ANCHE SE GIRIAMO IL MONDO IN CERCA DI CIO' CHE E' BELLO, O LO PORTIAMO GIA' IN NOI O NON LO TROVEREMO MAI.

Mentre in Italia si continua a discutere di Tachipirina e di vigile attesa,
in giro per il Mondo per fortuna continuano le ricerche, non solo in chiave vaccinazioni,
ma anche dal punto di vista dei piani terapeutici, per migliorare, sia in fase preventiva sia curativa,
la risposta delle persone agli attacchi del Coronavirus.


Anche tantissimi medici italiani non stanno con le mani in mano:
in oltre 100mila si sono collegati in una chat privata in cui si scambiano informazioni dirette,
molte delle quali stanno salvando parecchie vite.

Soprattutto stanno evitando il ricovero di troppi, tanti, pazienti affetti dal virus.


Secondo i dati di uno studio clinico di fase II negli Stati Uniti,
un farmaco antivirale scoperto inizialmente dalla società di sviluppo di farmaci senza scopo di lucro
DRIVE di Emory sembra sicuro e riduce la SARS-CoV-2 a livelli non rilevabili nei pazienti COVID-19 dopo cinque giorni di somministrazione.

Si chiama Molnupiravir.

Precedentemente noto come EIDD-2801, può essere somministrato come pillola in ambiente ambulatoriale,
il che potrebbe essere un passo avanti in termini di facilità di distribuzione e convenienza.


Sebbene Remdesivir e gli Anticorpi Monoclonali antivirali abbiano ricevuto le autorizzazioni per l’uso di emergenza dalla FDA,
devono essere somministrati per via endovenosa o per iniezione.

Inoltre, farmaci come il Molnupiravir potrebbero affrontare in modo flessibile le varianti SARS-CoV-2, che sono emerse come una preoccupazione negli ultimi mesi.

Nello studio clinico più recente, Molnupiravir ha eliminato il coronavirus infettivo dai tamponi nasali
entro cinque giorni in tutte le persone che lo assumevano.

Per fare un confronto, un quarto delle persone che ricevevano placebo aveva ancora virus rilevabili nei tamponi nasali al quinto giorno.

I medici di Emory, proprio per non avere coinvolgimenti, non sono stati coinvolti nella sperimentazione clinica ,
che ha reclutato 202 adulti con sintomi COVID-19 presso cliniche ambulatoriali negli Stati Uniti.

I dati sono stati presentati alla recente Conferenza sui retrovirus e le infezioni opportunistiche (CROI).


Molnupiravir agisce costringendo l’enzima virale che copia il materiale genetico di SARS-CoV-2 a fare così tanti errori che il virus non può replicare.

In questo studio i ricercatori hanno reclutato 202 adulti che sono stati trattati in una clinica ambulatoriale
con febbre o altri sintomi di un virus respiratorio e hanno confermato l’infezione SARS-CoV-2 entro il giorno 4.

Una singola pillola del farmaco sperimentale Molnupiravir presa due volte al giorno per 5 giorni
ha eliminato SARS-CoV-2 dal Tampone Rinofaringeo di 49 partecipanti.


Ciò ha portato Carlos del Rio, MD, illustre professore di medicina presso la Emory University di Atlanta, in Georgia,
a suggerire un futuro in cui un farmaco come il Molnupiravir potrebbe essere assunto nei primi giorni di sintomi.

Questo farmaco offre il primo farmaco orale antivirale che poi potrebbe essere utilizzato in ambito ambulatoriale.

Wendy Painter, MD, di Ridgeback Biotherapeutics, che ha presentato i dati alla conferenza virtuale sui retrovirus e le infezioni opportunistiche, è d’accordo.

Sebbene i dati siano promettenti, “avremo bisogno di vedere se le persone migliorano dalla malattia reale”
per valutare il valore reale del farmaco nell’assistenza clinica.

Sono attualmente in corso studi di fase 2/3 sull’efficacia e sulla sicurezza del farmaco in pazienti ospedalizzati e non.

In una breve presentazione preregistrata dei dati, Painter ha esposto ciò che i ricercatori sanno finora:
studi preclinici suggeriscono che Molnupiravir è efficace contro una serie di virus, inclusi i coronavirus e in particolare SARS-CoV-2.

Impedisce a un virus di replicarsi inducendo una catastrofe di errore virale ,
essenzialmente sovraccaricando il virus con la replicazione e la mutazione fino a quando il virus si brucia e non può produrre copie replicabili.

