News, Dati, Eventi finanziari amico caro, te lo dico da amico, fatti li.... qui e' tutta malvivenza

SCUSATE, NON POTEVO RESISTERE...(IL REDDE RATIONEM è IL REDDE RATIONEM)



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Questo è il redde rationem.

Che poi, se volete, è l'effetto inevitabile che porta al "25 luglio al rallentatore".



IL PENSIONATO CHE HA FATTO RICORSO ALLA CONSULTA: “I 500 EURO DI RENZI? IO NE PRENDO 1.600 AL MESE E MI SPETTANO ALMENO 2.500 EURO. CI SARÀ UNA VALANGA DI RICORSI” – “IL PREMIER CI INTIMIDISCE CON LA MINACCIA DI TAGLI ALLA SPESA SOCIALE”:

Il presidente del Consiglio afferma che rimborsare l’intera cifra costringerebbe il governo a tagli alla scuola o alla spesa sociale.

«I numeri li sparano grossi. È sbagliato considerare 18 miliardi facendo il calcolo fino al 2020, si deve fare anno per anno, come la Finanziaria, non mi risulta che l’Italia faccia piani quinquennali come i paesi comunisti di antica memoria. E poi Renzi non può fare questi atti di intimidazione: vuole farci sentire colpevoli di una cosa che ha stabilito la Consulta. Vogliono far passare i pensionati come una risma di farabutti che vanno addosso ai poveracci».
...Eppure non tutti i pensionati sono d’accordo con la Corte Costituzionale. C’è chi vuole rifiutare il rimborso, per favorire i giovani.

«Lo farei anch’io, ma solo se con questi soldi si facesse un tesoretto per abbattere il costo del lavoro in maniera strutturale, non solo per pochi anni. Solo così potrei rinunciare all’aumento della pensione che mi tocca e alla cifra che mi spetterebbe di diritto, perché io ho pagato tutti i contributi».


Se il "non ci sono le risorse" viene affermato - forse, finalmente, in "soldoni", percepibili da qualsiasi cittadino comune, abituato che a pensare che almeno la legalità costituzionale fosse intangibile- rispetto a una sentenza della Corte costituzionale che APPLICA uno dei diritti fondamentali, e immodificabili da qualsiasi fonte internazionale, nessuno può più sentirsi al sicuro...dall'€uropa.
Mai più al sicuro.
Anche se era già così e alla Corte (e a tutti-tutti gli italiani) manca solo di accorgersene in concreto.
SEI FAMIGLIE SU DIECI TEMONO CHE UN FAMILIARE POSSA PERDERE IL LAVORO E DUE TERZI DEGLI ITALIANI PREVEDONO CONSUMI FERMI O IN CALO – DE RITA: “LA GENTE NON SI FIDA

"...Questo pessimismo si proietta nel futuro: alla domanda di come saranno le cose fra sei mesi, il 71% degli intervistati vede una situazione stabile o in peggioramento. Di questi, un cospicuo 41% risponde che sostanzialmente i consumi resteranno uguali, e un altro 30% li vede in calo. Solo il restante 24% del campione esprime un segnale di fiducia prevedendo un aumento della spesa dedicata ai consumi.

Una raffica di imposte
Non contribuisce a migliorare il clima la raffica di nuove tasse in arrivo: nel 2016 potrebbero arrivarcene sulla testa altri 16 miliardi. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre (gli artigiani): «Oltre a trovare le risorse per rimborsare i pensionati e per far fronte all’eventuale bocciatura da parte dell’Ue dei nuovi regimi di fatturazione, il governo Renzi - dice la Cgia - dovrà individuare altri 16 miliardi di euro, altrimenti nel 2016 scatterà la clausola di salvaguardia che innalzerà le aliquote Iva e ridurrà le detrazioni/agevolazioni fiscali ai contribuenti italiani, con automatico aumento delle imposte».

Certo in teoria ci sarebbe l’alternativa dei tagli delle spese, ma visto che se ne parla da anni, e se ne parla con urgenza, ma finora non si è fatto nulla, non possiamo credere ai tagli finché non li vediamo."

