Analisi fondamentale Forex

Nelle ultime 24 ore, il greggio è sceso dello 0,58% chiudendo a 17,11 dollari al barile. Prezzo del petrolio in discesa in avvio di settimana sui mercati asiatici, mentre persistono i timori di un eccesso di offerta, a causa della pandemia, e della conseguente incapacità di stoccaggio. I futures sul Light Crude Wti scivolano intorno ai 15 dollari al barile, con una flessione del 10%. Il Brent si porta a 20,8 dollari rispetto ai 24,81 dollari della precedente chiusura. Preoccupa ancora l'elevato livello di scorte in tutto il mondo. Gli ultimi dati indicano che, nella settimana che si è conclusa lo scorso 17 aprile, le scorte di crude degli Stati Uniti sono salite a 518,6 milioni di barili, livello vicino al record assoluto di 535 milioni di barili testato nel 2017, mentre lo stoccaggio presente nelle unità galleggianti ha toccato il massimo assoluto di 160 milioni di barili. Gli analisti della CNBC prevedono che l'archiviazione globale potrebbe raggiungere la capacità del 100% entro due settimane e due mesi da oggi. Sebbene si possano trovare alcune soluzioni creative, è improbabile che il problema si risolva in qualsiasi momento nel prossimo futuro, il che potrebbe mantenere i prezzi del petrolio sulla loro traiettoria discendente

In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 14.67$ seguito da 13,59$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 17,40$, seguito da 19,05$.
 
Nelle ultime 24 ore, la GBP è scesa del 5,06% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2369 dollari di venerdì. La sterlina britannica è oscillata avanti e indietro nella sessione di scambi di lunedì, mentre continuiamo a vedere molta instabilità sul mercato. Detto ciò, la sterlina britannica ha molti fattori a sfavore: il Regno Unito rimarrà infatti in lockdown molto più a lungo rispetto a tanti altri paesi del mondo, non ultimo dei quali gli Stati Uniti, che stanno già tentando di aprire alcune aree nei prossimi giorni. Inoltre, nei momenti di elevata preoccupazione, i mercati del Tesoro statunitensi tendono ad attrarre molto flusso di denaro, poiché i rendimenti sui titoli a 10 anni sono in calo da qualche tempo. Quando la domanda aumenta, gli operatori necessitano dollari statunitensi. Ciò di per sé può guidare il prossimo futuro di questo mercato, soprattutto quando si confrontano gli Stati Uniti con il Regno Unito, che dovrà anche affrontare la situazione della Brexit dopo i problemi del coronavirus. Anche le vendite al dettaglio sono diminuite molto più del previsto durante la sessione di negoziazione di venerdì, ed è un altro motivo per pensare che il Regno Unito continuerà ad essere lievemente in ritardo. Dopotutto, in base ai sondaggi più recenti, il Regno Unito sembra piuttosto contento di rimanere in lockdown. In tal caso, i movimenti economici in quel paese continueranno ad essere stagnanti.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1.2389$, in aumento dello 0.16% rispetto alla chiusura di venerdì. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2322$ seguito da 1.2255$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2432$ seguito da 1,2475$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,51% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,39 dollari di venerdì. Sul fronte dei dati macro, secondo Moody's le economie di Giappone e Asia potrebbero essere le più colpite dall'impatto del coronavirus. Entrambi i Paesi erano già deboli prima che l'epidemia peggiorasse nel corso dell'ultimo mese e le più rigide misure di lockdown imposte per contenere la diffusione dei contagi probabilmente acuiranno i loro rispettivi problemi economici, ha spiegato Steve Cochrane, chief executive di Moody's Analytics per l'Asia-Pacific, secondo quanto riportato dalla Cnbc.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,48$, in aumento dello 0,08% rispetto alla chiusura di venerdì. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.32$ seguito da 107.16$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,69$ seguito da 107,90$.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è sceso del 18,33% chiudendo a 12,83 dollari al barile. I prezzi del petrolio sono crollati di quasi il 25% lunedì e hanno esteso le loro perdite a martedì, scendendo del 13% nei primi scambi a causa delle preoccupazioni che le strutture di stoccaggio globali stiano raggiungendo la capacità. I prezzi sono stati appesantiti anche dall'annuncio della scorsa settimana da parte del United States Oil Fund, il più grande ETF al mondo supportato da petrolio (ticker azionario USO) che avrebbe venduto tutti i suoi contratti per la consegna di giugno a partire da lunedì e avrebbe cercato contratti a più lungo termine. Gli analisti hanno interpretato questa decisione come un segno della debolezza del settore petrolifero statunitense. Mentre ci dirigiamo verso la fine di aprile, sia il Brent sia il WTI negli Stati Uniti stanno affrontando il loro quarto mese di ribassi consecutivi dei prezzi, il più lungo declino dal 2017