In particolare, le pillole non devono essere refrigerate in nessun momento del processo,
alleviando le sfide della catena del freddo che hanno afflitto i vaccini.
 
Al di la del farmaco, la strategia di farti ammalare per poi metterti in rianimazione a 1000 euro al giorno
deve essere stata la linea guida di Conte-Speranza-Draghi.

State murati in casa e non rompete.
 
Quando riaprono i ristoranti?
Dal 26 aprile in zona gialla bar e ristoranti possono stare aperti a pranzo e a cena,
purché all’aperto.

meteo 26/04/2021 ore 18:50
PROSSIME ORE con piogge al Nord sempre più forti Tornano le piogge nelle prossime ore e saranno sempre più forti al Nord

Nemmeno il tempo dunque di goderci il ritorno di uno scenario meteo-climatico stabile e gradevole che ha caratterizzato il weekend appena trascorso, ed ecco che una nuova perturbazione si appresta ad interessare molte zone del Nord dove il meteo subirà un rapido peggioramento.

CALANO LE TEMPERATURE: il peggioramento delle condizioni atmosferiche atteso al Centro-Nord determinerà anche temperature decisamente meno calde rispetto allo scorso weekend (una perdita che ove maggiormente piovoso potrebbe essere addirittura nell'ordine di 8-10°C), mentre al Sud il quadro termico farà registrare solo una timida flessione dovuta essenzialmente ad un irraggiamento solare meno evidente.

Prepariamoci insomma ad un fase meteorologica dove la Primavera tornerà per l'ennesima volta a mostrarci il suo volto più capriccioso anche perché questa situazione si manterrà tale almeno fino a metà della settimana.
ah ecco t8wt9vy3pj-6z90p_c.jpg
 
Quando si affida la salute ad "un modello statistico" invece che stabilire nuove regle per "come curare" i malati a casa,
anzi, si demonizza chi li cura.
Ed anche qui in azione i soliti giornali del terrore. Frasi finali.
Avete studiato qualcosa di statistica ? Anche se non lo avete fatto,
il modello non può darti dei casi multipli. 200/300 poi 600 poi 1200/1300
Perchè, per il moltiplicatore dei casi positivi, questi avrebbero un incremento maggiore del doppio.
Comunque, salviamo l'articolo e poi ci vediamo il 15 luglio.


Stefano Merler, epidemiologo e matematico della Fondazione Bruno Kessler,
è l’uomo incaricato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute
di prevedere i dati del contagio da coronavirus.

Il 16 aprile avrebbe presentato un documento mai reso pubblico, di cui è entrato in possesso il Corriere della Sera,
determinante per redigere il nuovo decreto sulle riaperture.

Il modello statistico elaborato dall’esperto delinea gli scenari che si potrebbero verificare da qui a metà luglio,
ed è stato decisivo per la linea rigorista del governo Draghi e sulla progressività della ripartenza di molte attività.

La base di partenza è il calcolo dell’indice di contagio Rt sui casi sintomatici del periodo tra il 31 marzo e il 13 aprile, stimato a 0,81.
Diverse le ipotesi sul tavolo prese in considerazione da Stefano Merler.


La prima si profila con le riaperture del 26 aprile.
Con l’aumento dell’indice a Rt a 1 si avrebbero tra i 200 e i 300 morti al giorno fino al 15 luglio.
Con Rt a 1,1, si avrebbero fino a 600 decessi quotidiani.
Con Rt a 1,25 il numero raddoppierebbe ancora, arrivarando a 1.200 o 1.300 vittime di Covid giornaliere.

I dati del modello matematico prendono in considerazione riaperture totali,
non essendo presenti nel documento indicazioni su quali attività far ripartire.

Diversi i casi posticipando la data della ripartenza al 12 maggio.
In quel caso Stefano Merler avrebbe previsto la metà dei decessi giornalieri.

Ritardare di oltre due settimane avrebbe permesso di riaprire con un numero di nuovi positivi giornalieri molto inferiore.
Con un’incidenza pari o inferiore a 50 casi ogni 100 mila abitanti, si avrebbe avuto un numero ideale per tenere l’epidemia sotto controllo.

Al 15 luglio, in questo caso, con l’indice Rt a 1, ci sarebbero stati tra i 100 e i 150 morti al giorno.
Con Rt a 1,1 circa 200, e
con Rt a 1,25 diverse centinaia.


