ANCHE SE GIRIAMO IL MONDO IN CERCA DI CIO' CHE E' BELLO, O LO PORTIAMO GIA' IN NOI O NON LO TROVEREMO MAI.

Negli USA sono imposte, come i Europa, strette norme di distanziamento sociale
che impongono di tenere 6 piedi, poco meno di due metri, fra una persona ed un’altra in tutte le condizioni, compreso al chiuso.

Queste norme sono la causa della chiusura dei ristorarti ,
e ora del divieto di servizio all’interno, per fare un esempio
.

Ora uno studio del MIT compiuto dal professor Martin Z. Bazant
proprio con la finalità di creare modelli di prevenzione
viene a mostrare come queste norme siano inutili e come vengano ignorati fattori ben più rilevanti.


Prendiamo un estratto del suo lavoro:


Dimostriamo come questo limite dipenda dai tassi di ventilazione e filtrazione dell’aria,
dalle dimensioni della stanza, dalla frequenza respiratoria, dall’attività respiratoria
e dall’uso della maschera facciale dei suoi occupanti e dall’infettività degli aerosol respiratori…..


Soprattutto, il nostro studio chiarisce l’inadeguatezza della regola dei sei piedi
nel mitigare la trasmissione delle malattie per via aerea indoor
e offre un’alternativa razionale e fisicamente informata per la gestione della vita al tempo del COVID-19.


Se implementata, la nostra linea guida sulla sicurezza imporrebbe un limite al CET negli ambienti interni,
la cui violazione costituisce un’esposizione per tutti gli occupanti della stanza.


Infine, sebbene il nostro studio abbia consentito una stima dell’infettività del COVID-19,
indica anche come i nuovi dati che caratterizzano gli eventi di diffusione indoor
possano portare a stime migliori degli stessi e quindi a perfezionamenti quantitativi delle nostre linee guida sulla sicurezza.




Lo studio rivela che le linee guida di distanziamento sociale impiegate in gran parte del mondo da oltre un anno
non hanno fatto nulla per limitare la diffusione del COVID-19, suggerendo che l’adattamento delle linee guida
non ha fermato la diffusione del virus originato dalla Cina.


In altre parole, l’uso diffuso di maschere può semplicemente cambiare i vettori fisici di trasmissione all’interno di una data stanza
piuttosto che fermarla, rendendo di fatto inutili le regole di distanza di sei piedi.


I fattori che dovrebbero essere tenuti in considerazione nella valutazione della rischiosità di un’area sono diversi,
e vanno dal tipo di attività svolta, al tempo di permanenza, alla ventilazione dell’area stessa, al ricambio d’aria.


Nella linea guida, i ricercatori scrivono:

Per ridurre al minimo il rischio di infezione, si dovrebbe evitare di trascorrere lunghi periodi in aree altamente popolate.
Vi è maggiore sicurezza nelle stanze di grande volume e alti tassi di ventilazione.
Uno è maggiormente a rischio nelle stanze in cui le persone si stanno esercitando in modo tale
da aumentare la frequenza respiratoria e la produzione di agenti patogeni, ad esempio facendo esercizio, cantando o gridando
“.



Insomma, Karaoke solo all’aperto, e meglio parlare sottovoce


Questo è un esempio della diversa rischiosità delle varie attività


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Bazant ha anche detto alla NBC:

“Quello che la nostra analisi continua a mostrare è che molti spazi che sono stati chiusi in realtà non dovevano esserlo.
Spesso lo spazio è abbastanza grande, la ventilazione è abbastanza buona,
la quantità di tempo che le persone trascorrono insieme è tale che quegli spazi possono essere gestiti in sicurezza
anche a piena capacità e il supporto scientifico per la capacità ridotta in quegli spazi non è sufficiente.



Ha aggiunto:

Penso che se gestisci i numeri, anche in questo momento per molti tipi di spazi
scopriresti che non sono necessarie restrizioni di occupazione
“.


Tra l’altro la corretta applicazione delle indicazioni di Bazant permetterebbe di prevenire le epidemie di influenza stagionale.
 
Che povera gente. Disattese tutte le attese e le speranze per curare il malato.
Ancora con sta scemata della "vigilante attesa". E certo - così quando il malato si fa grave
lo mandi in terapia intensiva, e poi muore. Grandi cervelli senza arte nè parte.
Ma il loro scopo sarà raggiunto. Chiudere tutto. Terrore.



