Grazie per la descrizioneEcco due parole...
ANTEFATTO: Se qualcuno di voi ha viaggiato sulle strade USA capirà meglio di chi non lo ha fatto.
Allora … discorso lungo e articolato ….i parametri che intervengono nella definizione di “chi ha fame” sono tanti e da una diecina d’anni vi è qui, nella west-coast e fino all’Arizona compreso anche Texas, Florida, la soluzione trovata è in qualche modo legata alla essenza della vita on the road che ha dentro l’americano.
La trovata per risolve “la fame” la si attiva con un espediente logistico-sociale. Cerco di spiegarmi.
Negli ultimi venti anni la differenza fra i salari e le spese per l’alloggio è aumentata così drammaticamente che, per un numero crescente di americani, il sogno di una vita della classe media è passato dal difficile all’impossibile.
Ci sono solo una dozzina di contee in America dove un lavoratore con salario minimo a tempo pieno può permettersi un appartamento con una camera da letto senza spendere più del 30% del suo reddito per l’alloggio.
Molti, che riescono a rimanere aggrappati a una parvenza di middle class fino ai 55 anni, la vedono irrimediabilmente scivolare una volta arrivati alla terza età. Dagli anni ’80, infatti, le imprese americane ( sia che ci fossero i DEM che i REP alla Casa Bianca) hanno sostituito i fondi pensione finanziati dal datore di lavoro, che garantiscono una somma mensile fissa alla fine della vita lavorativa, con piani basati su contributi volontari dei dipendenti, molto più economici per le aziende.
Di conseguenza, nell’ultima generazione, l’America ha assistito a un massiccio trasferimento del rischio economico da ampie strutture assicurative ai fragili bilanci delle famiglie.
In questo bailamme il messaggio è stato: se vuoi andare in pensione, è un problema tuo.
La soluzione trovata da molti sembra stravagante ma molto “operativa” e condivisa da qualche milione di americani. Un numero che si è impennato dopo la grande recessione del 2008 e che continua a crescere. Si tratta di stime, perché non c’è un conteggio chiaro di quante persone vivono come “nomadi” in America.
Attenzione alla parola nomade non è da intendere come in Italia e/o Europa.
Statisticamente, i «viaggiatori a tempo pieno» si mescolano con il resto della popolazione, dal momento che la legge richiede loro di mantenere un indirizzo fisso, vale a dire fittizio.
Gli Stati preferiti dagli itineranti sono quelli senza imposte sul reddito: Florida, Sud Dakota e Texas, dai quali utilizzano servizi di inoltro della posta per ottenere la loro corrispondenza. Tanti in certi periodi dell’anno si dirigono verso il deserto dell’Arizona: un’altra astuzia che hanno imparato con il tempo.
Ci vanno sempre fra un contratto e l’altro tra un lavoro ed un altro, soprattutto in inverno: non fa freddo, la vita costa poco, si può parcheggiare al lato della strada senza essere disturbati, ed è facile trovare lavoretti nelle città turistiche della Route 66 o nei pressi del Grand Canyon.
Lungo l’autostrada 40 dell’Arizona, o più a Sud, lungo la 10, è facile vedere auto e camioncini trainare ogni tipo di riparo: da roulotte in alluminio a rimorchi adattati con porte e finestre.
Casette di legno montate su piattaforme con le ruote, vecchie barche trasformate in case di fortuna. Scuolabus dismessi.
Il deserto è un terreno federale dove è possibile accamparsi per un massimo di due settimane, poi bisogna levare le tende. Ma quei miseri 14 giorni sono abbastanza per offrire una parvenza di stabilità e un senso di casa ai nomadi, che circondano il “loro” fazzoletto di terra con pietre di quarzo, appendono teli di plastica ai cactus e ci aprono sotto un paio di sedie a sdraio.
A voi sembrerà una vita di chi ha fame...
...in privato , ti prego , dammi un trade sicuro che mi son rotto di cfd..poi chiudo..prego, esiste da una vita.