I calcoli dell’esperto, riporta il Corriere della Sera, tengono conto dell’abbassamento della letalità del coronavirus
grazie alla somministrazione delle varie tipologie di vaccino anti Covid.

Con l’immunizzazione si dovrebbero osservari tanti decessi quanti quelli che si hanno con la normale influenza stagionale,
passando da 11 morti ogni mille infetti a 1 morto ogni mille infetti.

Si dovrebbe arrivare a questo traguardo già a inizio estate, intorno al 25 giugno.


L’esecutivo ha preso dunque in considerazioni questi dati
ed è a questi che Mario Draghi si riferisce quando parla di “rischio calcolato“.

Il nuovo decreto prevede gradualità proprio per evitare di arrivare a oltre mille vittime giornaliere il 15 luglio e tenere sotto l’1 l’indice Rt.

Operazione più difficile di quanto sembrerebbe, considerando che già la riaperture delle scuole sta contribuendo a rialzarlo.

Molti esperti del Cts sarebbero stati favorevoli a riaprire solo il 12 maggio,
facendo ulteriormente abbassare le possibilità di far rialzare le curve
e arrivare a numeri gravi che imporrebbero automaticamente nuove chiusure e nuove limitazioni.
 
Prendiamo un dato a caso proprio di questi giorni.

Sono 1.917 i nuovi contagi di Coronavirus in Veneto secondo i dati del bollettino di oggi, 19 marzo,
illustrato dal presidente della regione Luca Zaia nel consueto punto stampa.

Si registrano altri 23 morti, un dato che porta a 10.318 il totale dei decessi in Veneto dall'inizio della pandemia.

L'indice Rt è a 1,25.

Nelle ultime 24 ore sono stati processati 44.254 tamponi, con un tasso di positività del 4,33%.


La popolazione del Veneto è di 4.879.133 abitanti.

Spostiamo questo dato su 59.641.488 abitanti dell'Italia ed abbiamo 281 decessi.


Quello sopra scrive 1200/1300 :cin:
 
Il giorno dopo......e 2 giorni dopo ....e tre giorni dopo
Coronavirus Veneto, altri 1807 contagiati nella notte e 16 decessi

Covid Veneto 21 marzo 2021: scendono i positivi (+1586) e decessi i (+10)

Covid: Veneto, + 981 contagi e 14 decessi in 24 ore


ed il giorno prima

Covid: Veneto, +1.841 contagi e 36 decessi in 24 ore

anche prendendo questo dato, arriveremmo ad
un ipotesi di 440 morti in Italia con RT 1,25
 
Ma la storia dei 1200 decessi al giorno - DATO CHE NON ABBIAMO MAI AVUTO -
è trita e ritrita. Con i soliti giornalai del terrore ed un altro statistico, con il SUO modello.


Covid, la proiezione: “1.200 morti al giorno a dicembre se curva non cala”

Se l’andamento della pandemia da Covid in Italia rimarrà quello delle ultime settimane,
all’inizio del mese di dicembre potremmo avere anche 1.200 morti al giorno.

Mentre a marzo, nel pieno della prima ondata, il massimo di vittime in 24 ore era stato di circa 960.

E’ una proiezione che fa paura quella pubblicata stamattina da Concita De Gregorio, giornalista di Repubblica, sul suo blog.

A realizzarla un fisico e ricercatore di Catania, Paolo Finocchiaro, di 62 anni. Che scrive:

“Sui dati epidemici del Covid ho sviluppato un modello della propagazione, sul quale non mi soffermo,
che però ha molto ben riprodotto l’andamento dei contagi ufficiali e (ahimè) dei decessi.
Ma questo fino agli inizi di maggio, quando con la riapertura i dati hanno preso a discostarsi notevolmente dalle previsioni”.


Nell’analizzare il grafico, bisogna considerare che qualunque provvedimento preso dal Governo ha un effetto – quando ce l’ha –
che si inizia a vedere con un ritardo di 5 giorni per quanto riguarda i contagi e di 10-15 giorni per quanto riguarda invece i morti.

“Il grafico dei contagi e decessi – aggiunge il fisico siciliano – è alla portata di un qualsiasi liceale e parla da solo:
si vede chiaramente l’effetto del lockdown, poi la riapertura con numeri stabili fino a fine giugno.
Quindi luglio e agosto di nuovo in crescita, una nuova pausa a inizio settembre e poi,
con la piena ripresa delle attività (scuola, lavoro, trasporti. etc.) ricomincia la crescita con lo stesso ritmo (la pendenza della curva) di febbraio-marzo”.