Il ministero della Salute ha aggiornato con una nuova circolare le linee guida per le cure domiciliari dei pazienti Covid. Il documento, firmato dal direttore della Prevenzione del ministero, Gianni Rezza, sostituisce la circolare precedente che risale al 30 novembre e fa chiarezza dopo le polemiche che hanno contrapposto alcuni medici e hanno portato a vari ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato in merito a quali misure e farmaci si dovessero adottare con i pazienti, nelle prima fasi dell’infezione da coronavirus.




La cura da fare a casa: le indicazioni per paracetamolo e FANS
La nuova circolare riguarda i soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici
e la cosiddetta «vigile attesa», una «sorveglianza clinica attiva»,
che deve essere attuata con costante monitoraggio dei parametri vitali
e delle condizioni cliniche del paziente da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri.

I primi interventi prevedono (in ordine di «gravità» dell’infezione) per chi non ha sintomi o ne ha di lievi,
l’uso al bisogno di paracetamolo (tachipirina) o FANS (in caso di febbre o dolori articolari o muscolari).


La saturazione deve essere sopra 92%
Sottolineata l’importanza del saturimetro, che misura la capacità polmonare, su cui l’indicazione del ministero cambia leggermente:

«Sulla base dell’analisi della letteratura scientifica disponibile a oggi e sulla base delle caratteristiche tecniche
dei saturimetri disponibili in commercio per uso extra-ospedaliero - si legge -, si ritiene di considerare
come valore soglia di sicurezza per un paziente Covid domiciliato il 92% di saturazione dell’ossigeno in aria ambiente»,
precedentemente si era detto 94%.


No a eparina e antibiotici
Su alcuni altri farmaci, che di volta in volta sono stati consigliati in alcune fasi della pandemia,
quando le evidenze scientifiche e gli studi erano ancora agli inizi, si fa il punto:
l’eventuale utilizzo di antibiotici è da riservare esclusivamente ai casi nei quali l’infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico.

Non bisogna utilizzare idrossiclorochina «la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti».

E non bisogna utilizzare neanche l’eparina se non «nei soggetti immobilizzati per l’infezione in atto».


Il ministero segnala che non esistono evidenze solide di efficacia nemmeno per supplementi vitaminici
e integratori alimentari (ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo quindi non viene raccomandato.

Infine si aggiunge: «L’utilizzo di lopinavir / ritonavir o darunavir / ritonavir o cobicistat non è raccomandato né allo scopo di prevenire né allo scopo di curare l’infezione».


Covid e cortisone: i tre casi

Un punto importante riguarda l’uso dei cortisonici
che viene raccomandato esclusivamente nei soggetti con malattia grave che necessitano di supplementazione di ossigeno.

Il ministero chiarisce che l’utilizzo della terapia in fase precoce con steroidi si è rivelata inutile se non dannosa
in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria
e quindi riserva l’impiego di tali farmaci a domicilio solo per pazienti con fattori di rischio di progressione di malattia verso forme severe,
in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia,
oppure ove non sia possibile nell’immediato il ricovero per sovraccarico delle strutture ospedaliere.



I monoclonali entro i primi 10 giorni

Riguardo i monoclonali si introduce la valutazione sui pazienti che possono essere indirizzati alle strutture di riferimento per il trattamento.

È raccomandato il trattamento nell’ambito di una struttura ospedaliera o contesto
che consenta una pronta ed appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi.

Si specifica che il trattamento deve essere iniziato non oltre i dieci giorni dall’inizio dei sintomi
e quindi la decisione su questo spetta solo ed esclusivamente al medico di base che riferisce dei sintomi e della condizione preesistente del paziente.


La gestione dei bambini
Qualche indicazione anche per i bambini: in quelli asintomatici non occorre somministrare alcun farmaco,
mentre in quelli che accusano sintomi simil-influenzali è consigliabile, in caso di necessità,
somministrare terapia sintomatica con paracetamolo o ibuprofene.
È raro che debbano essere assunti antibiotici, mentre i cortisonici non vanno somministrati.



Gli anziani hanno altri sintomi
Un focus sugli anziani ricorda che alcuni parametri considerati «normali»
e utili per la valutazione del paziente Covid potrebbero essere di difficile riscontro:
nella popolazione anziana sono meno frequenti febbre, tosse, disturbi gastrointestinali,
ageusia/disgeusia e anosmia e i deficit di comunicazione (per esempio in presenza di demenza senile)
possono rendere difficile l’identificazione di tali sintomi.

Nel paziente anziano, quindi, il ministero sottolinea l’importanza di considerare altri segni:
come delirium, cadute, apatia, sonnolenza, confusione/disorientamento, modifica dello stato funzionale.

