Anche la Germania verso la crisi

il dato diffuso giovedì 6 dicembre fa segnare un incremento del 3,9% di ordini all'industria nel mese di ottobre su base destagionalizzata.

i positivi segnali macro di novembre rappresentano un valido sostegno alla campagna elettorale di Angela Merkel che in settimana di fronte ai delegati della cdu ha dichiarato : il mio è il miglior governo dalla riunificazione.

complimenti : c'è chi va sempre meglio e chi vede aumentare il numero di fallimenti ( 3000 nel primo trimestre )

immagina di essere un imprenditore e non riuscire da 2-3 anni ad avere un reddito netto, che faresti?
 
appunto: se non cedono loro, dobiamo per forza cedere noi
secondo me si deve alzare la produttività
risolvendo ad esempio i nodi di una burocrazia che rallenta l'impresa con regole spesso superflue, e ne sottrae risorse xcon un apparato sovradimensionato che richiede, tramite le imposte, di essere alimentato sottraendo risorse alle imprese

infra, la germania si è ri-strutturata dieci anni fa, e adesso gode i frutti di quell'impegno ( ad es, Agenda 2012 di Shroeder, del 2003 : chi nel 2003 progetta il 2010, poi qualche effetto può serare di averlo;
questo, al netto delle loro evidenti scorrettezze ( a dir poco) : ma chi conosce la storia, sa che dai tempi di Pericle la Atene democratica era assai tirannica con i suoi alleati )
ma noi, come giustemente detto sopra, abbiamo politici interessati al bene personale e non al bene comune, come detto nche dal card Bagnasco due giorni fa

Alzare la produttività lo si fa NON come suggerito da Squinzi aumentando l' orario di lavoro, ma facendo investimenti. L' aumento delle ore di lavoro, produce solo maggiore isoccupazione e nn per quanto espresso dai sindacati che a loro parere maggiore orario lascerebbe furoi i giovani; ma perchè si scende di livello nella competizione andando a scontrarsi con l' estremo oriente.
Ma gli Investimenti possono SOLO derivare da riduzione dell' apparato statale, da un migliore impiego delle risorse che sia volta alla riduzione dei costi per le e la società, che permetterebbe di liberare risorse per la ricrca che dovrà essere integrata e nn per dire ritornare ad concetto di distretto ma allargato allo stato, ma c'è tanto da dire e sono in partenza...

:)
 
Alzare la produttività lo si fa NON come suggerito da Squinzi aumentando l' orario di lavoro, ma facendo investimenti. L' aumento delle ore di lavoro, produce solo maggiore isoccupazione e nn per quanto espresso dai sindacati che a loro parere maggiore orario lascerebbe furoi i giovani; ma perchè si scende di livello nella competizione andando a scontrarsi con l' estremo oriente.
Ma gli Investimenti possono SOLO derivare da riduzione dell' apparato statale, da un migliore impiego delle risorse che sia volta alla riduzione dei costi per le e la società, che permetterebbe di liberare risorse per la ricrca che dovrà essere integrata e nn per dire ritornare ad concetto di distretto ma allargato allo stato, ma c'è tanto da dire e sono in partenza...

:)

ferpettamemte d'accordo
aggiungo che all'estero hanno una ottima opinione della produttività del singolo italiano: prova indiretta ne sia che chi emigra riesce a trovare lavoro

il problema è che, a livello di sistema, la PA abbassa la media della produttività per addeddo
indiretta prova una delle ultime esternazioni di Monti sull'orario dei docenti .. nel privato, manco a sognarsele certe prese di posizione
 
emigro

a livello di aneddoto, è impressionante il numero di persone che mi hanno detto che pensano/vogliono/stanno andando all'estero
le prossime elezioni sono molto importanti

ce ne siamo gia' andati, ma voi continuate pure fateci sapere quando avete finito di distruggere l'Italia :up:

Emigranti Italiani "battono" Immigranti Stranieri 50mila a 27mila

IL GRANDE BLUFF: ITALIA, INVERSIONE DI TENDENZA del 2011: Emigranti Italiani "battono" Immigranti Stranieri 50mila a 27mila...
 
