ANCHE LA MIGLIOR MASCHERA LASCIA GLI OCCHI SCOPERTI

Piuttosto. Non ho trovato un articolo che parli del clima. Strano.

Sono giorni che in cielo non ci sono scie di aerei. Chissà come mai ?
Strano vero ?. Perchè gli orari dei voli degli aerei sono sempre quelli.
Ma da giorni non ci sono più aerei che solcano i cieli fuori rotta. Forse c'è qualche sciopero ?

Il barometro è sopra i 1010.

Ed ora gli agricoltori si lamentano. Chiediamoci come mai non piove ?

Ma dai. Non sarà mai che qualcuno altera l'andamento climatico per generare uno squilibrio,
un danno produttivo e forse un vantaggio per qualche multinazionale ?

Ma no. Sono elucubrazioni. Stupidate. Fandonie.....Fanfaronate.........e come no. Però non piove .........

Ed i prodotti agricoli aumentano di prezzo. E gli scaffali dei supermercati sono pieni
di prodotti che arrivano da ogni parte del mondo......meno che dall'Italia......ahahahahah

Sveglia
 
Stasera due grossi cinghiali hanno passeggiato a lungo, avanti e indietro, per via Manara.
Sono stato informato dai vicini, che hanno anche telefonato ai Carabinieri,
che tuttavia non hanno potuto intervenire (forse è cosa al di fuori delle loro responsabilità, o forse avevano impegni più impellenti).

Io ho inutilmente cercato un numero della Polizia Municipale, al quale segnalare la faccenda.
Casualmente la vicina ha un'amica guardiacaccia (non so in quale area della provincia) e a lei si è rivolta,
ma la catena di comunicazioni e allerta si è allungata, e i tempi pure.
Da dietro il cancello ho visto i due cinghiali, ora spariti e a spasso chi sa dove:
sono grossi e non mi piacerebbe per nulla doverli incontrare per strada.
Credo che siano UN PERICOLO POTENZIALE MOLTO SERIO.
Riterrei opportuno venisse dato un segnale di allerta, che venisse organizzata una ricerca,
e che - anche fuori dell'orario di ufficio - ci fosse modo di comunicare con la Polizia Municipale
e chiederne l'intervento. Se il modo c'è io non l'ho trovato.

A 24 ore di distanza dal primo avvistamento in centro Merate a un centinaio di metri dal municipio,
i due esemplari di cinghiale sono stati nuovamente individuati e immortalati questa volta
in Via Manara la traversa di Via Antonio Baslini che sale verso il cimitero.

A dare il segnale di una "presenza" in strada è stato il cane di un residente
che ha iniziato ad abbaiare in maniera un poco anomala.
Quando il padrone si è affacciato ha visto i due ungulati, di ragguardevoli dimensioni
che scorrazzavano da un lato all'altro della strada a fondo chiuso, fermandosi ai bordi delle recinzioni
probabilmente alla ricerca di cibo. Per nulla spaventati i due animali hanno continuato a muoversi nella via,
anche quando un altro residente è arrivato e ha parcheggiato l'auto trovandoseli praticamente di fronte.

Poi se ne sono andati. La loro presenza è decisamente anomala in città, in pieno centro storico.

In realtà, a seguito della segnalazione fatta ai carabinieri e poi girata alla polizia provinciale,
una squadra ha provveduto a fare un sopralluogo ma chiaramente arrivando ormai ad animale scappato.
 
La Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, nella loro lunga vita, sono stati accusati di tutto.
Spesso a ragione. Anche perché è grazie a loro che un paese uscito distrutto dalla guerra è diventato,
con tutti i suoi squilibri e le sue plateali contraddizioni, una potenza economica europea.

E invece non si parla quasi mai della vera colpa, del vero peccato originale di cui Dc e Pci sono responsabili,
di quel virus che ha contagiato il nostro sistema politico fino a fargli partorire la deriva demagogica che oggi spadroneggia nelle stanze del potere.
E che sembra roba nuova, roba fresca, roba germogliata dal governo degli scappati di casa,
ma che invece affonda le sue radici nella storia profonda della Repubblica.

Il vero delitto compiuto da Dc e Pci è stato l’aver impedito la nascita di un sano, autonomo e vigoroso pensiero liberale,
che avrebbe poi dovuto strutturarsi in un vero partito che occupasse lo spazio politico di destra
secondo i canoni ben noti al mondo anglosassone, ma anche, con caratteri diversi, a quello tedesco e francese.