La circolare verrà periodicamente aggiornata da un apposito Gruppo di Lavoro
costituito da rappresentanti istituzionali, professionali e del mondo scientifico.
 
La classificazione dei FANS basata sulla struttura chimica suddivide questi farmaci in cinque gruppi:


  • I salicilati;
  • Gli acidi arilalcanoicia loro volta suddivisibili in:
    • Acidi arilacetici ed eteroarilacetici;
    • Acidi arilpropionici ed eteroarilpropionici.
  • Gli acidi fenamici o acidi N-arilantranilici;
  • Gli oxicam;
  • I derivati pirazolonici.

Di seguito, tutti questi gruppi di farmaci verranno brevemente descritti.

Salicilati

I salicilati sono i primi FANS ad essere stati sintetizzati e impiegati in terapia.
Il primo esponente di questo gruppo ad essere ottenuto fu l'acido salicilico
il cui sale sodico fu impiegato in ambito terapeutico già nei primi anni della seconda metà del 1800.


Oggi, l'acido salicilico viene utilizzato in campo farmaceutico e in cosmesi solo per uso cutaneo come agente cheratolitico.


L'acido acetilsalicilico - tutt'oggi impiegato - invece, entrò in terapia nel 1899.
Il nome di "Aspirina" con il quale tutti lo conoscono gli fu dato dal direttore del reparto di farmacologia dell'industria Beyer, in Germania.


Dal punto di vista chimico, l'acido acetilsalicilico può essere considerato
come un derivato acetico del suo precursore acido salicilico, ottenuto per acetilazione del gruppo ossidrilico in esso contenuto.
Una volta assunto, l'acido acetilsalicilico viene rapidamente assorbito a livello gastrico e dal primo tratto dell'intestino tenue,
permettendo il raggiungimento del picco plasmatico dopo circa due ore dall'assunzione.
È opportuno precisare, tuttavia, che l'assorbimento del principio attivo è fortemente influenzato dal pH gastrico.


Oltre all'azione antiflogistica, analgesica e antipiretica per cui l'acido acetilsalicilico viene largamente impiegato,
esso si è rivelato utile - ai giusti dosaggi - anche nel trattamento di altre malattie
(come il trattamento della sindrome di Kawasaki nei bambini)
e nella prevenzione della formazione di coaguli di sangue in pazienti a rischio di eventi cardiovascolari.
Vista quest'attività antiaggregante, fra le interazioni farmacologiche clinicamente più rilevanti
ritroviamo senz'ombra di dubbio quelle che si instaurano con gli anticoagulanti orali.
Altre interazioni possono instaurarsi anche con metotrexato, sulfamidici e ipoglicemizzanti orali.


Gli effetti indesiderati più comuni interessano il tratto gastroenterico (ad esempio, nausea vomito, peggioramento dei sintomi dell'ulcera, ecc.)
a livello del quale i salicilati e l'acido acetilsalicilico possono causare irritazione.

Acidi Arilalcanoici

Quello degli acidi arilalcanoici è il gruppo di FANS certamente più vasto e, probabilmente, quello maggiormente studiato.
I principi attivi rientranti in questo gruppo di antinfiammatori non steroidei vengono metabolizzati principalmente a livello epatico dal sistema microsomiale,
benché possano esservi alcune differenze fra un principio attivo e l'altro.


Da non sottovalutare l'interazione farmacologica molto frequente con gli anticoagulanti orali,
ma anche le possibili interazioni con sulfamidici, sulfoniluree e idantoine.


Il gruppo degli acidi arilalcanoici può, a sua volta, essere ulteriormente suddiviso in due sottogruppi:
quello degli acidi aril- ed eteroarilacetici e quello degli acidi aril- ed eteroarilpropionici.

Acidi Arilacetici ed Eteroarilacetici

Appartengono a questo sottogruppo principi attivi antinfiammatori non steroidei, quali:


  • L'indometacina (si stima che la sua attività analgesica sia dieci volte maggiore di quella dell'acido acetilsalicilico);
  • Il diclofenac (disponibile all'interno di moltissimi medicinali adatti alle più svariate vie di somministrazione e al trattamento di differenti disturbi e malattie).
Acidi Arilpropionici ed Eteroarilpropionici

Appartengono a questo sottogruppo di FANS principi attivi come:


  • L'ibuprofene (disponibile all'interno sia di farmaci di libera vendita - SOP e OTC - che di farmaci per l'acquisto dei quali è necessario presentare la ricetta medica);
  • Il ketoprofene (dal punto di vista dell'azione analgesica e antiflogistica, il ketoprofene è meno potente dell'indometacina, ma il potere gastrolesivo è analogo);
  • Il naprossene (la sua attività gastrolesiva è inferiore di quella di acido acetilsalicilico e ketoprofene; è disponibile all'interno di farmaci OTC e di medicinali acquistabili solo con ricetta medica);
  • Il flurbiprofene (è un altro FANS largamente impiegato in ambito terapeutico, può essere assunto attraverso differenti vie di somministrazione);
  • Il ketorolac (è un derivato eteroarilpropionico ciclizzato ampiamente utilizzato in terapia e disponibile in medicinali per uso orale, oculare e parenterale).
Acidi Fenamici (o Acidi N-arilantranilici)

Gli acidi N-arilantranilici o fenamici, dal punto di vista chimico, sono isosteri azotati dell'acido salicilico.
Anche per questo gruppo di FANS le interazioni più frequenti (ma non certo le uniche) sono quelle che si possono instaurare con gli anticoagulanti orali.


Appartengono a questo gruppo principi attivi come:


  • L'acido mefenamico (non più in commercio in Italia);
  • L'acido flufenamico (disponibile solo all'interno di creme cutanee in associazione ad altri principi attivi).
Oxicam (o Oxicami)

Gli oxicam - o oxicami - rappresentano un gruppo di FANS che sono stati realizzati
con l'intento di produrre antinfiammatori non steroidei non carbossilici che fossero tuttavia potenti e, naturalmente, ben tollerati.
Gli oxicam appartengono, infatti, alla categoria degli acidi enolici.


Fanno parte di questo gruppo principi attivi quali:


Derivati Pirazolonici

Al gruppo dei derivati pirazolonici appartengono principi attivi che non vengono utilizzati spesso
o il cui impiego è stato limitato (uso cutaneo) per via degli effetti collaterali che possono causare.
È questo il caso del fenilbutazone che per l'uso umano si trova all'interno di un solo medicinale
formulato in forma di crema cutanea per il trattamento di contusioni, distorsioni, ecc.
Questo principio attivo, tuttavia, rientra nella composizione di medicinali somministrabili per via orale e parenterale
impiegati in ambito veterinario nel trattamento di stati infiammatori e dolorosi.
Discorso simile per quel che riguarda un altro principio attivo appartenente a questo gruppo di FANS:
l'acido flufenamico, disponibile all'interno di una crema cutanea - in associazione ad altri principi attivi -
per il trattamento sintomatico di affezioni dolorose, flogistiche e degenerative dell'apparato locomotore.



 
Classificazione in base al Meccanismo d'Azione

Un altro tipo di classificazione che si può utilizzare per suddividere i FANS è quella basata sul meccanismo d'azione.
Prima di fare ciò, tuttavia, è bene fare un passo indietro e approfondire alcuni aspetti dell'enzima - la ciclossigenasi -
che risulta essere il bersaglio degli antinfiammatori non steroidei.


La ciclossigenasi - o COX - è un enzima che permette la conversione dell'acido arachidonico in prostaglandine della serie 2,
in seguito ad altre reazioni, queste vengono trasformate in altre prostaglandine ancora, sempre appartenenti della serie 2, e trombossano A2.
Di questo enzima si conoscono attualmente tre isoforme:


  • COX-1: è un'isoforma costitutiva normalmente espressa nelle cellule e coinvolta nella loro omeostasi.
  • COX-2: è un'isoforma inducibile, ciò significa che essa non è sempre funzionante ma viene attivata solo in seguito a danno tissutale;
  • è responsabile della sintesi delle cosiddette prostaglandine pro-infiammatorie.
  • COX-3: si ritiene che questa isoforma si trovi a livello centrale, anche se molte delle sue caratteristiche e funzioni rimangono al momento incomprese.

Teoricamente, affinché si possa espletare un'azione antinfiammatoria senza effetti indesiderati,
i FANS dovrebbero avere come unico bersaglio la ciclossigenasi di tipo 2,
poiché diretta responsabile della sintesi di prostaglandine che favoriscono i processi flogistici: in realtà non è così.

Ecco, quindi, che i farmaci antinfiammatori non steroidei si possono classificare in:


  • FANS non selettivi: inibiscono sia la COX-1 che la COX-2, come conseguenza di ciò,
  • presentano alcuni effetti indesiderati tipici riconducibili proprio all'inibizione della forma costitutiva dell'enzima ciclossigenasi
  • (soprattutto, effetti indesiderati a carico del tratto gastrointestinale).
  • Ciononostante, tali farmaci vengono comunque ritenuti sicuri e ampiamente utilizzati in terapia.