L'unico punto ancora "in bianco": ma il pensionato ricorrente, oltre a rilasciare interviste a Repubblica, si rende conto del perchè "non ci sono risorse"?
No perchè, tra il rendersi conto e il "non" ci passa una breccia grande come un treno (...per l'€uropa che non smette mai di tirare in una direzione). Questa breccia è quella che bisognerebbe che ognuno colmasse con le famose "risorse culturali"...di sopravvivenza.



Pubblicato da Quarantotto a 13:34 14 commenti:
 
Sala della Regina, Palazzo di Montecitorio, 18 maggio 2015

Intervento di Marco Saba:


La proposta della “bad bank” è un ennesimo raggiro dell'oligarchia che domina il paese dietro le quinte, il cui scopo è quello di estrarre il massimo della ricchezza dalla platea prima che questa imbracci le armi. Gli economisti da sempre sono stati al servizio del potere dominante ed infatti quelli che fanno carriera e diventano famosi sono quelli le cui idee favoriscono e permettono lo status quo in cui c'è una classe enorme di sfruttati ed un piccolo club di fortunatissimi bari e falsari che approfittano ed abusano dell'ingenuità del pubblico.


Se ci pensate bene, appare evidente che lo scopo finale ed unico della scuola dell'economia neoclassica moderna sia quello di convincerci che l'equa redistribuzione delle risorse sia inattualbile o deleteria.


Il 23 marzo scorso l'economista Norbert Häring, intervenendo al seminario “Economia e Potere” alla Camera dei Lord a Londra, ha riassunto efficacemente la situazie: “la moneta è IL potere”. (Vedi: Economics as Superstructure https://rwer.wordpress.com/2015/03/26/economics-as-superstructure/ )


Così i poteri forti, che da sempre si industriano ed affannano a nascondere al popolo l'origine del loro potere, per impedire che venga loro sottratto, oggi fan di tutto per sopprimere o manipolare un dibattito libero ed aperto sulla moneta. E gli economisti ipocriti e ruffiani, i farisei moderni, dirottano l'attenzione del pubblico su questioni marginali o irrilevanti al fine di impedire che si scopra tra l'altro il meccanismo contabile con cui l'oligarchia dominante si appropria del “potere-moneta”. Ci viene nascosto come funziona realmente il sistema bancario, la sua influenza sull'economia e specialmente l'arbitrarietà antidemocratica nella gestione dell'emissione di moneta e dell'allocazione della stessa all'interno dell'economia. La politica monetaria non passa il test dello scrutinio democratico e la sua enorme importanza nella società viene occultata al grande pubblico nonché ai rappresentanti politici, sia dal mondo dei media che da quello dell'accademia.


Pensate che lo stesso Luigi Einaudi, primo governatore di Bankitalia sotto l'occupazione e poi presidente della Repubblica, ancora nel 1936 scriveva: “L'alto signoraggio, aperto o traverso, cadde in disuso dall'aprirsi dell'età moderna, sia perché meno agevole a prelevarsi nascostamente, sia perché instaurate imposte regolari, i prìncipi più non ebbero necesità di ricorrervi”. (In: Scritti economici, storici e civili, Mondadori, 1983, pag. 470).
Ma cosa dice mai questo ennesimo bugiardo istituzionale ?
In un temerario comunicato di Bankitalia si legge addirittura che: "la Banca d'Italia continuerà a respingere le richieste di pagamento del reddito da signoraggio". E siamo nel 2015.


Lo scopo dell'inaudita affermazione einaudiana palesemente falsa, è quello di far credere alla plebe che il signoraggio sulla moneta sia stato sostituito, anziché addizionato, dalle imposte che oggi infieriscono per il 72%, sui contribuenti sia direttamente che attraverso i beni da questi acquistati. Non stupisce quindi ricordarvi che lo stesso onorevole Sibilia da anni – ANNI ! - aspetta inutilmente una risposta dal governo alla sua circostanziata interrogazione sul signoraggio (vedi il video: https://www.youtube.com/watch?v=XHEDYOCfuTI ). Lo stesso dicasi per quella dell'On. Di Pietro che ne chiedeva ragione già prima (Vedi il video: https://www.youtube.com/watch?v=j1cQVDtF-jw ).