In Italia, invece, per ragioni storiche evidenti, la presenza di questi due ircocervi,
questi due conglomerati onnivori e omnicomprensivi, ha impedito lo sviluppo di una normale dialettica
centrodestra-centrosinistra, che è invece andata a strutturarsi tra un enorme, gassoso partito interclassista
che fagocitava tutto al suo interno – dai cattocomunisti alla Dossetti fino ai clericofascisti –
e una sinistra totalmente egemonizzata dal mito retorico del comunismo,
peraltro sempre smentito da un formidabile pragmatismo amministrativo,
che ha ridotto a uno stato ancillare la componente socialista. Quindi niente riformismo a sinistra,
niente liberismo a destra, eterno governo della Dc grazie al fattore K,
eterno sottogoverno e controllo di scuola, università ed editoria da parte del Pci. Punto.

E così, la natura intrinseca dei due partitoni impediva loro di basarsi sui principi della persona,
dell’individuo, del merito, della libertà di pensiero e di intrapresa, del mercato, della competizione eccetera,
quanto invece sul mito fondante - ed eccoci arrivati finalmente al punto - della gente, della massa, del gruppo.

Del popolo. Il popolo dei democristiani. Il popolo dei comunisti. Il popolo.
Anzi, il Popolo come pietra d’angolo di ogni ragione, di ogni intelligenza, di ogni sapienza, di ogni lungimiranza. Il popolo.
Il popolo e la sua oratoria, la sua immortalità, la sua imbalsamazione, il suo essere vessillo di qualsiasi prossemica dialettica.
E il fatto che, ad esempio, le classi dirigenti del Pci - generalmente di altissimo livello culturale e intellettuale -
fossero super elitarie appare davvero irrilevante. Tutto il resto al di fuori del mito del popolo era fuffa,
visto che ogni dinamica sociale e politica è sempre passata, per poi deflagrare
- pensate a quale dose di populismo abbia rappresentato il Sessantotto prima e tutta la decade schifosa e tragica degli anni Settanta poi
- attraverso l’artificio del popolo, della gente, della livella, insomma, del diciotto politico che altro non era
se non - ma guarda un po’ - l’antenato pulcioso e forforoso dell’odierno “uno vale uno”.

Quindi, i nostri eroi oggi nella stanza dei bottoni, sui quali giustamente ironizziamo e sghignazziamo
e ci sbellichiamo mane e sera, non è che saltino fuori dal nulla o siano gli equivalenti degli Hyksos
e della loro invasione o siano sbarcati da Saturno o rappresentino chissà quale cesura rivoluzionaria.

No. So’ piezz’e core, so’ scarrafoni a mamma soja, sono made in Italy, sangue del sangue,
perché, come diceva il rimbambitissimo generale Pariglia di “Vogliamo i colonnelli” nel suo proclama alla nazione:
“C’è un grande passato nel nostro futuro!”.

La narrazione da sciampiste, da bar sport, da circolo delle bocce della rivolta degli ultimi contro la casta,
della ribellione degli umiliati e offesi contro le tecnocrazie, dei virgulti della patria contro i professionisti del palazzo,
per quanto innovativa appaia sui social, spurga dalla sentina della peggio enfasi sessantottarda
che ha distrutto la cultura del merito e dell’individuo nella scuola e nell’università e che ha innervato
la pubblicistica di giornali e media assortiti per decenni, fino a diventare un’alluvione grazie alla disintermediazione digitale.

Diciamoci la verità: alla fine, sono sempre le solite balle.

La solita caccia al nemico responsabile di tutto (una volta l’ebreo, un’altra il francese, stavolta il negro),
la solita elargizione a pioggia di denari pubblici (una volta i falsi invalidi di Avellino, un’altra i forestali della Calabria, stavolta i finti poveri del reddito di cittadinanza),
il solito nazionalismo straccione (una volta la vittoria mutilata, un’altra Sigonella e i gringos, stavolta noi l’Europa la prendiamo a calci in culo),
le solite adunate oceaniche (una volta il balcone di quello là, un’altra i comizioni del Migliore, stavolta i predellini di questo qua e le ruspe di quello lì),
la solita stampa che prima insulta e critica, ma poi, appena capito chi è il nuovo padrone del vapore, inizia a sbavare, a tappetare, a stuoinare a nastro.

Tutto sempre e comunque nel nome e per conto del popolo, quello di cui ci si infarcisce la bocca
dimenticandosi che il popolo è quello dell’assalto ai forni, quello del dagli all’untore,
quello del soccorso al vincitore e, soprattutto, quello che di fronte alla scelta se salvare Barabba o quell’altro, ha scelto Barabba.
È’ scritto nel Vangelo. Che, almeno lui, di balle sul popolo non ne ha mai scritte.
 