  • FANS selettivi o coxib (talvolta, coxibi): si tratta di farmaci antinfiammatori non steroidei appositamente studiati
  • per inibire solo l'isoforma di tipo 2 dell'enzima ciclossigenasi con il fine ultimo di diminuire gli effetti indesiderati derivanti dall'inibizione della COX-1,
  • fra cui quelli di tipo gastrointestinale.
  • Tuttavia, benché i coxibi possano manifestare ridotti effetti gastrolesivi,
  • hanno invece dimostrato di poter causare effetti indesiderati a carico del sistema cardiovascolare
  • esponendo i pazienti che li assumono ad un maggior rischio di problemi trombotici.
  • Non sorprende, quindi, che questi FANS selettivi possano essere venduti solo dietro presentazione di ricetta medica
  • e che il loro impiego sia riservato a particolari casi.

  • Appartengono a questo gruppo principi attivi quali: il celecoxib, l'etoricoxib, il parecoxib (tutti per solo uso umano).
  • In ambito veterinario si utilizzano, invece, il robenacoxib, il firocoxib e il mavacoxib.


Scelta del FANS
Quale Farmaco Antinfiammatorio Non Steroideo Utilizzare?

Con un così ampio numero di principi attivi può sorgere spontanea la domanda:

quale FANS utilizzare per contrastare l'infiammazione, il dolore e talvolta la febbre?


Sulla base dei dati finora disponibili si potrebbe affermare che le differenze nell'attività antinfiammatoria dei diversi tipi di FANS siano piuttosto modeste.
Benché ogni principio attivo presenti comunque caratteristiche proprie che lo differenziano dagli altri,
gli antinfiammatori non steroidei appartenenti ad uno stesso gruppo - se usati per indicazioni analoghe e a dosaggi "equivalenti" -
si potrebbero considerare come interscambiabili fra di loro.

Attenzione, però, ciò non significa eseguire diagnosi fai da te e auto-prescriversi una terapia in autonomia,
in quanto il parere del medico è sempre opportuno e necessario,
anche se il FANS che si vuole usare è contenuto in medicinali di libera vendita (senza ricetta medica).


Inoltre, è molto importante precisare che in termini di efficacia dopo la somministrazione,
il risultato potrebbe variare in maniera soggettiva da paziente a paziente.

Benché la maggior parte delle persone sembrino essere sensibili alla stragrande maggioranza degli antinfiammatori non steroidei,
infatti, vi è una percentuale di popolazione che, invece, può rispondere positivamente solo al trattamento con alcuni tipi di FANS.


Differenze più accentuate fra i diversi farmaci antinfiammatori non steroidei si evidenziano, invece,
negli effetti collaterali, oltre che nelle interazioni farmacologiche.

Questi aspetti quindi, rendono ancora più importante il consulto con il proprio medico che
- dopo aver determinato la necessità di far assumere farmaci antinfiammatori al proprio assistito -
dovrà selezionare quale principio attivo è meglio somministrare, sia in funzione del tipo di disturbo che si vuole trattare,
sia in funzione delle condizioni di salute generali del paziente stesso (ad esempio, presenza di allergie, patologie concomitanti, gravidanza, allattamento, ecc.)
e dell'eventuale presenza di altre terapie farmacologiche in atto.


Concludendo, per rispondere alla domanda iniziale, la scelta del FANS che è meglio impiegare spetta solo ed esclusivamente al medico
dopo un'attenta valutazione di tutti gli aspetti sopra citati; va da sé che l'auto-prescrizione e il fai da te devono sempre essere evitati.
 
Ecco ancora.

Cure domiciliari, nel nuovo protocollo del Ministero rimane paracetamolo e vigile attesa.

Proibite eparina ed idrossiclorochina, sconsigliate vitamine C e D, lattoferrina e quercitina
 
....e ci lamentavamo del governo precedente....ahahahah


Scuole riaperte a un mese dalla fine dell'anno, e ora si punta sull'estate.

500 milioni di euro per consentire agli studenti di recuperare socialità e rafforzare gli ap prendimenti.

150 milioni provenienti dal decreto sostegni, che verranno distribuiti sulla base del numero di alunni,
per una media di circa 18mila euro per scuola, altri 320 milioni dal PON per la scuola statale e paritaria (risorse europee),
40 milioni dai finanziamenti per il contrasto delle povertà educative.