Partendo da questo assunto, Finocchiaro spiega:

“Vero è che adesso i numeri sono più grandi perché si fanno molti più tamponi,
ma è anche vero che se la pendenza è la stessa il contagio continuerà a crescere allo stesso ritmo.
E così i morti. Quasi tutti continuano a dire che i numeri sono seri ma non ancora preoccupanti.
Mi permetto di dissentire. Qualunque modifica dei nostri comportamenti avrà, se l’avrà,
effetto con un ritardo di 10-15 giorni, e quindi non prima che si arrivi a circa 300 morti al giorno.
Se l’andamento resterà lo stesso avremo circa 1.200 morti al giorno per l’inizio di dicembre.
Si doveva intervenire a luglio e agosto, con i contagi bassi,
con un massiccio schieramento di vigili, poliziotti, carabinieri, militari
che suggerissero di indossare le mascherine e di tenersi a distanza.
Ci sarebbe voluta una massiccia presenza dello Stato, bonario ma rigoroso”.
 
Le cronache riportano da alcuni giorni il caso del giudice milanese Piero Gamacchio,
molto conosciuto e stimato come professionista serio, capace
e responsabile di diverse decisioni importanti in procedimenti altrettanto importanti,
prima in Tribunale e poi in Corte d’Appello.

Ebbene, Gamacchio si è messo in pensione con oltre due anni di anticipo,
perché è venuto fuori che da alcuni anni evitava di pagare i creditori
presso i quali tuttavia continuava a servirsi come nulla fosse: ristoranti, bar, negozi di vestiario.



Questa inspiegabile omissione di pagamenti poteva andare avanti senza alcuna reazione alcuni mesi al più,
ma siccome ormai si protraeva da anni era fatale che i creditori reagissero, come infatti è accaduto.

Alcuni di loro hanno dunque ottenuto decreti ingiuntivi a carico di Gamacchio, pignorandogli – dicono le cronache –
anche un quinto dello stipendio, come la legge permette che sia.

Ciò significa che neppure dopo che gli furono notificate le ingiunzioni di pagamento,
ben prima cioè che si desse corso al pignoramento, Gamacchio decise di pagare il dovuto, preferendo attendere ancora.

Cosa attendeva?

Non si sa con certezza.

Forse sperava che i creditori si fermassero o rinunciassero,
cosa davvero improbabile dopo aver ottenuto già una ingiunzione di pagamento a proprio favore, forse già dotata di forza esecutiva.


Con maggiore certezza, invece, si può affermare che egli – da giudice in piena funzione a Milano –
ha sbagliato clamorosamente a fare i suoi conti.
E non alludo ai conti in senso economico, ma in senso esistenziale.
Infatti, se Gamacchio non pagava i conti, non può certo esser definito un semplice “scroccone”,
come alcuni si son affrettati a chiamarlo, incarnando invece un tipo umano assai diverso.

Perché lo faceva?

Probabilmente gli faceva comodo, come sarebbe stato comodo per ciascuno di noi.

Piuttosto, bisogna chiedersi qualcosa circa la motivazione di fondo
che lo induceva a ritenere che poteva permetterselo,
perché nessuno avrebbe reagito in alcun modo.


E cercando di capire, viene la malinconia in quanto è forte la tentazione di credere che
lui ritenesse, indossando la toga, che nessuno avrebbe osato in alcun modo attaccarne i comportamenti sconvenienti,
come infatti è accaduto per diversi anni.

La toga, insomma, come riparo, come involucro protettivo
che consenta di fare ciò che invece ai comuni mortali rimane interdetto,
come lasciapassare personale per giungere a scopi che per tutti gli altri rimangono irraggiungibili.


Ancor più significativo poi che Gamacchio si sia subito premurato di precisare che questa imbarazzante situazione
non ha per nulla influenzato il suo operato di giudice, le sue decisioni nel corso del tempo.

Ammirevole conclusione da almeno due versanti.

Per un verso, perché ripropone una autentica autoassoluzione messa in opera da Gamacchio nello stile italico ben conosciuto da tempo;
per altro verso, perché esprime in modo esemplare la verità del celebre ammonimento “excusatio non petita, accusatio manifesta”.

E ciò basta.
 
Un articolo un po’ lungo, ma necessario, per capire come combattere la propaganda dei mass media e capire i danni che fa.


