Analisi fondamentale Forex

Nelle ultime 24 ore, il greggio è sceso del 6,05% chiudendo a 23,77 dollari al barile. Sul fronte dei dati macro, EIA (Energy Information Administration) ha comunicato che negli USA alla fine della scorsa settimana le scorte di petrolio hanno fatto segnare un incremento di +4,950 milioni di barili, a fronte di un aumento di 7,759 milioni atteso dagli analisti (settimana precedente: +8,991 milioni). Inoltre, Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti, i tre colossi mondiali del petrolio hanno iniziato a ridurre la produzione. E per la prima volta non solo lo stanno facendo insieme, ma i tagli sono importanti e appaiono distribuiti in modo equo: una novità assoluta, frutto della crisi senza precedenti del settore dell’Oil & Gas più che di scelte politiche, ma che traduce in realtà il patto di collaborazione stretto un mese fa nell’ambito del G20, con risultati che appaiono già visibili anche sui prezzi. Il Brent ha raddoppiato di valore in una settimana, anche se mercoledì 6 ha interrotto il rally per ripiegare a 29 dollari al barile.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 24,18$, in aumento dell'1,72% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 22.65$ seguito da 21.11$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 25,65$ seguito da 27,11$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è diminuito dello 0,39% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0796 dollari. Sul fronte dei dati macro, la produzione industriale della prima economia dell'Eurozona (Germania) è collassata a marzo segnando un -9,2% rispetto al mese prima, facendo peggio delle attese ferme a un -7,5%. Si tratta della maggiore contrazione mai registrata da quando la rilevazione statistica è iniziata nel gennaio del 1991. Su base annua, quindi rispetto al marzo 2019, la flessione è stata dell'11,6%.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0800$, in leggero aumento rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0774$ seguito da 1.0748$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0834$ seguito da 1,0868$.

Nelle ultime 24 ore, la GBP è diminuito del 5,36% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2330 dollari. Sul fronte dei dati macro, le nuove stime della BoE vedono l'economia britannica ridursi del 30% nella prima metà dell'anno a causa della pandemia di coronavirus e il saldo dell'intero 2020 potrebbe essere di -14%, con un successivo rimbalzo del 15% nel 2021. La Bank of England ha precisato che l'entità del calo di quest'anno dipende da quanto tempo rimarranno in vigore le attuali restrizioni. Ieri la Commissione Europea ha diffuso le nuove stime di crescita per l'Europa indicando per l'Italia un -9,5% del PIL nel 2020. Stamattina la stessa Bank of England ha lasciato i tassi di interesse UK invariati allo 0,1%, dicendosi pronta tuttavia a intervenire in qualsiasi momento, nel caso in cui la crisi economica provocata dal coronavirus dovesse peggiorare. Due dei nove membri del board hanno votato per aumentare il programma di stimolo della banca di altri 100 miliardi di sterline (124$ miliardi).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1.2327$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2275$ seguito da 1.2224$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2414$, seguito da 1,2502$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'AUD è diminuito del 7,49% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6387 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto reso noto dal Bureau of Statistics di Canberra, in marzo la bilancia commerciale dell'Australia si è attestata su base rettificata stagionalmente sul surplus record di 10,60 miliardi di dollari australiani, quasi triplicato rispetto ai 3,86 miliardi della lettura finale di febbraio (4,74 miliardi in gennaio) e contro i 6,00 miliardi del consensus di Bloomberg. La performance è stata trainata dal rimbalzo dei corsi di materie prime come iron ore e oro. In marzo le esportazioni dall'Australia sono cresciute del 15% sequenziale contro la flessione del 5% di febbraio (3% il calo di gennaio). Le importazioni sono invece scese del 4% come in febbraio (3% il ribasso di gennaio).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6416$, in aumento dello 0,45% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6379$ seguito da 0.6342$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 0,6453$ seguito da 0,6490$.

Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 3,71% rispetto allo JPY, chiudendo a 106,06 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo i dati diffusi dalla Bank of Japan, la base monetaria del Sol Levante è salita in aprile del 2,3% annuo, in ulteriore rallentamento rispetto al rialzo del 2,8% di marzo (3,6% in febbraio). La base monetaria del Giappone si è attestata lo scorso mese a quota 529.154 miliardi di yen, contro i 509.807 miliardi di marzo (521.104 miliardi in febbraio).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 106.18$, in aumento dello 0.11% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 105,97$ seguito da 105,76$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 106,41$, seguito da 06,64$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato 0,36% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0831 dollari. Sul fronte dei dati macro, in Germania il surplus della bilancia commerciale a marzo 2020 e si e' attestato a 17,4 miliardi di euro da 22,3 miliardi di marzo 2019. In termini destagionalizzati, il saldo della bilancia commerciale estera è in avanzo di 12,8 miliardi di euro dai 21,4 mld rilevati a febbraio (rivisti da 21,6 mld). L'Ufficio Federale di Statistica (Destatis) ha inoltre riportato che le esportazioni sono diminuite del 7,9% rispetto a un anno fa mentre le importazioni sono diminuite del 4,5% nello stesso periodo. Rispetto a febbraio le esportazioni sono crollate dell'11,8% mentre le importazioni sono diminuite del 5,1%, indicando il calo più marcato dall'inizio della rilevazione nel 1990.

Sul fronte dei dati macro USA, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione degli Stati Uniti sono state di 3,169 milioni di unità da 3,846 milioni precedenti (dato rivisto da 3.839 mln) e a fronte di attese di 3,000 milioni. L'Indice del costo del lavoro, in base ad una prima stima preliminare, e' sceso nel primo trimestre del -2,5% dal +1,2% della rilevazione precedente. Le attese degli addetti ai lavori erano fissate su un calo più marcato pari a -5,5%. L'indice della produttività del lavoro (dato preliminare) del primo trimestre 2020 si è attestato a -2,5% rispetto al trimestre precedente da +1,2% del quarto trimestre 2019. Gli analisti avevano previsto un calo del 5,5%.

Nelle ultime 24 ore, la GBP è aumentato del 0,16% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2361 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo il sondaggio pubblicato da GfK (la società di ricerca con base a Norimberga), l'indice della fiducia dei consumatori della Gran Bretagna ha registrato una lieve ripresa nella seconda parte di aprile, salendo a -33 punti dai -34 punti d'inizio mese e di marzo, quando si era attestato sui minimi dal record di -39 punti del luglio 2008. Dallo scoppio dell'emergenza Covid-19 in marzo Gfk pubblica due letture al mese del suo indice (la più recente si basa su dati raccolti tra 20 e 26 aprile). Aprile segna in ogni caso il quarantanovesimo mese consecutivo in negativo per l'indice: l'ultima lettura in positivo considerando anche quelle invariate di febbraio e marzo 2016 risaliva al gennaio di quell'anno, cinque mesi prima del referendum sulla Brexit.
 
Nelle ultime 24 ore, l'USD è è aumentato del 0,16% rispetto allo JPY, chiudendo a 106,27 dollari. Sul fronte dei dati macro, nel mese di aprile il Pmi servizi del Giappone stilato da Jibun Bank e IHS Markit è sceso ulteriormente in fase di contrazione, allontanandosi dalla soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e fase di contrazione (valori al di sotto). L'indice è scivolato a 21,5 punti, rispetto ai 22,8 punti della lettura preliminare e in deciso peggioramento rispetto ai precedenti 33,8 punti.

Il Pmi Composite si è attestato a 25,8 punti, in flessione rispetto ai 27,8 della lettura preliminare e peggio dei 36,2 punti di marzo. IHS Markit, che ha stilato il dato insieme a Jibun Bank, ha commentato i dati sottolineando che, nel mese di aprile, la "crisi economica del Giappone (scatenata dal coronavirus e dal conseguente lockdown) si è intensificata", facendo notare che le componenti dei nuovi ordinativi e della produzione sono scesi a ritmi senza precedenti. I numeri, ha aggiunto, suggeriscono una contrazione del Pil del Giappone a un tasso annuo di circa il 12%.