ce ne siamo gia' andati, ma voi continuate pure fateci sapere quando avete finito di distruggere l'Italia :up:

Emigranti Italiani "battono" Immigranti Stranieri 50mila a 27mila

IL GRANDE BLUFF: ITALIA, INVERSIONE DI TENDENZA del 2011: Emigranti Italiani "battono" Immigranti Stranieri 50mila a 27mila...


per quanto riguarda il distruggere l'italia, ce la caviamo benissimo, grazie anche al tuo generosissimo apporto mediatico :)

sembra invece che gli europei abbiano idea di evitare che ci facciamo troppo male,
alla faccia degli antieuropeisti :rolleyes:


aspettiamo la fine della partita per capire chi ha vinto?
si fa così anche nello sport :) :)
 
per quanto riguarda il distruggere l'italia, ce la caviamo benissimo, grazie anche al tuo generosissimo apporto mediatico :)

sembra invece che gli europei abbiano idea di evitare che ci facciamo troppo male,
alla faccia degli antieuropeisti :rolleyes:


aspettiamo la fine della partita per capire chi ha vinto?
si fa così anche nello sport :) :)



la responsabilita' e' di chi ha vantaggi dall'attuale sistema

non e' vero che gli europei cercano di evitare, ma fanno solamente quello che li conviene

e non c'e' nulla da aspettare il fallimento lo vedi camminando per l'italia e non da ieri

manca solo il crollo dell'immobiliare e poi anche i ciechi potranno vedere
 
la responsabilita' e' di chi ha vantaggi dall'attuale sistema

non e' vero che gli europei cercano di evitare, ma fanno solamente quello che li conviene

e non c'e' nulla da aspettare il fallimento lo vedi camminando per l'italia e non da ieri

manca solo il crollo dell'immobiliare e poi anche i ciechi potranno vedere


ok ok continua col millenarismo
del resto anche ai tempi del Savonarola era assai gradito alle masse confuse :) :)
(non che non vi fosse crisi neh... alla fine fummo invasi e finì il rinascimento :rolleyes:
ma almeno siamo scampati alla guerra dei trent'anni :)
e sotto la MariaTeresa c'è gente che ancora oggi vorrebbe tornare :D )
 
Una campana fuori dal coro bilderberg

UNA CAMPANA FUORI DAL CORO BILDERBERG





Münchau: bentornato cavaliere!



Wolfgang Münchau è probabilmente l'unico commentatore tedesco ad applaudire il ritorno di B. nell'arena politica: il rigorismo sarà rimesso in discussione e Merkel dovrà finalmente raccontare la verità. Da Der Spiegel
Berlusconi dovrebbe essere il prossimo presidente del consiglio italiano? Naturalmente no! Ma la sua candidatura è una buona notizia: finalmente l'austerità sarà un tema da campagna elettorale.


Sono fra i pochi in Germania felici per il ritorno nell'arena politica di Silvio Berlusconi. Non credo possa tornare a capo del governo. Gli italiani ne hanno abbastanza di lui. E non lo vogliono vedere di nuovo al potere.


La mia gioia è dovuta a una speranza: durante la campagna elettorale il consenso sull'austerità potrebbe venire meno. Grazie al suo ritorno, per la prima volta, il rigorismo in un grande paese europeo diventa un tema da campagna elettorale. Non è stato cosi' nelle elezioni spagnole del 2011, e nemmeno nel 2012 in Francia. Peer Steinbrück e Angela Merkel sulle politiche anticrisi hanno solo delle piccole distinzioni retoriche.


In Italia ci sarà finalmente una discussione politica: è giusto durante una recessione applicare politiche di risparmio e seguire i diktat di risparmio tedeschi? Io lo trovo fantastico.