Laboratori per il consolidamento delle competenze, attività educative incentrate su musica, arte, sport, digitale, percorsi sulla legalità, sostenibilità, tutela ambientale.


È il «Piano Estate» messo a punto da viale Trastevere, illustrato ieri alle scuole.

Obiettivo: quello di «costruire un ponte verso il prossimo anno scolastico - ha ribadito il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi -
attraverso un'offerta che rappresenta una risposta alle difficoltà emerse nel periodo della pandemia,
ma che intende anche valorizzare le buone pratiche nate proprio durante l'emergenza».


Le attività saranno integrate con quelle organizzate dagli enti locali.

Le risorse dedicate soprattutto alle aree più fragili del Paese, Sud in testa.


Tre le fasi:

potenziamento degli apprendimenti (a giugno),

recupero della socialità (luglio e agosto), con il potenziamento affiancato da azioni di aggregazione in modalità Campus, e

l'Accoglienza (settembre, fino all'avvio delle lezioni).

Gli istituti le programmeranno all'interno degli organi collegiali e informeranno le famiglie.


La partecipazione degli allievi sarà su base volontaria,
idem il coinvolgimento dei docenti, sui quali è ancora da sciogliere il nodo dei compensi.


Per l'Anief, Associazione nazionale insegnanti e formatori,
«non si può prescindere dalla conferma dell'organico Covid e di quello al 30 giugno, sia docente che Ata».

E c'è chi già storce il naso e paragona la pianificazione del Ministero ai centri estivi.

Altra contingenza con cui fare i conti:
gli esami del primo ciclo e quelli di Maturità nel mezzo, che impegnano parte del corpo docente.

Accanto alla richiesta dell'adozione di protocolli di uniformità sull'intero territorio nazionale.


Critica Cristina Costarelli, vicepresidente dell'Associazione Nazionale Presidi (ANP) del Lazio, c
he pone l'accento sulla tutela, sotto il profilo contrattuale, di insegnanti e personale scolastico da impiegare nelle attività estive,
sollevando pure la questione degli spazi interni alle scuole da poter sfruttare.

«Gli ambienti scolastici d'estate - spiega la dirigente scolastica del Liceo Newton di Roma -
raggiungono temperature invivibili e, a prescindere, serve una soluzione».

«Da una nostra indagine interna - prosegue Costarelli - su oltre un centinaio di strutture scolastiche romane
solo una è dotata di condizionatori, una linea che replica nella maggior parte delle regioni italiane».


Da qui la proposta di «attivazione di una convenzione fra scuole e i principali ministeri del governo
per pensare alla possibilità di ampliare gli spazi a disposizione per l'organizzazione in epoca Covid, laddove ci fosse necessità».

Previste nel Piano misure di accompagnamento.

Il Ministero, ad esempio, fornirà uno strumento per rendere trasparente il crowdfunding mediante la piattaforma IDEArium,
a supporto degli istituti nell'eventuale ulteriore ricerca di risorse da parte di sostenitori privati, aziende ed altri enti collettivi.
 
Ed eccolo qui il terzo del gruppetto degli sfascia tutto che compare a dire la sua.



Duello rusticano a "Cartabianca", in onda martedì 27 aprile, tra il professor Massimo Galli
ed il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.

E su Rai3 volano parole forti: “Si vergogni!”. “Ipocrita”.


La conduttrice Bianca Berlinguer ha aperto la diretta di #cartabianca su Rai3 con la polemica sul “coprifuoco”
e il professor Galli ha sfoderato un’assoluta fermezza.

“I ristoratori hanno tutta la mia solidarietà, ma non eravamo ancora in condizione di aprire come abbiamo aperto.
La situazione non lo permette, ma è inutile piangere sulle riaperture versate.
Da un po’ di tempo abbiamo qualche segnale favorevole, ma non lo è ancora abbastanza e le ragioni sono numerose.
Mancano fondamentalmente quelle 30 milioni di dosi di vaccino contro il Covid-19 somministrato che ci separano dalla Gran Bretagna.
Non ci sono e non si sa quando le avremo. Si grida alla gioia per 2 milioni di dosi che arrivano,
ma le finiremo in pochi giorni specie se vogliamo raggiungere certi numeri. Un passo avanti e due indietro sono pericolosi.
E’ mancata la capacità di chiudere il giusto vaccinando molto, invece si è fatto il contrario.
Questo è un problema serio che con le varianti ci pone in potenziali situazioni di crisi”.


