"Alloro Olimpico" di Poste Vita: ennesima polizza

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Il prodotto in questione e’ la nuova proposta con durata di 7 anni della famiglia Programma Dinamico di Poste Vita (la compagnia assicurativa di Poste Italiane), che va in collocamento ai risparmiatori in questi giorni (inizio il 6 Settembre e termine il 25 Ottobre).

Trattasi di un contratto di Assicurazione sulla Vita in forma mista ed a premio unico, Index Linked, collegato ad un Titolo Strutturato (Alloro Olimpico per l’appunto), emesso e garantito da Unicredito Italiano s.p.a. e costituito da 2 componenti, una obbligazione ed una opzione sugli indici di riferimento (Dow Jones Eurostoxx 50, Nikkei 225, S & P 500, Hang Seng, SMI e FTSE 100).
E’ possibile leggere il giudizio generale di Aduc-Investire Informati su questo tipo di prodotti ai seguenti indirizzi: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=86146 e http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=65886

Nello specifico il prodotto si presenta piu’ “complicato” della media di riferimento, e precisamente:
1) l’opzione di riferimento investe il 17,40% del valore nominale sottoscritto, con possibilita’ di riduzione del valore stesso all’11% dopo 7 anni. L’11% sara’ quindi il rendimento minimo garantito finale se mantenuto il prodotto fino a scadenza settennale, con un rendimento annuo composto di circa l’1,50%.
2) la componente obbligazionaria (anche se non indicata nei prospetti, sicuramente si tratta di uno zero coupon), restituisce il valore nominale iniziale a scadenza
3) la presenza di 2 “step” di liquidazione anticipata del titolo, alla fine del 5° e del 6° anno di vita (se tutti gli indici di riferimento, singolarmente, non hanno perso + del 10% dal valore iniziale di riferimento). In questo caso il titolo verra’ liquidato rispettivamente al valore del 130% (il 5° anno), e del 140% (il 6°anno), per confluire, in entrambi i casi, nella Gestione Separata Posta Piu’ di Poste Vita.

Alcuni aspetti non possono che essere rimarcati.
Primo: quanti sono coloro che ci hanno capito qualcosa?
Secondo: quanto guadagna l’emittente un titolo di questo genere?
Terzo: il rendimento minimo garantito a scadenza e’ inferiore a quello di un equivalente Titolo di Stato italiano
Quarto: se durante la vita del prodotto avete bisogno di liquidare la posizione, accendete un cero e pregate, perche’ il livello di max perdita (in casi estremi potreste anche guadagnare, ma la vediamo dura), non e’ quantificabile. Nessuno puo’ dirvi, se non in malafede, che e’ impossibile dover liquidare il titolo durante la sua esistenza, con una perdita del 10 o del 20%. E questo aspetto e’ di fondamentale importanza.
Quinto ed ultimo: se nei primi 5 o 6 anni di vita, gli indici azionari di riferimento fossero andati troppo bene, e’ giusto abbassare il livello del rendimento del risparmiatore, investendo il tutto, per gli ultimi 1 o 2 anni, in una ulteriore gestione separata, che di PIU’, ha solo tanti costi aggiuntivi?!?!

In conclusione, la logica di questi prodotti appare evidentissima:
quasi con certezza non faranno la felicità degli investitori, ma piuttosto aiuteranno non poco a presentare la societa’ Poste Italiane s.p.a., al futuro collocamento in Borsa, con ottimi bilanci!

http://www.investire.aduc.it/php/mostra.php?id=96316

Giuseppe D'Orta
 
Bene, benissimo, bravissimo! Però la gente continua ad entrare alla posta, nei suoi uffici sparsi ovunque, fa raccomandate, compra francobolli, ritira la pensione, fa versamenti, paga le bollette, ascolta l'impiegato di turno, che di finanza capisce meno di mio figlio che fa la 5° elementare, e poi alla fine sottoscrive il prodotto commercializzato al momento, per il solito semplice motivo: l'impiegato ispira comunque fiducia, l'ufficio sono decenni che sta sotto casa o nel paesino di campagna o montagna, la posta è sempre esistita e sempre esisterà, diamine! Che poi il prodotto sia un'emerita schifezza, magari peggio dei soliti imbrogli che si trovano in giro, non fa nulla: l'ufficio è sempre lì.

Lo sai cosa mi fa allibire?!? Che sembra siano soprattutto i giovani che vadano ad investire alla posta!!!!!! Bel futuro.....

Voltaire, fiato sprecato il tuo, quello contro la posta.... è più facile prendersela con quegli imbroglioni dei promotori! Le poste sono un cosa seria! Mica vorrai deludere le migliaia di pensionati e di giovani che sottoscrivono prodotti postali???????? E poi hai sentito come vanno fieri gli impiegati postali della loro crescita?!? Dai, loro sì che sono onesti e preparati.....

