Questa connessione intestino / cervello è un'area nuova della medicina. Anche il biochimico americano Rob Knight ha detto
alla rivista scientifica Nature che il campo "offre tante promesse come quello della ricerca sulle cellule staminali"."Vi è un crescente interesse per la flora intestinale connessa a problemi di salute", conferma il dottor Ayesha Akbar, consulente gastroenterologo all'ospedale di San Marco a Londra. "C'è un enorme numero di batteri intestinali, che, in materia di salute, mantengono un equilibrio. Uno squilibrio è stato collegato a molti disturbi cronici, tra cui la malattia infiammatoria intestinale e l'obesità. Ci sono evidenze che possa essere collegato anche a disturbi psichiatrici o d'umore".
L'interesse della Enders per l'argomento nasce da un'esperienza personale. Racconta la giornalista del Guardian: "Ha incontrato un uomo a una festa il cui respiro era il peggiore che avesse mai annusato". Il giorno dopo il ragazzo si è ucciso. "Il suo intestino malato ha potuto influenzare il suo stato psicologico e mentale", si è chiesta la biologa e si è risposta che probabilmente sì, anche se ammette che i disturbi della depressione sono multifattoriali e non sempre connessi con l'intestino.
Oltre a trattare problemi importanti, nel libro ci sono molte perle divertenti. Ad esempio: sapevate che la nostra saliva contiene un antidolorifico più potente della morfina: l'opiorfina? Ne possediamo solo in piccole quantità, in modo da non essere sempre "fuori di testa". Mangiare, però, ne rilascia di più della sostanza chimica e Enders si chiede se questo possa essere uno dei fattori che fa sì che ci piaccia mangiare. E ancora. L'appendice - che molti credono di nessuna utilità - è in realtà una vera e propria dispensa dei migliori batteri più utili per l'intestino.