.
Basilica di Sant'Antonio di Padova a Padova.



VATICANO E I CONTRIBUTI STATALI ALLE SCUOLE PRIVATE



Con due successivi Decreti rispettivamente Direttoriale e
Dirigenziale, emanati in data 25 settembre 2003 e 19 dicembre
2003, il MIUR rende noto l'elenco delle scuole secondarie di
primo e di secondo grado - legalmente riconosciute, pareggiate
o paritarie - ammesse per l'esercizio finanziario 2003 al
finanziamento di progetti "miranti alla elevazione dei livelli di
qualità ed efficacia delle attività formative."

Mentre il Decreto direttoriale del 25 settembre individua un
primo elenco delle scuole che hanno visto finanziati i propri
progetti con le relative somme attribuite, quello successivo
dirigenziale, a seguito di una ulteriore integrazione dei fondi
disponibili, contiene un elenco di scuole e di finanziamenti
aggiuntivi al primo.

Pertanto gli importi complessivi stanziati per l'esercizio finanziario
2003 è rappresentato dalla sommatoria dei due totali pari
a 7.889.484 euro assegnati a fronte di curo 8.671.198 disponibili
(cfr. circolare ministeriale n. 82 del 6 novembre 3003).
"La parte del leone" nella acquisizione di questi fondi è svolta
nell'ordine dalle scuole di Lombardia, Lazio e Veneto, alle
quali il piano di ripartizione dei fondi 2003 assegna le quote più alte.
E' noto come la maggior parte di queste scuole sia di gestione cattolica.


Le cifre dell'evasione (illegale o legalizzata)

L'Espresso n. 18 del 12 maggio 2005 ha riportato numerose cifre
per la famigerata ICI (Imposta comunale sugli immobili) che i
Comuni, dopo la famosa sentenza della Cassazione, avevano
iniziato a pretendere, inviando la cartella esattoriale agli enti
ecclesiastici che esercitavano anche attività
commerciale o imprenditoriale.

Ora, prendendo come base di calcolo la cifra media di 80.000 €
(che rappresenta una delle più basse citate) è possibile
effettuare una simulazione dell'ammontare dell'ICI che
complessivamente potrebbe essere recuperata dai Comuni
italiani, qualora il blitz di Berlusconi non andasse in porto.

A tal fine abbiamo cercato di calcolare, sulla base della vecchia
inchiesta dell'Europeo e di un comune elenco telefonico, quanti
in concreto possano essere gli enti ecclesiastici in Italia,
cominciando dalla capitale, Roma.
A nostro parere infatti le statistiche ufficiali del Ministero
dell'Interno che parlano di circa 32.000 enti. comprendendo
soltanto gli enti ecclesiastici riconosciuti dallo Stato, appaiono
limitative.
Ignorano infatti gli enti e le associazioni religiose non n'conosciuti
e non dotati di personalità giuridica anche se concretamente
operanti sul territorio.

A Roma gli enti religiosi che non pagano tasse in base
al Concordato ed alle leggi successive sono i seguenti:


ISTITUTI DI SUORE 400 (vedi pag. 2459 dell'attuale elenco telefonico)
PARROCCHIE 300 (vedi pag. 632)
SCUOLE CATTOLICHE 250 (vedi pag. 2325)
CHIESE NON PARR. 200 (vedi pag. 635)
CASE GENERALIZIE 200 (vedi pag. 545)
ISTITUTI RELIGIOSI 90 (vedi pag. 1397)
MISSIONI 50 (pag. 1724)
CASE DI CURA 55 (pag. 563)
COLLEGI 43 (pag. 700)
MONASTERI 30 (pag. 1736)
CASE DI RIPOSO 20 (pag. 546)
SEMINARI 20 (pag. 2341)
OSPEDALI 18 (pag. 1852)
CONVENTI 16 (pag. 744)
ORATORI 13 (pag. 1842)
CONFRATERNITE 10 (pag. 744)
CASE DI CURA 10 (pag. 546)
OSPIZI 6

TOTALE 1.731 (da arrotondare a 2.000 considerando il sommerso)

Da notare che fra i 2000 immobili sono ricompresi il vastissimo
Ospedale Gemelli con annessa Università, nonché l'enorme
complesso di Radio Vaticana attualmente sotto processo a causa
dei danni elettromagnetici provocati dalle sue antenne di Cesano.

Tenendo presente l'incidenza della popolazione di Roma in
relazione al totale della popolazione italiana, abbiamo quindi
stimato approssimativamente in circa 50.000 il numero degli
immobili ecclesiastici presenti in tutta Italia, cifra che è
puramente indicativa ma che è certamente più vicina alla
realtà della cifra data dal Ministero.

Da rilevare soprattutto che ciascun ente ecclesiastico può essere
titolare di più immobili.


Pur essendo arduo calcolare esattamente gli stabili irregolari in
base alla sentenza di Cassazione citata, anche perché molti non
risultano neanche censiti dal catasto, si è stimata una cifra
sicuramente non lontana dalla realtà, di circa 30.000 stabili
sparsi in tutta Italia, che hanno eluso illegittimamente l’ICI
perché vi si esercitava un'attività commerciale.

Ebbene, l’ICI evasa dai 30.000 enti ecclesiastici che esercitavano
ed esercitano anche altre attività di tipo commerciale o imprenditoriale
risulterebbe di circa 2 miliardi e 400 milioni di euro, cifra media
ottenuta moltiplicando gli 80.000 euro (richiesti da qualche
Comune dopo la famigerata sentenza della Cassazione)
per 130.000 stabili considerati.

MA NATURALMENTE NON C'È SOLTANTO L'ICI.

All'ICI bisognerebbe aggiungere l'ammontare dovuto per tutte le
altre imposte evase legalmente, sia statali, che comunali
(irpef, iva, imposta comunale incremento di valore aggiunto ecc.)
nonché per tutte le altre deduzioni benevolmente concesse ad enti
ecclesiastici riconosciuti e non riconosciuti.

Si precisa che in questo caso abbiamo tenuto conto della cifra di
circa 40.000, inferiore a 50.000 che non riguardava il numero
degli immobili.
Certamente allora, la somma complessiva dell'evasione illegale
e di quella legalizzata, considerando soltanto gli ultimi dieci anni,
e per 4.000 euro ad istituto, non sarebbe inferiore a 3 miliardi e
600.000 milioni di euro (pari a circa 6.000 miliardi di lire).
(da atei.it)

(FINE)
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SINIBALDO
 

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