La situazione politica in Italia è un po' confusa.
Secondo gli ultimi sondaggi i socialdemocratici guidati da Pier Luigi Bersani sono intorno al 30%;
il partito antieuropeo del comico Beppe Grillo è tra il 15 e 20 %.
Il partito di Berlusconi fra il 14 e il 18 %.
La Lega è intorno al 6%,
i Cristianodemocratici vicini al 5%.
Un ipotetico partito di Monti avrebbe circa il 3%, ma il potenziale viene stimato intorno al 10%.
Berlusconi percio' non ha nessuna possibilità di essere rieletto. Ma una maggioranza al senato è comunque possibile, e in questo modo potrebbe bloccare il futuro governo.



In Italia ci si sente come in una grande depressione


Un governo di centrosinistra guidato da Bersani resta l'opzione piu' probabile. Dopo tutto, quello che Bersani ha detto nei giorni scorsi rappresenta solo il proseguimento della politica di Mario Monti con altri mezzi. Bersani promette piu' austerità, piu' tagli, solo un po' piu' di giustizia sociale.


Il deterioramento della situazione economica metterà le ali ai critici del governo Monti. La recessione è molto peggiore delle previsioni, le vendite di Natale sono deludenti, i dati sulla povertà schizzano verso l'alto. Ma le statistiche economiche riflettono raramente le sensazioni causate da una crisi. In Italia si ha l'impressione di essere in una grande depressione.


La grande maggioranza degli economisti italiani non è affatto d'accordo con l'austerità. Comprendono la dinamica devastante delle politiche di risparmio. I critici di Monti non sono solo degli anti-europei ossessionati, di cui in Italia ce ne sono pochi, ma persone che rifiutano la politica di risparmio per altre ragioni.


Berlusconi ha un altro vantaggio argomentativo. Non ha tabu'. Ha già detto una volta che non si deve escludere un'uscita dall'Euro. Sul punto aveva ragione. Siamo in circostanze in cui per l'Italia un'uscita dall'Euro potrebbe essere la soluzione migliore. Il paese ha perso competitività, difficile da recuperare in una fase di recessione. I salari italiani dovranno stagnare o comprimersi per un decennio. Ogni anno il paese dovrà ottenere avanzi di bilancio primari - prima del pagamento degli interessi - per ridurre il debito. E questo non una sola volta, piuttosto anno dopo anno.


Se gli italiani vorranno restare nell'Euro, ci saranno 10 anni durissimi


Adesso immaginatevi la seguente dinamica: il centrosinistra vince le elezioni. Bersani diventa il primo ministro, Monti il Presidente della repubblica. Contro di loro in parlamento un'opposizione euroscettica che vuole cacciare il governo. Alle prossime elezioni fra 5 anni - se il governo potrà resistere cosi' a lungo - i frutti della ripresa non dovranno essere solamente riconoscibili, ma già redistribuiti. Altrimenti il governo sarà a rischio debacle elettorale.


Ma non succederà cosi' rapidamente. L'esperienza greca mostra che la durata di questo processo di aggiustamento viene sempre sottovalutata. Se gli italiani vorranno restare nell'Euro, li aspetta un decennio di risparmio e di orrore. Forse anche di piu'. E già ora molti italiani sono a corto di soldi. Non capisco come possa funzionare politicamente.


Decisivo non sarà il risultato, piuttosto la polarizzazione politica che si avrà in queste elezioni. Se la eurocrisi diventasse una questione politica prioritaria, allora cambierebbero i parametri di tutta la crisi.


La strategia di Angela Merkel, presentare la verità al suo elettorato a piccole dosi digeribili non potrà continuare. Questo è anche il motivo per cui ogni politico a Berlino, Parigi e Brussel è cosi' spaventato dal ritorno di Silvio Berlusconi.


E questo lo trovo grandioso.
 
Europa, ora il debito tedesco fa paura

Europa, ora il debito tedesco fa paura - Yahoo! Finanza Italia
Anche la Germania deve fare i conti con il suo debito pubblico. Secondo Bruxelles non ci sono rischi nel breve termine, ma bisogna ridurre il debito. Tutta colpa della spesa previdenziale e sanitaria di uno Stato sempre più vecchio. Il Rischio è che il debito non scenderà sotto il 60% del Pil prima del 2030. Uno smacco per i tedeschi che, fino ad ora, hanno fatto da traino alla malconcia Eurolandia.