In collegamento, il presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha ribadito la contrarietà al termine “coprifuoco”:

“Non cambia niente tra 22 e 23, il problema non è quello, ma che l’Italia è indietro con le dosi per colpa dell’UE
e delle big pharma che sono state vergognose a non rispettare quanto sottoscritto e per cui hanno preso soldi pubblici.
Dobbiamo fare le cose con pazienza e misura, ma non dobbiamo trasformare la pandemia sanitaria in pandemia economica e sociale
fermo restando che la cautela e il rispetto delle regole è d’obbligo.
Però in base a quello che dice il professor Galli sembra che il governo Draghi abbia preso una decisione irresponsabile”.


L’affermazione ha suscitato l’ira dell’infettivologo:

“Non cado nella sua trappola! Non sto sostenendo che il governo e Draghi sono irresponsabili.
Non sono mai stato allineato con i governi né con i poteri regionali e ripeto che i dati parlano chiaro e le riaperture non hanno base scientifica.
Le decisioni sono state prese su calcoli non scientifici, ma politici.
Diciamolo chiaramente e non siamo ipocriti: si è disponibili a vedere qualche centinaio di morti in più per tenere in piedi le attività economiche”.


La foga ha colpito Bonaccini che ha stuzzicato il professore:

“Non si arrabbi, è nervoso? Mi lasci parlare”


e Galli è esploso:

“Se lo risparmi di dirmi che la devo lasciare parlare!
Si vergogni, non prenda con me posizioni di tipo di confronto tra politici.
Si vergogni, sta utilizzando le armi di politici che evito di nominare… veramente si vergogni.
Non siamo ipocriti! Lei continua a confondere la politica con il paese, io non ho detto che l’Italia è ipocrita!
Continua a usare la tecnica politica con me. Io invece vorrei vedere il parere del CTS e capire cos’è il rischio ragionato”.


Bianca Berlinguer ha colto l'insinuazione:

“Ma sta dicendo che il Comitato scientifico non è stato interpellato?”

e il professore:

“Non posso parlare a nome degli altri, ma in queste riaperture di tecnico c’è stato pochissimo.
Che sia difficile continuare con le chiusure è fuori discussione, però bisogna dire che si deve riaprire
perché non si può fare diversamente e accettare certe conseguenze
e non annunciare che apriamo in sicurezza perché non è vero. Per farlo, avremmo avuto bisogno di 15 milioni di dosi in più.
E’ giusto che la politica si assuma le sue responsabilità, ma lo deve fare con chiarezza e verità.
La questione sul coprifuoco non sta in piedi, si fa questa polemica perché non si ha il coraggio di dire
che la gente non deve stare troppo in giro, soprattutto di sera.
Chiudere alle 22 è una mezza assurdità, ma il tira e molla è dovuto a calcoli azzardati e fatti maluccio specie con la variabile delle varianti.
Capisco che faccio imbestialire chi ha delle attività, ma il vero messaggio agli italiani è : uscite il meno possibile.
Vale per chi ha più di 50 anni e i più giovani che possono infettare i fragili”.


Poi l’affondo al governo Draghi:

“Non si deve dire che il rischio è calcolato perché non è vero, so per certo che esponenti del CTS non erano d’accordo,
le scelte prese in questo periodo mi hanno sconcertato dal punto di vista tecnico e lo affermo
perché non devo dare la mia fedeltà assoluta a nessuna appartenenza politica.
Mi aspettavo di meglio da questo Governo, maggior rigore nelle valutazioni
e si doveva dire che con le riaperture ci potevamo trovare in una situazione seria dal punto di vista epidemiologico”.


E prima di congedarsi, il professor Galli è tornato a bacchettare Bonaccini:

“Non si dice a uno che si arrabbia e si innervosisce perché è una forma dialettica infima,
i politici non hanno argomenti da contrapporre agli scienziati e allora si ricorre alla tecnica del dire che uno si arrabbia.
Si può essere franchi e onesti senza cercare piccoli vantaggi, caro Bonaccini. Gli italiani hanno visto”.


Il presidente della regione Emilia-Romagna chiosa:

“Non ho niente da replicare, gli italiani hanno capito benissimo, non ho offeso nessuno,
mi ha detto che mi dovrei vergognare, ma di cosa? Lascio il giudizio a chi guarda. Lei litiga a senso unico”.
 
Non contento, è andato da un'altra parte. Quanto tempo che ha disponibile.........



"Una data certa per la fine della pandemia non c’è”.

A dirlo è Massimo Galli intervistato da Un Giorno da Pecora, programma in onda su Rai Radio1
che ha voluto approfondire la questione Covid con uno dei volti più noti degli ultimi mesi.