:eek: :sad: :rolleyes:
 
Grazie Daee, non c'è niente di meglio che una conferma reale ed immediata a quanto affermato. La posta è la posta. :rolleyes:

E non è vero che non hanno incentivi alle poste:hanno i loro bei budget, gli impiegati vengono "cordialmente" spinti ogni settimana dall'addetto commerciale, e i premi ci sono eccome magari per il solerte dirigente di turno o per il buon sindacalista accondiscendente.

E siccome ne ho esperienza diretta, un altro fastidio è sentire come alcuni impiegati addetti ai "prodotti finanziari" (e Voltaire rabbrividirà a sentir parlare di "prodotti".....) si vantino delle loro competenze e capacità; che sono poco più di zero!!!!!! Devono solo ringraziare che il loro ufficio postale sta lì da 30 anni e che tutti i sussidi e le assistenze varie elargite a piene mani in modo clientelare dai vari governi sono passate proprio per i loro uffici postali. Vengono insomma visti come un porto sicuro...... :-D :-D :-D

PS Ah, Voltaire, io a differenza di te il risparmiatore lo lascerei proprio perdere: perchè è masochista e perchè è presuntuoso! Pensa sempre di saperne una più del diavolo, salvo poi prendersela con tutti una volta che si scotta. Già, la colpa è sempre degli altri, tipico difetto italiano quello di non assumersi mai le responsabilità del proprio operato.

Fanno bene le poste!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Carichino di spese del 10%, ne approfittino, tanto di allocchi ne trova quanti ne vuole! :evil:
 
Leggo questi interventi, penso alla scarsa disponibilità e professionalità dimostrata dai dipendenti di Poste spa con cui ho avuto l'onore di intrattenere rapporto professionali...

mi viene spontanea una riflessione.
Poste spa ha un inestimabile valore aggiunto dato dall'immensa familiarità dell'utente italiano con le Poste, dato dalla presenza capillare, dato dalla fiducia riposta, a torto o a ragione, grazie alla percezione dell'ente come l'amico della porta accanto.

Purtroppo questo inestimabile valore aggiunto non viene valorizzato ma depauperato con atteggiamenti tipici dettati dalla convenienza immediata.

Sergio
 
Daee ha scritto:
Li ha convinti il fatto che l'impiegato non percepisce incentivi come il promotore.

Gli incentivi li hanno, eccome. Scrivo da tempo che il tris banche-sim-assicurazioni è diventato un poker, con l'ingresso delle Poste.
 
Paperino ha scritto:
a differenza di te il risparmiatore lo lascerei proprio perdere: perchè è masochista e perchè è presuntuoso! Pensa sempre di saperne una più del diavolo, salvo poi prendersela con tutti una volta che si scotta. Già, la colpa è sempre degli altri, tipico difetto italiano quello di non assumersi mai le responsabilità del proprio operato.


Molto spesso c'è un concorso di colpa, sotto forma di faciloneria e credulità: "Mi avevano detto che....", "Mi era stato assicurato che....", "Non potevo immaginare che...", ma nessuno controlla se le cose dette trovano riscontro nei documenti, nessuno si chiede dove siano i lati negativi di quella polizza talmente bella che "se la borsa sale guadagna, se la borsa scende non perde", nessuno che si pone domande sul "zero commissioni e zero spese", quasi come se tutti lavorassero gratis per lui.
 
Re: "Alloro Olimpico" di Poste Vita: ennesima poli

In conclusione, la logica di questi prodotti appare evidentissima:
quasi con certezza non faranno la felicità degli investitori, ma piuttosto aiuteranno non poco a presentare la societa’ Poste Italiane s.p.a., al futuro collocamento in Borsa, con ottimi bilanci!

http://www.investire.aduc.it/php/mostra.php?id=96316


...sarà perché ho lavorato per 15 anni in banche e SGR..
...sarà perché è solo da pochi mesi che sono in BancoPosta..
...ma a me tutte queste facili ironie sulla distribuzione postale di prodotti finanziari (prodotti non competitivi, la professionalità scadente, ec) mi fanno davvero un pò sorridere: i clienti postali campioni del segmento "allocchi" dei risparmiatori italiani? ma certo! come no!
però mi raccomando, non andate a provocare i sottoscrittori di prodotti analoghi, che so, di Fideuram o Banca Intesa con qualche analisi di benchmark sui prodotti acquistati, perché procurereste qualche noia al promotore di turno, o al cd. consulente di sportello, che si è riempito la bocca con le virtù del cd financial planning.