Prima sulla carta stampata, poi oggi su internet, dei patetici individui sociopatici si ostinano a etichettare come complottisti, cospirazionisti o anche di peggio, quanti si interrogano su questa rapina primordiale che condiziona profondamente la vita del paese. Di fronte ad un debito pubblico di 2.100 miliardi, creato perché lo Stato, non a caso dopo l'assassinio di Aldo Moro, ha rinunciato definitivamente ad emettere cartamoneta statale lasciando questa lucrosa attività in esclusiva al cartello bancario privato, sarebbero cospirazionisti quanti si interrogano sulla proprietà – all'origine – di tutta la moneta che è stata messa in circolazione dai banchieri. Sani di mente invece sarebbero quanti hanno cospirato e cospirano perché questo cartello di pirati rimanga in piedi arrivando addirittura a cantare “Bella Ciao” alla Camera in occasione della privatizzazione definitiva di Bankitalia ! (Vedi: https://www.youtube.com/watch?v=_kzKzy-mKQE )


Ci troviamo cioè nella situazione paradossale in cui le banche emettono moneta creata dal nulla addebitandosela, senza prima accreditarsela, per poi pretendere che sia il pubblico a riempire il buco nero da esse stesse generato. E quando i governi, ignoranti e beceri in tema di sovranità monetaria, assecondano i disegni di questi personaggi, come da sempre fanno, non v'è magistratura o parlamento che tenga !


Tutti dietro al pifferaio magico della privata Bankitalia. Il risultato è che tutta la massa monetaria circolante in banconote o denaro elettronico, quello che avete sui conti, è stato speso per prima dalle banche stesse senza che queste - precedentemente - se ne siano assunte la proprietà e la relativa responsabilità fiscale.


Questo potere fondamentale, di creare tutto il denaro circolante a proprio favore e di addebitarlo alla società civile falsando i bilanci, una vera tassa occulta gigantesca,è stato denunciato dal magistrato Elmas Rosanìa all'ottava sezione del Consiglio Superiore della Magistratura il 24 marzo scorso. E il risultato ? Mi chiederete. Fino ad oggi, un silenzio assordante.


Se non vi opporrete con tutte le forze, e con tutte le intelligenze, a questo scempio permanente, se non pretenderete indietro la sovranità completa sul signoraggio, o almeno di tassare questo enorme guadagno, vi aspettate forse che i banchieri facciano un passo indietro autonomamente ?
“Il potere assoluto corrompe in modo assoluto”, ricordava Lord Acton.


Se non si dà la sveglia alla società civile, i banchieri, giocando sul fatto che tutti rincorrono i soldi senza sapere che cosa sono, ovvero senza conoscerne l'attributo essenziale per qualsiasi tipo di sovranità effettiva - il signoraggio - poi non ci si deve stupire di leggere, come pochi giorni fa, Lord Adair Turner, ex capo della CONSOB del Regno Unito, che scrive addirittura di “moneta sovrana della BCE”! (Vedi: http://www.dw.de/ecb-could-solve-eurozone-crisis-leading-economist-says/a-18374668 )


Infatti, oggi è la Banca Centrale Europea che è il vero sovrano d'Europa, e il dittatore assoluto è Mario Draghi ! Se non ve la sentite di affrontare direttamente il dispotico sovrano non-eletto d'Europa, leggete almeno il libro “La banca, la moneta e l'usura: la Costituzione tradita”, scritto dal procuratore generale Bruno Tarquini nel 2002 ed edito da Controcorrente di Napoli. E' un libro che vi aprirà un mondo, un libro che, se non altro, ogni volta che viene inserito su Wikipedia nella pagina sul signoraggio, viene regolarmente cancellato dai miseri becchini ed intellettuali precari che la gestiscono.