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 10,78$, in diminuzione del 15,98% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 8,95$, seguito da 7,11$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 14,31$ seguito da 17,83$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato leggermente rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0830 dollari. Da una prospettiva a più lungo termine l’euro è negativo: la scorsa settimana, i numeri sulla fiducia delle imprese hanno mostrato come sia cambiato il sentiment in Germania e, naturalmente, con la pletora di questioni europee, molto probabilmente l’euro continuerà nel complesso a cadere, non solo contro il dollaro statunitense. Dall’altro lato dell’equazione, il dollaro statunitense viene sollevato anche dal mercato del Tesoro americano, per cui continueremo a vedere l’euro essere venduto nei rally a breve termine. Tenete presente che nella maggior parte dei casi questa coppia sarà straordinariamente instabile e non credo cambierà atteggiamento nel breve termine. Nondimeno, favorisco il ribasso in quanto il dollaro statunitense è straordinariamente forte, anche se abbiamo assistito a una certa vendita di biglietti verdi. Si è trattato di un breve rimbalzo, ma come si può vedere, anche con tutta la volatilità degli ultimi due mesi, l’euro non ha potuto riprendersi dai minimi, il che rappresenta di per sé il segnale di ciò che il mercato sta provando a fare.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0827$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0809$ seguito da 1.0792$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0852$ seguito da 1,0878$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'AUD è diminuito del 6,45% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6459 dollari. Nonostante sia sceso dello 0,108 per cento rispetto al dollaro USA martedì, il dollaro australiano è scambiato del 17 per cento in più rispetto al minimo di 17 anni registrato il mese scorso. La valuta australiana ha testato il massimo di sei settimane durante la sessione di negoziazione asiatica di martedì mentre il paese si preparava alla riapertura della sua economia dopo rigidi arresti dovuti al coronavirus. "Al momento l'Aussie è in modalità bestia", ha detto a CNBC Chris Weston, capo della ricerca di Pepperstone. Ha accreditato i recenti guadagni della valuta per il suo ruolo di proxy per i mercati azionari, poiché i trader si sono riversati sulle azioni nonostante i fondamentali mentre guardavano più alle prospettive di valutazione della società.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6437$, in diminuzione dello 0,34% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6419$ seguito da 0.6400$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 0,6464$ seguito da 0,6490$.

Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,63% rispetto al JPY, chiudendo a 107,25 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato dal ministero di Affari interni e Comunicazione nipponico, in marzo il tasso di disoccupazione è cresciuto in Giappone al 2,5% dal 2,4% registrato in gennaio e febbraio (2,2% in novembre e dicembre), in linea con il consensus di Reuters. Il job-to-applicant ratio (rapporto tra posizioni disponibili e richieste di lavoro) in marzo ha registrato un'ulteriore contrazione a 1,39 punti dagli 1,45 punti di febbraio (1,49 punti in gennaio). Il dato, che si confronta con gli 1,40 del consensus di Reuters, si attesta sui minimi dal settembre 2016. Il tasso di disoccupazione è invece cresciuto al 2,5% dal 2,4% registrato in gennaio e febbraio.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107.29$, in leggero aumento rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.00$ seguito da 106,72$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,56$ seguito da 107,84$.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è cresciuto del 3,12% chiudendo a 13,23 dollari al barile. Sul fronte dei dati macro, secondo le stime riportate martedì dall'American Petroleum Institute (Api), le scorte di greggio in Usa sono rimbalzate di 9,98 milioni di barili nella settimana chiusa il 24 aprile. Le riserve di benzina sono invece salite di 1,1 milioni di barili. I dati dell'Api precedono quelli ufficiali della U.S. Energy Information Administration (Eia), che saranno diffusi in serata. Secondo il consensus di S&P Global Platts, citato da MarketWatch, l'Eia dovrebbe comunicare un incremento di 9,8 milioni di barili per il greggio. I future sul Wti in consegna a giugno avevano chiuso in declino del 3,4% martedì al New York Mercantile Exchange a 12,34 dollari il barile.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 13,86$, in rialzo del 4,76% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 11.15$ seguito da 8.45$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 15,48$ seguito da 17,11$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è leggermente diminuito rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0826 dollari. Sul fronte dei dati macro, l'Ufficio Federale di Statistica Destatis ha reso noto che i prezzi alle importazioni in Germania nel mese di marzo sono diminuiti dello 3,5% su base mensile dal -0,9% precedente, risultando inferiori alle attese fissate su un decremento mensile pari al 2,5% e sono scesi del 5,5% su base annuale, dal -2%, attestandosi sotto la flessione attesa del 4% su base annua. I prezzi delle esportazioni sono diminuiti dello 0,7% su base mensile e dello 0,5% rispetto a marzo 2019.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0850$, in aumento dello 0,22% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0811$ seguito da 1.0771$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0889$ seguito da 1,0927$.