Uno spettro infesta il mondo occidentale,
lo spettro di una comprensione grossolanamente sbagliata del mondo,
e questo a causa di una comunicazione sbagliata, faziosa e che non informa, ma fa solo propaganda.


I bambini britannici hanno incubi sul clima.

La metà degli intervistati francesi ritiene probabile che il cambiamento climatico causerà “l’estinzione della razza umana”.

Gli insegnanti americani riassicurano gli studenti che hanno attacchi di panico quando gli incendi imperversano da qualche parte sul pianeta.

L’eco-ansia ha chiaramente attanagliato il mondo occidentale,
ma quel che è peggio è che la maggior parte delle persone
ha una visione triste di tutto il progresso dell’umanità, non solo del cambiamento climatico.



I cambiamenti climatici sono però lenti, e quindi la mente umana, mal nutrita viene a semplificare ed accellerare. I

l compianto Hans Rosling, il professore svedese di salute internazionale
che la maggior parte di noi conosce come l’uomo eccitato su YouTube
(quello che spiega il progresso del mondo con bolle e blocchi giganti),
ha dedicato la sua vita a dissipare queste percezioni errate.


Ora la Gapminder Foundation che ora porta avanti la sua eredità


I nostri sondaggi sull’ignoranza hanno dimostrato che il pubblico in generale è fuorviato su molti fatti globali di base.

Esistono statistiche globali affidabili per quasi ogni aspetto dello sviluppo globale,

ma questi numeri non vengono trasformati in una comprensione popolare

perché l’uso e l’insegnamento delle statistiche è ancora troppo difficile
“.


Gapminder pone regolarmente 12 domande
(a volte con una tredicesima domanda sulle temperature globali, che la maggior parte delle persone tende ad azzeccare)
sui cambiamenti di base, non controversi, nello sviluppo globale – domande a scelta multipla
su cose come il cambiamento demografico, quante ragazze nei paesi poveri finiscono scuola elementare
e sull’evoluzione della povertà estrema negli ultimi venti anni.


I risultati sono terribili, ma non è una questione di ignoranza.


Se le persone sinceramente non lo sapessero veramente,
sceglierebbero un terzo di risposte giuste, ed è questo che capita ad uno scimpanzè.


L’umano medio ottiene 2,2 risposte giuste.

I risultati di alcune domande, come quelle sull’aspettativa di vita globale (50, 60 o 70 anni?),
dovrebbero spaventarci più di qualsiasi triste visione del cambiamento climatico.

Eppure gli studenti delle università migliori rispondono correttamente solo in un caso su cinque e perfino premi Nobel sbagliano.

I gruppi con i risultati peggiori sono stati i sindacalisti svedesi (il 10% ha risposto correttamente)
e gli insegnanti norvegesi (il 7% ha ragione).


In una lezione memorabile, Rosling ha esclamato animatamente “Cosa diavolo stai insegnando ai bambini ?!”


Qui sta gran parte del problema della nostra continua disinformazione sul mondo.


La copertura mediatica ci inonda con un flusso costante di catastrofi da una parte o dal mondo o dall’altra,
mentre trascura i grandi non-eventi del mondo.

Quando i super cicloni uccidono 128 persone invece delle centinaia di migliaia che avrebbero fatto in passato non fanno notizia.

Quando centinaia di migliaia di persone vengono sollevate dalla povertà estrema ogni giorno, questo non fa notizia.

Il risultato è, osserva Gapminder, che “le persone finiscono per portare in giro un sacco di fatti obsoleti che hanno imparato a scuola”.


Contrastare chi richiede informazioni e un quadro aggiornato per pensare al mondo.

Abbracciare l’idea che le cose migliorino gradualmente, non peggiorino, man mano che risolviamo più problemi,
inventiamo cose migliori e portiamo più persone nel mercato globale.

Il ritorno di una mentalità così ottimista (Rosling preferisce il “possibilista”)
non richiede altro che accettare che “i fatti sono migliori dei miti, specialmente per capire il mondo”.


Non disinformare


Dire che il mondo sta migliorando non significa essere compiacenti dei suoi problemi.

Il progresso è un processo graduale, che si guadagna progressivamente e che ha profonde radici storiche.

È per dire che il progresso è duramente guadagnato; che è un processo graduale, con profonde radici strutturali e storiche;
che le piccole creazioni che possiamo realizzare nelle nostre vite si combinano per rendere il mondo intero leggermente meno cattivo di quanto non fosse ieri.

Ogni singola attività fatta anche per noi stessi , per migliorarci, è una attività fatta anche per gli altri.
 