L'Europa nel 1942 ha già avuto un precedente in cui una banca centrale tedesca gestiva la moneta unica. Vediamo dunque le differenze tra le due dittature:


Nazismo (1942): Programma: Stati Uniti d'Europa, eliminazione delle frontiere, moneta unica.
Capo politico: Hitler - Banca centrale: REICHSBANK - Sede della banca: Berlino
Moneta unica imposta nei paesi occupati: REICHSMARK
Il valore della moneta è garantito dalla produzione, lo sviluppo e la piena occupazione, non dall'oro.
Punizione per il rifiuto dell'adozione della moneta: deportazione nei campi di concentramento


EURISMO (2015): Programma: Unione Europea, eliminazione delle frontiere, moneta unica.
Capo politico: Jean-Claude Juncker - Banca centrale: BCE. Sede della banca: Francoforte.
Moneta unica imposta nei paesi "alleati": EURO.
Il valore della moneta è garantito dal debito pubblico (il baluardo delle rendite parassitarie) e dalle artificiali misure di austerità.
Punizione per l'accettazione dell'adozione della moneta: condanna a vivere in un Euro-campo
di concentramento senza futuro governato da banchieri-oligarchi “al riparo dalla democrazia"...


Concludendo, le banche oggi sono le creatrici di tutta la moneta digitale in euro e dovrebbero invece essere trasformate in quello che la gente crede davvero che siano: dei semplici INTERMEDIARI FINANZIARI. Per fare ciò è sufficiente restituire alla Tesoreria dello Stato la sua primaria funzione nativa dell'emissione di tutta la moneta necessaria direttamente - sostituendo altri tipi d'imposta - come suggerisce il bravo prof. Richard Werner all'Islanda. Ed io, modestamente, lo suggerirei anche fin da subito alla Grecia. (Vedi: “How to Turn Banks into Financial Intermediaries”, qui: https://www.scribd.com/doc/262235706/How-to-Turn-Banks-into-Financial-Intermediaries )


ATTENZIONE PERÒ: Oggi la Tesoreria dello Stato – anch'essa ! - è in mano a Bankitalia. Dal 1907 la Banca d'Italia infatti gestisce la Tesoreria senza che sia mai stata fatta una pubblica gara e l'incarico – nel silenzio-assenso del Parlamento – si rinnova tacitamente ogni vent'anni.
Concludendo, per salvare le finanze pubbliche e le tasche dei dittadini occorre perciò, preventivamente – mi raccomando – restituire la gestione della Tesoreria dello Stato allo Stato. Dopodiché riaffidare allo Stato - o almeno tassare - la rendita monetaria effettiva.


Grazie per la vostra attenzione.
 
posted by Luigi Pecchioli
Pensioni e legge Fornero: ma cosa ha detto realmente la Corte Costituzionale?

La Corte Costituzionale

I pensionati sono tornati nel centro del mirino.
Dopo la famosa o famigerata sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato invalido il blocco degli adeguamenti per gli anni 2012 e 2013 delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo INPS si è scatenato il finimondo: la maggior parte dei commentatori si sono scagliati contro i Giudici per aver voluto difendere un sistema pensionistico, quello retributivo, considerato ingiusto, parlando di sentenza “sbagliata”, di difesa di “rendite di posizione insostenibili”, di una tutela illogica ed ideologica dei c.d. “diritti acquisiti” che per qualcuno sono “la corda che sta ormai serrando il collo del Paese”, per altri una “favola” che “crea una categoria privilegiata di cittadini”. Sui social si è poi scatenato il livore contro chi gode del vecchio sistema retributivo, considerato una specie di parassita che vive comodamente alle spalle di chi adesso lavora, con una pensione ingiustamente superiore ai contributi versati, misto ad attacchi espliciti alla Corte come questo:
o anche:
che trascende in considerazioni come queste:

Ma siamo sicuri che tutti questi commentatori abbiano realmente capito cosa ha detto la Consulta? E poi sarà vero che la Corte Costituzionale abbia dichiarato l’intangibilità dei “diritti acquisiti” dei pensionati (quelli che simpaticamente Seminerio, alias Phastidio, nel suo blog chiama “detriti acquisiti”)?
Innanzitutto, cosa sono i diritti acquisiti? Nel linguaggio legale i diritti acquisiti, detti tecnicamente “diritti quesiti”, sono quei diritti o posizioni soggettive che il soggetto, per il decorso del tempo, ha ormai acquisito in maniera immutabile nella sua sfera giuridica. Questi diritti nascono dal fatto che la situazione giuridica che li ha generati si è ormai esaurita e consolidata, per cui essi sono intoccabili da qualsiasi determinazione successiva: l’esempio classico è il diritto alla retribuzione del lavoratore per l’attività già svolta; è chiaro che nessuna regolamentazione successiva potrebbe togliere il diritto di costui ad essere pagato. Ma è vero che questi diritti sono immodificabili? No, e proprio in tema di pensioni ce lo dice una sentenza della Cassazione:
In ambito pensionistico e relativamente ai diritti quesiti del pensionato, non possono essere incisi in peius per alcuna ragione i trattamenti in atto, se non in forza di una legge od un atto avente forza di legge, il quale comunque deve essere ispirato a criteri di oggettiva ragionevolezza (Cass. 12.12.2014 n. 26102)
Ed è proprio il criterio di “oggettiva ragionevolezza” che la Corte Costituzionale dichiara violato: non quindi l’astratta possibilità che vi possa essere per legge una limitazione al diritto all’adeguamento delle pensioni al costo della vita previsto e tutelato dalla L. 448/98, ma come in concreto essa è stata effettuata dalla c.d. Legge Fornero. La Consulta addirittura compie una cronistoria dei provvedimenti che nel tempo hanno limitato o bloccato questo adeguamento automatico, mostrando come essi, differentemente dalla Legge Fornero, siano riusciti a rimanere nell’ambito della ragionevolezza e della proporzionalità fra diritto e limitazioni imposte per ragioni di contenimento della spesa. Anche il blocco dell’adeguamento stabilito per il 2008, a seguito dell’innalzamento della soglia di accesso al trattamento pensionistico (il cosiddetto “scalone”), fu dichiarato costituzionalmente legittimo dalla Corte, perché colpiva solo i trattamenti pensionistici di importo complessivo superiore ad otto volte il minimo INPS e valeva per un singolo anno; ma proprio in quella sede i Giudici avvertirono il legislatore che la sospensione a tempo indeterminato del meccanismo perequativo, o la frequente reiterazione di misure intese a paralizzarlo, sarebbero potuto entrare in collisione con gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità.
Tale monito è stato totalmente ignorato dal Governo Monti e dalla Fornero. La legge ora dichiarata incostituzionale, non solo bloccava ogni tipo di adeguamento per due anni (2012 e 2013), ma prevedeva tale misura per tutte le pensioni superiori solo al triplo del trattamento minimo INPS, ovvero superiori ad appena € 1.217,00 netti, senza possibilità di recupero successivo. E senza fornire adeguata motivazione! Vale la pena riportare due passi della sentenza (il grassetto è mio):
La disposizione concernente l’azzeramento del meccanismo perequativo, contenuta nel comma 24 dell’art. 25 del d.l. 201 del 2011, come convertito, si limita a richiamare genericamente la «contingente situazione finanziaria», senza che emerga dal disegno complessivo la necessaria prevalenza delle esigenze finanziarie sui diritti oggetto di bilanciamento, nei cui confronti si effettuano interventi così fortemente incisivi.
ed ancora:
L’interesse dei pensionati, in particolar modo di quelli titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio.
E sapete perché il Governo non ha fornito dettagliate spiegazioni della necessità di bloccare gli adeguamenti? Perché le ragioni palesate non c’erano, e quelle che realmente c’erano non potevano essere palesate!
Le ragioni addotte, ovvero trovare risorse per sanare un debito pubblico insostenibile, erano totalmente false e, ironia della sorte, questa falsità l’aveva svelata pochi mesi prima proprio la Commissione Europea in uno studio pubblicato nel settembre del 2011! Secondo questo rapporto il debito italiano a medio/lungo termine era perfettamente sostenibile, anzi, in Europa, era l’unico perfettamente sostenibile, insieme a quello della Lettonia!! Ecco il grafico relativo tratto dallo studio:

anche l’economista Bernd Raffelhüschen, professore di Scienze finanziarie presso l’Università di Friburgo, in Germania aveva compiuto uno studio, considerando oltre al debito esplicito, quello implicito, ovvero gli impegni già presi dallo Stato per i decenni a venire e legati in particolare all’invecchiamento della popolazione: dunque le pensioni in maturazione nei prossimi anni e la spesa sanitaria che dovrà essere sopportata da una popolazione più anziana. Il risultato era sempre lo stesso: l’Italia era il Paese più sostenibile in assoluto. Ecco il grafico esplicativo:

La sostenibilità a breve, immediata, è la barra blu, mentre quella a lungo termine è la barra celeste: i Paesi che hanno un debito sostenibile sono quelli che hanno l’andamento della barra negativo (verso sinistra) gli altri sono quelli più o meno insostenibili. Quanti ne vedete sostenibili? Solo uno: l’Italia.
E sapete perché? Perché le riforme le avevamo già fatte! Riforma pensioni, razionalizzazione spesa sanitaria e contenimento stipendi pubblici noi le avevamo bene o male già fatte negli anni passati ed il risultato è che il nostro debito era perfettamente sostenibile.
Ma le ragioni (inconfessabili) erano altre…
Le vere ragioni hanno a che fare con l’arrivo di Monti, con la nostra situazione verso l’estero e con gli impegni presi con l’Unione Europea. Monti arrivò al governo con due precisi scopi: riequilibrare la nostra bilancia dei pagamenti e far sì che l’Italia versasse quanto dovuto al Fondo Salva Stati, EFSF poi MES, senza il rischio di vedere sospesi i pagamenti per ragioni legati all’emergenza della crisi economica. Egli ed il suo esecutivo ha compiuto perfettamente tali compiti, semplicemente distruggendo i nostri redditi, caricandoci di tasse, IMU in testa, e bloccando gli adeguamenti pensionistici, creando così un gruzzoletto con il quale abbiamo adempiuto ai nostri obblighi europei e, per tale via, contribuito a salvare le banche tedesche e francesi. Ricordo che ad ottobre 2012, nel pieno della ricerca spasmodica di un miliardo per evitare l’aumento dell’IVA (che poi avvenne) il nostro Governo versò senza fiatare due miliardi e quattrocento milioni per la rata del MES all’Europa! Naturalmente togliendoci buona parte del reddito Monti ha anche drasticamente limitato la nostra spesa per consumi, tra cui il nostro import, e per tale via riequilibrato velocemente la nostra bilancia dei pagamenti, come si può vedere:
Fonte: VINCITORI E VINTI

ciò naturalmente ha portato alla spaventosa contrazione del mercato interno, con la chiusura di attività produttive e la relativa contrazione/stagnazione economica che ancora ci affligge. Ma di questo a Monti ed al suo governo interessava poco…
Capite quindi che attaccare la Corte Costituzionale e la sua sentenza, disquisendo su presunti diritti quesiti intoccabili, fonte di intollerabile privilegio e retaggio di un diritto quasi medioevale da abbattere (tutte cose dette che abbiamo visto non essere vere) serve a mascherare l’unica realtà che la sentenza evidenzia: la Legge Fornero non aveva alcun motivo di essere ed era illegittimamente punitiva.
Ma mostrare il Re nudo è sempre rischioso…



http://scenarieconomici.it/blocco-p...cosa-dice-realmente-la-corte-costituzionale/#5