Caro il "mio" presidente. No.No. Così non va.

“Parlamento sovrano ma no controllo credito”
.
Primo fra tutti i rischi elencati da Mattarella sull’erogazione del credito e l’indipendenza
di una serie di istituzioni che vanno da Bankitalia alla Bce, dalla Consob all’Ivass.
Vediamo alcuni di questi paletti: “Non è in alcun modo in discussione, ovviamente,
il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta ma non può, tuttavia,
passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari,
questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa
“analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento”, scrive il capo dello Stato nella lettera.
Ed aggiunge: “Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia”.

“Rischi di incostituzionalità”.
Ed ecco il primo rilievo costituzionale evidenziato dai tecnici del Quirinale che tocca proprio i rapporti tra politica e banche:
“L’eventualità che soggetti, partecipi dell’alta funzione parlamentare ma pur sempre portatori di interessi politici,
possano, anche involontariamente, condizionare, direttamente o indirettamente, le banche nell’esercizio del credito,
nell’erogazione di finanziamenti o di mutui e le società per quanto riguarda le scelte di investimento
si colloca decisamente al di fuori dei criteri che ispirano le norme della Costituzione”.

“No a sovrapposizioni con le autorità indipendenti”.
Andando al cuore del problema che sta a cuore al presidente, cioè l’assoluta autonomia della Banca d’Italia e non solo,
la lettera è molto chiara sui conflitti che si potrebbero presto presentare:
“occorre evitare il rischio che il ruolo della Commissione finisca con il sovrapporsi
– quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato – all’esercizio dei compiti propri
di Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea.
Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell’ordinamento italiano
e da disposizioni dell’Unione Europea, vincolanti sulla base dei relativi trattati”.

Bce e Banca d’Italia non possono accettare istruzioni o interferenze”.
Ma non basta. Se non fosse già stato abbastanza chiaro Mattarella aggiunge:
“Ricordo che né le banche centrali né, tanto meno, la Banca centrale europea possono sollecitare
o accettare istruzioni dai governi o da qualsiasi altro organismo degli Stati membri”.

Infine un paletto viene piantato a difesa dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura:
“Il principio di non interferenza e quello di leale collaborazione vanno affermati anche nei rapporti
tra inchiesta parlamentare e inchiesta giudiziaria” perché, sottolinea Mattarella,
“l’inchiesta parlamentare non deve influire sul normale corso della giustizia
ed è precluso all’organo parlamentare l’accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità”.

“I presidenti delle Camere vigilino”.
Il perimetro è tracciato e la lettera del presidente della Repubblica non poteva che chiudersi con una “sensibilizzazione”
diretta ai destinatari della missiva, cioè i presidente di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati:
“Sono certo” che i presidenti del Senato e della Camera, nell’esercizio delle loro prerogative, seguiranno
“con attenzione lo svolgimento dei lavori della Commissione affinché sia assicurato il rispetto dei limiti
derivanti dalla Costituzione e dall’ordinamento della Ue nonché il rispetto dei diversi ruoli e responsabilità”.

Ora il tutto è, nero su bianco, agli atti di un percorso che deve ancora iniziare. (fonte Ansa)
 
“in Italia, dal 1978 a oggi, sono stati uccisi sei milioni di bambini e ne sono stati salvati 200mila. Ecco lo Stato ha tradito se stesso”.
 
Giudici ? Mah......Mi piace il significato del verbo "giudicare".

Escono ad uno ad uno: è un fatto. Dopo pochi giorni di galera.

Non erano stati visti dalle telecamere?
Così aveva detto chi li aveva arrestati, ora in quelle immagini si vede altro?

Lesioni nei referti medici: altro fatto.

Ma donna, attenta a denunciare: lo ha capito la ragazza della Circumvesuviana, pentita di aver denunciato.
 
Anche qui ci sono state mutazioni nel clima......di chi la colpa ? Greta ?

Il pianeta rosso non era poi così rosso, anzi era decisamente azzurro proprio come la Terra.

Questo è quanto emerge da un nuovo studio dell’University of Southern California
che ha individuato un sistema di falde acquifere situate a 750 metri di profondità nel sottosuolo di Marte.
Secondo gli scienziati, l’acqua risaliva dalle falde originando flussi di acqua in superficie
proprio vicino all’equatore del pianeta, un indizio che in un passato molto lontano
anche Marte sia stato ricoperto di laghi e oceani proprio come la Terra.

