Alitalia, oltre alla demagogia, la destra ha idee?

Albatros ha scritto:
intanto la SEA si muove per difendersi da sola... ( forse hanno capito anche loro che le balle non servono)


Sea trattative con lufthansa per creare hub a malpensa..








p.s. la fine di alitalia e' scritta o fallimento o air france..



prato: se entro martedi non si trova l'accordo con air france, probabile commissariamento
credo però che alla francesina nun piaccia questa soluzione

pittosto della concorrenza tedesca
se la tiene lei

ecco perchè si è ammordita con i sindacati e non prevede più esuberi
 
Vediamo se riuscite un pò ad aprirvi la mente....

E MENTRE SU MALPENSA SI FA L'IPOTESI LUFTHANSA che farebbe di Malpensa il proprio quarto hub dopo Francoforte, Monaco e Zurigo. :) :) :) :) :) :)

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(.....)

Ecco allora che dal cilindro della Sea esce la sorpresa: Lufthansa, con un piano che porterà a regime nell'arco di un triennio, farebbe di Malpensa il proprio quarto hub, dopo Francoforte, Monaco e Zurigo (base della controllata Swiss). Servirà, con una flotta che potrà contare su oltre dieci aerei di lungo raggio, il bacino italiano e del Mediterraneo, diventando, di fatto, l'hub per il Sud Europa, con spiccata vocazione ai voli verso l'Africa e l’Oriente.


Lufthansa potrà operare con il proprio marchio in regime di «open skies», la normativa che proprio dal prossimo lunedì apre reciprocamente i cieli di Europa e Stati Uniti. E potrà volare dall'Italia anche con Air Dolomiti, la compagnia controllata al 100% ma di bandiera italiana, attualmente utilizzata per il fideraggio (alimentazione di traffico) verso gli aeroporti tedeschi; è attraverso il vettore veneto, fondato da Alcide Leali, che sarà osservato il requisito dell'«italianità». In altre parole sarà Air Dolomiti a chiedere (e a poter ottenere) dai ministeri dei Trasporti e degli Esteri i diritti di volo su base bilaterale, frutto delle negoziazioni tra i governi.

In sintesi il piano di salvezza di Sea si compone di diversi passaggi. Una forte presenza, annunciata ieri, di Air One, che con Lufthansa ha tra l’altro un rapporto consolidato. Una seconda gamba si compone sulle nuove opportunità date dalla liberalizzazione dei voli con il Nord America. Lufthansa potrà così operare direttamente, punto a punto, dallo scalo lombardo. E infine l’asso nella manica di Air Dolomiti. Il vettore completamente controllato dai tedeschi, ma di bandiera italiana. Il suo ruolo verrebbe a crescere e attraverso di esso si andrebbero a chiedere i diritti di volo (essenzialmente verso Asia e Africa) che sono trattati a livello bilaterale tra i governi.

I tempi del piano sono evidentemente condizionati dall’esito delle trattative su Alitalia. Ma delle parti della Sea è ormai chiaro che il passato di hub domestico non potrà più reggere. Ecco perché l’azione della Sea si è oggi concentrata nella richiesta di tempo. Necessario evidentemente per trattare con il governo i preziosi diritti di volo. È tutta materia che non potrà affrontare questo esecutivo, ma che sarà oggetto di trattativa con il prossimo governo. L’ostilità di Silvio Berlusconi al progetto Air France se non dovesse concretizzarsi in una bocciatura del piano o nella costituzione di una nuova cordata, potrebbe comunque creare un grosso problema a Spinetta. È evidente infatti la necessità dei francesi di non permettere la creazione di un concorrente forte in Italia, come sarebbe Lufthansa. E di conseguenza la richiesta di non attribuire ad altri i diritti di volo che ha in portafoglio la ex compagnia di bandiera italiana.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=250730&START=0&2col=


P.S.
ORA SI COMPRENDE TUTTA LA FRETTA DEL PRODI DI CONCLUDERE AL PIU' PRESTO CON AIR FRANCE..