Insomma, anche l’impassibile cancelliera deve tenere sotto controllo i conti pubblici.

E chi lo avrebbe mai detto?

La Commissione europea che con il suo consueto 2012 Fiscal sustainability report si è messa a fare le pulci (finanziarie) a Berlino.
Niente di grave, sia ben chiaro.

Ma se non ci sarà un’inversione di tendenza “il debito pubblico tedesco non scenderà sotto quota 60%, il limite massimo stabilito dal Fiscal compact, prima del 2030”, sostiene l’Ue. Il che significa che anche la Germania deve applicare le regole del rigore.
Chi di austerity ferisce, verrebbe da pensare.
Ma lasciando da parte i soliti proverbi, la questione teutonica non è affatto da prendere sotto gamba.
Non ci sono solo Grecia, Spagna o Italia a rischiare grosso. Perché come sostiene il team guidato da Per Eckefeldt, economista della Direzione generale con delega agli Affari economici e monetari della Commissione Ue, Berlino dovrebbe rendere sostenibile il proprio debito pubblico. “Nessun rischio nel breve periodo”, si legge nel report, ma il timore è quello che un’inversione del saldo primario strutturale possa mettete a rischio i conti pubblici tedeschi.




Adesso analizziamo un po’ i dati dei conti tedeschi.

La Commissione Ue ricorda che il debito è pari all’80,5% del Pil (dati 2011). Si tratta di oltre 20 punti percentuali la famosa barriera del Fiscal compact, il nuovissimo patto fiscale europeo.

Il saldo primario, per far fronte alla spesa pubblica, deve essere migliorato di 1,4 punti percentuali di Pil annui.
E l’austerity pare la via designata per raggiungere questo obiettivo.
Il saldo primario previsto per il 2014 è del 2,5% del Pil, in aumento rispetto all’1,8 dell’anno scorso. Un aumento importante ma non decisivo per la sostenibilità del sistema welfare.
Non è un Paese per vecchi. O forse sì, perché la Germania sta diventando sempre più anziana.
E i costi per pagare le pensioni, uniti a quelli sanitari, stanno lievitando sempre di più. Tra il 2010 e il 2060 la spesa pubblica per il sistema previdenziale, più quello sanitario, sarà in media del 3,6% l’anno – secondo i dati riportati da Linkiesta – contro una media europea del 2,9 per cento. Molto. E anche se è vero che dare sempre colpa alla crisi ormai è diventato noioso e fin troppo semplice, è altrettanto indubbio che nei prossimi anni se gli europei non si decideranno a fare più figli, l’eurozona presto dovrà fare i conti, tra le tante, con la spesa per il welfare. Soprattutto il prossimo anno che sarà di stagnazione. A dirlo è la Bundesbank che si sbilancia ipotizzando una crescita dello 0,4% dell’economia tedesca nel corso del 2013, al di sotto delle previsioni.


La Germania, è giusto precisarlo, è il maggiore contribuente europeo. Versa più di tutti nei due fondi di stabilizzazione, Efsf e Esm. L’intero ammontare è pari a 401,046 miliardi di euro. Mica poco. Nello specifico, per quanto riguarda l’Efsf (European financial stability facility) la Germania ha posto garanzie finanziarie per 211,046 miliardi. Riguardo al secondo, invece, ci si avvicina ai 190 miliardi di euro. In buona sostanza per salvare la Grecia, Irlanda e Portogallo, oltre alle banche iberiche, Berlino ha speso più soldi in assoluto.
La Germania rimane, senza dubbio, il motore trainante dell’Unione europea. Ma “il ruolo di Berlino nella crisi dell’area euro, ovvero di principale salvatore delle economie meno virtuose, rischia di peggiorare i conti pubblici tedeschi da qui al 2015”, è il monito di Société Générale.

Pagare per non fare uscire nessun Paese dall’euro ha il suo prezzo. Che anche la Germania non può evitare.
 

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