“Il sistema dei colori non ha funzionato un granché.
Tutte le volte che si è andati in giallo si è tornati in rosso o in arancione, è un dato di fatto assiomatico.
Una data certa in cui non avremo più il Covid non c’è, anche perché ci inguaiamo da soli con tutti questi tira e molla...”.


Altro tema di discussione per Galli è quello della zona gialla, una misura che a lui non piace:

“Abolire la zona gialla? Bisognerebbe vaccinare molto ed avere delle chiusure mirate.
Il sistema a colori implica che ogni regione cerca di arrivare al giallo senza che la situazione si sia stabilizzata.
Ora ci sono tante zone gialle, ma abbiamo ancora migliaia di positivi in Italia, non mi pare il massimo della tranquillità e della serenità”.
 
Ma credevate che questo signore se ne stesse a lavorare ? ........


È sbagliato il ritorno in zona gialla e bisogna ancora tenere chiusi i ristoranti.

Andrea Crisanti è ospite di Otto e mezzo, programma di Lilli Gruber che va in onda su La7
e boccia la linea adottata dal Governo di Mario Draghi sulle riaperture,
con più di mezza Italia che da ieri ha rivisto un minimo ritorno alla normalità.

"Il coprifuoco? E' chiaro che se si tiene quell'orario si diminuisce la probabilità che le persone si incontrino e che il virus si diffonda.
È un piccolo contributo per combattere il virus, come il fatto di indossare le mascherine".


Poi Crisanti affonda il dito nella "piaga" ristoranti:

"Tantissimi ristoratori hanno fatto tanti sforzi per mettere tutto in sicurezza,
il problema siamo noi che usiamo il ristorante per contagiarsi, andando in diversi nuclei familiari a tavola.
In Sardegna in un ristorante si sono contagiate 40 persone.
Ci sono tanti studi che dimostrano che nei ristoranti ci si contagia.
Con i ristoranti chiusi diminuisce il contagio, è un dato di fatto. Lo stesso vale per le palestre".


Il futuro dell'Italia non è affatto roseo:

"Se noi allentiamo le misure di restrizione il contagio è destinato necessariamente ad aumentare.
La partita si gioca sul fatto che l'accelerazione delle vaccinazioni possa far ridurre i contagi.
Corriamo un rischio gravissimo, con la trasmissione si generano nuove varianti
e quando si vaccina è possibile che le varianti superino il vaccino.
La variante indiana è una cosa che preoccupa molto, noi sequenziamo pochissimo
e quindi se ci sono sono già da altre parti. Non abbiamo chiara la situazione.
In Inghilterra hanno messo in piede la quarantena obbligatoria vigilata.
Il rischio di richiudere è molto alto, sarebbe un disastro. Il vero problema non è riaprire, ma la sicurezza".
 
Bocciati gli odg di Fratelli d'Italia per abolire il coprifuoco.

"Surreale" denuncia Giorgia Meloni in una diretta social dopo una giornata travagliatissima per abolirlo.
Il coprifuoco divide così maggioranza e centrodestra.

Dopo una trattativa serrata con l'aula della Camera costretta a procedere stop and go,
la maggioranza trova la riformulazione a un ordine del giorno di Cambiamo!
(componente del Misto e satellite del centrodestra), che mette d'accordo "quasi" tutti nell'esecutivo dei migliori.

Mario Draghi, che su questo punto si è speso personalmente per trovare una soluzione,
tuttavia non riesce a convincere Giorgia Meloni, che non retrocede sulla limitazione imposta, dalle 22 alle 5 del mattino, per contenere la pandemia.

L'odg a firma Fdi resta immutato e l'assemblea di Montecitorio lo boccia
con Lega e Forza Italia che non partecipano però al voto sul testo di Fratelli d'Italia,
diversificandosi da Pd-M5S-Leu che invece dicono un convinto "no".


Più tardi arriva la diretta della leader di Fratelli d'Italia che si scaglia contro il governo.

"Fratelli d'Italia chiede ormai da settimana l'abolizione dell'inutile, dannosa e, secondo me,
illegittima misura del coprifuoco alle 22, da rispettare fino al 31 luglio secondo l'ultimo dl del governo.
Limitare la libertà dei cittadini, massacrare le nostre attività, devastare il turismo
per fare una cosa non solo inutile per il contrasto alla pandemia ma addirittura dannosa,
perché minore è il tempo in cui queste attività si possono svolgere più ci si assembrerà".
 

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