I ricercatori guidati da Essam Heggy e Abotalib Z. Abotalib hanno pubblicato il risultato dello studio sulla rivista Nature Geoscience.
In particolare, si sono concentrati sullo studio delle caratteristiche delle strisce di sabbia bagnata
che compaiono stagionalmente sui pendii marziani e che vengono chiamate ‘recurring Slope Lineae’.

Fino ad oggi gli scienziati ritenevano che queste linee fossero collegate ai flussi di acqua superficiali
e fossero scavate dallo scioglimento del ghiaccio, ma il confronto con strutture simili osservate
in alcuni deserti della Terra come il Sahara hanno portato Heggy e colleghi a definire una ipotesi alternativa alla loro formazione.

Secondo Heggy, le linee non sono scavate da acque superficiali ma dalla risalita di flussi d’acqua dal sottosuolo,
proprio come accade nella penisola arabina e nel Sahara. Il team di ricercatori ha ipotizzato che le sorgenti di acqua
situate a 750 metri di profondità nel pianeta Marte, siano in grado di risalire a causa della variazione di pressione
generando così i solchi che si vedono nelle foto inviate dalle sonde in orbita intorno al pianeta rosso.

Dopo la scoperta di un gigantesco lago sotterraneo di acqua salata al polo Sud del pianeta rosso nel luglio 2018,
il nuovo studio di Heggy e colleghi sulle falde acquifere suggerisce che Marte in passato fosse molto più simile alla Terra di quanto immaginiamo.

Vedere il pianeta oggi rosso, e prima azzurro, fornisce così uno sguardo sul futuro del nostro, ha spiegato Heggy:
“Comprendere come si è formata la falda acquifera su Marte, dove è oggi e come si muove,
ci aiuta a comprendere l’evoluzione delle condizioni climatiche su Marte negli ultimi tre miliardi di anni”.

L’evoluzione di Marte infatti potrebbe descrivere anche quella della Terra e comprendere il clima marziano
è cruciale per capire quale sarà a lungo termine il destino del clima terrestre e del nostro pianeta. (Nature Geoscience)
 
Chissà chi ce l'ha più duro......

C'è tensione a Palazzo Chigi sulla nascita della commissione d'inchiesta sulle banche.
Tanto che adesso non si esclude la possibilità di sostituire Gianluigi Paragone alla sua presidenza.

Sergio Mattarella vuole andarci cauto e anche Giuseppe Conte nutre molti dubbi.
Compreso quello sul nome di chi dovrà presidere la commissione.

Luigi Di Maio
ha definito "inaccettabile" il veto su Paragone, prendendo così le distanze, per l'ennesima volta dalla Lega.
Ce l'ha soprattutto, rivela La Stampa, con il sottosegretario Giancarlo Giorgetti,
accusato di fare da sponda alle preoccupazioni del governatore di Bankitalia Ignazio Visco.

Per i grillini il sottosegretario leghista è nel governo la garanzia di ferro per il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi e per Visco.
Gli stessi presidente che il M5s individua come potenziali "imputati".
Ora si ragiona in un'ottica di legislatura: se la maggioranza dovesse superare le prossime sfide,
ci sarà anche tempo per aspettare che Draghi, dal 31 ottobre, non abbia più la copertura della Banca centrale europea.

Certamente il nome di Paragone, lo ammettono anche nella Lega e nel Movimento,
potrebbe alla fine essere accantonato, per far spazio a un profilo più rassicurante.

Magari la scelta ricadrà su Pierferdinando Casini alla testa della commissione voluta da Matteo Renzi.
 
“Hanno invitato tutti poi ci sono quelli contro il Medioevo che non vengono, a me non sembra che il Medioevo sia parlare di famiglia”.
 
Robe che soltanto il Pd.
O meglio, il "nuovo" Pd di Nicola Zingaretti.

Si parla ancora delle improvvide dichiarazioni del neo-tesoriere, Luigi Zanda,
il quale dimostrando di avere gran fiuto politico (si fa per dire) ha proposto di alzare lo stipendio ai parlamentari.

Da non credere, ma tragicomicamente tutto vero: Zanda, nominato proprio da Zingaretti, lo sostiene senza alcuna ironia.
E dalle parole del tesoriere si è affrancato lo stesso Zingaretti, affermando di non riconoscersi in quanto detto da Zanda.

Ancor peggio Alessia Morani, che secondo quanto riporta La Stampa ha tagliato corto
: "Quella di Zanda è una cazz*** a titolo personale". E per una volta la Morani ha perfettamente ragione.

Nel Pd, insomma, c'è un bel clima...
 

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