Sempre nel mese di marzo, le spese delle famiglie giapponesi sono crollate del 6%, dopo il calo dello 0,3% di febbraio, scontando gli effetti della crisi del coronavirus che si è abbattuta nel paese. La flessione, la più forte dal marzo del 2015, dovrebbe riflettersi nel dato preliminare del Pil del Giappone, relativo al primo trimestre, che sarà diffuso il prossimo 18 maggio. Un funzionario governativo ha commentato il crollo delle spese nel corso di un incontro con i giornalisti, affermando che "la spesa delle famiglie sarà stata probabilmente molto negativa nel mese di aprile, ma l'impatto della pandemia è stato piuttosto significativo anche a marzo". Da un sondaggio di Reuters emerge che gli analisti prevedono un calo del Pil a un tasso annualizzato pari a -4,5% nel primo trimestre, e un ulteriore crollo -22% nel trimestre attuale. In caduta anche i salari reali aggiustati tenendo conto dell'inflazione, che a marzo sono scesi per la prima volta in tre mesi, capitolando del 4,1% su base annua, al ritmo più veloce di sempre. Il calo -6% delle spese delle famiglie è stato comunque inferiore al -6,7% atteso dal consensus degli analisti.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è cresciuto dell'1,61% chiudendo a 24,63 dollari al barile. I futures sul petrolio sono saliti più in alto martedì pomeriggio in Asia dopo che l'Arabia Saudita ha annunciato inaspettatamente che avrebbe intensificato i tagli alla produzione a giugno di un ulteriore milione di barili al giorno per aiutare a porre fine all'eccesso di offerta causato dalla diminuzione della domanda e da un temporaneo aumento della produzione di qualche mese fa. Una volta implementato il prossimo mese, l'Arabia Saudita ridurrà la sua produzione totale a 7,5 milioni di barili al giorno, circa il 40% in meno rispetto ai livelli di produzione di aprile. Il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti hanno anche deciso di tagliare la loro produzione di altri 180.000 barili al giorno in totale. I futures WTI degli Stati Uniti sono aumentati dello 0,91 per cento, a 24,36$ al barile. I future sul greggio Brent sono saliti dello 0,34 per cento a 29,73$ al barile dopo aver toccato oltre 30$ al barile all'inizio della sessione. I guadagni sono stati limitati dalle preoccupazioni che la seconda ondata della pandemia di coronavirus stesse iniziando in alcune aree e che la devastazione causata dal virus COVID-19 non abbia ancora avuto un prezzo completo. Molti analisti ritengono che la domanda di petrolio dovrebbe aumentare come globale le economie si riaprono gradualmente, ma poi si chiedono perché fossero necessari ulteriori tagli se la domanda è destinata ad aumentare. I numeri di inventario settimanali saranno rilasciati più tardi martedì dall'American Petroleum Institute. Mercoledì, la US Information Energy Administration rilascerà i suoi numeri.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 24,49$, in diminuzione dello 0,57% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 23.58$ seguito da 22.67$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 25,49$ seguito da 26,49$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è diminuito dello 0,36% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0809 dollari. Sul fronte dei dati macro, il presidente degli Stati Uniti è contrario a rinegoziare la ‘Fase uno’ dell’accordo commerciale tra Usa e Cina, dopo che un quotidiano statale cinese ha riportato che alcuni consiglieri governativi a Pechino premono per nuove trattative, possibilmente invalidando l’accordo. Donald Trump, che aveva già considerato personalmente di abbandonare l’accordo firmato a gennaio, ha detto durante una conferenza stampa alla Casa Bianca di voler vedere se Pechino rispetterà i termini dell’intesa, aumentando drasticamente l’acquisto di beni statunitensi. Il tabloid Global Times ha riportato ieri che dei consiglieri non identificati vicini alle trattative hanno suggerito ai funzionari cinesi di rilanciare la possibilità di un annullamento dell’accordo commerciale per negoziarne uno nuovo, più vantaggioso per la Cina.