TRADING CHI CON ANALISI TECNICA CHI FONDAMENTALI senza più ossa di procione addios
almeno per non prendere in giro voi stessi non usate mai sul web il termine amicizia sono ben accetti coloro che portano valore aggiunto con indicazioni grafici o quanto altro DOCUMENTABILE purchè trattasi di titoli che scambiano volumi decenti, per quanto riguarda operatività tutto quello che...www.investireoggi.it
troppo facile dire ci ho preso come fate voi senza mai mostrare un eseguito.
su questa tiritera di fol di trader del giorno dopo restaci tu che io intendo portare a casa qualche soldino VERO
Ecco due parole...
ANTEFATTO: Se qualcuno di voi ha viaggiato sulle strade USA capirà meglio di chi non lo ha fatto.
Allora … discorso lungo e articolato ….i parametri che intervengono nella definizione di “chi ha fame” sono tanti e da una diecina d’anni vi è qui, nella west-coast e fino all’Arizona compreso anche Texas, Florida, la soluzione trovata è in qualche modo legata alla essenza della vita on the road che ha dentro l’americano.
La trovata per risolve “la fame” la si attiva con un espediente logistico-sociale. Cerco di spiegarmi.
Negli ultimi venti anni la differenza fra i salari e le spese per l’alloggio è aumentata così drammaticamente che, per un numero crescente di americani, il sogno di una vita della classe media è passato dal difficile all’impossibile.
Ci sono solo una dozzina di contee in America dove un lavoratore con salario minimo a tempo pieno può permettersi un appartamento con una camera da letto senza spendere più del 30% del suo reddito per l’alloggio.
Molti, che riescono a rimanere aggrappati a una parvenza di middle class fino ai 55 anni, la vedono irrimediabilmente scivolare una volta arrivati alla terza età. Dagli anni ’80, infatti, le imprese americane ( sia che ci fossero i DEM che i REP alla Casa Bianca) hanno sostituito i fondi pensione finanziati dal datore di lavoro, che garantiscono una somma mensile fissa alla fine della vita lavorativa, con piani basati su contributi volontari dei dipendenti, molto più economici per le aziende.
Di conseguenza, nell’ultima generazione, l’America ha assistito a un massiccio trasferimento del rischio economico da ampie strutture assicurative ai fragili bilanci delle famiglie.
In questo bailamme il messaggio è stato: se vuoi andare in pensione, è un problema tuo.
La soluzione trovata da molti sembra stravagante ma molto “operativa” e condivisa da qualche milione di americani. Un numero che si è impennato dopo la grande recessione del 2008 e che continua a crescere. Si tratta di stime, perché non c’è un conteggio chiaro di quante persone vivono come “nomadi” in America.
Attenzione alla parola nomade non è da intendere come in Italia e/o Europa.
Statisticamente, i «viaggiatori a tempo pieno» si mescolano con il resto della popolazione, dal momento che la legge richiede loro di mantenere un indirizzo fisso, vale a dire fittizio.
Gli Stati preferiti dagli itineranti sono quelli senza imposte sul reddito: Florida, Sud Dakota e Texas, dai quali utilizzano servizi di inoltro della posta per ottenere la loro corrispondenza. Tanti in certi periodi dell’anno si dirigono verso il deserto dell’Arizona: un’altra astuzia che hanno imparato con il tempo.
Ci vanno sempre fra un contratto e l’altro tra un lavoro ed un altro, soprattutto in inverno: non fa freddo, la vita costa poco, si può parcheggiare al lato della strada senza essere disturbati, ed è facile trovare lavoretti nelle città turistiche della Route 66 o nei pressi del Grand Canyon.
Lungo l’autostrada 40 dell’Arizona, o più a Sud, lungo la 10, è facile vedere auto e camioncini trainare ogni tipo di riparo: da roulotte in alluminio a rimorchi adattati con porte e finestre.
Casette di legno montate su piattaforme con le ruote, vecchie barche trasformate in case di fortuna. Scuolabus dismessi.
Il deserto è un terreno federale dove è possibile accamparsi per un massimo di due settimane, poi bisogna levare le tende. Ma quei miseri 14 giorni sono abbastanza per offrire una parvenza di stabilità e un senso di casa ai nomadi, che circondano il “loro” fazzoletto di terra con pietre di quarzo, appendono teli di plastica ai cactus e ci aprono sotto un paio di sedie a sdraio.
A voi sembrerà una vita di chi ha fame...