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un genio assoluto ................. da mettere al cern di Ginevra.....:D sicuramente un nobel di rara intelligenza:D attendiamo vedere..........che i ciuchi decollino sullo shuttle,e le anatre fare esperimenti di fisica quantistica,,poi siamo a posto.......................
 
qui in video, un altro pico della mirandola................l'italia abbonda di geni.......ocio che tra un po' decolliamo sulla luna.......con li bighe romane:Dnn si esclude di vedere papa francesco correre i 200 metri in 18,95 secondi:D:D:D:D
 
SILENZIO ASSSOLUTO IL SENATO HA AVALLATO I FUTURI SALVATAGGI BANCARI A SPESE DEI CORRENTISTI.....
Pubblicato su 21 Maggio 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM in POLITICA, ECONOMIA
Quindi lo scenario è questo: fallimento della Grecia, effetto domino sulle banche italiane e fregatura che andrà.... si proprio a voi

di Cesare Sacchetti
Se qualcuno avesse detto qualche tempo fa, in un lasso di tempo non troppo lontano, che il correntista avrebbe pagato di tasca propria le perdite del sistema bancario, molto probabilmente sarebbe stato preso per un visionario nel migliore dei casi, o per uno scriteriato che aveva preso un colpo di sole nel peggiore. Il Governatore della Banca d’Italia, Vincenzo Visco, non sembra appartenere a nessuna delle due categorie in questione, e pure ciò non gli ha impedito di dichiarare che “le banche devono informare la clientela che potrebbero dover contribuire al risanamento di una banca“. Dunque chiunque possieda un conto corrente bancario deve sapere che lui stesso potrà contribuire al risanamento della banca in perdita.

Qual è stato il passaggio che ha fatto dire quelle parole al Governatore, oppure ci siamo persi qualcosa? Quello che sappiamo con certezza è che l’attuale sistema bancario disegnato dai regolamenti europei si basa su alcuni pilastri, tra i quali c’è il Single Supervisory Mechanism, ovvero il Meccanismo Unico di Vigilanza (reg.1024/2013), che designa un sistema di controllo che investe la Bce di poteri ancora maggiori sulla supervisione del sistema bancario italiano. Le autorità nazionali, Ministero del Tesoro e Banca d’Italia, hanno perduto ancora terreno nei confronti delle autorità sovranazionali.

Non è questa la notizia peggiore, perché proprio la settimana scorsa è stata approvata in prima lettura al Senato il ddl 1758, ignorato dai media, ovvero la Legge di Delegazione Europea che difatti contiene il seguito delle dichiarazioni del Governatore Visco. La novità più significativa della Legge in questione è probabilmente il bail-in, quello strumento che impone le perdite della banca ai correntisti con più di 100000 euro nei loro depositi bancari, e agli azionisti e ai creditori non garantiti.

Dopo aver venduto le attività della banca, le attività “recuperabili” e non deteriorate della banca vengono trasferite a una “bridge bank”, mentre quelle deteriorate vengono assegnate a una “ bad bank”. Quindi la sostanza della Legge europea non fa altro che scorporare l’attivo e metterlo in una nuova società, separandolo dal passivo che viene trasferito in un’altra società. E se la Banca d’Italia volesse ricapitalizzare una banca in perdita? La legislazione italiana aveva già fissato il tetto dei 100000 euro, soglia oltre la quale non sono previsti rimborsi per i correntisti. Restava comunque la possibilità che la Banca d’Italia potesse decidere per ricapitalizzare una banca in sofferenza, scongiurando così l’ipotesi del fallimento. Tutto questo non sarà più possibile. La nuova gerarchia della legge europea mette Tesoro e Banca d’Italia all’ultimo posto, ai quali dunque restano ben pochi margini di manovra. Chi ha più di 100000 euro sul proprio conto, sappia che potrà pagare di tasca propria il fallimento della banca. E’ l’Unione Bancaria Europea, bellezza.