Da aprile entra in vigore la normativa europea che apre reciprocamente i cieli d'Europa e Stati Uniti in regime di "open sky".... :lol: :lol: :lol:

Air France intendeva solo monopolizzare i diritti di volo in pancia all'Alitalia, cancellando gli slots a Malpensa.... :lol:..ma gli andrà a buca :P :P :P :P
 
cosa c'entra?
il fatto che prodi stia cercando di salvare il salvabile di alitalia?

possibile che mescoliate sempre malpensa con alitalia?

malpensa e' un aereoporto... e deve crescere anche senza alitalia

alitalia ha bisogno di un vettore mondiale che investa i 6 miliardi per rilanciarla
 
tontolina ha scritto:
credo però che alla francesina nun piaccia questa soluzione

pittosto della concorrenza tedesca
se la tiene lei

ecco perchè si è ammordita con i sindacati e non prevede più esuberi

non mi sembra molto ammorbidita... lo era a parole, ma poi la proposta definitiva odierna conferma esuberi etc etc
 
Chiaro che se prende corpo l'ipotesi Lufthansa su Malpensa (oramai più che indiscrezioni) , a Monsieur Spinettà non resta che defilarsi... e rinunciare anche ai pellegrini da Fiumicino ammesso che viaggino con loro ... :lol: :lol: ..

Diffatti non credo proprio sia un caso ... di stamattina le due notizie...

Spinettà ritorna a fare il duro, rilancia 2100 esuberi ..o così o pomì... ovvero rinuncia.. :lol: :lol:

Il piano di Sea con Lufthansa.

A sti punti a Prodi non rimane che minacciare il commissariamento.

Ora é chiaro anche al catatonico che la cordata italiana sarà per salvare Malpensa come hub, che con Lufthansa, tra l'altro, acquisirà pestigio...e che qualunque cordata che potrà mai eventualmente interessarsi ad Alitalia, porrà come condizione la riapertura degli slot a Malpensa.

In altre parole

il rimba ha ottenuto il seguente risultato:
- Air France se ne andra'
- Alitalia si e' autoestromessa da Malpensa
- Malpensa diventera' il vero hub italiano perche' Lufthansa e' 100 volte meglio di Alitalia
- Alitalia fallira' perche' non ha piu' mercato, senza il Nord non puo' farcela

Un vero trionfo


:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
 
Sulla pelle del paese
di MASSIMO GIANNINI

Il "patrimonio" più prezioso delle leadership politiche moderne è la credibilità. Sulla vicenda Alitalia Silvio Berlusconi ha risolto felicemente il problema. Non l'ha perduta: molto più semplicemente, ha dimostrato di non averla mai posseduta. Non ci sarebbe nulla di male, se questa fosse solo una carenza personale. Purtroppo è invece un'emergenza nazionale. Ancora una volta, il Cavaliere gioca la sua roulette russa sulla pelle del Paese. Era il 17 febbraio 2004, quando governava l'Italia e dichiarava all'Ansa: "Per fortuna di Alitalia c'è il signor Berlusconi che impiegherà tutto il suo talento per risanarla".

Sono passati quattro anni. E non solo allora non l'ha risanata. Ma ora sta impiegando tutto il suo "talento" per farla fallire. In un micidiale impasto di indegnità politica, di irresponsabilità economica e forse addirittura di illiceità giuridica.
Avevamo provato a prendere sul serio gli annunci del Cavaliere sulla sedicente "cordata italiana" pronta a scendere in campo per evitare la "svendita" della compagnia di bandiera ad Air France. Avevamo tentato di non irridere il presunto "tentativo patriottico" di difendere un interesse nazionale, di fronte alla prima pioggia di smentite che già dal primo giorno della sua offensiva su Alitalia, giovedì della scorsa settimana, avevano sommerso il Cavaliere.

Smentite sull'esistenza di "numerosi imprenditori italiani disposti a intervenire", sul "sicuro coinvolgimento di Banca Intesa", sulla richiesta di "un prestito-ponte al governo" per sostenere l'iniziativa. Avevamo provato a chiedere al leader del Pdl un estremo gesto di responsabilità. Nei confronti del Paese, di uno dei suoi asset industriali più blasonati, delle 18 mila persone che ci lavorano, dei mercati finanziari, degli elettori. Se esiste davvero un "cavaliere bianco" in marcia su Alitalia, il Cavaliere di Arcore ha il dovere di dire chi è, con quali soldi interviene, con quali progetti industriali risana, con quali alleanze internazionali rilancia.

A modo suo, Berlusconi ha raccolto l'invito. Mettendo in fila la più stupefacente sequela di profezie autosmentite della sua quindicennale avventura politica. Giovedì scorso aveva detto che nella cordata tricolore c'erano anche i suoi figli: "li conosco, non si tirerebbero mai indietro". L'altro ieri ci ha ripensato: "I miei figli in campo? Nemmeno per sogno". Ieri, finalmente, ha fatto i nomi: Ligresti, Benetton, Mediobanca, l'Eni.