Questo non è un percorso predeterminato e sicuramente non è sempre in miglioramento.

L’anno scorso è stato una battuta d’arresto in quasi tutti i modi in cui sappiamo misurare (mortalità, aspettativa di vita, povertà).

Il ventesimo secolo ha visto alcune delle peggiori atrocità dell’umanità: guerre mondiali, genocidi, autocrati.

A volte il progresso si interrompe, e talvolta il nostro progresso passato dà origine a nuove sfide che dobbiamo ancora superare,
come la concentrazione di CO2 nell’atmosfera dal carbone e dal petrolio che abbiamo bruciato come combustibile o per i mezzi di trasporto.

Sebbene questa sia una sfida globale di cui parlare seriamente con i nostri figli, non dobbiamo esagerare.

Imbrogliarli con falsi profeti di sventure non aiuta nessuno.

Nessuno ha detto a questi ragazzi che gli incendi ora distruggono un’area minore rispetto a prima,

e che le foreste in California si incendiavano molto di più prima dell’arrivo degli europei.


Le morti dovute a catastrofi naturali, quelle come tempeste, uragani e inondazioni,

che di solito associamo al peggioramento del cambiamento climatico,

diminuiscono enormemente in quasi tutti i periodi di tempo, anche se siamo molte più persone sul pianeta.


La mortalità infantile sta diminuendo ovunque nel mondo e produciamo più cibo di quanto ne abbiamo mai avuto.


Nessuna di queste tendenze sta per interrompersi, invertire e annullare improvvisamente i progressi che abbiamo già fatto.


Qual è lo scopo di studiare quando il mondo sta crollando intorno a noi?

Il mondo si sta dirigendo verso un urgente disastro climatico, quindi perché dovrebbero studiare per un futuro che non avranno?


Una delle ragioni sarebbe imparare che il mondo non sta collassando,

che le cose stanno migliorando, anche se la copertura della pandemia

e l’allarmismo sui cambiamenti climatici sembrano suggerire il contrario.


I disastri sono rapidi e improvvisi; il progresso è lento e conquistato a fatica.



Viviamo vite più lunghe, più sane, più sicure, migliori e più appaganti,
con un migliore accesso a quasi tutto ciò che puoi immaginare.

Finora, l’ingegnosità umana ha superato qualsiasi cosa che un pianeta ostile ci abbia lanciato contro o che una mentalità declinista abbia evocato.


In tutto questa confusione, per fortuna, c’è almeno una cosa che puoi fare:

infondere a tuo figlio non i pericoli del mondo, ma il progresso effettivo del mondo.


Questo è ciò che sta facendo Tony Morley, un compagno di viaggio e un importante sostenitore del progresso:
rivolto ai bambini dai 6 ai 12 anni, Morley sta riunendo un centinaio di storie di una pagina sulle forze,
le persone e lo stupefacente storia di come gli esseri umani sono progrediti e collettivamente migliorato i nostri standard di vita globali.

Il progresso umano per principianti.

“Racconta la drammatica storia della civiltà umana e il percorso frastagliato verso l’alto del miglioramento degli standard di vita negli ultimi 250 anni.
Dall’alba della rivoluzione industriale, la civiltà ha registrato il più grande aumento del tenore di vita, della prosperità e del benessere nella storia della nostra specie.
[…] Human Progress for Beginners racconterà la storia non raccontata del progresso per i giovani lettori in un libro brillante e coinvolgente, del genere non è mai stato tentato. ”


I capitoli coprono le innovazioni che hanno scosso il nostro mondo:
le macchine da stampa, la potenza del vapore e i motori a combustione;
la storia del tenore di vita, della luce e del cibo; e il progresso dell’alfabetizzazione, della pace e dell’inquinamento.


“Il progresso in avanti”, sottolinea Morley, “non è un progresso completato” e il nostro mondo ha certamente margini di miglioramento.
Ma questo non è un motivo sufficiente per disperare e invocare lo spirito del tempo del “declino della civiltà”, “apocalisse” o “emergenza climatica”.

Invece, dovremmo celebrare i nostri risultati, anche nelle aree che molti dei nostri giovani ora credono siano irrevocabilmente distrutte.


È un’idea controintuitiva e una cosa difficile da capire,

che il mondo può essere migliore ed è ancora per molti aspetti cattivo.

Non facciamo alcun favore a nessuno, men che meno ai nostri figli,

esagerandone uno dimenticando fino a che punto siamo arrivati.
 

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