Euro ha inizialmente tentato di rafforzarsi durante la sessione di negoziazione di lunedì, ma ha restituito una bella fetta di guadagni quando ha superato il livello degli 1,08. Mostrando segni di stanchezza, il mercato sembra pronto a ribaltarsi, e raggiungerà forse il livello degli 1,0750. Quell’area rappresenta un supporto significativo, ma se viene rotto al ribasso, con probabilità potremmo scendere di altri 100 punti. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0773$ seguito da 1.0750$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0838$ seguito da 1,0877$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,28% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,64 dollari. La Bank of Japan farà il possibile per mettere in sicurezza l'economia del Giappone dagli effetti disastrosi del coronavirus. Lo ha detto il numero uno Haruhiko Kuroda, nel corso della sua audizione di metà anno al Parlamento. "L'economia giapponese resta in condizioni sempre più gravi. L'outlook allo stato attuale delle cose rimane negativo - ha sottolineato Kuroda. "La cosa più importante per noi è adottare misure per rendere più semplice l'accesso ai finanziamenti da parte delle aziende, e stabilizzare i mercati - ha aggiunto il banchiere centrale - Faremo il possibile come banca centrale, lavorando a stretto contatto con il governo". Stando a quanto riportato dalla rete televisiva NHK, in Giappone, stando ai dati aggiornati ieri lunedì 11 maggio, sono in tutto 15.847 le persone colpite dal COVID-19, a fronte di 633 decessi, esclusi i casi della nave che era stata messa in quarantena a Yokohama.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,42$, in diminuzione dello 0,20% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 106.88$ seguito da 106.33$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,87$ seguito da 108,31$.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è cresciuto del 2,88% chiudendo a 25,34 dollari al barile. Sul fronte dei dati macro, secondo le stime riportate martedì dall'American Petroleum Institute (Api), le scorte di greggio in Usa sono rimbalzate di 7,58 milioni di barili nella settimana chiusa l'8 maggio. Le riserve di benzina sono invece salite di 1,9 milioni di barili. I dati dell'Api precedono quelli ufficiali della U.S. Energy Information Administration (Eia), che saranno diffusi in serata. Secondo il consensus di S&P Global Platts, citato da MarketWatch, l'Eia dovrebbe comunicare un incremento di 4,80 milioni di barili per il greggio. I future sul Wti in consegna a giugno avevano chiuso con un balzo del 6,8% martedì al New York Mercantile Exchange a 25,78 dollari il barile.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 25,62$, in aumento dell'1,10% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 24.48$ seguito da 23.35$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 26,49$ seguito da 27,37$.

Nello stesso tempo, l'XAU/USD è aumentato dello 0,44% chiudendo a 1706,70 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'oro è stata di 1706,90$, in leggero aumento rispetto alla chiusura di ieri. In caso di discesa, la quotazione dell'oro potrebbe trovare un supporto a 1697.57$ seguito da 1688.23$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1716,47$ seguito da 1726,03$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato dello 0,38% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0850 dollari. Sul fronte dei dati macro, il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha comunicato che nel mese di aprile l'indice grezzo dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,8% rispetto a marzo risultando pari alle attese ma inferiore alla rilevazione precedente fissata al -0,4%. Su base annuale l'indice si è attestato al +0,3%, inferiore alla lettura di marzo (+1,5%) e al consensus, fissata su un incremento del +0,4%. L'indice Core (esclusi energetici ed alimentari) è diminuito dello 0,4% rispetto al mese precedente (consensus -0,2%). Su base annuale l'indice e' salito dell'1,4% risultando inferiore alla rilevazione precedente e alle attese, rispettivamente fissate su un indice del +2,1% e del +1,7%.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0851$, in leggero aumento rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0801$ seguito da 1.0751$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0893$, seguito da 1,0935$.

Nelle ultime 24 ore, la GBP è diminuita del 5,86% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2264 dollari. Sul fronte dei dati macro, Office for National Statistics della Gran Bretagna ha registrato nel primo trimestre una contrazione del Pil del 2% sul dato del trimestre precedente (quando il Pil aveva mostrato una variazione congiunturale nulla) e dell'1,6% sul corrispondente periodo del 2019 (vs. +1,1 a%a). Entrambi i dati hanno battuto le attese poste rispettivamente a -2,5% e -2,1%, ma difficilmente possono essere letti come positivi. Anche perché accompagnati da una contrazione della produzione del settore delle costruzioni del 5,9% a marzo che conferma l'impatto del Covid-19 e del collegato lockdown su un'economia britannica che difficilmente registrerà un secondo trimestre migliore. Non meno preoccupanti i dati sugli scambi commerciali con la stima di un deficit commerciale di beni passato cresciuto di 12,5 miliardi di sterline (contro i 10 mld attesi) e composto da esportazioni in calo di 16 mld di sterline a quota 86,7 mld e da importazioni in calo a 114 miliardi. Male anche la Produzione Manifatturiera di marzo -4,6% su base mensile (atteso -6,0%).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1.2274$, in aumento dello 0,08% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2224$ seguito da 1.2175$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2350$ seguito da 1,2427$.
 

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