"In questi giorni mi hanno confidato il loro interessamento", ha dichiarato alla Stampa. La pioggia di smentite si è ripetuta, persino più intensa di sette giorni fa. Nessuno dei soggetti chiamati in causa ha sul tavolo la pratica Alitalia. In serata il solito voltafaccia: "Sono solo contatti, non decisioni già assunte". Poi la rituale minaccia: "Colpa dei giornali, che intingono la penna nell'inchiostro rosso della sinistra".

La campagna del Cavaliere sull'affare Alitalia è un caso di scuola. Sta ripetendo un'operazione epistemologica nota. È la "strategia del tranello" raccontata a suo tempo da Alessandro Amadori. Lancia un segnale, affermando qualcosa o attaccando qualcuno. Ottiene una reazione, meglio se indignata e spropositata. Nega di aver affermato, o di aver voluto attaccare. Lascia l'avversario impantanato nel suo stesso eccesso di reazione. È il meccanismo della "schismogenesi", sul quale ha costruito tanta parte delle sue fortune politiche. Ha funzionato tutti questi anni, complice una sinistra non sempre consapevole di fare il suo gioco. È convinto che possa funzionare ancora.

Ma sta anche costruendo un'operazione politica nuova. L'uso strumentale della vendita ai francesi serve al Cavaliere a far scattare la trappola mortale sul centrosinistra. Da un lato, riporta in vita, per esporlo alla pubblica gogna di qui al 13 aprile, lo "scheletro che Veltroni voleva nascondere nell'armadio", cioè quello di Romano Prodi. Un boiardo dell'Iri, che oggi fa accordi sottobanco sull'Alitalia come ieri li ha fatti sulla Sme, e che col suo governo ha messo in ginocchio il Paese. Risucchiarlo nell'arena elettorale è utile a delegittimare il suo erede.

Dall'altro lato, riattiva la solita sinapsi anticomunista, per spaventare i moderati sull'esistenza del solido filo che collega Pci-Pds-Ds-Pd. Un'equazione ideologica, che ieri è servita a sfondare al centro e oggi può mobilitare gli indecisi. Rilanciarla nella campagna elettorale è utile a negare l'evoluzione identitaria che ha portato ex-comunisti ed ex-democristiani a confluire nel nuovo Partito democratico.

Ma questa volta c'è una doppia aggravante. La prima è di merito. Berlusconi continua a speculare politicamente su una vicenda che ha enormi implicazioni, economiche e finanziarie. Investe allegramente sulla rottura dell'accordo con Air France, puntando a far fallire l'unica trattativa in corso e preparandosi a scaricare sul Paese i costi del fallimento di Alitalia. Scommette al buio sui destini di un'azienda e sul futuro dei lavoratori.

Gioca a dadi con un titolo quotato in Borsa, che nell'ultima settimana ha avuto sbalzi di prezzo al rialzo e al ribasso fino del 40%. E solo oggi, con un ritardo tanto inspiegabile quanto colpevole, la Consob si premura di intervenire, e la Procura di Roma si decide ad accendere un faro. Coinvolge nella sua disinvolta partita individuale altri pezzi di capitalismo pubblico e privato, di cui da premier in pectore potrebbe diventare azionista (l'Eni) o concessore (i Benetton). E ancora una volta, con un'evidenza mai tanto lampante, si ripropone l'irrisolto vulnus democratico del conflitto di interessi.

La seconda aggravante è di metodo. Nessun'altra democrazia occidentale tollererebbe un leader politico capace di giocare così spudoratamente su una questione di interesse nazionale e su un'operazione market sensitive. Nessun altro Paese civile sarebbe disposto a riconoscere un briciolo di credibilità ad un potenziale premier capace di manipolare così irresponsabilmente i dati della realtà, i fatti dell'economia, gli interessi delle persone, i diritti degli elettori. Purtroppo, per la quinta volta dal 1994, è esattamente quello che sta succedendo. La tragedia d'Italia degenera nella farsa dell'Alitalia. O viceversa. Ci sarebbe da ridere. Ma stavolta, tra vere mozzarelle venefiche e false bufale mediatiche, c'è davvero da piangere.(28 marzo 2008)


Massimo Giannini
vicedirettore di Repubblica, collabora con il sole 24 ore..


forse i paraocchi per certa gente sono pochi, ma con questo , ed e' solo il primo.. aspettiamo di arrivare a domani... la fine di Berlusconi politico e' arrivata.

e dico , anche , finalmente per l'Italia!!!!
 
Bene che Alitalia fallisca tranquillamente ... Air France rinuncia ed alla cordata italiana in partnership con Lufthansa, interessa la Malpensa... non Fiumicino per trasportare pellegrini, ammesso che viaggino con loro..

:lol:
 

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