Finanza&Mercati di oggi commenta i dati. Ho segnalato l'esposto inviato il mese scorso.
Più che una questione di soldi è diventata una questione di principio. Stiamo parlando del braccio di ferro tra Francesco Bellavista Caltagirone, azionista di controllo di Acqua Marcia, e la Consob che lo tiene inchiodato alla quotazione benché il titolo sia sospeso da mesi. La storia è nota. Bellavista Caltagirone, dopo essere salito oltre il 92% del capitale di Acqua Marcia attraverso un’Opa lanciata a 0,33 per azione, si dispone alla residuale per pervenire al delisting del titolo. In questi casi, tuttavia, tocca alla Consob stabilire il prezzo dell’offerta: e la Consob,lo scorso aprile, lo fissa a 0,549 euro, con un incremento assai più elevato del consueto. Bellavista Caltagirone la prende male, fa ricorso al Tar il quale, a ottobre, gli dà clamorosamente ragione. Nelle motivazioni della sentenza, rese note un mese più tardi, si parla infatti di «difetto di istruttoria e di motivazione» da parte della Commissione guidata da Lamberto Cardia. A questo punto la Consob ha due possibilità: ricorrere al Consiglio di stato, oppure desistere dalla battaglia. Ne sceglie invece una terza: chiede supplementi di informazione ad Acqua Marcia e avvia così una guerra di logoramento. A dieci mesi dalla fine della prima (e unica Opa) si può trarre un bilancio: se Caltagirone Bellavista avesse ritirato anche le azioni residue allo stesso prezzo di 0,33 euro (cioè quello che era disposto a spendere) avrebbe avuto un esborso di 9,4 milioni. con il sovrapprezzo richiesto dalla Consob si sale invece a 15,6 milioni. La differenza è di poco superiore a 6 milioni: tra spese legali, oneri legati alla quotazione e costi vari, è probabile che il totale non sia così distante. Ma Bellavista Caltagirone resiste sapendo che ha i giudici dalla sua. E la Consob tiene duro, perché probabilmente in questo modo scoraggerà i prossimi Bellavista Caltagirone dal seguire la stessa strada. Nel frattempo la società ha chiuso il 2005 triplicando l’ebit (da 6,4 a 17,2 milioni): ottimo motivo, per i soci rimasti, per non consegnare le azioni a nessuno dei due prezzi.