Il meraviglioso sogno europeo assegna ai correntisti la parte delle vittime della bancarotta, e tutto questo senza avere troppi rimpianti. E la stabilizzazione del sistema? Aldilà delle dichiarazioni di circostanza, della serie “tutto va ben madama la marchesa”, l’unico messaggio chiaro che manda la Bce è che lei se ne infischia dei correntisti e impone agli stati membri e alle loro banche centrali nazionali di non intervenire per ricapitalizzare le perdite. Le banche di mezza Europa hanno nel loro portafogli di investimento titoli spazzatura ed enormi passività.

Per capire perché la banca sia divenuta una vera e propria centrale di rischio finanziario, occorre risalire alla fonte delle riforme dei primi anni’90, su tutte il Testo Unico Bancario del 1993 ideato da Ciampi, che ha dato vita al modello della banca universale. Fino ad allora le funzioni delle banche erano separate e distinte in banche commerciali e banche d’investimento, con le prime impegnate nella concessione principalmente di mutui e prestiti, e le secondo impegnate negli investimenti finanziari. Dopo questa fusione la banca perde larga parte della sua funzione sociale. E’ molto più proficuo fare operazioni finanziarie che danno un elevato profitto, ma che contengono un elevato margine di rischio, piuttosto che concedere mutui e prestiti alle famiglie e alle imprese. Spesso infatti, le cose sono andate male da quanto è stato reintrodotto questo modello. La crisi finanziaria del 2007 è un’ulteriore prova che la fusione della banca universale, è un modello fallimentare da abbandonare al più presto. Chiunque voglia mettere mano al sistema bancario, deve partire da questa evidenza.

Cosa dovrebbe fare l’Europa e la Bce nella fattispecie per impedire l’armageddon bancario? La Bce, come è noto, è la banca centrale dell’eurozona, ma in realtà non lo è. Non è un rompicapo, ma è quello che hanno scritto i Trattati che hanno partorito un unicum, una banca centrale che non fa quello che fanno tutte le altre banche centrali del mondo. La banca centrale per definizione, è quella banca che garantisce stabilità all’intero sistema bancario, è in un’immaginaria struttura piramidale, il vertice che regge tutto il sistema bancario.

L’espressione “prestatore di ultima istanza”, è difatti propria di tutte le banche centrali del mondo, esclusa la Bce. Quando la Banca centrale assume la funzione di prestatore di ultima istanza, si fa carico letteralmente delle insolvenze del sistema bancario, attraverso ricapitalizzazioni. Se una qualsiasi banca dovesse fallire, la Banca centrale può stampare moneta ricapitalizzando le perdite. È successo negli USA con la FED che ha stampato moneta salvando le banche americane dopo la crisi finanziaria del 2007 e in Gran Bretagna con la Bank of England che ha comprato i titoli marci della banche inglesi.

Nell’Eurozona invece si decide che il fattore di rischio del fallimento di una banca grava sul correntista. Non c’è una motivazione economico o finanziaria per giustificare questa scelta, e non serve nemmeno più dire che stampare moneta genera inflazione, una teoria monetarista ampliamente smentita dalle letteratura economica e dalle evidenze pratiche che negano questa relazione.

Dunque perchè la Bce “ scarica” il peso sugli azionisti e i correntisti della banca, che sono coloro che più hanno contribuito all’attivo della banca? Non c’è una ratio logica per comprenderlo, se non quella che vuole che il sistema bancario collassi deliberatamente trascinando con sé anche gli incolpevoli correntisti.


E’ legittimo immaginare che di fronte a un tale scenario le opposizioni siano salite sulle barricate? Nulla di tutto questo. La legge di delegazione europea è stata approvata in Senato giovedì scorso con il consenso trasversale di maggioranza e opposizione: hanno votato a favore in un Senato semivuoto 154 senatori di Pd e Forza Italia, il Movimento 5stelle e la Lega Nord si sono astenuti con 32 voti, mentre si sono registrati solamente 5 voti contrari dei senatori del gruppo misto Paola De Pin, Monica Casaletto, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Laura Bignami.

Tratto da:L'Antidiplomatico



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