La discussione sulle polizze vita a mio parere va centrata esclusivamente sulla funzionalità di questa tiplogia di prodotti, posto che sotto il profilo finanziario esiste sempre sul mercato secondario un buon BTP in grado di fornire sulla stessa durata soddisfazioni maggiori!

Leggendo i commenti mi sembra invece che il discorso scivoli facilmente sul ruolo delle Poste, la reputazione di cui gode che facilità il collocamento di prodotti, ecc., tutti elementi che hanno un fondamento di verità, certo, ma che dimostrano una cosa sola, ovvero che il mercato della distribuzione di prodotti finanziari non è ancora maturo: le retrocessioni alle reti di distribuzione possono (devono) ancora scendere significativamente, e su questo vale l'esperienza europea e USA, visto che c'è qualcuno in Italia che offre un servizio consulenziale sul mercato dei piccoli risparmiatori non particolarmente inferiore a quello della concorrenza, guadagnando in media circa la metà dei suoi blasonati colleghi
 
Benvenuto.

Ad Investire Oggi ci occupiamo dell'argomento sin dalla nascita del sito, nel 2000, e già dal 2000 parliamo di come anche le Poste si erano messe a seguire l'andazzo, niente affatto simpatico, di banche, sim ed assicurazioni. Abbiamo, nel tempo, analizzato le emissioni (obbligazioni e polizze) di cui oramai i portafogli sono zeppi, facendo notare la scarsissima efficienza dei prodotti e le metodologie adottate per venderli.

Lo dico per specificare come ci sentiamo autorizzati a parlare molto più di tanti altri che solo ora stanno cavalcando il tema, ed anche per specificare come noi siamo sempre stati crititici verso tutto il settore della vendita (altro che consulenza...). Anzi, il "andate ad indagare cosa accade altrove" è un atteggiamento classico di tutto il settore.

Detto ciò, passiamo allo specifico.

Se tutti (non solo le Poste) si sono messi a vendere polizze è per convenienza e non certo perché le polizze facciano bene al cliente. Come anche diciamo dal 2000, dei clienti non frega niente a nessuno: banche, sim, assicurazioni, poste.

Perché si vendono tante polizze? Polizze, sia ben chiaro, solo di nome: questi sono prodotti finanziari vestiti apposta da polizza per permettere alle compagnie di fare i comodacci propri e partecipare al gran magna-magna del risparmio gestito.

Prima di tutto, per la scarsa tutela e la scarsa trasparenza a favore degli investitori. Le polizze non rientrano nella categoria degli strumenti finanziari, e quindi nel venderle non esistono preoccupazioni riguardanti la non adeguatezza delle operazioni e tutta quella serie di norme di comportamento che bisogna tenere quando si collocano altri prodotti.

La scarsa trasparenza è nota: le compagnie non hanno l'obbligo di specificare quanto realmente costa la polizza nemmeno nel contratto. Lo devono fare solo se il cliente presente un'apposita richiesta scritta.

La costruzione di tali prodotti, poi, è fatta apposta per rendere le probabilità a favore del cliente molto scarse: basta leggere un qualsiasi regolamento per accorgersi di come, per guadagnare il giusto, occorre che vada sempre e solo tutto bene.

Le commissioni, poi, sono assurde (ma tanto nemmeno c'è obbligo di scriverle), ma i clienti non le vedono, ed allora perché perdere tempo a spiegarle?

Parlare di funzionalità, quindi, è davvero difficile: solo in alcune particolari esigenze (esclusione dall'asse ereditario, ad esempio) possono essere una valida soluzione.

La realtà, invece, ci mostra come i portafogli di milioni di investitori siano imbottiti di polizze: tutte vendute dopo una seria analisi delle proprie esigenze oppure tutte vendute perché vendendole si guadagnano un sacco di soldi? La risposta ce l'ho, non so voi....

Il mercato della distribuzione non è maturo, verissimo, ma le Poste non hanno fatto proprio nulla per cambiarlo, ed anzi si sono accodate ai peggiori comportamenti di banche, sim, ed assicurazioni. Si entra per un libretto e si esce coi buoni indicizzati, si entra per rinnovare dei buoni e si esce con tutti i soldi messi sul fondo immobiliare (caso accaduto qui due settimane fa), mentre sulle modalità di vendita di obbligazioni e polizze c'è oramai una casistica impressionante: ricordo, a dicembre 2001, un'impiegata allo sportello dei c/c che cercava di vendere, contemporaneamente, l'ultima emissione obbligazionaria oppure il calendario 2002 di non ricordo quale santo a 10mila lire....

Le Poste, e qui siamo all'aspetto più grave, presentano alcune specificità: dispongono del pubblico più vasto e variegato che ci sia, e stanno massacrando proprio la parte più debole della popolazione, come gli anziani. I clienti postali, quindi, non sono i campioni degli allocchi, ma sono prediposti ad esserlo per costituzione, diciamo. Le Poste lo sanno benissimo e ne stanno approfittando.