Nelle ultime 24 ore, la GBP è diminuito del 4,61% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2427 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato dal British Retail Consortium (Brc, associazione che raggruppa tutti i generi di operatori della distribuzione, dai piccoli negozi alle grandi catene, in rappresentanza dell'80% del fatturato complessivo del settore), in aprile l'indice dei prezzi nei negozi della Gran Bretagna è sceso a perimetro costante dell'1,7% annuo, in ulteriore peggioramento rispetto alla precedente flessione dello 0,8% annuo (0,6% il calo di febbraio). Si tratta della performance più negativa dal 2006, quando si era iniziata a elaborare la statistica. Sono invece aumentati dell'1,8% annuo i prezzi per il solo alimentare, contro la crescita dell'1,1% di marzo (1,6% in gennaio e febbraio).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1,2473$, in aumento dello 0,37% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2412$ seguito da 1.2351$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2526$ seguito da 1,2579$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'AUD è diminuito del 5,91% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6496 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato dal Bureau of Statistics (l'ente di statistica di Canberra), l'inflazione è salita in Australia al 2,2% annuo nel primo trimestre del 2020 dall'1,8% del quarto trimestre 2019 (1,7% nel terzo) e contro il 2,0% del consensus. Su base sequenziale i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,3% contro lo 0,7% precedente (0,5% nel terzo trimestre) e lo 0,2% atteso dagli economisti.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6527$, in aumento dello 0,48% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6464$ seguito da 0.6401$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 0,6560$ seguito da 0,6593$.

Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 3,01% rispetto allo JPY, chiudendo a 106,83 dollari. Dollaro in calo sulla scia del rallentamento nella diffusione del coronavirus e del conseguente allentamento del 'lockdown' da parte di alcuni Paesi, in un mercato che tuttavia resta in attesa dei meeting di Fed e Bce. Dopo i numerosi interventi già messi in campo dalla Fed, questa sera gli investitori passeranno al setaccio le parole del governatore Jerome Powell alla ricerca di indizi su quale sarà il futuro corso dell'istituto centrale. In particolare, l'attenzione degli investitori sarà concentrata sull'entità della contrazione dell'economia Usa provocata dal coronavirus e sull'estensione del periodo in cui la Fed manterrà in tassi a livelli di emergenza.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 106,54$, in diminuzione dello 0,27% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 106.26$ seguito da 105,98$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,07$ seguito da 107,60$.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è salito del 20,94% chiudendo a 16,00 dollari al barile. Sul fronte dei dati macro, EIA (Energy Information Administration) ha comunicato che negli USA alla fine della scorsa settimana le scorte di petrolio hanno fatto segnare un incremento di +8,991 milioni di barili, a fronte di un aumento di 10,619 milioni atteso dagli analisti (settimana precedente: +15,022 milioni).

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 16,81$, in aumento dello 5,06% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 14.39$ seguito da 11.96$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 18.08$ seguito da 19,34$.
 

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