Anzi, sono convinto che i media parlino poco dello sfacelo che le Poste stanno commettendo, e qui siamo alla solita equazione. Più pubblicità compri (e le Poste ne comprano tanta), meglio ti tratto. Accade anche per Mediolanum, ad esempio, altra società che compra molte pagine pubblicitarie alla settimana.

Ribadisco, comunque, che anche i clienti hanno le loro colpe: se un qualsiasi postale riesce a vendere polizze a raffica, vuol dire che c'è un concorso di colpa da parte di chi compra, come minimo sotto la forma di faciloneria. Poi scrivono a Il Sole 24 Ore lamentandosi che quella splendida obbligazione comprata nel 2000 è scaduta e non ha pagato nemmeno un centesimo di interessi oppure che hanno dovuto riscattare in anticipo la polizza e ci hanno perso il 40% e "nessuno lo aveva detto...".
 
g.d'orta ha scritto:
La realtà, invece, ci mostra come i portafogli di milioni di investitori siano imbottiti di polizze: tutte vendute dopo una seria analisi delle proprie esigenze oppure tutte vendute perché vendendole si guadagnano un sacco di soldi? La risposta ce l'ho, non so voi....

chiacchiere ha scritto:
...sarà perché è solo da pochi mesi che sono in BancoPosta..

La risposta esaustiva di D'Orta è molto soddisfacente; "chiacchiere" è di parte e non può essere obiettivo, anzi evidenzia tutte le distorsioni tipiche del "venditore" che tenta di arrampicarsi sugli specchi.

Il succo è sempre quello: bisogna vendere per guadagnare, come società o come individui; non importa come e cosa si vende, se si deve vendere, l'importante è guadagnare.
Che ancora oggi ci sia gente che pretende di avere le cose gratis o in modo più facile o agevolato rispetto agli altri è dovuto evidentemente all'arretrato sviluppo culturale e sociale del nostro paese.

A questo punto, mi domando in modo dannatamente ingenuo: a cosa serve tutto quel tramestio e indaffaramento di persone (impiegati, gestori, promotori, private bankers, direttori, analisti, giornalisti e chi più ne ha più ne metta) quando per costruirsi un buon portafoglio per la pensione basterebbe comporsi un sufficientemente sicuro e decentemente diversificato portafoglio obbligazionario?
Spese? Deposito titoli, c/c e qualche commissione di cv, nulla più. Io e il mercato, e nessuno che "rompe"!

Ah, dimenticavo: chissà quanta gente finirebbe in mezzo alla strada........ :rolleyes:
 
La risposta esaustiva di D'Orta è molto soddisfacente; "chiacchiere" è di parte e non può essere obiettivo, anzi evidenzia tutte le distorsioni tipiche del "venditore" che tenta di arrampicarsi sugli specchi.
veramente pensavo di aver raggiunto una certa obiettività proprio perché mi sono fatti un pò tutti in chiave operativa ... e non faccio il public relator ...
comunque le mie osservazioni sono le seguenti

- se vogliamo sparare a zero sulle polizze vita a contenuto finanziario, partecipo anch'io senza problemi, però il trade off tra sicurezza e rendimento in finanza è irriducibile ed è come la forza di gravità, chi la ignora si fa male

- la tesi che le Poste non dovrebbero collocare polizze finanziarie fa il paio con quella di chi (veramente non ne conosco, ma esisteranno..) vorrebbe che i supermercati non vendessero superalcolici perché fanno male, l'unico divieto sensato è quello di venderlo a dei maggiorenni così come appunto fanno le Poste

- c'è poi un luogo comune, che come tutti i luoghi comuni hanno un fondo di verità ma rappresentano una caricatura della realtà, che è quello degli anziani e degli incolti gabbati dalle Poste: non posso per evidenti motivi fornire dati precisi ma posso assicurare che
- la domanda di libretti e buoni postali è ancora in crescita (e gli specialisti avrebbero credo da essere critici anhe su questo fenomeno)
- i clienti bancoposta sono relativamente giovani,ed in misura assolutamente non trascurabile anche già bancarizzati, hanno dunque elementi di giudizio e di raffronto

Il vero punto critico che avete già rilevato è la componente consulenziale sul cliente, che però faccio notare è espressamente vietata dalla legge alla Posta, che è quindi da pensare come un semplice supermercato finanziario: l'unica cosa che si può e si deve pretendere è la chiarezza e la trasparenza dell'informazione sui prodotti, e su questo ho degli ottimi motivi per sostenere la tesi che i prodotti collocati da Poste sono comunicati in modo più trasparente della concorrenza
 

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